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Offese omofobe contro Porpora Marcasciano. La denuncia sui social: "Venti minuti di terrore"

La vicenda che ha coinvolto la consigliera bolognese, presidente della commissione Pari opportunità è avvenuta in una spiaggia della costa adriatica lo scorso 24 agosto

di MARIANNA GRAZI -
31 agosto 2022
Porpora Marcasciano

Porpora Marcasciano

Offesa, insultata e minacciata con coltelli in spiaggia. L'omofobia strisciante, che permea la nostra società, che non permette di vivere tranquill*. Questa volta ha colpito uno dei simboli dell'inclusione del nostro Paese, la consigliera comunale di Coalizione civica a Bologna e presidente della Commissione Pari Opportunità Porpora Marcasciano. Che, per chi non la conoscesse, è una donna transgender, icona della transessualità italiana, scrittrice, attivista per i diritti della comunità trans.
La 64enne, figura chiave del movimento italiano dai suoi esordi – all'interno dei collettivi degli anni '70, come racconta nel docufilm di Roberto Cannavò – ad oggi, già presidente del MIT, è stata infatti vittima di un brutto episodio di omofobia, che lei stessa ha denunciato dal suo account Instagram. "LA VIOLENZA CHE CI SOMMERGE: NOI SAPPIAMO" si intitola il post dove ha ripercorso l'accaduto. "Questa volta il 'grido' non è un semplice slogan di denuncia, contro qualcuno o qualcosa, ma un grido di dolore personale e intimo perché mi riguarda, perché mi ha toccato personalmente, in maniera assurda, inaspettata, disumana. Il 24 agosto, l'indomani dell'ennesimo femminicidio a Bologna, proprio mentre interrogavo la mia coscienza sul cosa fare dopo quel terribile gesto è toccato a me".

L'episodio omofobo contro Porpora Marcasciano

Marcasciano era era in vacanza "nella bellissima spiaggetta della costa Adriatica che frequento oramai da dieci anni quando il branco si è violentemente palesato senza darmi il tempo e il modo di pensare alla fuga". Sono iniziati "venti minuti di terrore, in balia di cinque balordi, in cui ho percepito impotenza, frustrazione, terrore". "Il capo branco – spiega – ha cominciato in modo soft, quasi gentile ad avviare un discorso che diventava man mano sempre più brutto, minaccioso, violento. Il gergo era quello omofobo con tutti gli epiteti di cui vi risparmio". Come se non bastassero le offese ricevute gli aggressori sono passati direttamente alle minacce di morte: "Il brutto ceffo si è avvicinato, quasi a toccarmi e con un coltello continuava a ripetere che appena lo avessi sfiorato mi avrebbe tagliato la gola. Cercava l'appiglio ed io ero certa, certissima che lo avrebbe trovato da lì a poco. La spiaggetta a quell'ora, le 2 del pomeriggio, era vuota e alcune presenze molto distanti da me. Non so dire ancora oggi a distanza di 6 giorni cosa mi ha permesso di essere qui a raccontarlo", ammette l'attivista e consigliera.

Porpora Marcasciano è stata vittima di insulti omofobi e di minacce di morte lo scorso 24 agosto

La solidarietà del sindaco e della vice sindaca

"Solidarietà e vicinanza a Porpora Marcasciano per l'orribile aggressione che ha subito nei giorni scorsi e che oggi ha avuto il coraggio di denunciare pubblicamente. Siamo tutti vicini a Porpora in questo momento così difficile". Così il sindaco di Bologna Matteo Lepore sull'aggressione alla consigliera comunale e presidente della commissione Pari opportunità del capoluogo emiliano. "Quanto accaduto a Porpora Marcasciano – aggiunge la vicesindaca Emily Clancy – è l'ennesimo episodio in cui il patriarcato che permea la nostra società si manifesta nel suo volto più oscuro, quello della mascolinità tossica, dell'aggressione verbale e fisica, della violenza, della sopraffazione, dell'odio del diverso e della transfobia. Tutta la mia solidarietà a Porpora per quanto le è successo, che vi invito a leggere direttamente dalla sua coraggiosa denuncia pubblica. Grazie Porpora, di esistere e di resistere. Di aver condiviso questo avvenimento orrendo e di aver trovato la forza di raccontarlo pubblicamente. Una forza che aiuterà chi subisce violenza a sentirsi meno soli e che spinge tutti a noi a reagire".