Alla fine il suo blitz in diretta al telegiornale russo è servito. E il suo “Tocca a noi fermare questa follia. Non abbiate paura di nulla” è stato ascoltato. In Russia, dopo la protesta di Marina Ovsyannikova, che ha interrotto il tg di Channel One con un cartello per dire basta alla guerra in Ucraina, c’è stato un boom di dimissioni tra i giornalisti russi che lavorano nei media del Cremlino. Dalla collega di Channel One, Zhanna Agalakova, alla conduttrice dell’emittente televisiva NTV, Lilia Gildeyeva, sono tante le giornaliste e i giornalisti russi che si sono dimessi dopo la protesta della collega Marina Ovsyannikova.
I giornalisti russi che si sono dimessi dopo la protesta di Marina Ovsyannikova
Zhanna Agalakova, 56 anni, collega di Marina Ovsyannikova a Channel One, ha rassegnato le dimissioni venerdì 18 marzo. Era stata assunta nel 1999 e lavorava come corrispondente da Parigi. Al sito indipendente russo Meduza Project ha così commentato il suo addio al gruppo televisivo di Mosca: “Venerdì inizia la mia libertà. Aspetto questo momento”.
Poi è stato il turno di Lilia Gildeyeva, 45 anni, conduttrice del canale statale russo NTV. Lavorava per l’emittente dal 2006, e prima di rassegnare le sue dimissioni è scappata dalla Russia temendo possibili ripercussioni. “Prima ho lasciato (la Russia, ndr) perché temevo che non mi avrebbero lasciato andare, poi ho presentato le mie dimissioni”, ha raccontato la conduttrice alla giornalista indipendente russa e blogger Ilya Varlamov.
Tra le figure di più alto profilo di RT, precedentemente nota come Russia Today, anche Maria Baronova, 37 anni, ha lasciato il lavoro. Ex caporedattore di RT, in un’intervista alla Bbc, Maria Baranova ha dichiarato che il presidente russo Vladimir Putin “aveva già distrutto la reputazione della Russia” e che anche “l’economia era morta”.
Dall’emittente televisiva NTV se n’è andato, oltre alla collega e conduttrice Lilia Gildeyeva, anche Vadim Glusker, 51 anni, che lavorava nel gruppo da oltre 30 anni. Il giornalista ha rassegnato le dimissioni a inizio marzo, mentre proseguiva l’offensiva russa in Ucraina.
Anche diversi giornalisti non russi ma che lavoravano per RT si sono dimessi da quando è iniziata l’invasione russa in Ucraina. Tra questi, la corrispondente da Londra Shadia Edwards-Dashti, licenziatasi senza fornire una motivazione lo scorso 24 febbraio, il giorno in cui è iniziata l’invasione. Da RT se ne sono poi anche andati il presentatore francese Frédéric Taddeï e Jonny Tickle. Etrambi erano impiegati dell’ex Russia Today. Il presentatore francese ha lasciato il suo programma perché, come ha spiegato lui stesso, la Francia era “in aperto conflitto” con la Russia e non poteva quindi continuare a ospitare il suo programma ‘Forbidden to Forbid’ “per lealtà al mio Paese”, ha dichiarato Frédéric Taddeï.
In a viral video, the staff of Russian TV channel Dozhd could be heard declaring “no to war” as they left the studio in union. The channel then played the ‘Swan Lake’ ballet video, which holds a special significance as it was telecasted on state-run channels in Russia. pic.twitter.com/B3wZ23zT6u
— The Bureaucrat (@TheBureaucrat20) March 5, 2022
Qualche giorno fa poi l’intero staff dell’emittente televisiva russa Dozhd (TV Rain) ha abbandonato lo studio televisivo in diretta, dopo aver dichiarato “no alla guerra”. Prima di uscire dallo studio, i giornalisti russi hanno dichiarato alle telecamere: “No pasaran!” alzando il pugno in segno di protesta.
Infine, anche Ivan Urgant, 43 anni, uno dei più grandi presentatori di talk show russi, ha deciso di prendersi una pausa dal suo programma ‘Evening Urgant’, in prima serata su Channel One. Sul suo account Instagram Ivan Urgant ha pubblicato un quadrato nero scrivendo nella didascalia poche ma chiare parole: “Paura e dolore. Niente guerra”.