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Home » HP Trio » Scala dei Turchi imbrattata con vernice e polvere rossa, al via le operazioni di pulitura

Scala dei Turchi imbrattata con vernice e polvere rossa, al via le operazioni di pulitura

Tecnici e volontari all'opera per "smacchiare" la gradinata naturale scavata nella roccia da vento e pioggia ad Agrigento, lordata con pittura e polvere d’intonaco: non ancora identificati i vandali

Letizia Cini
9 Gennaio 2022
Tecnici e volontari all'opera per ripulire la Scala dei turchi

Tecnici e volontari all'opera per ripulire la Scala dei turchi

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Tecnici della Soprintendenza ai Beni Culturali di Agrigento ma anche numerosi volontari sono già al lavoro per ripulire, la scogliera di marna bianca di Scala dei Turchi, uno dei luoghi più belli e suggestivi della Sicilia, imbrattata di rosso da alcuni vandali.

“La Regione Siciliana – spiega il presidente Nello Musumeci – si è subito attivata, assieme al Comune, con le sue strutture sul territorio, per mettere in sicurezza la Scala dei Turchi e ripulire l’area danneggiata, dopo il vile atto di vandalismo di ieri. Dalla Soprintendenza e dalla Protezione civile di Agrigento ricevo messaggi rassicuranti circa il ripristino della scogliera. Il materiale rosso sversato è riconducibile a ossido di ferro in polvere e questo non ha costituito per fortuna un grosso rischio”.

Tecnici della Soprintendenza ai Beni culturali di Agrigento ma anche numerosi volontari sono già al lavoro per ripulire, la scogliera di marna bianca di Scala dei Turchi

Sul posto si sono recati di buon mattino i tecnici del Comune di Realmonte, due funzionari della Soprintendenza e numerosi volontari, che stanno aspirando la polvere, per poi ripulire l’area con l’aiuto di una idropulitrice: “Li ringrazio tutti – sottolinea Musumeci – per il generoso atto di civismo e di scrupolosa responsabilità dimostrati”.

 

Lo sfregio

“Montalbano finì il gelato e partì verso la Scala dei Turchi. Passato un promontorio, gli apparse ‘mprovvisa. Se l’arricordava assai più imponenti…. Ma anche accussì ridimensionata conservava la sua sorprendente billizza”. È con profondo amore che Andrea Camilleri descrive uno dei luoghi simbolo della sua Sicilia bedda, la scogliera di marna sul litorale di Realmonte costituita da roccia sedimentaria a grana fine, formata da calcare e argilla, di un bianco accecante, che ha promosso l’immagine dell’isola a livello internazionale. La gradinata naturale scavata nella roccia da vento e pioggia questa mattina all’alba è stata imbrattata di vernice rossa e polvere d’intonaco nella notte, da parte di vandali non ancora identificati.

La Scala dei Turchi deturpata
La Scala dei Turchi deturpata

Chiazze rosse come ferite profonde a un sito di estrema bellezza. Addolora vedere profanato e vandalizzato in questo modo uno dei paesaggi più suggestivi della Sicilia, una delle scogliere marine più famose al mondo, uno dei luoghi più belli e suggestivi della Sicilia, meta ogni anno di migliaia di visitatori da tutto il mondo tanto da essere stato proposto per la candidatura a patrimonio mondiale dell’umanità Unesco.

Proprio per questo motivo lo sfregio inferto alla Scala dei Turchi, la caratteristica scogliera di marna bianca sul litorale agrigentino, è ancora più odioso. Ignoti vandali si sono arrampicati sui gradoni di roccia imbrattando di rosso il promontorio immacolato al confine tra Realmonte e Porto Empedocle, la Vìgata dei romanzi di Andrea Camilleri. Sul posto, invece del commissario Montalbano, si sono recati i carabinieri che hanno avviato immediatamente le indagini per identificare gli autori dello scempio. Il procuratore di Agrigento Luigi Patronaggio ha aperto un’inchiesta; il reato ipotizzato a carico di ignoti è di danneggiamento di beni avente valore paesaggistico. La Scala dei Turchi è infatti sottoposta a vincolo paesaggistico. Il presidente della Regione

Nello Musumeci e l’assessore ai Beni Culturali e all’Identità Siciliana Alberto Samonà parlano di “un atto di vandalismo vigliacco“ e auspicano che i responsabili di questa “ferita al paesaggio e alla bellezza della Sicilia“ vengano identificati e puniti al più presto. Un sopralluogo è stato compiuto anche dai tecnici della Soprintendenza ai Beni culturali di Agrugento, i quali hanno stabilito che per imbrattare la marna è stata utilizzata polvere di ossido di ferro.

Operai comunali al lavoro oggi a Realmonte, in provincia di Agrigento, per cercare di ripulire la scogliera di marna bianca di Scala dei Turchi, deturpata da ignoti che nella notte vi hanno gettato polvere colorata di rosso
Operai comunali al lavoro oggi a Realmonte, in provincia di Agrigento, per cercare di ripulire la scogliera di marna bianca di Scala dei Turchi, deturpata da ignoti che nella notte vi hanno gettato polvere colorata di rosso

Un materiale che si colora di rosso a contatto con l’acqua e che dovrebbe essere eliminato facilmente, come conferma il fatto che le onde del mare hanno già parzialmente ripulito la zona bassa della scogliera. Questa circostanza potrebbe avvalorare l’ipotesi di un gesto dimostrativo, più che la volontà di deturpare irrimediabilmente uno dei tesori naturalistici della Sicilia, per accendere nuovamente l’attenzione su una vicenda controversa.

La Scala dei Turchi è stata infatti al centro di un lungo contenzioso giudiziario, che aveva portato anche al sequestro del sito da parte della magistratura, tra il Comune di Realmonte e il proprietario di alcune particelle, Ferdinando Sciabbarrà, come dimostrano in modo inoppugnabile alcuni documenti catastali che risalgono addirittura alle metà dell’800. Sciabbarrà, nonostante una multa di quasi 10mila euro e un’inchiesta penale nei suoi confronti per occupazione di suolo demaniale e violazioni in materia di sicurezza e tutela di beni ambientali, si è visto restituire una parte della scogliera dal giudice che ha riconosciuto le sue ragioni. Di recente, attraverso il suo legale, Sciabbarrà si è anche dichiarato disposto a cedere le particelle di sua proprietà a condizione che sia istituita una riserva naturale.

La polvere rossa da intonaco sulla marna bianca che ha deturpato la Scala dei Turchi ad Agrigento
La polvere rossa da intonaco sulla marna bianca che ha deturpato la Scala dei Turchi ad Agrigento

A questo punto l’ipotesi più accreditata è che la Scala dei Turchi venga acquisita definitivamente e interamente al patrimonio della Regione “impegnata da qualche anno assieme ad altre istituzioni – come sottolinea il presidente Nello Musumeci -, nella tutela e nella salvaguardia dell’integrità di questo meraviglioso angolo della Sicilia”.

La querelle

Due anni fa la Scala dei turchi fu al centro di una singolare querelle: il Comune di Realmonte ipotizzava di cedere i diritti d’immagine del bene ambientale, tra i più famosi d’Italia e più postati nel periodo estivo sui profili social di molti influencer a chi ne detiene la proprietà fisica. Una decisione che ha fatto girare i “cabasisi” – per dirla come Camilleri – a politici e ambientalisti. La vicenda ricorda l’esilarante scena di un film di Totò, in cui chiede i diritti di immagine, tentando perino di vendere la Fontana di Trevi, in quanto “di nostra propietà“.

Deturpata la scogliera di marna bianca di Scala dei Turchi
Deturpata la scogliera di marna bianca di Scala dei Turchi

Dal grande schermo alla realtà, il passo è breve: così sul tavolo del primo cittadino di Realmonte arrivò la bozza di un accordo con i privati proprietari dell’area che da anni avevano avviato un contenzioso, rivendicando la piena proprietà della zona, costa inclusa. Una bozza nella quale il Comune in cambio della proprietà piena della Scala dei Turchi avrebbe dovuto concedere per settant’anni il 70% dei “diritti d’immagine” ai privati per servizi giornalistici, cinematografici e pubblicitari che riprendono quel tratto della collina di marna candida. A completamento del “patto”, la creazione di un brand “Scala dei Turchi”, in modo che chiunque nel mondo, richiamando questo capolavoro di Madre Natura, sarebbe stato tenuto a pagare un obolo.

Un po’ come ha fatto una decina di anni fa il Comune di Reggio Emilia stabilendo che per fotografare e riprendere i futuristici ponti progettati dall’archistar Santiago Calatrava – location d’elezione per grandi case automobilistiche che lì hanno girato tanti spot – occorreva metter mano al portafoglio. Le voci contro, in Trinacria, non tardarono a farsi sentire: “Una follia alla quale ci opporremo in tutti i modi, anche perché questo accordo transattivo arriva senza nemmeno andare fino in fondo nella causa aperta in Tribunale, difenderemo la Scala dei Turchi in tutti i modi“ tuonò il deputato regionale del Pd, Michele Catanzaro, presentando una interrogazione urgente all’Ars nella quale chiedeval’intervento immediato dell’assessore regionale all’Ambiente Toto Cordaro.

“Ho sbagliato solo a far vedere questa bozza a certi consiglieri di opposizione, comunque al momento non commento perché la giunta non ha approvato alcun atto“, replicò il sindaco. «Un accordo quanto meno curioso, un accordo fra pubblico e privato a totale vantaggio del secondo – intervenne il presidente di Legambiente Sicilia Gianfranco Zanna – ; ci chiediamo perché, qual è l’utilità di questo accordo e perché il Sindaco abbia deciso di svendere in questo modo la Scala dei Turchi che deve, invece, essere patrimonio di tutti». A rivendicarne la proprietà, con conseguenti diritti di accesso e utilizzo, è appunto Ferdinando Sciabbarrà, 72 anni, ex dipendente della Camera di commercio di Agrigento, attualmente in pensione. Per dirimere la questione che si trascina da anni, il giudice ha invitato lui e la controparte a trovare un accordo. Il Comune di Realmonte ha così dato un incarico all’avvocato Vincenzo Caponnetto che, dopo aver interloquito con i legali di Ferdinando Sciabbarrà, ha proposto un accordo.

Diatribe a parte, resta il fatto che la scogliera bianca della Scala dei Turchi, è stata imbrattata da ignoti vandali con vernice e polvere rossa. Enormi sgorbi rossi che hanno deturpato la splendida scogliera di marna bianca. La procura ha aperto un fascicolo e indagano i carabinieri, che stanno visionando i filmati delle telecamere di videosorveglianza della zona e analizzando i prodotti coloranti usati dai vandali per risalire alla vendita.

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Instagram

  • Passa anche da un semplice tasto la possibilità per una donna, vittima di stalking, di salvarsi da chi vuole farle del male. Il tasto di uno smartwatch che, una volta premuto, lancia un’immediata richiesta di aiuto alle forze di polizia. E grazie a questo orologio, Marta (il nome è di fantasia) potrà ora vedere la sua vita cambiata in meglio. La donna aveva smesso di vivere, a causa della relazione asfissiante e malata con il suo ex marito violento che aveva promesso di sfregiarla con l’acido e poi ucciderla e seppelire il suo corpo in un terreno. Ma venerdì scorso a Marta è stato consegnato il primo di 45 smartwatch che saranno distribuiti ad altrettante vittime. L’orologio è collegato con la centrale operativa del comando provinciale dei carabinieri di Napoli: appena arriva l’Sos, la vittima viene geolocalizzata e arrivano i soccorsi.

E così Marta ha ripreso la sua vita interrotta per paura dell’ex e delle sue minacce. «Posso uscire più serena e tranquilla dopo mesi e mesi trascorsi rintanata in casa. Grazie a questo orologio mi sento protetta. È vero, devo rinunciare alla mia privacy, ma è un prezzo che sono disposta a pagare.»

Lo scorso 30 novembre i carabinieri del Comando provinciale di Napoli, la sezione fasce deboli della Procura partenopea coordinata dal procuratore aggiunto Raffaello Falcone, la Fondazione Vodafone Italia e la Soroptimist international club Napoli hanno annunciato l’avvio del progetto pilota "Mobile Angel", che prevede, appunto, la consegna di questo orologio salvavita alle vittime di maltrattamenti. Il progetto è stato esteso anche alle città di Milano e Torino. Lo smartwatch affidato a Marta è il primo nel Sud Italia. Il mobile angel, spiegano i Carabinieri, rientra in un progetto ad ampio respiro che ha come punto focale le vittime di violenza. Un contesto di tutela all’interno del quale è stata istituita anche la "stanza tutta per sé", un ambiente dove chi ha subìto vessazioni può sentirsi a suo agio nel raccontare il proprio vissuto. 

#lucenews #lucelanazione #mobileangel #napoli
  • Se nei giorni scorsi l’assessore al Welfare del Comune di Napoli, papà single di Alba, bambina affetta da Sindrome di Down, aveva ri-scritto pubblicamente alla premier Giorgia Meloni per avere un confronto sull’idea di famiglia e sul tema delle adozioni, stavolta commenta quanto sta accadendo in Italia in relazione ai diritti dei figli delle famiglie arcobaleno. 

Ricordiamo, infatti, che lo scorso 12 marzo il Governo ha ordinato, in merito ad una richiesta pervenuta al Comune di Milano di una coppia dello stesso sesso, lo stop a procedere alla registrazione del loro figlio appena nato e impedendo, di fatto, la creazione di una famiglia omogenitoriale. Il veto della destra compatta boccia il certificato europeo di filiazione che propone agli Stati membri di garantire ai genitori residenti in Unione Europea il diritto ad essere riconosciuti come madri e padri dei propri figli nello stesso modo in tutti i Paesi Ue.

“In tutta Europa i figli di coppie gay avranno il riconoscimento degli stessi diritti degli altri bambini. In Italia il Senato, trascinato da Fratelli d’Italia, fortemente contrario, ha appena bocciato la proposta – dice Trapanese in un lungo post sulla sua pagina Instagram -. Quindi, i figli delle coppie omosessuali non sono, per il nostro Paese, figli come gli altri. Questo hanno deciso e detto chiaramente”. Così facendo, “resteranno bambini privi di tutele complete, i cui genitori dovranno affrontare battaglie giudiziarie, sfiniti da tempi lunghissimi, solo perché il loro bimbo venga considerato semplicemente un figlio”. 

Trapanese attacca chiaramente questa decisione: “L’Italia è l’unico paese europeo con un governo che lavora per togliere diritti invece che per aggiungerli. Se la prende con bambini che esistono e vivono la loro quotidianità serenamente in famiglie piene d’amore, desiderati sopra ogni cosa, ma considerati in Italia figli di un dio minore”. Per Trapanese “stiamo continuando a parlare di ciò che dovrebbe essere semplicemente attuato. I diritti non si discutono, si riconoscono e basta. Ma come fate a non rendervene conto?”.

#lucenews #diritti #coppieomogenitoriali
  • Il nuovo progetto presentato dal governatore Viktor Laiskodat a Kupang, in Indonesia, prevede l’entrata degli alunni a scuola alle 5.30 del mattino. Secondo l’alto funzionario il provvedimento servirebbe per rafforzare la disciplina dei bambini.

Solitamente nelle scuole del Paese le lezioni iniziavano tra le 7 e le 8 del mattino: anticipando l’orario d’ingresso i bambini sono apparsi esausti quando tornano a casa. La madre di una 16enne, infatti, è molto preoccupata da questa nuova iniziativa: “È estremamente difficile, ora devono uscire di casa mentre è ancora buio pesto. Non posso accettarlo. La loro sicurezza non è garantita quando è ancora notte. Inoltre mia figlia, ogni volta che arriva a casa, è esausta e si addormenta immediatamente.”

Sulla vicenda è intervenuto anche Marsel Robot, esperto di istruzione dell’Università di Nusa Cendana, che ha spiegato come a lungo termine la privazione del sonno potrebbe mettere in pericolo la salute degli studenti e causare un cambiamento nei loro comportamenti: “Non c’è alcuna correlazione con lo sforzo per migliorare la qualità dell’istruzione. Gli studenti dormiranno solo per poche ore e questo è un grave rischio per la loro salute. Inoltre, questo causerà loro stress e sfogheranno la loro tensione in attività magari incontrollabili”. Anche il Ministero per l’emancipazione delle donne e la Commissione indonesiana per la protezione dei minori hanno espresso richieste di revisione della politica. Il cambiamento delle regole di Kupang è stato anche contestato dai legislatori locali, che hanno chiesto al governo di annullare quella che hanno definito una politica infondata.

Tuttavia il governo centrale ha mantenuto il suo esperimento rincarando la dose ed estendendolo anche all’agenzia di istruzione locale, dove anche i dipendenti pubblici ora inizieranno la loro giornata alle 5.30 del mattino.

#lucenews #lucelanazione #indonesia #scuola
  • Quante ore dormi? È difficile addormentarsi? Ti svegli al minimo rumore o al mattino rimandi tutte le sveglie per dormire un po’ di più? Soffri d’insonnia?

Sono circa 13,4 milioni gli italiani che soffrono di insonnia, secondo le ultime rilevazioni di Aims - l
Tecnici della Soprintendenza ai Beni Culturali di Agrigento ma anche numerosi volontari sono già al lavoro per ripulire, la scogliera di marna bianca di Scala dei Turchi, uno dei luoghi più belli e suggestivi della Sicilia, imbrattata di rosso da alcuni vandali. “La Regione Siciliana – spiega il presidente Nello Musumeci – si è subito attivata, assieme al Comune, con le sue strutture sul territorio, per mettere in sicurezza la Scala dei Turchi e ripulire l’area danneggiata, dopo il vile atto di vandalismo di ieri. Dalla Soprintendenza e dalla Protezione civile di Agrigento ricevo messaggi rassicuranti circa il ripristino della scogliera. Il materiale rosso sversato è riconducibile a ossido di ferro in polvere e questo non ha costituito per fortuna un grosso rischio”.
Tecnici della Soprintendenza ai Beni culturali di Agrigento ma anche numerosi volontari sono già al lavoro per ripulire, la scogliera di marna bianca di Scala dei Turchi
Sul posto si sono recati di buon mattino i tecnici del Comune di Realmonte, due funzionari della Soprintendenza e numerosi volontari, che stanno aspirando la polvere, per poi ripulire l’area con l’aiuto di una idropulitrice: “Li ringrazio tutti – sottolinea Musumeci – per il generoso atto di civismo e di scrupolosa responsabilità dimostrati".   Lo sfregio “Montalbano finì il gelato e partì verso la Scala dei Turchi. Passato un promontorio, gli apparse ‘mprovvisa. Se l’arricordava assai più imponenti.... Ma anche accussì ridimensionata conservava la sua sorprendente billizza". È con profondo amore che Andrea Camilleri descrive uno dei luoghi simbolo della sua Sicilia bedda, la scogliera di marna sul litorale di Realmonte costituita da roccia sedimentaria a grana fine, formata da calcare e argilla, di un bianco accecante, che ha promosso l’immagine dell’isola a livello internazionale. La gradinata naturale scavata nella roccia da vento e pioggia questa mattina all’alba è stata imbrattata di vernice rossa e polvere d’intonaco nella notte, da parte di vandali non ancora identificati.
La Scala dei Turchi deturpata
La Scala dei Turchi deturpata
Chiazze rosse come ferite profonde a un sito di estrema bellezza. Addolora vedere profanato e vandalizzato in questo modo uno dei paesaggi più suggestivi della Sicilia, una delle scogliere marine più famose al mondo, uno dei luoghi più belli e suggestivi della Sicilia, meta ogni anno di migliaia di visitatori da tutto il mondo tanto da essere stato proposto per la candidatura a patrimonio mondiale dell’umanità Unesco. Proprio per questo motivo lo sfregio inferto alla Scala dei Turchi, la caratteristica scogliera di marna bianca sul litorale agrigentino, è ancora più odioso. Ignoti vandali si sono arrampicati sui gradoni di roccia imbrattando di rosso il promontorio immacolato al confine tra Realmonte e Porto Empedocle, la Vìgata dei romanzi di Andrea Camilleri. Sul posto, invece del commissario Montalbano, si sono recati i carabinieri che hanno avviato immediatamente le indagini per identificare gli autori dello scempio. Il procuratore di Agrigento Luigi Patronaggio ha aperto un’inchiesta; il reato ipotizzato a carico di ignoti è di danneggiamento di beni avente valore paesaggistico. La Scala dei Turchi è infatti sottoposta a vincolo paesaggistico. Il presidente della Regione Nello Musumeci e l’assessore ai Beni Culturali e all’Identità Siciliana Alberto Samonà parlano di “un atto di vandalismo vigliacco“ e auspicano che i responsabili di questa “ferita al paesaggio e alla bellezza della Sicilia“ vengano identificati e puniti al più presto. Un sopralluogo è stato compiuto anche dai tecnici della Soprintendenza ai Beni culturali di Agrugento, i quali hanno stabilito che per imbrattare la marna è stata utilizzata polvere di ossido di ferro.
Operai comunali al lavoro oggi a Realmonte, in provincia di Agrigento, per cercare di ripulire la scogliera di marna bianca di Scala dei Turchi, deturpata da ignoti che nella notte vi hanno gettato polvere colorata di rosso
Operai comunali al lavoro oggi a Realmonte, in provincia di Agrigento, per cercare di ripulire la scogliera di marna bianca di Scala dei Turchi, deturpata da ignoti che nella notte vi hanno gettato polvere colorata di rosso
Un materiale che si colora di rosso a contatto con l’acqua e che dovrebbe essere eliminato facilmente, come conferma il fatto che le onde del mare hanno già parzialmente ripulito la zona bassa della scogliera. Questa circostanza potrebbe avvalorare l’ipotesi di un gesto dimostrativo, più che la volontà di deturpare irrimediabilmente uno dei tesori naturalistici della Sicilia, per accendere nuovamente l’attenzione su una vicenda controversa. La Scala dei Turchi è stata infatti al centro di un lungo contenzioso giudiziario, che aveva portato anche al sequestro del sito da parte della magistratura, tra il Comune di Realmonte e il proprietario di alcune particelle, Ferdinando Sciabbarrà, come dimostrano in modo inoppugnabile alcuni documenti catastali che risalgono addirittura alle metà dell’800. Sciabbarrà, nonostante una multa di quasi 10mila euro e un’inchiesta penale nei suoi confronti per occupazione di suolo demaniale e violazioni in materia di sicurezza e tutela di beni ambientali, si è visto restituire una parte della scogliera dal giudice che ha riconosciuto le sue ragioni. Di recente, attraverso il suo legale, Sciabbarrà si è anche dichiarato disposto a cedere le particelle di sua proprietà a condizione che sia istituita una riserva naturale.
La polvere rossa da intonaco sulla marna bianca che ha deturpato la Scala dei Turchi ad Agrigento
La polvere rossa da intonaco sulla marna bianca che ha deturpato la Scala dei Turchi ad Agrigento
A questo punto l’ipotesi più accreditata è che la Scala dei Turchi venga acquisita definitivamente e interamente al patrimonio della Regione “impegnata da qualche anno assieme ad altre istituzioni - come sottolinea il presidente Nello Musumeci -, nella tutela e nella salvaguardia dell’integrità di questo meraviglioso angolo della Sicilia".

La querelle

Due anni fa la Scala dei turchi fu al centro di una singolare querelle: il Comune di Realmonte ipotizzava di cedere i diritti d’immagine del bene ambientale, tra i più famosi d’Italia e più postati nel periodo estivo sui profili social di molti influencer a chi ne detiene la proprietà fisica. Una decisione che ha fatto girare i “cabasisi” - per dirla come Camilleri - a politici e ambientalisti. La vicenda ricorda l’esilarante scena di un film di Totò, in cui chiede i diritti di immagine, tentando perino di vendere la Fontana di Trevi, in quanto “di nostra propietà“.
Deturpata la scogliera di marna bianca di Scala dei Turchi
Deturpata la scogliera di marna bianca di Scala dei Turchi
Dal grande schermo alla realtà, il passo è breve: così sul tavolo del primo cittadino di Realmonte arrivò la bozza di un accordo con i privati proprietari dell’area che da anni avevano avviato un contenzioso, rivendicando la piena proprietà della zona, costa inclusa. Una bozza nella quale il Comune in cambio della proprietà piena della Scala dei Turchi avrebbe dovuto concedere per settant’anni il 70% dei “diritti d’immagine” ai privati per servizi giornalistici, cinematografici e pubblicitari che riprendono quel tratto della collina di marna candida. A completamento del “patto”, la creazione di un brand “Scala dei Turchi”, in modo che chiunque nel mondo, richiamando questo capolavoro di Madre Natura, sarebbe stato tenuto a pagare un obolo. Un po’ come ha fatto una decina di anni fa il Comune di Reggio Emilia stabilendo che per fotografare e riprendere i futuristici ponti progettati dall’archistar Santiago Calatrava - location d’elezione per grandi case automobilistiche che lì hanno girato tanti spot - occorreva metter mano al portafoglio. Le voci contro, in Trinacria, non tardarono a farsi sentire: “Una follia alla quale ci opporremo in tutti i modi, anche perché questo accordo transattivo arriva senza nemmeno andare fino in fondo nella causa aperta in Tribunale, difenderemo la Scala dei Turchi in tutti i modi“ tuonò il deputato regionale del Pd, Michele Catanzaro, presentando una interrogazione urgente all’Ars nella quale chiedeval’intervento immediato dell’assessore regionale all’Ambiente Toto Cordaro. “Ho sbagliato solo a far vedere questa bozza a certi consiglieri di opposizione, comunque al momento non commento perché la giunta non ha approvato alcun atto“, replicò il sindaco. «Un accordo quanto meno curioso, un accordo fra pubblico e privato a totale vantaggio del secondo - intervenne il presidente di Legambiente Sicilia Gianfranco Zanna - ; ci chiediamo perché, qual è l’utilità di questo accordo e perché il Sindaco abbia deciso di svendere in questo modo la Scala dei Turchi che deve, invece, essere patrimonio di tutti». A rivendicarne la proprietà, con conseguenti diritti di accesso e utilizzo, è appunto Ferdinando Sciabbarrà, 72 anni, ex dipendente della Camera di commercio di Agrigento, attualmente in pensione. Per dirimere la questione che si trascina da anni, il giudice ha invitato lui e la controparte a trovare un accordo. Il Comune di Realmonte ha così dato un incarico all’avvocato Vincenzo Caponnetto che, dopo aver interloquito con i legali di Ferdinando Sciabbarrà, ha proposto un accordo. Diatribe a parte, resta il fatto che la scogliera bianca della Scala dei Turchi, è stata imbrattata da ignoti vandali con vernice e polvere rossa. Enormi sgorbi rossi che hanno deturpato la splendida scogliera di marna bianca. La procura ha aperto un fascicolo e indagano i carabinieri, che stanno visionando i filmati delle telecamere di videosorveglianza della zona e analizzando i prodotti coloranti usati dai vandali per risalire alla vendita.
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