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Home » HP Trio » Madeleine Albright morta, da rifugiata a prima Segretaria di Stato Usa. Quando disse di Putin: “Un piccolo uomo freddo come un rettile”

Madeleine Albright morta, da rifugiata a prima Segretaria di Stato Usa. Quando disse di Putin: “Un piccolo uomo freddo come un rettile”

La Albright è morta di cancro a Washington. Fu una delle donne più potenti del mondo, tra le prime a rompere il tetto di cristallo della politica internazionale. Prima dell'inizio della guerra in Ucraina scrisse: "La Russia verrà lasciata diplomaticamente sola"

Remy Morandi
24 Marzo 2022
Madeleine K. Albright, è morta la prima Segretaria di Stato degli Stati Uniti

Madeleine K. Albright, è morta la prima Segretaria di Stato degli Stati Uniti

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Il 23 febbraio 2022, il giorno prima dell’inizio della guerra in Ucraina, sul New York Times scriveva: “Invece di spianare la strada alla grande Russia, l’invasione dell’Ucraina segnerà l’infamia di Putin, lasciando il suo Paese diplomaticamente isolato”. Più che un editoriale, era una profezia. La profezia di una donna, che 84 anni alle spalle, ha fatto la storia dell’America e del mondo, quando ancora a dominare la politica internazionale erano solo ed esclusivamente uomini. Madeleine Albright, la prima segretaria di Stato degli Stati Uniti, è morta di cancro a Washington il 23 marzo 2022.

Madeleine K. Albright è morta all’età di 84 anni a Washington. È stata la prima donna Segretario di Stato degli Stati Uniti

La morte di Madeleine K. Albright, Segretaria di Stato Usa dal 1997 al 2001 durante il secondo mandato della presidenza di Bill Clinton, è stata annunciata su Twitter dalla famiglia, che ha così scritto: “Con il cuore spezzato annunciamo che la Dott.ssa Madeleine K. Albright, 64esimo Segretario di Stato USA e prima donna ad aver ricoperto quell’incarico, è morta questa mattina (23 marzo 2022, ndr). La causa è stata il cancro. Era circondata dalla famiglia e dagli amici. Abbiamo perso una madre amorevole, una nonna, una sorella, una zia e un’amica”.

Below is a statement from the family of @Madeleine: pic.twitter.com/C7Xt0EN5c9

— Madeleine Albright (@madeleine) March 23, 2022

Madeleine K. Albright, chi è la prima Segretaria di Stato degli Stati Uniti

Sembra quasi destino che Madeleine Albright se ne sia andata in questi giorni, mentre imperversa la guerra in Ucraina. Anche la Albright ha infatti conosciuto la guerra ed è stata una rifugiata. Nata a Praga, nell’allora Cecoslovacchia, il 15 maggio 1937, proveniva da una famiglia di origini ebraiche che la convertì al cattolicesimo per proteggerla dai nazisti durante la Seconda guerra mondiale. La famiglia di Madeleine Albright abbandonò la Cecoslovacchia quando questa fu annessa al Terzo Reich. Dopo un breve soggiorno a Londra, finita la guerra, gli Albright tornarono in patria, ma con l’avvento al potere del regime comunista, dovettero di nuovo scappare. Destinazione: Stati Uniti d’America, dove la famiglia arrivò nel 1948, quando Madeleine era ancora una bambina, aveva 11 anni.

Madeleine Albright fece i suoi studi liceali in Svizzera, poi si laureò nella facoltà di Scienze politiche al Wellesley College nel Massachussets e conseguì un dottorato in Diritto pubblico alla Columbia University di New York, quando la giovane si era già sposata con il giornalista Joseph Medill Patterson Albright, dal quale divorziò nel 1982. Ebbe così inizio la sua carriera accademica alla Georgetown University di Washington, dove Madeleine Albright insegnò Affari internazionali. Poi seguì la strada della diplomazia, rompendo il tetto di cristallo nel 1996, diventando una brillante analista di geopolitica.

Dal 1993 al 1997, durante il primo mandato della presidenza di Bill Clinton, Madeleine Albright fu nominata rappresentante permanente per gli Stati Uniti alle Nazioni Unite

Dopo la carriera accademica iniziò quella politica. In breve tempo Madeleine Albright scalò tutte le posizioni all’interno del Partito democratico, fino a diventare consigliera del presidente Jimmy Carter. Dal 1993 al 1997, durante il primo mandato della presidenza di Bill Clinton, fu nominata rappresentante permanente per gli Stati Uniti alle Nazioni Unite. E il 23 gennaio 1997 Bill Clinton nominò la Albright 64esima Segretaria di Stato degli Stati Uniti. Una scelta che il Senato Usa approvò con maggioranza bulgara: 99 voti a favore, zero contrari.

Albright fu una figura chiave durante la presidenza di Bill Clinton. Sostenne fortemente la necessità dell’espansione della Nato e in particolare spinse per un suo intervento nella guerra dei Balcani per fermare le pulizie etniche e i genocidi. Il 30 agosto 1995, non a caso, la Nato scatenò una campagna militare aerea (Operazione Deliberate Force) contro le forze della Repubblica Serba in Bosnia. La campagna, che si concluse il 20 settembre 1995, inflisse significativi danni alle truppe serbo-bosniache. L’intervento della Nato fu fondamentale per ricondurre i Serbi al tavolo delle trattative di pace e ai colloqui di Dayton.

Madeleine Albright incontrò Vladimir Putin a Mosca il 2 febbraio 2000. Di lui ricorda: “Era una persona piccola e pallida con la freddezza di un rettile”

La profezia al New York Times: “Putin sta facendo un errore storico”

Il 23 febbraio 2022, il giorno prima dell’inizio dell’invasione russa in Ucraina, l’ex Segretaria di Stato scrisse sul New York Times un editoriale, o meglio, una profezia. “Invece di spianare la strada alla grande Russia, l’invasione dell’Ucraina segnerà l’infamia di Putin, lasciando il suo Paese diplomaticamente isolato, economicamente in difficoltà e strategicamente vulnerabile di fronte a una alleanza occidentale più forte e unita”. Le sanzioni occidentali, notava, “devasteranno non solo l’economia del suo Paese ma anche lo stretto circolo di amiconi corrotti, che a loro volta potrebbero sfidare la sua leadership. Quello che sarà di certo una guerra cruenta e catastrofica drenerà le risorse russe e costerà vite russe creando nello stesso tempo un incentivo urgente per l’Europa per tagliare la sua pericolosa dipendenza dall’energia russa”. Tra le altre conseguenze dell’aggressione russa, il rafforzamento del fianco orientale della Nato e una “fiera resistenza armata ucraina col forte supporto dell’Occidente”, indicava, evocando per Mosca lo scenario della fallita invasione sovietica dell’Afghanistan. Primo alto dirigente americano ad incontrare Vladimir Putin come presidente facente funzioni all’inizio del 2000, la Albright lo ricordava come una persona “piccola e pallida”, con “la freddezza di un rettile”, “imbarazzata dal crollo dell’Urss e decisa a restaurare la grandezza” del suo Paese.

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  • Sono tre, per il momento, gli istituti superiori che si sono candidati ad accogliere Nina Rosa Sorrentino, la studentessa disabile di 19 anni che non può sostenere la maturità al liceo Sabin di Bologna (indirizzo Scienze umane) e che i genitori hanno per questo motivo ritirato da scuola.

La storia è nota: la studentessa ha cominciato il suo percorso di studi nel liceo di via Matteotti seguendo il programma differenziato. Già al terzo anno i genitori avevano chiesto di passare al programma degli obiettivi minimi che si può concludere con l’Esame di Stato, mentre quello differenziato ha solo la "certificazione delle competenze".

Il Consiglio di classe aveva respinto la richiesta della famiglia, anche perché passare agli obiettivi minimi avrebbe implicato esami integrativi. Da qui la decisione della famiglia, avvenuta giusto una settimana fa, di ritirare Nina da scuola – esattamente un giorno prima che i giorni di frequenza potessero essere tali da farle comunque ottenere la "certificazione delle competenze" – in modo tale che possa provare a sostenere la Maturità in un altro istituto del capoluogo emiliano.

Sulla storia di Nina, ieri, è tornata anche la ministra per la Disabilità, Alessandra Locatelli, che alla Camera ha risposto, durante il question time, a una domanda sulle iniziative volte a garantire l’inclusione sociale e lavorativa delle persone con sindrome di Down presentata dal capogruppo di FdI, Tommaso Foti.

"C’è ancora un po’ di strada da fare se una ragazza con la sindrome di Down non viene ammessa all’esame di maturità – ha detto la ministra –. Se non si è stati in grado di usare tutte le strategie possibili e l’accomodamento ragionevole, come previsto dalla Convenzione Onu per i diritti delle persone disabili che in Italia è legge; se non si è stati in grado di valorizzare i punti di forza dei ragazzi che non chiedono di essere promossi automaticamente ma di avere un’occasione e un’opportunità."

#lucenews #lucelanazione #ninasorentino #disabilityinclusion #bologna
  • “Ho fatto la storia”. Con queste parole Alex Roca Campillo ha postato sul suo account Twitter il video degli ultimi, emozionanti, metri della maratona di Barcellona.

Ed effettivamente un record Alex l’ha scritto: è la prima persona al mondo con una disabilità al 76 per cento a riuscire a percorrere la distanza di 42 km e 195 metri.
Alex ha concluso la sua gara in 5 ore 50 minuti e 51 secondi, ma il cronometro in questa situazione è passato decisamente in secondo piano. “tutto questo è stato possibile grazie alle mia squadra. Grazie a tutti quelli che dal bordo della strada mi hanno spinto fino al traguardo. Non ho parole”.

#lucenews #alexrocacampillo #maratonadibarcellona #barcellona
  • In Uganda dirsi gay potrà costare l’ergastolo. Il Parlamento dell’Uganda ha appena approvato una legge che propone nuove e severe sanzioni per le relazioni tra persone dello stesso sesso. Al termine di una sessione molto movimentata e caotica, la speaker del Parlamento Annet Anita Among, dopo il voto finale ha detto: “È stata approvata a tempo record”. La legge, che passa ora nelle mani del presidente Yoweri Museveni, che potrà scegliere se porre il veto o firmarla, propone nuove e molto dure sanzioni per le relazioni omosessuali in un Paese in cui l’omosessualità è già illegale.

La versione finale non è ancora stata pubblicata ufficialmente, ma gli elementi discussi in Parlamento includono che una persona condannata per adescamento o traffico di bambini allo scopo di coinvolgerli in attività omosessuali, rischia l’ergastolo; individui o istituzioni che sostengono o finanziano attività o organizzazioni per i diritti Lgbt, oppure pubblicano, trasmettono e distribuiscono materiale mediatico e testuale a favore degli omosessuali, rischiano di essere perseguiti e incarcerati. 

“Questa proposta di legge – ha detto Asuman Basalirwa, membro del Parlamento che l’ha presentata – è stata concepita per proteggere la nostra cultura, i valori legali, religiosi e familiari tradizionali degli ugandesi e gli atti che possono promuovere la promiscuità sessuale in questo Paese”. Il parlamentare ha poi aggiunto: “Mira anche a proteggere i nostri bambini e giovani che sono resi vulnerabili agli abusi sessuali attraverso l’omosessualità e gli atti correlati”.

Secondo la legge amici, familiari e membri della comunità avrebbero il dovere di denunciare alle autorità le persone omosessuali. Nello stesso disegno di legge, tra l’altro, si introduce la pena di morte per chi abusa dei bambini o delle persone vulnerabili. 

#lucenews #lucelanazione #uganda #lgbtrights
  • Un’altra pagina di storia del calcio femminile è stata scritta. Non tanto per il risultato della partita ma per il record di spettatori presenti. All’Olimpico di Roma andava in scena il match di andata dei quarti di finale di Champions League tra Roma e Barcellona quando si è stabilito un nuovo record: sono state 39.454 infatti le persone che hanno incoraggiato le ragazze fin dal primo minuto superando il precedente di 39.027 stabilito in Juventus-Fiorentina del 24 marzo 2019.

Era l’andata dei quarti di finale che la Roma ha raggiunto alla sua prima partecipazione alla Champions League, ottenuta grazie al secondo posto nell’ultimo campionato. Il Barcellona, campione di Spagna e d’Europa due anni fa, era favorito e in campo lo ha dimostrato, soprattutto nel primo tempo, riuscendo a vincere 1-0. La squadra di casa è stata tenuta a galla dalle parate di Ceasar, migliore in campo, ma ha provato a impensierire la corazzata spagnola nella ripresa dove più a volte ha sfiorato la rete con le conclusioni di Haavi, Giacinti e Giugliano, il primo “numero 10” a giocare all’Olimpico per la Roma dopo il ritiro di Francesco Totti.

✍ Edoardo Martini

#lucenews #lucelanazione #calciofemminile #championsleague
Il 23 febbraio 2022, il giorno prima dell'inizio della guerra in Ucraina, sul New York Times scriveva: "Invece di spianare la strada alla grande Russia, l'invasione dell'Ucraina segnerà l'infamia di Putin, lasciando il suo Paese diplomaticamente isolato". Più che un editoriale, era una profezia. La profezia di una donna, che 84 anni alle spalle, ha fatto la storia dell'America e del mondo, quando ancora a dominare la politica internazionale erano solo ed esclusivamente uomini. Madeleine Albright, la prima segretaria di Stato degli Stati Uniti, è morta di cancro a Washington il 23 marzo 2022.
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Below is a statement from the family of @Madeleine: pic.twitter.com/C7Xt0EN5c9

— Madeleine Albright (@madeleine) March 23, 2022

Madeleine K. Albright, chi è la prima Segretaria di Stato degli Stati Uniti

Sembra quasi destino che Madeleine Albright se ne sia andata in questi giorni, mentre imperversa la guerra in Ucraina. Anche la Albright ha infatti conosciuto la guerra ed è stata una rifugiata. Nata a Praga, nell'allora Cecoslovacchia, il 15 maggio 1937, proveniva da una famiglia di origini ebraiche che la convertì al cattolicesimo per proteggerla dai nazisti durante la Seconda guerra mondiale. La famiglia di Madeleine Albright abbandonò la Cecoslovacchia quando questa fu annessa al Terzo Reich. Dopo un breve soggiorno a Londra, finita la guerra, gli Albright tornarono in patria, ma con l'avvento al potere del regime comunista, dovettero di nuovo scappare. Destinazione: Stati Uniti d'America, dove la famiglia arrivò nel 1948, quando Madeleine era ancora una bambina, aveva 11 anni. Madeleine Albright fece i suoi studi liceali in Svizzera, poi si laureò nella facoltà di Scienze politiche al Wellesley College nel Massachussets e conseguì un dottorato in Diritto pubblico alla Columbia University di New York, quando la giovane si era già sposata con il giornalista Joseph Medill Patterson Albright, dal quale divorziò nel 1982. Ebbe così inizio la sua carriera accademica alla Georgetown University di Washington, dove Madeleine Albright insegnò Affari internazionali. Poi seguì la strada della diplomazia, rompendo il tetto di cristallo nel 1996, diventando una brillante analista di geopolitica.
Dal 1993 al 1997, durante il primo mandato della presidenza di Bill Clinton, Madeleine Albright fu nominata rappresentante permanente per gli Stati Uniti alle Nazioni Unite
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Il 23 febbraio 2022, il giorno prima dell'inizio dell'invasione russa in Ucraina, l'ex Segretaria di Stato scrisse sul New York Times un editoriale, o meglio, una profezia. "Invece di spianare la strada alla grande Russia, l'invasione dell'Ucraina segnerà l'infamia di Putin, lasciando il suo Paese diplomaticamente isolato, economicamente in difficoltà e strategicamente vulnerabile di fronte a una alleanza occidentale più forte e unita". Le sanzioni occidentali, notava, "devasteranno non solo l'economia del suo Paese ma anche lo stretto circolo di amiconi corrotti, che a loro volta potrebbero sfidare la sua leadership. Quello che sarà di certo una guerra cruenta e catastrofica drenerà le risorse russe e costerà vite russe creando nello stesso tempo un incentivo urgente per l'Europa per tagliare la sua pericolosa dipendenza dall'energia russa". Tra le altre conseguenze dell'aggressione russa, il rafforzamento del fianco orientale della Nato e una "fiera resistenza armata ucraina col forte supporto dell'Occidente", indicava, evocando per Mosca lo scenario della fallita invasione sovietica dell'Afghanistan. Primo alto dirigente americano ad incontrare Vladimir Putin come presidente facente funzioni all'inizio del 2000, la Albright lo ricordava come una persona "piccola e pallida", con "la freddezza di un rettile", "imbarazzata dal crollo dell'Urss e decisa a restaurare la grandezza" del suo Paese.
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