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Home » HP Trio » Mario Draghi: “La discriminazione delle donne è immorale e miope. Parità ministeriale solo nel 2077”

Mario Draghi: “La discriminazione delle donne è immorale e miope. Parità ministeriale solo nel 2077”

Il presidente del Consiglio italiano è intervenuto con un video messaggio al Women Political Leaders Summit 2021. "In Italia saranno investiti, entro il 2026, almeno 7 miliardi di euro per la promozione della parità". Prevista ad agosto una conferenza ministeriale sull’emancipazione femminile in occasione del G20

Camilla Prato
22 Giugno 2021
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Il premier Mario Draghi è intervenuto con un videomessaggio al Women Political Leaders Summit 2021

Sulla parità di genere in Italia i passi avanti ci sono stati ma serve fare di più. È questo il chiaro messaggio lanciato dal Presidente del Consiglio Mario Draghi in un video inviato al ‘Women Political Leaders Summit 2021’.  “Ogni giorno milioni di ragazze si trovano a dover imparare, a proprie spese, che non possono realizzare i propri sogni. Devono subire discriminazioni, a volte anche violente. Devono accettare anziché scegliere, devono obbedire anziché inventare. Solo perché sono donne. Questa situazione non solo risulta immorale ed ingiusta, ma rappresenta anche un atteggiamento miope. Le nostre economie stanno perdendo alcuni dei nostri talenti migliori”.

Per questo serve uno sforzo maggiore del nostro Paese per contrastare le disuguaglianze tra uomini e donne, ancora molto presenti non solo in campo lavorativo ma anche sociale ed economico. E politico: “Negli ultimi 15 anni, l’Italia ha registrato il tasso di crescita più alto d’Europa per quanto riguarda il numero di donne presenti nel Parlamento. Nel 2004, le donne rappresentavano solo il 9,9% del numero totale di parlamentari. Oggi tale percentuale ha raggiunto il 35,8%. […] In ogni caso, questi sono solo dei primi passi“. Primi passi per noi, per le generazioni odierne, ma che devono diventare passi da gigante per quelle future, per non rimanere bloccati, o peggio, tornare indietro sulla parità di genere.

In un altro passaggio, infatti, il Presidente del Consiglio rimarca che “Le nostre società si stanno lasciando sfuggire alcune delle migliori leader del futuro. La riduzione delle disuguaglianze di genere deve essere una priorità a livello globale. Fin da giovanissime, le ragazze in tutto il mondo devono far fronte a pregiudizi e stereotipi culturali. […] Solamente 22 paesi hanno una donna che ricopre la carica di Capo di Stato o di Governo. Ben 119 paesi – compreso il mio – non ne hanno mai avuto una. Benché ci siano stati alcuni miglioramenti, i progressi restano assai lenti e si rischia addirittura di tornare indietro”, sottolinea Draghi ricordando a più riprese che la lotta alle diseguaglianze tra uomini e donne deve essere una priorità planetaria.

Anche perché, guardando al mondo di oggi, che sta faticosamente uscendo dalla pandemia, il fatto che questa abbia avuto delle ripercussioni maggiori proprio sulle donne è sotto gli occhi di tutti. In questo anno e mezzo le donne hanno perso il lavoro più velocemente rispetto agli uomini, sono state costrette a occuparsi dei figli rimasti senza scuola o senza asilo a causa dei lockdown, le ore trascorse in casa, ad occuparsi dei lavori domestici, si sono moltiplicate e nella gran parte sono ricadute sulle loro spalle. E, come ripete Draghi, “c’è stato un aumento del divario tra uomini e donne a livello globale, soprattutto per quanto riguarda la partecipazione delle donne alla vita politica. Al ritmo attuale, non arriveremo alla parità di genere nelle cariche ministeriali prima del 2077“.

Tante parole, che si sentono risuonare da anni, ciclicamente. Ecco allora che l’annuncio fatto dal premier nel video messaggio risulta di importanza capitale: “Il nostro obiettivo in Italia è quello di investire, entro il 2026, almeno 7 miliardi di euro per la promozione dell’uguaglianza di genere. Siamo determinati ad aumentare il numero di ragazze e donne che scelgono di studiare le discipline tecnico-scientifiche – prosegue – Vogliamo ampliare i servizi di prima infanzia e di istruzione primaria in modo tale da poter aiutare le mamme lavoratrici. Stanzieremo fondi a sostegno dell’imprenditoria femminile e provvederemo ad introdurre una clausola di condizionalità per fare in modo che le imprese assumano più donne“. Perché questo appello verso la parità non rimanga solo l’ennesimo messaggio privo di impegni concreti perché si realizzi.

Il nostro Paese quest’anno inoltre ha la presidenza del G20, il forum dei leader internazionali in materia finanziaria ed economica. Un’occasione ulteriore per approfondire il tema delle disuguaglianze di genere e trovare soluzioni comuni. Per questo, conclude Draghi, “ad agosto terremo una conferenza ministeriale sull’emancipazione femminile per la prima volta nella storia del G20. Appoggiamo fermamente l’impegno di Women Political Leaders di creare una solida rete di donne internazionali. Vogliamo aiutare le leader femminili in tutto il mondo a favorire l’emancipazione di altre donne. Questo è un nostro dovere nei confronti di milioni di giovani e della nostra società nel suo complesso”.

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  • "Ora dobbiamo fare di meno, per il futuro".

Torna anche quest’anno l
  • Per una detenuta come Joy – nigeriana di 34 anni, arrestata nel 2014 per possesso di droga – uscire dal carcere significherà dover imparare a badare a se stessa. Lei che è lontana da casa e dalla famiglia, lei che non ha nessuno ad aspettarla. In carcere ha fatto il suo percorso, ha imparato tanto, ha sofferto di più. Ma ha anche conosciuto persone importanti, detenute come lei che sono diventate delle amiche. 

Mon solo. Nella Cooperativa sociale Gomito a Gomito, per esempio, ha trovato una seconda famiglia, un ambiente lavorativo che le ha offerto “opportunità che, se fossi stata fuori dal carcere, non avrei mai avuto”, come quella di imparare un mestiere e partecipare ad un percorso di riabilitazione sociale e personale verso l’indipendenza, anche economica.

Enrica Morandi, vice presidente e coordinatrice dei laboratori sartoriali del carcere di Rocco D’Amato (meglio noto ai bolognesi come “La Dozza”), si riferisce a lei chiamandola “la mia Joy”, perché dopo tanti anni di lavoro fianco a fianco ha imparato ad apprezzare questa giovane donna impegnata a ricostruire la propria vita: 

“Joy è extracomunitaria, nel nostro Paese non ha famiglia. Per lei sarà impossibile beneficiare degli sconti di pena su cui normalmente possono contare le detenute italiane, per buona condotta o per anni di reclusione maturati. Non è una questione di razzismo, è che esistono problemi logistici veri e propri, come il non sapere dove sistemare e a chi affidare queste ragazze, una volta lasciate le mura del penitenziario. Se una donna italiana ha ad attenderla qualcuno che si fa carico di ospitarla, Joy e altre come lei non hanno nessun cordone affettivo cui appigliarsi”.

L
  • Presidi psicologici, psicoterapeutici e di counselling per tutti gli studenti universitari e scolastici. Lo chiedono l’Udu, Unione degli universitari, e la Rete degli studenti medi nella proposta di legge ‘Chiedimi come sto’ consegnata a una delegazione di parlamentari nel corso di una conferenza stampa a Montecitorio.

La proposta è stata redatta secondo le conclusioni di una ricerca condotta da Spi-Cgil e Istituto Ires, che ha evidenziato come, su un campione di 50mila risposte, il 28 per cento abbia avuto esperienze di disturbi alimentari e oltre il 14 di autolesionismo.

“Nella nostra generazione è ancora forte lo stigma verso chi sta male ed è difficile chiedere aiuto - spiega Camilla Piredda, coordinatrice nazionale dell’Udu - l’interesse effettivo della politica si è palesato solo dopo il 15esimo suicidio di studenti universitari in un anno e mezzo. Ci sembra assurdo che la politica si interessi solamente dopo che si supera il limite, con persone che arrivano a scegliere di togliersi la vita.

Dall’altro lato, è positivo che negli ultimi mesi si sia deciso di chiedere a noi studenti come affrontare e come risolvere, il problema. Non è scontato e non è banale, perché siamo abituati a decenni in cui si parla di nuove generazioni senza parlare alle nuove generazioni”.

#luce #lucenews #università
  • La polemica politica riaccende i riflettori sulle madri detenute con i figli dopo la proposta di legge in merito alla detenzione in carcere delle donne in gravidanza: già presentata dal Pd nella scorsa legislatura, approvata in prima lettura al Senato, ma non alla Camera, prevedeva l’affido della madre e del minore a strutture protette, come le case famiglia, e vigilate. La dichiarata intenzione del centrodestra di rivedere il testo ha messo il Pd sul piede di guerra; alla fine di uno scontro molto acceso, i dem hanno ritirato il disegno di legge ma la Lega, quasi per ripicca, ne ha presentato uno nuovo, esattamente in linea con i desideri della maggioranza.

Lunedì non ci sarà quindi alcuna discussione alla Camera sul testo presentato da Debora Serracchiani nella scorsa legislatura, Tutto ripartirà da capo, con un nuovo testo, firmato da due esponenti del centrodestra: Jacopo Morrone e Ingrid Bisa.

“Questo (il testo Serracchini) era un testo che era già stato votato da un ramo del Parlamento, noi lo avevamo ripresentato per migliorare le condizioni delle detenute madri – ha spiegato ieri il dem Alessandro Zan – ma la maggioranza lo ha trasformato inserendovi norme che di fatto peggiorano le cose, consentendo addirittura alle donne incinte o con figli di meno di un anno di età di andare in carcere. Così non ha più senso, quindi ritiriamo le firme“.

Lo scontro tra le due fazioni è finito (anche) sui social media. "Sul tema delle borseggiatrici e ladre incinte occorre cambiare la visione affinché la gravidanza non sia una scusa“ sottolineano i due presentatori della proposta.

La proposta presentata prevede modifiche all’articolo 146 del codice penale in materia di rinvio obbligatorio dell’esecuzione della pena: “Se sussiste un concreto pericolo di commissione di ulteriori delitti – si legge nel testo presentato – il magistrato di sorveglianza può disporre che l’esecuzione della pena non sia differita, ovvero, se già differita, che il differimento sia revocato. Qualora la persona detenuta sia recidiva, l’esecuzione della pena avviene presso un istituto di custodia attenuata per detenute madri“.

#lucenews #madriincarcere
Il premier Mario Draghi è intervenuto con un videomessaggio al Women Political Leaders Summit 2021
Sulla parità di genere in Italia i passi avanti ci sono stati ma serve fare di più. È questo il chiaro messaggio lanciato dal Presidente del Consiglio Mario Draghi in un video inviato al 'Women Political Leaders Summit 2021'.  "Ogni giorno milioni di ragazze si trovano a dover imparare, a proprie spese, che non possono realizzare i propri sogni. Devono subire discriminazioni, a volte anche violente. Devono accettare anziché scegliere, devono obbedire anziché inventare. Solo perché sono donne. Questa situazione non solo risulta immorale ed ingiusta, ma rappresenta anche un atteggiamento miope. Le nostre economie stanno perdendo alcuni dei nostri talenti migliori". Per questo serve uno sforzo maggiore del nostro Paese per contrastare le disuguaglianze tra uomini e donne, ancora molto presenti non solo in campo lavorativo ma anche sociale ed economico. E politico: "Negli ultimi 15 anni, l’Italia ha registrato il tasso di crescita più alto d’Europa per quanto riguarda il numero di donne presenti nel Parlamento. Nel 2004, le donne rappresentavano solo il 9,9% del numero totale di parlamentari. Oggi tale percentuale ha raggiunto il 35,8%. [...] In ogni caso, questi sono solo dei primi passi". Primi passi per noi, per le generazioni odierne, ma che devono diventare passi da gigante per quelle future, per non rimanere bloccati, o peggio, tornare indietro sulla parità di genere. In un altro passaggio, infatti, il Presidente del Consiglio rimarca che "Le nostre società si stanno lasciando sfuggire alcune delle migliori leader del futuro. La riduzione delle disuguaglianze di genere deve essere una priorità a livello globale. Fin da giovanissime, le ragazze in tutto il mondo devono far fronte a pregiudizi e stereotipi culturali. [...] Solamente 22 paesi hanno una donna che ricopre la carica di Capo di Stato o di Governo. Ben 119 paesi – compreso il mio – non ne hanno mai avuto una. Benché ci siano stati alcuni miglioramenti, i progressi restano assai lenti e si rischia addirittura di tornare indietro", sottolinea Draghi ricordando a più riprese che la lotta alle diseguaglianze tra uomini e donne deve essere una priorità planetaria. Anche perché, guardando al mondo di oggi, che sta faticosamente uscendo dalla pandemia, il fatto che questa abbia avuto delle ripercussioni maggiori proprio sulle donne è sotto gli occhi di tutti. In questo anno e mezzo le donne hanno perso il lavoro più velocemente rispetto agli uomini, sono state costrette a occuparsi dei figli rimasti senza scuola o senza asilo a causa dei lockdown, le ore trascorse in casa, ad occuparsi dei lavori domestici, si sono moltiplicate e nella gran parte sono ricadute sulle loro spalle. E, come ripete Draghi, "c’è stato un aumento del divario tra uomini e donne a livello globale, soprattutto per quanto riguarda la partecipazione delle donne alla vita politica. Al ritmo attuale, non arriveremo alla parità di genere nelle cariche ministeriali prima del 2077". Tante parole, che si sentono risuonare da anni, ciclicamente. Ecco allora che l'annuncio fatto dal premier nel video messaggio risulta di importanza capitale: "Il nostro obiettivo in Italia è quello di investire, entro il 2026, almeno 7 miliardi di euro per la promozione dell’uguaglianza di genere. Siamo determinati ad aumentare il numero di ragazze e donne che scelgono di studiare le discipline tecnico-scientifiche - prosegue - Vogliamo ampliare i servizi di prima infanzia e di istruzione primaria in modo tale da poter aiutare le mamme lavoratrici. Stanzieremo fondi a sostegno dell’imprenditoria femminile e provvederemo ad introdurre una clausola di condizionalità per fare in modo che le imprese assumano più donne". Perché questo appello verso la parità non rimanga solo l'ennesimo messaggio privo di impegni concreti perché si realizzi. Il nostro Paese quest'anno inoltre ha la presidenza del G20, il forum dei leader internazionali in materia finanziaria ed economica. Un'occasione ulteriore per approfondire il tema delle disuguaglianze di genere e trovare soluzioni comuni. Per questo, conclude Draghi, "ad agosto terremo una conferenza ministeriale sull’emancipazione femminile per la prima volta nella storia del G20. Appoggiamo fermamente l’impegno di Women Political Leaders di creare una solida rete di donne internazionali. Vogliamo aiutare le leader femminili in tutto il mondo a favorire l’emancipazione di altre donne. Questo è un nostro dovere nei confronti di milioni di giovani e della nostra società nel suo complesso".
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