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Home » HP Trio » Paralimpiadi, Betagnolli oro e De Silvestro bronzo nell’ultima giornata. Sette medaglie per l’Italia

Paralimpiadi, Betagnolli oro e De Silvestro bronzo nell’ultima giornata. Sette medaglie per l’Italia

Chiusura trionfale per la spedizione azzurra a Pechino 2022, con l'undicesimo posto complessivo nel medagliere. Dopo la cerimonia appuntamento a Milano-Cortina 2026

Marianna Grazi
13 Marzo 2022
bertagnolli ravelli oro slalom

bertagnolli ravelli oro slalom

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Una straordinaria Italia conquista altre due medaglie nell’ultima giornata di gare ai XIII Giochi Paralimpici di Pechino 2022. Ancora lui, l’alfiere tricolore, Giacomo Bertagnolli, conferma l’oro di PyeongChang 2018 nello Slalom: l’azzurro vince in 1:26.82 precedendo l’austriaco Johannes Aigner, argento, e lo slovacco Miroslav Haraus, bronzo. René De Silvestro invece mantiene la promessa fatta qualche giorno fa (“Una medaglia è arrivata, spero di riuscire a conquistarne un’altra”) ed è di bronzo nella categoria sitting: lo sciatore veneto è terzo a 7″34 dal norvegese Jesper Pedersen, oro, e dietro all’olandese Niels De Langen.
La spedizione italiana sulle nevi cinesi chiude così con sette medaglie: due ori, tre argenti e due bronzi, all’undicesimo posto nel medagliere, stessa posizione di quattro anni fa ma con due medaglie in più, segno di un miglioramento generale di tutto il movimento paralimpico internazionale. Questa sera la Cerimonia di Chiusura dei Giochi, con la consegna del testimone proprio al nostro Comitato in vista di Milano-Cortina 2026.

L’oro della conferma

Giacomo Bertagnolli e la sua guida Anrea Ravelli conquiestano l’oro nello Slalom categoria vision impaired

Nella nona e ultima giornata di gare, dedicata (sulle piste) allo Slalom, la prima soddisfazione per l’Italia arriva da Giacomo Bertagnolli e dalla sua guida Andrea Ravelli nella categoria Vision Impaired. La coppia – letteralmente – d’oro dello sci alpino paralimpico italiano conquista il gradino più alto del podio ripetendo l’impresa di quattro anni fa, quando arrivò la vittoria sulle nevi coreane di Pyongyang. Dopo l’oro nella Super combinata e gli argenti nel Super G e nello Slalom Gigante, il portabandiera dell’Italia a questi Giochi è andato a prendersi l’oro anche nello Slalom, chiudendo la sua avventura nel miglior modo possibile: grazie alla sua straordinaria prestazione si è infatti imposto sugli austriaci Johannes Aigner e Matteo Fleischmann e gli slovacchi Miroslav Haraus e Maros Hudik. Già davanti a tutti al termine della prima manche, i due azzurri hanno avuto la capacità e la forza di gestire al meglio anche la seconda, chiudendo con il tempo complessivo di 1:26.82, +0.28 di vantaggio dagli austriaci (1:27.10), addirittura +9.40 dagli slovacchi (1:36.22). Quattro medaglie in totale per Bertagnolli, ma con un argento al posto di un bronzo rispetto all’edizione 2018 e la consapevolezza di essere cresciuto tanto e di essere ancora lì, a giocarsela alla pari con i migliori al mondo.

Le parole di Bertagnolli e Ravelli

Bertagnolli e Ravelli con la medaglia d’oro, quarto podio per loro a Pechino 2022

“Avevamo molta pressione addosso dopo la prova di Aigner, sia in partenza che in gara, ma è in questi momenti che bisogna stringere i denti – racconta il 23enne della Val di Fiemme – ho riaccelerato e ho portato a casa il successo ma è stata comunque tosta. Abbiamo migliorato Pyongyang, non posso che essere felice. Era il mio obiettivo, quello che volevo portare a casa. È stato un obiettivo che mi sono dato durante le gare, in realtà, perché arrivare qua dicendo ‘Voglio migliorare Pyongyang’ è facile da dire ma era veramente difficile da realizzare come obiettivo. Però gara dopo gara, medaglia dopo medaglia siamo riusciti. Oggi ho dovuto veramente dare il massimo – aggiunge Bertagnolli -, non mi importava se andava a finire male però dovevo provarci fino alla fine, rischiare anche quel pelo in più per portare a casa l’oro che non è assolutamente una cosa facile. La pista di oggi era incredibilmente difficile, non solo per me ma anche per Andrea che l’ho visto bello distrutto verso la fine – dice con sorridendo il campione trentino -. Hanno messo tutti quegli angoli impressionanti che hanno reso la vita complicata sia a me che ad Andrea. Che però ha fatto uno spettacolo, non solo qua, perché è riuscito in tutte le gare di quest’anno a portarmi fino in fondo. Direi che abbiamo fatto un ottimo lavoro entrambi, possiamo essere super fieri di noi stessi e questo ci darà sicuramente una carica per – la sparo lì – migliorare ancora a Milano-Cortina. Quello è l’obiettivo, adesso per realizzarlo bisogna darsi da fare”, conclude Giacomo Bertagnolli.

“Partendo dallo Slalom di oggi, come diceva Giacomo è stato veramente complicato – osserva Andrea Ravelli -, non tanto la prima manche ma la seconda è stata la gara più dura che abbiamo fatto in tre anni che sono la sua guida. Avevamo 6 decimi di vantaggio su Aigner ma sapevamo anche che poteva succedere qualsiasi cosa, per questo siamo scesi senza ragionare troppo. Parlando invece del nostro lavoro fatto insieme in questi anni, mi sono trovato bene sin da subito e abbiamo avuto uno sviluppo, migliorando. C’è ancora tanto da migliorare, da limare, in situazioni diverse, come potrebbe essere lo Slalom di oggi, c’è margine di miglioramento per entrambi e nelle altre discipline ancora di più. Quindi noi dopo l’oro di oggi siamo soddisfatti del tutto perché più di così era quasi impossibile fare. Però sarà un bel lancio per i prossimi quattro anni, lavorare con la voglia e tenere alta l’asticella degli obiettivi“.

René De Silvestro bronzo nel sitting

René De Silvestro bronzo nello Slalom categoria sitting. Per l’azzurro è la seconda medaglia dopo l’argento nello Slalom Gigante

La seconda medaglia italiana nella giornata di chiusura delle Paralimpiadi invernali  è arrivata da Renè De Silvestro nello Slalom di categoria Sitting. Già terzo al termine della prima prova, lo sciatore di San Vito di Cadore, argento nello Slalom Gigante qualche giorno fa, nella seconda ha lottato con tutte le sue forze per recuperare sui primi due, commettendo però un errore a ridosso del primo intermedio, che ha compromesso la sua corsa verso l’oro. Per fortuna però è arrivato comunque un podio meritatissimo, con il crono di 1:38.44, alle spalle del norvegese Jesper Pedersen (1:31.10) e dell’olandese Niels de Langen (1:37.18).

“Quando sono caduto ho pensato: è una manche difficilissima, mi rialzo e ci provo lo stesso. Ho tenuto duro e sono arrivato fino in fondo – racconta De Silvestro -. Sono contento ma non come l’argento di tre giorni fa, non ho sciato bene anche se la manche è stata difficile per tutti, con un tracciato complicato e una neve scivolosa. Sono arrivato qui con l’obiettivo di portare a casa almeno una medaglia. Speravo di poter fare bene nel Gigante e nello Slalom e così è andata”, conclude.

Gli altri azzurri

Giuseppe Romele, ieri bronzo nello sci di fondo

Per quanto riguarda la categoria Standing dello Slalom fuori nella prima manche i due azzurri in gara, Federico Pelizzari e Davide Bendotti, mentre i ragazzi dello sci nordico concludono la loro avventura ai Giochi con il decimo posto nella staffetta Open 4×2.5 km. Michele Biglione, Cristian Toninelli e Giuseppe Romele hanno fatto registrare il tempo di 34:04.7, 5.59 di ritardo dai vincitori della gara, gli ucraini Dmytro Suiarko, Grygoril Vovchynski, Vasyl Kravchuk e Anatolii Kovaleskyi (28:05.3). Argento alla Francia composta da Benjamin Daviet e Anthony Chalencon (28:30.4), bronzo alla Norvegia di Kjartan Haugen, Vilde Nilsen e Thomas Oxaal (28:41.0).
L’Italia, al termine della XIII edizione dei Giochi, migliora quindi il buon risultato ottenuto quattro anni fa in Corea, quando arrivarono 5 medaglie (2 ori, 2 argenti, 1 bronzo) per l’undicesimo posto nella classifica delle nazioni. A Pechino infatti, nonostante la conferma del posizionamento, gli azzurri ne hanno conquistate 7 (2 ori, 3 argenti, 2 bronzi).

Il commento di Luca Pancalli, presidente Cip

“Con lo straordinario oro di Giacomo Bertagnolli e l’emozionante bronzo di René De Silvestro si chiude una grande Paralimpiade. Un’edizione che, dal punto di vista sportivo, ci ha regalato tante gioie e spunti interessanti per il futuro – commenta il presidente del Comitato Italiano Paralimpico a margine dell’ultima giornata di gare a Pechino 2022 –. Il bilancio finale parla di due medaglie in più e un atleta in più sul podio. Si tratta di un risultato molto importante, soprattutto in considerazione del livello tecnico e agonistico che abbiamo visto nelle competizioni e tenendo presente la partecipazione di tanti giovani, molti di loro esordienti, nella Squadra azzurra”. “Oggi la coppia Bertagnolli/Ravelli e Renè De Silvestro hanno compiuto due grandi imprese – ha aggiunto Luca Pancalli –. I primi dimostrando di essere degli autentici fuoriclasse e confermandosi al vertice dello sci alpino paralimpico. Renè, invece, ha gareggiato con determinazione e maturità dimostrando di essere uno degli atleti più forti al mondo. Anche oggi ci hanno fatto esultare con due prestazioni esaltanti“.
Non manca, poi, un’osservazione sul futuro che aspetta la nostra e le altre delegazioni, in vista dell’edizione numero 14 in Italia:
“Questa sera, in occasione della cerimonia di chiusura dei Giochi, il portabandiera italiano sarà Renè De Silvestro. La scelta non è stata semplice ma è caduta su Renè non solo per le splendide medaglie, con la categoria del Sitting che torna sul podio, ma anche perché è ampezzano e con questo ci proiettiamo verso Milano Cortina con l’auspicio che possano venir fuori tanti giovani campioni, non solo nello sci alpino, ma in tutte le discipline invernali. Giovani che magari potranno rafforzare quelle discipline che hanno ben figurato come lo sci nordico, il para Ice hockey e lo snowboard e anche le altre che non hanno ottenuto la qualificazione”.
“Ai ragazzi e alle ragazze di questa spedizione voglio dire: sono fiero di voi, sono orgoglioso di quello che avete fatto, sia che siate andati a medaglia sia che non ce l’abbiate fatta”, conclude Pancalli, augurandosi poi: “Continuate così, guardate sempre al futuro e non perdetevi mai d’animo. Il vero atleta non è quello che non cade mai ma quello che ogni volta riesce ad alzarsi. Sono sicuro che continuerete a rendere orgogliosi il movimento paralimpico e le vostre federazioni”.

La Paralimpiade della guerra

La delegazione dell’Ucraina a Beijing 2022

È stata un’edizione particolare dei Giochi Paralimpici, quella di Pechino 2022, segnata inevitabilmente dalla situazione internazionale che vede una guerra in corso nel cuore dell’Europa. La politica, che dovrebbe rimanere ben lontana dallo sport, ne ha invece intaccato fin da subito i valori, con la decisione sofferta ma necessaria da parte del Comitato Paralimpico Internazionale di escludere dalla partecipazione gli atleti russi e bielorussi. Minacce, appelli alla pace, riscatti e ritiri: un tempo la tregua olimpica fermava le guerre, sin dall’antica Grecia; oggi invece, mentre le bombe continuano a mietere vittime nel loro Paese, i paralimpici ucraini hanno costruito la loro impresa con il sangue e le lacrime, con le vittorie senza sorrisi, con gli occhi sulle gare ma il cuore e la mente in Patria, con l’anima straziata dalle notizie che arrivavano dall’Ucraina, costringendoli a fare scelte che, inevitabilmente condizionano la prestazione. Un’impresa che li ha tenuti lontani dalle famiglie, dai propri cari, che però hanno voluto omaggiare con un incredibile secondo posto nel medagliere finale, con 29 medaglie complessive (11 ori, 10 argenti e 8 bronzi). Sul cielo di Pechino sventola la loro bandiera, quell’oro e quell’azzurro portati con fierezza alla cerimonia di Apertura. Sul cielo dell’Ucraina, al loro rientro, speriamo che sventoli la bandiera della Pace.

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Instagram

  • Numerosi attori e musicisti di alto profilo si sono recati in Ucraina da quando è scoppiata la guerra con la Russia nel febbraio 2022. L’ultimo in ordine di tempo è stato l’attore britannico Orlando Bloom, che ieri ha visitato un centro per bambini e ha incontrato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky a Kiev.

“Non mi sarei mai aspettato che la guerra si sarebbe intensificata in tutto il Paese da quando sono stato lì”, ha detto Bloom su Instagram, “Ma oggi ho avuto la fortuna di ascoltare le risate dei bambini in un centro del programma Spilno sostenuto dall’Unicef, uno spazio sicuro, caldo e accogliente dove i bambini possono giocare, imparare e ricevere supporto psicosociale”.

Bloom è un ambasciatore di buona volontà per l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’infanzia (Unicef). Il centro di Splino, che è uno dei tanti in Ucraina, offre sostegno ai bambini sfollati e alle loro famiglie, con più di mezzo milione di bambini che ne hanno visitato uno nell’ultimo anno.

La star hollywoodiana ha poi incontrato il presidente Zelensky, con cui ha trattato temi tra cui il ritorno dei bambini ucraini deportati in Russia, la creazione di rifugi antiatomici negli istituti scolastici e il supporto tecnico per l’apprendimento a distanza nelle aree in cui è impossibile studiare offline a causa della guerra. L’attore britannico aveva scritto ieri su Instagram, al suo arrivo a Kiev, che i «bambini in Ucraina hanno bisogno di riavere la loro infanzia».

#lucelanazione #lucenews #zelensky #orlandobloom
  • “La vita che stavo conducendo mi rendeva particolarmente infelice e se all’inizio ero entrata in terapia perché volevo accettare il fatto che mi dovessi nascondere, ho avuto poi un’evoluzione e questo percorso è diventato di accettazione di me stessa."

✨Un sorriso contagioso, la spensieratezza dei vent’anni e la bellezza di chi si piace e non può che riflettere quella luce anche al di fuori. La si potrebbe definire una Mulan nostrana Carlotta Bertotti, 23 anni, una ragazza torinese come tante, salvo che ha qualcosa di speciale. E non stiamo parlano del Nevo di Ota che occupa metà del suo volto. Ecco però spiegato un primo punto di contatto con Mulan: l’Oriente, dove è più diffusa (insieme all’Africa) quell’alterazione di natura benigna della pigmentazione della cute intorno alla zona degli occhi (spesso anche la sclera si presenta scura). Quella che appare come una chiazza grigio-bluastra su un lato del volto (rarissimi i casi bilaterali), colpisce prevalentemente persone di sesso femminile e le etnie asiatiche (1 su 200 persone in Giappone), può essere presente alla nascita o apparire durante la pubertà. E come la principessa Disney “fin da piccola ho sempre sentito la pressione di dover salvare tutto, ma forse in realtà dovevo solo salvare me stessa. Però non mi piace stare troppo alle regole, sono ribelle come lei”.

🗣Cosa diresti a una ragazza che ha una macchia come la tua e ti chiede come riuscire a conviverci?�
“Che sono profondamente fiera della persona che vedo riflessa allo specchio tutto i giorni e sono arrivata a questa fierezza dopo che ho scoperto e ho accettato tutti i miei lati, sia positivi che negativi. È molto autoreferenziale, quindi invece se dovessi dare un consiglio è quello che alla fine della fiera il giudizio altrui è momentaneo e tutto passa. L’unica persona che resta e con cui devi convivere tutta la vita sei tu, quindi le vere battaglie sono quelle con te stessa, quelle che vale la pena combattere”.

L’intervista a cura di Marianna Grazi �✍ 𝘓𝘪𝘯𝘬 𝘪𝘯 𝘣𝘪𝘰

#lucenews #lucelanazione #carlottabertotti #nevodiota
  • La salute mentale al centro del podcast di Alessia Lanza. Come si supera l’ansia sociale? Quanto è difficile fare coming out? Vado dallo psicologo? Come trovo la mia strada? La popolare influencer, una delle creator più note e amate del web con 1,4 milioni di followers su Instagram e 3,9 milioni su TikTok, Alessia Lanza debutta con “Mille Pare”, il suo primo podcast in cui affronta, in dieci puntate, una “para” diversa e cerca di esorcizzare le sue fragilità e, di riflesso, quelle dei suoi coetanei.

“Ho deciso di fare questo podcast per svariati motivi: io sono arrivata fin qui anche grazie alla mia immagine, ma questa volta vorrei che le persone mi ascoltassero e basta. Quando ho cominciato a raccontare le mie fragilità un sacco di persone mi hanno detto ‘Anche io ho quella para lì!’. Perciò dico parliamone, perché in un mondo in cui sembra che dobbiamo farcela da soli, io credo nel potere della condivisione”.

#lucenews #lucelanazione #millepare #alessialanza #podcast
  • Si è laureata in Antropologia, Religioni e Civiltà Orientali indossando un abito tradizionale Crow, tribù della sua famiglia adottiva in Montana. Eppure Raffaella Milandri è italianissima e ha conseguito il titolo nella storica università Alma Mater di Bologna, lo scorso 17 marzo. 

La scrittrice e giornalista nel 2010 è diventata membro adottivo della famiglia di nativi americani Black Eagle. Da quel momento quella che era una semplice passione per i popoli indigeni si è focalizzata sullo studio degli aborigeni Usa e sulla divulgazione della loro cultura.

Un titolo di studio specifico, quello conseguito dalla Milandri, “Che ho ritenuto oltremodo necessario per coronare la mia attività di studiosa e attivista per i diritti dei Nativi Americani e per i Popoli Indigeni. La prima forma pacifica di attivismo è divulgare la cultura nativa”. L’abito indossato durante cerimonia di laurea appartiene alla tribù della sua famiglia adottiva. Usanza che è stata istituzionalizzata solo dal 2017 in Montana, Stato d’origine del suo popolo, quando è stata approvata una legge (la SB 319) che permette ai nativi e loro familiari di laurearsi con il “tribal regalia“. 

In virtù di questa norma, il Segretario della Crow Nation, Levi Black Eagle, a maggio 2022 ha ricordato la possibilità di indossare l’abito tradizionale Crow in queste occasioni e così Milandri ha chiesto alla famiglia d’adozione se anche lei, in quanto membro acquisito della tribù, avrebbe potuto indossarlo in occasione della sua discussione.

La scrittrice, ricordando il momento della laurea a Bologna, racconta che è stata “Una grandissima emozione e un onore poter rappresentare la Crow Nation e la mia famiglia adottiva. Ho dedicato la mia laurea in primis alle vittime dei collegi indiani, istituti scolastici, perlopiù a gestione cattolica, di stampo assimilazionista. Le stesse vittime per le quali Papa Francesco, lo scorso luglio, si è recato in Canada in viaggio penitenziale a chiedere scusa  Ho molto approfondito questo tema controverso e presto sarà pubblicato un mio studio sull’argomento dalla Mauna Kea Edizioni”.

#lucenews #raffaellamilandri #antropologia
Una straordinaria Italia conquista altre due medaglie nell'ultima giornata di gare ai XIII Giochi Paralimpici di Pechino 2022. Ancora lui, l'alfiere tricolore, Giacomo Bertagnolli, conferma l'oro di PyeongChang 2018 nello Slalom: l'azzurro vince in 1:26.82 precedendo l'austriaco Johannes Aigner, argento, e lo slovacco Miroslav Haraus, bronzo. René De Silvestro invece mantiene la promessa fatta qualche giorno fa ("Una medaglia è arrivata, spero di riuscire a conquistarne un’altra") ed è di bronzo nella categoria sitting: lo sciatore veneto è terzo a 7"34 dal norvegese Jesper Pedersen, oro, e dietro all'olandese Niels De Langen. La spedizione italiana sulle nevi cinesi chiude così con sette medaglie: due ori, tre argenti e due bronzi, all'undicesimo posto nel medagliere, stessa posizione di quattro anni fa ma con due medaglie in più, segno di un miglioramento generale di tutto il movimento paralimpico internazionale. Questa sera la Cerimonia di Chiusura dei Giochi, con la consegna del testimone proprio al nostro Comitato in vista di Milano-Cortina 2026.

L'oro della conferma

Giacomo Bertagnolli e la sua guida Anrea Ravelli conquiestano l'oro nello Slalom categoria vision impaired
Nella nona e ultima giornata di gare, dedicata (sulle piste) allo Slalom, la prima soddisfazione per l'Italia arriva da Giacomo Bertagnolli e dalla sua guida Andrea Ravelli nella categoria Vision Impaired. La coppia - letteralmente - d'oro dello sci alpino paralimpico italiano conquista il gradino più alto del podio ripetendo l'impresa di quattro anni fa, quando arrivò la vittoria sulle nevi coreane di Pyongyang. Dopo l’oro nella Super combinata e gli argenti nel Super G e nello Slalom Gigante, il portabandiera dell’Italia a questi Giochi è andato a prendersi l’oro anche nello Slalom, chiudendo la sua avventura nel miglior modo possibile: grazie alla sua straordinaria prestazione si è infatti imposto sugli austriaci Johannes Aigner e Matteo Fleischmann e gli slovacchi Miroslav Haraus e Maros Hudik. Già davanti a tutti al termine della prima manche, i due azzurri hanno avuto la capacità e la forza di gestire al meglio anche la seconda, chiudendo con il tempo complessivo di 1:26.82, +0.28 di vantaggio dagli austriaci (1:27.10), addirittura +9.40 dagli slovacchi (1:36.22). Quattro medaglie in totale per Bertagnolli, ma con un argento al posto di un bronzo rispetto all'edizione 2018 e la consapevolezza di essere cresciuto tanto e di essere ancora lì, a giocarsela alla pari con i migliori al mondo.

Le parole di Bertagnolli e Ravelli

Bertagnolli e Ravelli con la medaglia d'oro, quarto podio per loro a Pechino 2022
“Avevamo molta pressione addosso dopo la prova di Aigner, sia in partenza che in gara, ma è in questi momenti che bisogna stringere i denti - racconta il 23enne della Val di Fiemme - ho riaccelerato e ho portato a casa il successo ma è stata comunque tosta. Abbiamo migliorato Pyongyang, non posso che essere felice. Era il mio obiettivo, quello che volevo portare a casa. È stato un obiettivo che mi sono dato durante le gare, in realtà, perché arrivare qua dicendo 'Voglio migliorare Pyongyang' è facile da dire ma era veramente difficile da realizzare come obiettivo. Però gara dopo gara, medaglia dopo medaglia siamo riusciti. Oggi ho dovuto veramente dare il massimo - aggiunge Bertagnolli -, non mi importava se andava a finire male però dovevo provarci fino alla fine, rischiare anche quel pelo in più per portare a casa l'oro che non è assolutamente una cosa facile. La pista di oggi era incredibilmente difficile, non solo per me ma anche per Andrea che l'ho visto bello distrutto verso la fine - dice con sorridendo il campione trentino -. Hanno messo tutti quegli angoli impressionanti che hanno reso la vita complicata sia a me che ad Andrea. Che però ha fatto uno spettacolo, non solo qua, perché è riuscito in tutte le gare di quest'anno a portarmi fino in fondo. Direi che abbiamo fatto un ottimo lavoro entrambi, possiamo essere super fieri di noi stessi e questo ci darà sicuramente una carica per - la sparo lì - migliorare ancora a Milano-Cortina. Quello è l'obiettivo, adesso per realizzarlo bisogna darsi da fare", conclude Giacomo Bertagnolli. “Partendo dallo Slalom di oggi, come diceva Giacomo è stato veramente complicato - osserva Andrea Ravelli -, non tanto la prima manche ma la seconda è stata la gara più dura che abbiamo fatto in tre anni che sono la sua guida. Avevamo 6 decimi di vantaggio su Aigner ma sapevamo anche che poteva succedere qualsiasi cosa, per questo siamo scesi senza ragionare troppo. Parlando invece del nostro lavoro fatto insieme in questi anni, mi sono trovato bene sin da subito e abbiamo avuto uno sviluppo, migliorando. C'è ancora tanto da migliorare, da limare, in situazioni diverse, come potrebbe essere lo Slalom di oggi, c'è margine di miglioramento per entrambi e nelle altre discipline ancora di più. Quindi noi dopo l'oro di oggi siamo soddisfatti del tutto perché più di così era quasi impossibile fare. Però sarà un bel lancio per i prossimi quattro anni, lavorare con la voglia e tenere alta l'asticella degli obiettivi".

René De Silvestro bronzo nel sitting

René De Silvestro bronzo nello Slalom categoria sitting. Per l'azzurro è la seconda medaglia dopo l'argento nello Slalom Gigante
La seconda medaglia italiana nella giornata di chiusura delle Paralimpiadi invernali  è arrivata da Renè De Silvestro nello Slalom di categoria Sitting. Già terzo al termine della prima prova, lo sciatore di San Vito di Cadore, argento nello Slalom Gigante qualche giorno fa, nella seconda ha lottato con tutte le sue forze per recuperare sui primi due, commettendo però un errore a ridosso del primo intermedio, che ha compromesso la sua corsa verso l’oro. Per fortuna però è arrivato comunque un podio meritatissimo, con il crono di 1:38.44, alle spalle del norvegese Jesper Pedersen (1:31.10) e dell’olandese Niels de Langen (1:37.18). “Quando sono caduto ho pensato: è una manche difficilissima, mi rialzo e ci provo lo stesso. Ho tenuto duro e sono arrivato fino in fondo - racconta De Silvestro -. Sono contento ma non come l’argento di tre giorni fa, non ho sciato bene anche se la manche è stata difficile per tutti, con un tracciato complicato e una neve scivolosa. Sono arrivato qui con l’obiettivo di portare a casa almeno una medaglia. Speravo di poter fare bene nel Gigante e nello Slalom e così è andata”, conclude.

Gli altri azzurri

Giuseppe Romele, ieri bronzo nello sci di fondo
Per quanto riguarda la categoria Standing dello Slalom fuori nella prima manche i due azzurri in gara, Federico Pelizzari e Davide Bendotti, mentre i ragazzi dello sci nordico concludono la loro avventura ai Giochi con il decimo posto nella staffetta Open 4x2.5 km. Michele Biglione, Cristian Toninelli e Giuseppe Romele hanno fatto registrare il tempo di 34:04.7, 5.59 di ritardo dai vincitori della gara, gli ucraini Dmytro Suiarko, Grygoril Vovchynski, Vasyl Kravchuk e Anatolii Kovaleskyi (28:05.3). Argento alla Francia composta da Benjamin Daviet e Anthony Chalencon (28:30.4), bronzo alla Norvegia di Kjartan Haugen, Vilde Nilsen e Thomas Oxaal (28:41.0). L’Italia, al termine della XIII edizione dei Giochi, migliora quindi il buon risultato ottenuto quattro anni fa in Corea, quando arrivarono 5 medaglie (2 ori, 2 argenti, 1 bronzo) per l'undicesimo posto nella classifica delle nazioni. A Pechino infatti, nonostante la conferma del posizionamento, gli azzurri ne hanno conquistate 7 (2 ori, 3 argenti, 2 bronzi).

Il commento di Luca Pancalli, presidente Cip

"Con lo straordinario oro di Giacomo Bertagnolli e l'emozionante bronzo di René De Silvestro si chiude una grande Paralimpiade. Un'edizione che, dal punto di vista sportivo, ci ha regalato tante gioie e spunti interessanti per il futuro – commenta il presidente del Comitato Italiano Paralimpico a margine dell'ultima giornata di gare a Pechino 2022 –. Il bilancio finale parla di due medaglie in più e un atleta in più sul podio. Si tratta di un risultato molto importante, soprattutto in considerazione del livello tecnico e agonistico che abbiamo visto nelle competizioni e tenendo presente la partecipazione di tanti giovani, molti di loro esordienti, nella Squadra azzurra". "Oggi la coppia Bertagnolli/Ravelli e Renè De Silvestro hanno compiuto due grandi imprese – ha aggiunto Luca Pancalli –. I primi dimostrando di essere degli autentici fuoriclasse e confermandosi al vertice dello sci alpino paralimpico. Renè, invece, ha gareggiato con determinazione e maturità dimostrando di essere uno degli atleti più forti al mondo. Anche oggi ci hanno fatto esultare con due prestazioni esaltanti". Non manca, poi, un'osservazione sul futuro che aspetta la nostra e le altre delegazioni, in vista dell'edizione numero 14 in Italia: "Questa sera, in occasione della cerimonia di chiusura dei Giochi, il portabandiera italiano sarà Renè De Silvestro. La scelta non è stata semplice ma è caduta su Renè non solo per le splendide medaglie, con la categoria del Sitting che torna sul podio, ma anche perché è ampezzano e con questo ci proiettiamo verso Milano Cortina con l’auspicio che possano venir fuori tanti giovani campioni, non solo nello sci alpino, ma in tutte le discipline invernali. Giovani che magari potranno rafforzare quelle discipline che hanno ben figurato come lo sci nordico, il para Ice hockey e lo snowboard e anche le altre che non hanno ottenuto la qualificazione". "Ai ragazzi e alle ragazze di questa spedizione voglio dire: sono fiero di voi, sono orgoglioso di quello che avete fatto, sia che siate andati a medaglia sia che non ce l’abbiate fatta", conclude Pancalli, augurandosi poi: "Continuate così, guardate sempre al futuro e non perdetevi mai d’animo. Il vero atleta non è quello che non cade mai ma quello che ogni volta riesce ad alzarsi. Sono sicuro che continuerete a rendere orgogliosi il movimento paralimpico e le vostre federazioni".

La Paralimpiade della guerra

La delegazione dell'Ucraina a Beijing 2022
È stata un'edizione particolare dei Giochi Paralimpici, quella di Pechino 2022, segnata inevitabilmente dalla situazione internazionale che vede una guerra in corso nel cuore dell'Europa. La politica, che dovrebbe rimanere ben lontana dallo sport, ne ha invece intaccato fin da subito i valori, con la decisione sofferta ma necessaria da parte del Comitato Paralimpico Internazionale di escludere dalla partecipazione gli atleti russi e bielorussi. Minacce, appelli alla pace, riscatti e ritiri: un tempo la tregua olimpica fermava le guerre, sin dall'antica Grecia; oggi invece, mentre le bombe continuano a mietere vittime nel loro Paese, i paralimpici ucraini hanno costruito la loro impresa con il sangue e le lacrime, con le vittorie senza sorrisi, con gli occhi sulle gare ma il cuore e la mente in Patria, con l'anima straziata dalle notizie che arrivavano dall'Ucraina, costringendoli a fare scelte che, inevitabilmente condizionano la prestazione. Un'impresa che li ha tenuti lontani dalle famiglie, dai propri cari, che però hanno voluto omaggiare con un incredibile secondo posto nel medagliere finale, con 29 medaglie complessive (11 ori, 10 argenti e 8 bronzi). Sul cielo di Pechino sventola la loro bandiera, quell'oro e quell'azzurro portati con fierezza alla cerimonia di Apertura. Sul cielo dell'Ucraina, al loro rientro, speriamo che sventoli la bandiera della Pace.
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