Main Partner
Partner
Luce
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • 8 marzo
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Luce
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • 8 marzo
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Luce

Home » Attualità » Marina Ovsyannikova, i giornalisti russi si dimettono in massa dopo il blitz della collega al tg di Channel One

Marina Ovsyannikova, i giornalisti russi si dimettono in massa dopo il blitz della collega al tg di Channel One

La protesta della giornalista russa che ha interrotto il telegiornale con un cartello per dire no alla guerra in Ucraina è servita . Da Zhanna Agalakova a Lilia Gildeyeva, è boom di dimissioni tra i reporter, conduttori e presentatori russi

Remy Morandi
19 Marzo 2022
I giornalisti russi si dimettono in massa dopo la protesta di Marina Ovsyannikova

I giornalisti russi si dimettono in massa dopo la protesta di Marina Ovsyannikova

Share on FacebookShare on Twitter

Alla fine il suo blitz in diretta al telegiornale russo è servito. E il suo “Tocca a noi fermare questa follia. Non abbiate paura di nulla” è stato ascoltato. In Russia, dopo la protesta di Marina Ovsyannikova, che ha interrotto il tg di Channel One con un cartello per dire basta alla guerra in Ucraina, c’è stato un boom di dimissioni tra i giornalisti russi che lavorano nei media del Cremlino. Dalla collega di Channel One, Zhanna Agalakova, alla conduttrice dell’emittente televisiva NTV, Lilia Gildeyeva, sono tante le giornaliste e i giornalisti russi che si sono dimessi dopo la protesta della collega Marina Ovsyannikova.

https://luce.lanazione.it/wp-content/uploads/2022/03/Tg-russo.mp4

I giornalisti russi che si sono dimessi dopo la protesta di Marina Ovsyannikova

Zhanna Agalakova, 56 anni, collega di Marina Ovsyannikova a Channel One, ha rassegnato le dimissioni venerdì 18 marzo

Zhanna Agalakova, 56 anni, collega di Marina Ovsyannikova a Channel One, ha rassegnato le dimissioni venerdì 18 marzo. Era stata assunta nel 1999 e lavorava come corrispondente da Parigi. Al sito indipendente russo Meduza Project ha così commentato il suo addio al gruppo televisivo di Mosca: “Venerdì inizia la mia libertà. Aspetto questo momento”.

Si è dimessa anche Lilia Gildeyeva, 45 anni, conduttrice del canale statale russo NTV

Poi è stato il turno di Lilia Gildeyeva, 45 anni, conduttrice del canale statale russo NTV. Lavorava per l’emittente dal 2006, e prima di rassegnare le sue dimissioni è scappata dalla Russia temendo possibili ripercussioni. “Prima ho lasciato (la Russia, ndr) perché temevo che non mi avrebbero lasciato andare, poi ho presentato le mie dimissioni”, ha raccontato la conduttrice alla giornalista indipendente russa e blogger Ilya Varlamov.

Maria Baronova, 37 anni, ha rassegnato le dimissioni. Era caporedattore di RT, precedentemente nota come Russia Today

Tra le figure di più alto profilo di RT, precedentemente nota come Russia Today, anche Maria Baronova, 37 anni, ha lasciato il lavoro. Ex caporedattore di RT, in un’intervista alla Bbc, Maria Baranova ha dichiarato che il presidente russo Vladimir Putin “aveva già distrutto la reputazione della Russia” e che anche “l’economia era morta”.

Vadim Glusker lavorava a NTV da oltre 30 anni. Anche lui si è dimesso

Dall’emittente televisiva NTV se n’è andato, oltre alla collega e conduttrice Lilia Gildeyeva, anche Vadim Glusker, 51 anni, che lavorava nel gruppo da oltre 30 anni. Il giornalista ha rassegnato le dimissioni a inizio marzo, mentre proseguiva l’offensiva russa in Ucraina.

Frédéric Taddeï lavorava come presentatore da Parigi per RT. Ha rassegnato le dimissioni

Anche diversi giornalisti non russi ma che lavoravano per RT si sono dimessi da quando è iniziata l’invasione russa in Ucraina. Tra questi, la corrispondente da Londra Shadia Edwards-Dashti, licenziatasi senza fornire una motivazione lo scorso 24 febbraio, il giorno in cui è iniziata l’invasione. Da RT se ne sono poi anche andati il presentatore francese Frédéric Taddeï e Jonny Tickle. Etrambi erano impiegati dell’ex Russia Today. Il presentatore francese ha lasciato il suo programma perché, come ha spiegato lui stesso, la Francia era “in aperto conflitto” con la Russia e non poteva quindi continuare a ospitare il suo programma ‘Forbidden to Forbid’ “per lealtà al mio Paese”, ha dichiarato Frédéric Taddeï.

In a viral video, the staff of Russian TV channel Dozhd could be heard declaring “no to war” as they left the studio in union. The channel then played the ‘Swan Lake’ ballet video, which holds a special significance as it was telecasted on state-run channels in Russia. pic.twitter.com/B3wZ23zT6u

— The Bureaucrat (@TheBureaucrat20) March 5, 2022

Qualche giorno fa poi l’intero staff dell’emittente televisiva russa Dozhd (TV Rain) ha abbandonato lo studio televisivo in diretta, dopo aver dichiarato “no alla guerra”. Prima di uscire dallo studio, i giornalisti russi hanno dichiarato alle telecamere: “No pasaran!” alzando il pugno in segno di protesta.

Ivan Urgant, 43 anni, è uno dei più grandi presentatori di talk show russi. Il conduttore ha deciso di interrompere il suo programma ‘Evening Urgant’

Infine, anche Ivan Urgant, 43 anni, uno dei più grandi presentatori di talk show russi, ha deciso di prendersi una pausa dal suo programma ‘Evening Urgant’, in prima serata su Channel One. Sul suo account Instagram Ivan Urgant ha pubblicato un quadrato nero scrivendo nella didascalia poche ma chiare parole: “Paura e dolore. Niente guerra”.

Potrebbe interessarti anche

"Polpetti" all'uncinetto per la "Octopus Therapy"
Lifestyle

Octopus Therapy, polpi all’uncinetto per bambini prematuri

14 Marzo 2023
Il cast di Lol 3 (Ufficio stampa Prime Video)
Spettacolo

Lol 3, a chi vanno in beneficenza i soldi del premio

19 Marzo 2023
Coppie omosessuali figli
Politica

Coppie omogenitoriali: in Italia i loro figli sono bimbi di serie B

15 Marzo 2023

Instagram

  • Passa anche da un semplice tasto la possibilità per una donna, vittima di stalking, di salvarsi da chi vuole farle del male. Il tasto di uno smartwatch che, una volta premuto, lancia un’immediata richiesta di aiuto alle forze di polizia. E grazie a questo orologio, Marta (il nome è di fantasia) potrà ora vedere la sua vita cambiata in meglio. La donna aveva smesso di vivere, a causa della relazione asfissiante e malata con il suo ex marito violento che aveva promesso di sfregiarla con l’acido e poi ucciderla e seppelire il suo corpo in un terreno. Ma venerdì scorso a Marta è stato consegnato il primo di 45 smartwatch che saranno distribuiti ad altrettante vittime. L’orologio è collegato con la centrale operativa del comando provinciale dei carabinieri di Napoli: appena arriva l’Sos, la vittima viene geolocalizzata e arrivano i soccorsi.

E così Marta ha ripreso la sua vita interrotta per paura dell’ex e delle sue minacce. «Posso uscire più serena e tranquilla dopo mesi e mesi trascorsi rintanata in casa. Grazie a questo orologio mi sento protetta. È vero, devo rinunciare alla mia privacy, ma è un prezzo che sono disposta a pagare.»

Lo scorso 30 novembre i carabinieri del Comando provinciale di Napoli, la sezione fasce deboli della Procura partenopea coordinata dal procuratore aggiunto Raffaello Falcone, la Fondazione Vodafone Italia e la Soroptimist international club Napoli hanno annunciato l’avvio del progetto pilota "Mobile Angel", che prevede, appunto, la consegna di questo orologio salvavita alle vittime di maltrattamenti. Il progetto è stato esteso anche alle città di Milano e Torino. Lo smartwatch affidato a Marta è il primo nel Sud Italia. Il mobile angel, spiegano i Carabinieri, rientra in un progetto ad ampio respiro che ha come punto focale le vittime di violenza. Un contesto di tutela all’interno del quale è stata istituita anche la "stanza tutta per sé", un ambiente dove chi ha subìto vessazioni può sentirsi a suo agio nel raccontare il proprio vissuto. 

#lucenews #lucelanazione #mobileangel #napoli
  • Se nei giorni scorsi l’assessore al Welfare del Comune di Napoli, papà single di Alba, bambina affetta da Sindrome di Down, aveva ri-scritto pubblicamente alla premier Giorgia Meloni per avere un confronto sull’idea di famiglia e sul tema delle adozioni, stavolta commenta quanto sta accadendo in Italia in relazione ai diritti dei figli delle famiglie arcobaleno. 

Ricordiamo, infatti, che lo scorso 12 marzo il Governo ha ordinato, in merito ad una richiesta pervenuta al Comune di Milano di una coppia dello stesso sesso, lo stop a procedere alla registrazione del loro figlio appena nato e impedendo, di fatto, la creazione di una famiglia omogenitoriale. Il veto della destra compatta boccia il certificato europeo di filiazione che propone agli Stati membri di garantire ai genitori residenti in Unione Europea il diritto ad essere riconosciuti come madri e padri dei propri figli nello stesso modo in tutti i Paesi Ue.

“In tutta Europa i figli di coppie gay avranno il riconoscimento degli stessi diritti degli altri bambini. In Italia il Senato, trascinato da Fratelli d’Italia, fortemente contrario, ha appena bocciato la proposta – dice Trapanese in un lungo post sulla sua pagina Instagram -. Quindi, i figli delle coppie omosessuali non sono, per il nostro Paese, figli come gli altri. Questo hanno deciso e detto chiaramente”. Così facendo, “resteranno bambini privi di tutele complete, i cui genitori dovranno affrontare battaglie giudiziarie, sfiniti da tempi lunghissimi, solo perché il loro bimbo venga considerato semplicemente un figlio”. 

Trapanese attacca chiaramente questa decisione: “L’Italia è l’unico paese europeo con un governo che lavora per togliere diritti invece che per aggiungerli. Se la prende con bambini che esistono e vivono la loro quotidianità serenamente in famiglie piene d’amore, desiderati sopra ogni cosa, ma considerati in Italia figli di un dio minore”. Per Trapanese “stiamo continuando a parlare di ciò che dovrebbe essere semplicemente attuato. I diritti non si discutono, si riconoscono e basta. Ma come fate a non rendervene conto?”.

#lucenews #diritti #coppieomogenitoriali
  • Il nuovo progetto presentato dal governatore Viktor Laiskodat a Kupang, in Indonesia, prevede l’entrata degli alunni a scuola alle 5.30 del mattino. Secondo l’alto funzionario il provvedimento servirebbe per rafforzare la disciplina dei bambini.

Solitamente nelle scuole del Paese le lezioni iniziavano tra le 7 e le 8 del mattino: anticipando l’orario d’ingresso i bambini sono apparsi esausti quando tornano a casa. La madre di una 16enne, infatti, è molto preoccupata da questa nuova iniziativa: “È estremamente difficile, ora devono uscire di casa mentre è ancora buio pesto. Non posso accettarlo. La loro sicurezza non è garantita quando è ancora notte. Inoltre mia figlia, ogni volta che arriva a casa, è esausta e si addormenta immediatamente.”

Sulla vicenda è intervenuto anche Marsel Robot, esperto di istruzione dell’Università di Nusa Cendana, che ha spiegato come a lungo termine la privazione del sonno potrebbe mettere in pericolo la salute degli studenti e causare un cambiamento nei loro comportamenti: “Non c’è alcuna correlazione con lo sforzo per migliorare la qualità dell’istruzione. Gli studenti dormiranno solo per poche ore e questo è un grave rischio per la loro salute. Inoltre, questo causerà loro stress e sfogheranno la loro tensione in attività magari incontrollabili”. Anche il Ministero per l’emancipazione delle donne e la Commissione indonesiana per la protezione dei minori hanno espresso richieste di revisione della politica. Il cambiamento delle regole di Kupang è stato anche contestato dai legislatori locali, che hanno chiesto al governo di annullare quella che hanno definito una politica infondata.

Tuttavia il governo centrale ha mantenuto il suo esperimento rincarando la dose ed estendendolo anche all’agenzia di istruzione locale, dove anche i dipendenti pubblici ora inizieranno la loro giornata alle 5.30 del mattino.

#lucenews #lucelanazione #indonesia #scuola
  • Quante ore dormi? È difficile addormentarsi? Ti svegli al minimo rumore o al mattino rimandi tutte le sveglie per dormire un po’ di più? Soffri d’insonnia?

Sono circa 13,4 milioni gli italiani che soffrono di insonnia, secondo le ultime rilevazioni di Aims - l
Alla fine il suo blitz in diretta al telegiornale russo è servito. E il suo "Tocca a noi fermare questa follia. Non abbiate paura di nulla" è stato ascoltato. In Russia, dopo la protesta di Marina Ovsyannikova, che ha interrotto il tg di Channel One con un cartello per dire basta alla guerra in Ucraina, c'è stato un boom di dimissioni tra i giornalisti russi che lavorano nei media del Cremlino. Dalla collega di Channel One, Zhanna Agalakova, alla conduttrice dell'emittente televisiva NTV, Lilia Gildeyeva, sono tante le giornaliste e i giornalisti russi che si sono dimessi dopo la protesta della collega Marina Ovsyannikova.
https://luce.lanazione.it/wp-content/uploads/2022/03/Tg-russo.mp4

I giornalisti russi che si sono dimessi dopo la protesta di Marina Ovsyannikova

Zhanna Agalakova, 56 anni, collega di Marina Ovsyannikova a Channel One, ha rassegnato le dimissioni venerdì 18 marzo
Zhanna Agalakova, 56 anni, collega di Marina Ovsyannikova a Channel One, ha rassegnato le dimissioni venerdì 18 marzo. Era stata assunta nel 1999 e lavorava come corrispondente da Parigi. Al sito indipendente russo Meduza Project ha così commentato il suo addio al gruppo televisivo di Mosca: "Venerdì inizia la mia libertà. Aspetto questo momento".
Si è dimessa anche Lilia Gildeyeva, 45 anni, conduttrice del canale statale russo NTV
Poi è stato il turno di Lilia Gildeyeva, 45 anni, conduttrice del canale statale russo NTV. Lavorava per l'emittente dal 2006, e prima di rassegnare le sue dimissioni è scappata dalla Russia temendo possibili ripercussioni. "Prima ho lasciato (la Russia, ndr) perché temevo che non mi avrebbero lasciato andare, poi ho presentato le mie dimissioni", ha raccontato la conduttrice alla giornalista indipendente russa e blogger Ilya Varlamov.
Maria Baronova, 37 anni, ha rassegnato le dimissioni. Era caporedattore di RT, precedentemente nota come Russia Today
Tra le figure di più alto profilo di RT, precedentemente nota come Russia Today, anche Maria Baronova, 37 anni, ha lasciato il lavoro. Ex caporedattore di RT, in un'intervista alla Bbc, Maria Baranova ha dichiarato che il presidente russo Vladimir Putin "aveva già distrutto la reputazione della Russia" e che anche "l'economia era morta".
Vadim Glusker lavorava a NTV da oltre 30 anni. Anche lui si è dimesso
Dall'emittente televisiva NTV se n'è andato, oltre alla collega e conduttrice Lilia Gildeyeva, anche Vadim Glusker, 51 anni, che lavorava nel gruppo da oltre 30 anni. Il giornalista ha rassegnato le dimissioni a inizio marzo, mentre proseguiva l'offensiva russa in Ucraina.
Frédéric Taddeï lavorava come presentatore da Parigi per RT. Ha rassegnato le dimissioni
Anche diversi giornalisti non russi ma che lavoravano per RT si sono dimessi da quando è iniziata l'invasione russa in Ucraina. Tra questi, la corrispondente da Londra Shadia Edwards-Dashti, licenziatasi senza fornire una motivazione lo scorso 24 febbraio, il giorno in cui è iniziata l'invasione. Da RT se ne sono poi anche andati il presentatore francese Frédéric Taddeï e Jonny Tickle. Etrambi erano impiegati dell'ex Russia Today. Il presentatore francese ha lasciato il suo programma perché, come ha spiegato lui stesso, la Francia era "in aperto conflitto" con la Russia e non poteva quindi continuare a ospitare il suo programma 'Forbidden to Forbid' "per lealtà al mio Paese", ha dichiarato Frédéric Taddeï.

In a viral video, the staff of Russian TV channel Dozhd could be heard declaring “no to war” as they left the studio in union. The channel then played the ‘Swan Lake’ ballet video, which holds a special significance as it was telecasted on state-run channels in Russia. pic.twitter.com/B3wZ23zT6u

— The Bureaucrat (@TheBureaucrat20) March 5, 2022
Qualche giorno fa poi l'intero staff dell'emittente televisiva russa Dozhd (TV Rain) ha abbandonato lo studio televisivo in diretta, dopo aver dichiarato "no alla guerra". Prima di uscire dallo studio, i giornalisti russi hanno dichiarato alle telecamere: "No pasaran!" alzando il pugno in segno di protesta.
Ivan Urgant, 43 anni, è uno dei più grandi presentatori di talk show russi. Il conduttore ha deciso di interrompere il suo programma 'Evening Urgant'
Infine, anche Ivan Urgant, 43 anni, uno dei più grandi presentatori di talk show russi, ha deciso di prendersi una pausa dal suo programma 'Evening Urgant', in prima serata su Channel One. Sul suo account Instagram Ivan Urgant ha pubblicato un quadrato nero scrivendo nella didascalia poche ma chiare parole: "Paura e dolore. Niente guerra".
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • Cos’è Luce!
  • Redazione
  • Board
  • Contattaci
  • 8 marzo

Robin Srl
Società soggetta a direzione e coordinamento di Monrif
Dati societariISSNPrivacyImpostazioni privacy

Copyright© 2023 - P.Iva 12741650159

CATEGORIE
  • Contatti
  • Lavora con noi
  • Concorsi
ABBONAMENTI
  • Digitale
  • Cartaceo
  • Offerte promozionali
PUBBLICITÀ
  • Speed ADV
  • Network
  • Annunci
  • Aste E Gare
  • Codici Sconto