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Home » HP Trio » Paralimpiadi: Giacomo Bertagnolli oro nella Super combinata. “In questo momento è difficile solo pensare al podio”

Paralimpiadi: Giacomo Bertagnolli oro nella Super combinata. “In questo momento è difficile solo pensare al podio”

Lo sciatore 23enne, portabandiera italiano, con una straordinaria seconda manche nello slalom scala dal terzo al primo posto. Niente da fare per gli azzurri nello snowboard

Marianna Grazi
7 Marzo 2022
Giacomo Bertagnolli esulta all'arrivo: è campione paralimpico in Supercombinata (Foto Cip)

Giacomo Bertagnolli esulta all'arrivo: è campione paralimpico in Supercombinata (Foto Cip)

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Ancora lui, ancora l’alfiere azzurro Giacomo Bertagnolli: campione olimpico nella Super Combinata maschile vision impaired. Alle Paralimpiadi di Pechino 2022 il 23enne trentino insieme alla sua guida Andrea Ravelli regalano all’Italia il primo oro, dopo aver conquistato già l’argento ieri, domenica 6 marzo, nel Super G.

Giacomo Bertagnolli e Andrea Ravelli esultano dopo aver vinto l’oro in Supercombinata a Pechino 2022 (Foto Cip)

Nella prima manche sulle nevi cinesi di Yanqing lo sciatore azzurro, finanziere di Cavalese in Trentino, si è piazzato al terzo posto. Ma è stata la prova dello slalom a fare la differenza per il duo dei sogni italiano, che ha attaccato la pista fin dalle prime porte facendo registrare al traguardo il miglio tempo, 1:49.80, con 2.18 di vantaggio sugli austriaci Johannes Agner e Matteo Fleischmann, argento in 1:51.98, e staccando di 3.01 i britannici Neil Simpson e Andrew Simpson (bronzo in 1:52.81), primi ieri in SuperG. “Era una medaglia a cui tenevo molto perché era l’unica che non avevo vinto quattro anni fa ai Giochi di PyeongChang (era stato oro nel gigante e nello slalom speciale, argento nel supergigante e bronzo nella discesa libera, ndr). Non pensavo di farcela perché il livello è diventato molto alto e in questo momento è difficile solo pensare al podio – racconta  emozionatissimo Giacomo Bertagnolli, che non può fare a meno di ricordare la grave situazione internazionale segnata dalla guerra in Ucraina -. Abbiamo disputato, però, due manche veramente belle, in cui siamo riusciti a esprimerci bene, anche se tecnicamente non è stata la mia gara migliore. Ci abbiamo messo l’anima e abbiamo rischiato ma se vuoi prendere l’oro devi per forza rischiare“.

Ieri la dedica dell’argento in SuperG lo aveva dedicato alla sua fidanzata, pamela Croce, in occasione del compleanno. Per l’oro di oggi, invece, il 23enne dichiara: “Non mi sento di dire una persona sola ma anzi vorrei dedicarla a tutti quelli che mi sono stati vicino e hanno creduto in me”. Accanto a lui, co-autore sciata e di trionfo, Andrea Ravelli, indispensabile guida per gli sciatori ipovedenti come Bertagnolli, che dal 2020 lo accompagna sulle nevi. “È giusto che Giacomo si goda questo momento, perché riconfermarsi mette sempre grande pressione addosso – dice con grande soddisfazione per l’amico -. È un’emozione fortissima quella che provo in questo momento, più forte di quelle che provavo quando correvo io. Un oro che ovviamente dedichiamo alle persone che ci sono state vicine ma che vogliamo dedicare soprattutto a noi stessi, perché ce lo siamo preso con tanti sforzi”.

Soddisfatto il presidente del Comitato Paralimpico italiano Luca Pancalli che, facendo un paragone anche con la scorsa edizione dei Giochi, dice: “Ovviamente le cose cambiano ma l’unica cosa che rimane confermata è che Giacomo è uno straordinario campione perché confermarsi a questi livelli, anche con questa crescita agonistica a cui stiamo assistendo da parte della concorrenza, significa tanto. È tanta roba. E Giacomo con la sua guida – aggiunge Pancalli – stanno dimostrando di essere non solo all’altezza della situazione ma anche di più. Mi auguro sicuramente anche per le prossime gare che dovranno affrontare perché se lo meritano tutto”.

Sempre nello sci alpino, Supercombi categoria standing, da segnalare l’ottimo quinto posto per Federico Pelizzari in 1:55.89. Il 21enne di Mandello del Lario (Lecco), che nel 2013 ha perso tre dita della mano destra a causa dell’esplosione di un petardo, commenta così la sua prestazione: “Non sono molto soddisfatto, soprattutto dopo la prova in Super G, dove non ho trovato il giusto feeling. So che adesso arrivano le gare tecniche e posso fare due belle prestazioni. Cercherò, nei prossimi giorni, di prepararmi al meglio a livello mentale”. Nella stessa categoria fuori nello slalom Davide Bendotti. Nel Super G sitting è uscito Renè De Silvestro, unico azzurro in gara.

Gli azzurri nello snowboard

Pechino, nello snowbard cross Jacopo Luchini è uscito nella semifinale (Foto Cip)

Dalle piste di Zhangjiakou, invece, non arrivano medagli dagli atleti azzurri impegnati nello snowboard. Nelle gare di Snowboard Cross di categoria Upper Limb Riccardo Cardani e Mirko Moro escono ai quarti, mentre si infrangono in semifinale le speranze di Jacopo Luchini verso una medaglia. Il toscano prova a giocarsela fin da subito con il cinese Lijia Ji, che si aggiudica la prima run; ma in semifinale, un contatto dopo pochi secondi di gara impedisce al 31enne di Prato di tenere il passo dei cinesi Ji e Yonggang Zhu, che si qualificano per la finale, mentre lui rimane fuori. Nella small final, il rider di Montemurlo ottiene la seconda posizione dietro al britannico James barner-Miller, portando a casa, quindi, il sesto posto nella classifica generale. Alla fine il podio è tutto cinese, con il primo gradino a Lijia Ji, il secondo a Pengyao Wang, il terzo a Yonggang Zhu.

“Purtroppo non è andata come ce lo aspettavamo: ci siamo preparati tanto, confrontandoci negli ultimi quattro anni con atleti di tutto il mondo e poi siamo arrivati qui e abbiamo trovato sei atleti cinesi nella nostra categoria veramente forti – racconta amareggiato Luchini -. Peggio di così non poteva andare. In questi giorni abbiamo lavorato duramente, preparando la gara nei minimi dettagli, mi sentivo in forma e credevo di poter arrivare in finale”. “La pista era molto tecnica, veloce ma adatta alle mie caratteristiche – prosegue il toscano – ero ottimista, anche perché arrivavo a questo appuntamento da campione del mondo e con aspettative altissime. Poi, in semifinale, sono stato toccato da un cinese in curva 1 e ho buttato la possibilità di andare in finale – aggiunge -. Non sono rammaricato, sono dispiaciuto perché arrivare qua, nell’evento più importante, e trovarsi questa sorpresa che si chiama Cina fa veramente male. Ora, però, testa al banked slalom, dove speriamo di portare a casa qualcosa”, conclude fiducioso.

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Instagram

  • Numerosi attori e musicisti di alto profilo si sono recati in Ucraina da quando è scoppiata la guerra con la Russia nel febbraio 2022. L’ultimo in ordine di tempo è stato l’attore britannico Orlando Bloom, che ieri ha visitato un centro per bambini e ha incontrato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky a Kiev.

“Non mi sarei mai aspettato che la guerra si sarebbe intensificata in tutto il Paese da quando sono stato lì”, ha detto Bloom su Instagram, “Ma oggi ho avuto la fortuna di ascoltare le risate dei bambini in un centro del programma Spilno sostenuto dall’Unicef, uno spazio sicuro, caldo e accogliente dove i bambini possono giocare, imparare e ricevere supporto psicosociale”.

Bloom è un ambasciatore di buona volontà per l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’infanzia (Unicef). Il centro di Splino, che è uno dei tanti in Ucraina, offre sostegno ai bambini sfollati e alle loro famiglie, con più di mezzo milione di bambini che ne hanno visitato uno nell’ultimo anno.

La star hollywoodiana ha poi incontrato il presidente Zelensky, con cui ha trattato temi tra cui il ritorno dei bambini ucraini deportati in Russia, la creazione di rifugi antiatomici negli istituti scolastici e il supporto tecnico per l’apprendimento a distanza nelle aree in cui è impossibile studiare offline a causa della guerra. L’attore britannico aveva scritto ieri su Instagram, al suo arrivo a Kiev, che i «bambini in Ucraina hanno bisogno di riavere la loro infanzia».

#lucelanazione #lucenews #zelensky #orlandobloom
  • “La vita che stavo conducendo mi rendeva particolarmente infelice e se all’inizio ero entrata in terapia perché volevo accettare il fatto che mi dovessi nascondere, ho avuto poi un’evoluzione e questo percorso è diventato di accettazione di me stessa."

✨Un sorriso contagioso, la spensieratezza dei vent’anni e la bellezza di chi si piace e non può che riflettere quella luce anche al di fuori. La si potrebbe definire una Mulan nostrana Carlotta Bertotti, 23 anni, una ragazza torinese come tante, salvo che ha qualcosa di speciale. E non stiamo parlano del Nevo di Ota che occupa metà del suo volto. Ecco però spiegato un primo punto di contatto con Mulan: l’Oriente, dove è più diffusa (insieme all’Africa) quell’alterazione di natura benigna della pigmentazione della cute intorno alla zona degli occhi (spesso anche la sclera si presenta scura). Quella che appare come una chiazza grigio-bluastra su un lato del volto (rarissimi i casi bilaterali), colpisce prevalentemente persone di sesso femminile e le etnie asiatiche (1 su 200 persone in Giappone), può essere presente alla nascita o apparire durante la pubertà. E come la principessa Disney “fin da piccola ho sempre sentito la pressione di dover salvare tutto, ma forse in realtà dovevo solo salvare me stessa. Però non mi piace stare troppo alle regole, sono ribelle come lei”.

🗣Cosa diresti a una ragazza che ha una macchia come la tua e ti chiede come riuscire a conviverci?�
“Che sono profondamente fiera della persona che vedo riflessa allo specchio tutto i giorni e sono arrivata a questa fierezza dopo che ho scoperto e ho accettato tutti i miei lati, sia positivi che negativi. È molto autoreferenziale, quindi invece se dovessi dare un consiglio è quello che alla fine della fiera il giudizio altrui è momentaneo e tutto passa. L’unica persona che resta e con cui devi convivere tutta la vita sei tu, quindi le vere battaglie sono quelle con te stessa, quelle che vale la pena combattere”.

L’intervista a cura di Marianna Grazi �✍ 𝘓𝘪𝘯𝘬 𝘪𝘯 𝘣𝘪𝘰

#lucenews #lucelanazione #carlottabertotti #nevodiota
  • La salute mentale al centro del podcast di Alessia Lanza. Come si supera l’ansia sociale? Quanto è difficile fare coming out? Vado dallo psicologo? Come trovo la mia strada? La popolare influencer, una delle creator più note e amate del web con 1,4 milioni di followers su Instagram e 3,9 milioni su TikTok, Alessia Lanza debutta con “Mille Pare”, il suo primo podcast in cui affronta, in dieci puntate, una “para” diversa e cerca di esorcizzare le sue fragilità e, di riflesso, quelle dei suoi coetanei.

“Ho deciso di fare questo podcast per svariati motivi: io sono arrivata fin qui anche grazie alla mia immagine, ma questa volta vorrei che le persone mi ascoltassero e basta. Quando ho cominciato a raccontare le mie fragilità un sacco di persone mi hanno detto ‘Anche io ho quella para lì!’. Perciò dico parliamone, perché in un mondo in cui sembra che dobbiamo farcela da soli, io credo nel potere della condivisione”.

#lucenews #lucelanazione #millepare #alessialanza #podcast
  • Si è laureata in Antropologia, Religioni e Civiltà Orientali indossando un abito tradizionale Crow, tribù della sua famiglia adottiva in Montana. Eppure Raffaella Milandri è italianissima e ha conseguito il titolo nella storica università Alma Mater di Bologna, lo scorso 17 marzo. 

La scrittrice e giornalista nel 2010 è diventata membro adottivo della famiglia di nativi americani Black Eagle. Da quel momento quella che era una semplice passione per i popoli indigeni si è focalizzata sullo studio degli aborigeni Usa e sulla divulgazione della loro cultura.

Un titolo di studio specifico, quello conseguito dalla Milandri, “Che ho ritenuto oltremodo necessario per coronare la mia attività di studiosa e attivista per i diritti dei Nativi Americani e per i Popoli Indigeni. La prima forma pacifica di attivismo è divulgare la cultura nativa”. L’abito indossato durante cerimonia di laurea appartiene alla tribù della sua famiglia adottiva. Usanza che è stata istituzionalizzata solo dal 2017 in Montana, Stato d’origine del suo popolo, quando è stata approvata una legge (la SB 319) che permette ai nativi e loro familiari di laurearsi con il “tribal regalia“. 

In virtù di questa norma, il Segretario della Crow Nation, Levi Black Eagle, a maggio 2022 ha ricordato la possibilità di indossare l’abito tradizionale Crow in queste occasioni e così Milandri ha chiesto alla famiglia d’adozione se anche lei, in quanto membro acquisito della tribù, avrebbe potuto indossarlo in occasione della sua discussione.

La scrittrice, ricordando il momento della laurea a Bologna, racconta che è stata “Una grandissima emozione e un onore poter rappresentare la Crow Nation e la mia famiglia adottiva. Ho dedicato la mia laurea in primis alle vittime dei collegi indiani, istituti scolastici, perlopiù a gestione cattolica, di stampo assimilazionista. Le stesse vittime per le quali Papa Francesco, lo scorso luglio, si è recato in Canada in viaggio penitenziale a chiedere scusa  Ho molto approfondito questo tema controverso e presto sarà pubblicato un mio studio sull’argomento dalla Mauna Kea Edizioni”.

#lucenews #raffaellamilandri #antropologia
Ancora lui, ancora l'alfiere azzurro Giacomo Bertagnolli: campione olimpico nella Super Combinata maschile vision impaired. Alle Paralimpiadi di Pechino 2022 il 23enne trentino insieme alla sua guida Andrea Ravelli regalano all'Italia il primo oro, dopo aver conquistato già l'argento ieri, domenica 6 marzo, nel Super G.
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