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Home » HP Trio » ParoleO_Stili crea #AncheIoInsegno, la piattaforma didattica contro il cyberbullismo

ParoleO_Stili crea #AncheIoInsegno, la piattaforma didattica contro il cyberbullismo

La piattaforma e il Miur lanciano database a supporto degli educatori. La presidente dell’associazione Rosy Russo al Governo: "Introdurre la cittadinanza digitale nelle scuole". Coinvolti otre 170mila insegnanti e 800 mila studenti

Camilla Prato
18 Giugno 2021
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La scuola è appena finita. Quello appena trascorso è stato uno degli anni scolastici più difficili da affrontare per studenti e insegnanti, tra restrizioni, didattica a distanza e ripartenze. Ma la formazione non si ferma mai, mentre il mondo va avanti sempre più veloce e ‘digitale’. Lo scorso febbraio ParoleO_Stili, progetto sociale di sensibilizzazione contro la violenza delle parole in Rete, ha spento quattro candeline. E per festeggiare, l’associazione ha lanciato insieme al ministero dell’Istruzione #AncheIoInsegno. Prima piattaforma didattica per la cittadinanza digitale, si propone di aiutare i 170mila docenti italiani che già fanno parte della community a mettere a disposizione i progetti didattici realizzati per gli oltre 800mila studenti che hanno lavorato sui principi del Manifesto della comunicazione non ostile. Quest’ultimo elenca dieci princìpi utili a migliorare lo stile ed il comportamento che dovrebbe adottare chi sta in Rete. Vuole favorire comportamenti rispettosi e civili in modo tale da rendere la Rete un luogo accogliente e sicuro per tutti.

Il progetto non profit #AncheIoInsegno è una sorta di database, con filtri di ricerca ed in continuo aggiornamento, pronto a soddisfare le necessità didattiche di tutti quegli educatori, insegnanti e genitori che vogliono affrontare in classe o a casa temi come bullismo e cyberbullismo, rischi e opportunità della Rete, diritti e doveri online, fake news, hate speech, web reputation, revenge porn, body shaming, privacy online e tanti altri. In questo nuovo mondo tecnologico tutto da scoprire, gli insegnanti possono inoltre relazionarsi in modo diretto attraverso un sistema di messaggistica, ed altre funzionalità ne arricchiscono l’esperienza di navigazione e la crescita formativa.

“Quest’anno abbiamo deciso di festeggiare regalando noi qualcosa alla nostra community: abbiamo voluto sostenere tutti i docenti aiutandoli a dare alle nuove generazioni gli strumenti adeguati per vivere la Rete – racconta Rosy Russo, presidente di Parole O_Stili – Siamo sempre più convinti che l’educazione sia l’unica risposta per affrontare le sfide poste dal web ed è per questo motivo che lancio l’appello per l’introduzione di un’ora di cittadinanza digitale a settimana nelle scuole, rafforzando la consapevolezza che virtuale è reale”. La piattaforma, liberamente accessibile a tutti previa iscrizione, è raggiungibile al link ancheioinsegno.it.

Secondo quanto emerso dal “Rapporto giovani 2021” realizzato dall’Istituto Toniolo, i ragazzi riconoscono alla scuola di averli aiutati a sviluppare il senso di responsabilità (52,6%), il desiderio di imparare (50.8%), il pensiero critico (50,3%) e la capacità di lavorare in gruppo (50,1%). Gli stessi intervistati hanno dichiarato che tra le ‘mancanze’ scolastiche c’è invece la capacità di esprimere una visione positiva della vita e di se stessi e la capacità di essere leader. Ed è proprio a sostegno di queste necessità e per supportare la loro crescita che è nata #AncheIoInsegno. Questo insegnamento di un web ‘corretto’, oltre ad essere innovativo, permetterà non solo di apprendere in modo diverso e stimolante, ma anche di avere un riscontro delle condizioni emotiva e sociale di ciascuno studente che quest’anno, a causa dei lunghi mesi di lockdown forzato e delle lezioni in dad, sono state messe alla prova duramente.

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  • Per una detenuta come Joy – nigeriana di 34 anni, arrestata nel 2014 per possesso di droga – uscire dal carcere significherà dover imparare a badare a se stessa. Lei che è lontana da casa e dalla famiglia, lei che non ha nessuno ad aspettarla. In carcere ha fatto il suo percorso, ha imparato tanto, ha sofferto di più. Ma ha anche conosciuto persone importanti, detenute come lei che sono diventate delle amiche. 

Mon solo. Nella Cooperativa sociale Gomito a Gomito, per esempio, ha trovato una seconda famiglia, un ambiente lavorativo che le ha offerto “opportunità che, se fossi stata fuori dal carcere, non avrei mai avuto”, come quella di imparare un mestiere e partecipare ad un percorso di riabilitazione sociale e personale verso l’indipendenza, anche economica.

Enrica Morandi, vice presidente e coordinatrice dei laboratori sartoriali del carcere di Rocco D’Amato (meglio noto ai bolognesi come “La Dozza”), si riferisce a lei chiamandola “la mia Joy”, perché dopo tanti anni di lavoro fianco a fianco ha imparato ad apprezzare questa giovane donna impegnata a ricostruire la propria vita: 

“Joy è extracomunitaria, nel nostro Paese non ha famiglia. Per lei sarà impossibile beneficiare degli sconti di pena su cui normalmente possono contare le detenute italiane, per buona condotta o per anni di reclusione maturati. Non è una questione di razzismo, è che esistono problemi logistici veri e propri, come il non sapere dove sistemare e a chi affidare queste ragazze, una volta lasciate le mura del penitenziario. Se una donna italiana ha ad attenderla qualcuno che si fa carico di ospitarla, Joy e altre come lei non hanno nessun cordone affettivo cui appigliarsi”.

L
  • Presidi psicologici, psicoterapeutici e di counselling per tutti gli studenti universitari e scolastici. Lo chiedono l’Udu, Unione degli universitari, e la Rete degli studenti medi nella proposta di legge ‘Chiedimi come sto’ consegnata a una delegazione di parlamentari nel corso di una conferenza stampa a Montecitorio.

La proposta è stata redatta secondo le conclusioni di una ricerca condotta da Spi-Cgil e Istituto Ires, che ha evidenziato come, su un campione di 50mila risposte, il 28 per cento abbia avuto esperienze di disturbi alimentari e oltre il 14 di autolesionismo.

“Nella nostra generazione è ancora forte lo stigma verso chi sta male ed è difficile chiedere aiuto - spiega Camilla Piredda, coordinatrice nazionale dell’Udu - l’interesse effettivo della politica si è palesato solo dopo il 15esimo suicidio di studenti universitari in un anno e mezzo. Ci sembra assurdo che la politica si interessi solamente dopo che si supera il limite, con persone che arrivano a scegliere di togliersi la vita.

Dall’altro lato, è positivo che negli ultimi mesi si sia deciso di chiedere a noi studenti come affrontare e come risolvere, il problema. Non è scontato e non è banale, perché siamo abituati a decenni in cui si parla di nuove generazioni senza parlare alle nuove generazioni”.

#luce #lucenews #università
  • La polemica politica riaccende i riflettori sulle madri detenute con i figli dopo la proposta di legge in merito alla detenzione in carcere delle donne in gravidanza: già presentata dal Pd nella scorsa legislatura, approvata in prima lettura al Senato, ma non alla Camera, prevedeva l’affido della madre e del minore a strutture protette, come le case famiglia, e vigilate. La dichiarata intenzione del centrodestra di rivedere il testo ha messo il Pd sul piede di guerra; alla fine di uno scontro molto acceso, i dem hanno ritirato il disegno di legge ma la Lega, quasi per ripicca, ne ha presentato uno nuovo, esattamente in linea con i desideri della maggioranza.

Lunedì non ci sarà quindi alcuna discussione alla Camera sul testo presentato da Debora Serracchiani nella scorsa legislatura, Tutto ripartirà da capo, con un nuovo testo, firmato da due esponenti del centrodestra: Jacopo Morrone e Ingrid Bisa.

“Questo (il testo Serracchini) era un testo che era già stato votato da un ramo del Parlamento, noi lo avevamo ripresentato per migliorare le condizioni delle detenute madri – ha spiegato ieri il dem Alessandro Zan – ma la maggioranza lo ha trasformato inserendovi norme che di fatto peggiorano le cose, consentendo addirittura alle donne incinte o con figli di meno di un anno di età di andare in carcere. Così non ha più senso, quindi ritiriamo le firme“.

Lo scontro tra le due fazioni è finito (anche) sui social media. "Sul tema delle borseggiatrici e ladre incinte occorre cambiare la visione affinché la gravidanza non sia una scusa“ sottolineano i due presentatori della proposta.

La proposta presentata prevede modifiche all’articolo 146 del codice penale in materia di rinvio obbligatorio dell’esecuzione della pena: “Se sussiste un concreto pericolo di commissione di ulteriori delitti – si legge nel testo presentato – il magistrato di sorveglianza può disporre che l’esecuzione della pena non sia differita, ovvero, se già differita, che il differimento sia revocato. Qualora la persona detenuta sia recidiva, l’esecuzione della pena avviene presso un istituto di custodia attenuata per detenute madri“.

#lucenews #madriincarcere
La scuola è appena finita. Quello appena trascorso è stato uno degli anni scolastici più difficili da affrontare per studenti e insegnanti, tra restrizioni, didattica a distanza e ripartenze. Ma la formazione non si ferma mai, mentre il mondo va avanti sempre più veloce e 'digitale'. Lo scorso febbraio ParoleO_Stili, progetto sociale di sensibilizzazione contro la violenza delle parole in Rete, ha spento quattro candeline. E per festeggiare, l’associazione ha lanciato insieme al ministero dell’Istruzione #AncheIoInsegno. Prima piattaforma didattica per la cittadinanza digitale, si propone di aiutare i 170mila docenti italiani che già fanno parte della community a mettere a disposizione i progetti didattici realizzati per gli oltre 800mila studenti che hanno lavorato sui principi del Manifesto della comunicazione non ostile. Quest'ultimo elenca dieci princìpi utili a migliorare lo stile ed il comportamento che dovrebbe adottare chi sta in Rete. Vuole favorire comportamenti rispettosi e civili in modo tale da rendere la Rete un luogo accogliente e sicuro per tutti. Il progetto non profit #AncheIoInsegno è una sorta di database, con filtri di ricerca ed in continuo aggiornamento, pronto a soddisfare le necessità didattiche di tutti quegli educatori, insegnanti e genitori che vogliono affrontare in classe o a casa temi come bullismo e cyberbullismo, rischi e opportunità della Rete, diritti e doveri online, fake news, hate speech, web reputation, revenge porn, body shaming, privacy online e tanti altri. In questo nuovo mondo tecnologico tutto da scoprire, gli insegnanti possono inoltre relazionarsi in modo diretto attraverso un sistema di messaggistica, ed altre funzionalità ne arricchiscono l’esperienza di navigazione e la crescita formativa. "Quest’anno abbiamo deciso di festeggiare regalando noi qualcosa alla nostra community: abbiamo voluto sostenere tutti i docenti aiutandoli a dare alle nuove generazioni gli strumenti adeguati per vivere la Rete – racconta Rosy Russo, presidente di Parole O_Stili – Siamo sempre più convinti che l’educazione sia l’unica risposta per affrontare le sfide poste dal web ed è per questo motivo che lancio l’appello per l’introduzione di un’ora di cittadinanza digitale a settimana nelle scuole, rafforzando la consapevolezza che virtuale è reale". La piattaforma, liberamente accessibile a tutti previa iscrizione, è raggiungibile al link ancheioinsegno.it. Secondo quanto emerso dal "Rapporto giovani 2021" realizzato dall'Istituto Toniolo, i ragazzi riconoscono alla scuola di averli aiutati a sviluppare il senso di responsabilità (52,6%), il desiderio di imparare (50.8%), il pensiero critico (50,3%) e la capacità di lavorare in gruppo (50,1%). Gli stessi intervistati hanno dichiarato che tra le 'mancanze' scolastiche c'è invece la capacità di esprimere una visione positiva della vita e di se stessi e la capacità di essere leader. Ed è proprio a sostegno di queste necessità e per supportare la loro crescita che è nata #AncheIoInsegno. Questo insegnamento di un web 'corretto', oltre ad essere innovativo, permetterà non solo di apprendere in modo diverso e stimolante, ma anche di avere un riscontro delle condizioni emotiva e sociale di ciascuno studente che quest'anno, a causa dei lunghi mesi di lockdown forzato e delle lezioni in dad, sono state messe alla prova duramente.
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