Main Partner
Partner
Luce
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • 8 marzo
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Luce
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • 8 marzo
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Luce

Home » HP Trio » Lorenzo, il ragazzo autistico che temeva la polizia e le sirene: “Adesso è nata un’amicizia”

Lorenzo, il ragazzo autistico che temeva la polizia e le sirene: “Adesso è nata un’amicizia”

Grazie all'impegno degli agenti del commissariato di Assisi il sedicenne ha superato la sua fobia e ora indossa con orgoglio il cappellino e lo zaino ricevuti in dono

Camilla Prato
6 Gennaio 2022
I poliziotti del Commissariato di Assisi con Lorenzo, il sedicenne residente a Bastia Umbra

I poliziotti del Commissariato di Assisi con Lorenzo, il sedicenne residente a Bastia Umbra

Share on FacebookShare on Twitter

Una storia emozionante: una bellissima amicizia nata tra Lorenzo, un ragazzo di 16 anni di Bastia Umbra affetto dalla sindrome dello specchio autistico e i poliziotti del Commissariato di Assisi. La diagnosi della malattia per Lorenzo arriva molto presto, sin dall’asilo. Tra mille difficoltà, grazie all’amore dei genitori e all’assistenza degli insegnanti, dei terapisti e dei compagni di scuola, Lorenzo si apre al mondo e frequenta le scuole di ogni ordine e grado con grande entusiasmo. A sostenere Lorenzo e la sua famiglia ci sono anche le Istituzioni: dal Comune di Bastia Umbra all’Associazione Nazionale Genitori Soggetti Autistici che aiutano Lorenzo nella difficile conquista della sua autonomia personale e sociale. Nonostante le grandi conquiste fatte e le molteplici sfide vinte, a Lorenzo resta una sola grande paura: quella per le Forze dell’Ordine.

Ogni volta che vede una macchina della Polizia o dei Carabinieri, Lorenzo si nasconde, ha paura perché pensa che siano pronti ad arrestarlo. I genitori non riescono a trovare il modo per vincere anche questa sfida fino a quando, un giorno, il papà di Lorenzo incontra per caso una pattuglia della Volante del Commissariato di Assisi. Il signor Gabriele si fa coraggio e va a parlare con i due poliziotti ai quali racconta la storia di Lorenzo. Stefano e Laura, questi i nomi dei due agenti, ascoltano con attenzione il racconto. Con l’entusiasmo e la passione che animano i poliziotti, propongono al papà di andare subito a casa di Lorenzo per fargli una sorpresa. Lorenzo alla vista della macchina della Polizia, preso da un iniziale timore, pian piano si avvicina ai due poliziotti in divisa.

I poliziotti del Commissariato di Assisi con Lorenzo, il sedicenne residente a Bastia Umbra
I poliziotti del Commissariato
di Assisi con Lorenzo, il sedicenne
residente a Bastia Umbra

Grazie al loro sorriso Lorenzo comprende che di loro può fidarsi e allora scruta l’interno dell’autovettura, ci sale sopra, accende il lampeggiante e poi tocca anche le manette che servono per prendere i ‘’cattivi’’! Con queste parole di Stefano e Laura, comprende che può avere fiducia nella Polizia. Oggi Lorenzo non si nasconde più quando incontra per strada le Forze dell’Ordine, se sente una sirena o vede una volante non si allarma. Stefano e Laura gli hanno spiegato che il lavoro dei poliziotti è quello di occuparsi della sicurezza di tutti i cittadini e dei ragazzi come lui. Ma le sorprese, per Lorenzo, non sono finite con quell’incontro. Gli agenti, qualche giorno dopo, sono tornati a trovarlo per portargli in dono uno zaino e un cappellino della Polizia di Stato. Da quel giorno Lorenzo non ha più smesso di indossarlo, da orgoglioso amico della Polizia di Stato.

Da quel giorno Lorenzo non ha più smesso di indossarlo, da orgoglioso amico della Polizia di Stato. “Il suo orgoglio, è anche il nostro – viene evidenziato dalla Polizia di Stato -, ogni qualvolta riusciamo ad ‘esserci sempre’, in particolare accanto ha chi ha più bisogno di noi“. La polizia ha un fan speciale: Lorenzo Una storia di affetto, integrazione, amicizia. Che va oltre gli ostacoli, anche grazie agli agenti di Assisi.

Potrebbe interessarti anche

Luca Trapanese con la piccola Alba
Politica

Luca Trapanese sul caso di Nina: “Non possiamo alzare un muro di carte”

22 Marzo 2023
Il cast di Mare Fuori (Ufficio stampa Rai)
Spettacolo

Mare Fuori, il bacio gay per il gran finale di stagione

23 Marzo 2023
Intervento innovativo all'ospedale Regina Margherita di Torino
Scienze e culture

Per la prima volta al mondo paziente cieco recupera la vista

24 Marzo 2023

Instagram

  • "Ora dobbiamo fare di meno, per il futuro".

Torna anche quest’anno l
  • Per una detenuta come Joy – nigeriana di 34 anni, arrestata nel 2014 per possesso di droga – uscire dal carcere significherà dover imparare a badare a se stessa. Lei che è lontana da casa e dalla famiglia, lei che non ha nessuno ad aspettarla. In carcere ha fatto il suo percorso, ha imparato tanto, ha sofferto di più. Ma ha anche conosciuto persone importanti, detenute come lei che sono diventate delle amiche. 

Mon solo. Nella Cooperativa sociale Gomito a Gomito, per esempio, ha trovato una seconda famiglia, un ambiente lavorativo che le ha offerto “opportunità che, se fossi stata fuori dal carcere, non avrei mai avuto”, come quella di imparare un mestiere e partecipare ad un percorso di riabilitazione sociale e personale verso l’indipendenza, anche economica.

Enrica Morandi, vice presidente e coordinatrice dei laboratori sartoriali del carcere di Rocco D’Amato (meglio noto ai bolognesi come “La Dozza”), si riferisce a lei chiamandola “la mia Joy”, perché dopo tanti anni di lavoro fianco a fianco ha imparato ad apprezzare questa giovane donna impegnata a ricostruire la propria vita: 

“Joy è extracomunitaria, nel nostro Paese non ha famiglia. Per lei sarà impossibile beneficiare degli sconti di pena su cui normalmente possono contare le detenute italiane, per buona condotta o per anni di reclusione maturati. Non è una questione di razzismo, è che esistono problemi logistici veri e propri, come il non sapere dove sistemare e a chi affidare queste ragazze, una volta lasciate le mura del penitenziario. Se una donna italiana ha ad attenderla qualcuno che si fa carico di ospitarla, Joy e altre come lei non hanno nessun cordone affettivo cui appigliarsi”.

L
  • Presidi psicologici, psicoterapeutici e di counselling per tutti gli studenti universitari e scolastici. Lo chiedono l’Udu, Unione degli universitari, e la Rete degli studenti medi nella proposta di legge ‘Chiedimi come sto’ consegnata a una delegazione di parlamentari nel corso di una conferenza stampa a Montecitorio.

La proposta è stata redatta secondo le conclusioni di una ricerca condotta da Spi-Cgil e Istituto Ires, che ha evidenziato come, su un campione di 50mila risposte, il 28 per cento abbia avuto esperienze di disturbi alimentari e oltre il 14 di autolesionismo.

“Nella nostra generazione è ancora forte lo stigma verso chi sta male ed è difficile chiedere aiuto - spiega Camilla Piredda, coordinatrice nazionale dell’Udu - l’interesse effettivo della politica si è palesato solo dopo il 15esimo suicidio di studenti universitari in un anno e mezzo. Ci sembra assurdo che la politica si interessi solamente dopo che si supera il limite, con persone che arrivano a scegliere di togliersi la vita.

Dall’altro lato, è positivo che negli ultimi mesi si sia deciso di chiedere a noi studenti come affrontare e come risolvere, il problema. Non è scontato e non è banale, perché siamo abituati a decenni in cui si parla di nuove generazioni senza parlare alle nuove generazioni”.

#luce #lucenews #università
  • La polemica politica riaccende i riflettori sulle madri detenute con i figli dopo la proposta di legge in merito alla detenzione in carcere delle donne in gravidanza: già presentata dal Pd nella scorsa legislatura, approvata in prima lettura al Senato, ma non alla Camera, prevedeva l’affido della madre e del minore a strutture protette, come le case famiglia, e vigilate. La dichiarata intenzione del centrodestra di rivedere il testo ha messo il Pd sul piede di guerra; alla fine di uno scontro molto acceso, i dem hanno ritirato il disegno di legge ma la Lega, quasi per ripicca, ne ha presentato uno nuovo, esattamente in linea con i desideri della maggioranza.

Lunedì non ci sarà quindi alcuna discussione alla Camera sul testo presentato da Debora Serracchiani nella scorsa legislatura, Tutto ripartirà da capo, con un nuovo testo, firmato da due esponenti del centrodestra: Jacopo Morrone e Ingrid Bisa.

“Questo (il testo Serracchini) era un testo che era già stato votato da un ramo del Parlamento, noi lo avevamo ripresentato per migliorare le condizioni delle detenute madri – ha spiegato ieri il dem Alessandro Zan – ma la maggioranza lo ha trasformato inserendovi norme che di fatto peggiorano le cose, consentendo addirittura alle donne incinte o con figli di meno di un anno di età di andare in carcere. Così non ha più senso, quindi ritiriamo le firme“.

Lo scontro tra le due fazioni è finito (anche) sui social media. "Sul tema delle borseggiatrici e ladre incinte occorre cambiare la visione affinché la gravidanza non sia una scusa“ sottolineano i due presentatori della proposta.

La proposta presentata prevede modifiche all’articolo 146 del codice penale in materia di rinvio obbligatorio dell’esecuzione della pena: “Se sussiste un concreto pericolo di commissione di ulteriori delitti – si legge nel testo presentato – il magistrato di sorveglianza può disporre che l’esecuzione della pena non sia differita, ovvero, se già differita, che il differimento sia revocato. Qualora la persona detenuta sia recidiva, l’esecuzione della pena avviene presso un istituto di custodia attenuata per detenute madri“.

#lucenews #madriincarcere
Una storia emozionante: una bellissima amicizia nata tra Lorenzo, un ragazzo di 16 anni di Bastia Umbra affetto dalla sindrome dello specchio autistico e i poliziotti del Commissariato di Assisi. La diagnosi della malattia per Lorenzo arriva molto presto, sin dall’asilo. Tra mille difficoltà, grazie all’amore dei genitori e all’assistenza degli insegnanti, dei terapisti e dei compagni di scuola, Lorenzo si apre al mondo e frequenta le scuole di ogni ordine e grado con grande entusiasmo. A sostenere Lorenzo e la sua famiglia ci sono anche le Istituzioni: dal Comune di Bastia Umbra all’Associazione Nazionale Genitori Soggetti Autistici che aiutano Lorenzo nella difficile conquista della sua autonomia personale e sociale. Nonostante le grandi conquiste fatte e le molteplici sfide vinte, a Lorenzo resta una sola grande paura: quella per le Forze dell’Ordine. Ogni volta che vede una macchina della Polizia o dei Carabinieri, Lorenzo si nasconde, ha paura perché pensa che siano pronti ad arrestarlo. I genitori non riescono a trovare il modo per vincere anche questa sfida fino a quando, un giorno, il papà di Lorenzo incontra per caso una pattuglia della Volante del Commissariato di Assisi. Il signor Gabriele si fa coraggio e va a parlare con i due poliziotti ai quali racconta la storia di Lorenzo. Stefano e Laura, questi i nomi dei due agenti, ascoltano con attenzione il racconto. Con l’entusiasmo e la passione che animano i poliziotti, propongono al papà di andare subito a casa di Lorenzo per fargli una sorpresa. Lorenzo alla vista della macchina della Polizia, preso da un iniziale timore, pian piano si avvicina ai due poliziotti in divisa.
I poliziotti del Commissariato di Assisi con Lorenzo, il sedicenne residente a Bastia Umbra
I poliziotti del Commissariato
di Assisi con Lorenzo, il sedicenne
residente a Bastia Umbra
Grazie al loro sorriso Lorenzo comprende che di loro può fidarsi e allora scruta l’interno dell’autovettura, ci sale sopra, accende il lampeggiante e poi tocca anche le manette che servono per prendere i ‘’cattivi’’! Con queste parole di Stefano e Laura, comprende che può avere fiducia nella Polizia. Oggi Lorenzo non si nasconde più quando incontra per strada le Forze dell’Ordine, se sente una sirena o vede una volante non si allarma. Stefano e Laura gli hanno spiegato che il lavoro dei poliziotti è quello di occuparsi della sicurezza di tutti i cittadini e dei ragazzi come lui. Ma le sorprese, per Lorenzo, non sono finite con quell’incontro. Gli agenti, qualche giorno dopo, sono tornati a trovarlo per portargli in dono uno zaino e un cappellino della Polizia di Stato. Da quel giorno Lorenzo non ha più smesso di indossarlo, da orgoglioso amico della Polizia di Stato. Da quel giorno Lorenzo non ha più smesso di indossarlo, da orgoglioso amico della Polizia di Stato. “Il suo orgoglio, è anche il nostro – viene evidenziato dalla Polizia di Stato -, ogni qualvolta riusciamo ad ‘esserci sempre’, in particolare accanto ha chi ha più bisogno di noi“. La polizia ha un fan speciale: Lorenzo Una storia di affetto, integrazione, amicizia. Che va oltre gli ostacoli, anche grazie agli agenti di Assisi.
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • Cos’è Luce!
  • Redazione
  • Board
  • Contattaci
  • 8 marzo

Robin Srl
Società soggetta a direzione e coordinamento di Monrif
Dati societariISSNPrivacyImpostazioni privacy

Copyright© 2023 - P.Iva 12741650159

CATEGORIE
  • Contatti
  • Lavora con noi
  • Concorsi
ABBONAMENTI
  • Digitale
  • Cartaceo
  • Offerte promozionali
PUBBLICITÀ
  • Speed ADV
  • Network
  • Annunci
  • Aste E Gare
  • Codici Sconto