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Mostra del cinema, universo queer e inclusività alla Settimana internazionale della critica

A Venezia, nella sezione autonoma del festival, arrivano film che "vanno verso la luce, il colore, l'amore, lo spazio aperto e il senso comunità"

di BARBARA BERTI -
26 luglio 2022
Una scena del film "Three Nights a Week"

Una scena del film "Three Nights a Week"

Un'edizione della rinascita ad alto tasso queer in cui "l'identità di genere è centrale, affrontata da gran parte dei film". E' la sintesi, a cura della delegata generale Beatrice Fiorentino della 37esima edizione della Settimana internazionale della critica (SIC) sezione autonoma e parallela organizzata dall'Associazione nazionale critici cinematografici alla Mostra internazionale del cinema di Venezia, in programma dal 31 agosto al 10 settembre.
Dopo i due anni pandemici il rinnovamento guarda al futuro, alla società, all'inclusività innanzitutto con la nascita di un nuovo spazio fisico a Venezia (la "Casa della critica"), un nuovo logo ("uno schermo aperto da un lato che rappresenta la rottura della quarta parete"), una nuova sigla creata con l'intelligenza artificiale e una nuova immagine ufficiale firmata dal trio Emiliano Mammucari, Mauro Uzzeo e Fabrizio Verrocchi dal titolo "Creature in movimento" che rappresenta identità molto fluide. I film di questa edizione "vanno verso la luce, il colore, l'amore, lo spazio aperto, un senso comunità - spiega Fiorentino - si parla di sognatori, idealisti che, ognuno a suo modo, lottano per un mondo migliore più giusto e inclusivo. Questa è una Sic accogliente, narrativa, accessibile a tutti senza perdere il proprio peso specifico e vuole essere anche un segnale di incoraggiamento a un'industria che vive un momento di difficoltà".
L'immagine ufficiale della della 37esima edizione della Settimana internazionale della critica (SIC)

L'immagine ufficiale della della 37esima edizione della Settimana internazionale della critica (SIC)

"Il suo essere 'radicalmente queer' non si deve a una mera questione di quote" chiarisce la presidente del Sindacato nazionale critici cinematografici italiani (Sncci) Cristiana Paternò. "Non ne facciamo un discorso di quote, anche perché pare il discorso 'binario' maschile e femminile sia superato, siamo oltre: i film sono stati scelti perché belli" dice Paternò. Sui sette film in gara nel concorso principale, quattro sono a tema 'queer': da "Anhell69" di Theo Montoya, ambientato nella comunità LGBTQ di Medellin, dove nonostante la violenza "si sogna e si desidera" anche attraverso il cinema, a "Eismayer" dell'austriaco David Wagner, un soldier movie a tematica gay, protagonista un temuto vice tenente dell'esercito austriaco che, folgorato da un soldato, deve decidere se superare la paura del coming out che potrebbe rovinargli la carriera o continuare a vivere un'esistenza fatta di emozioni represse.
Il poster di "Anhell69" di Theo Montoya

Il poster di "Anhell69" di Theo Montoya

Il serbo "Have You Seen This Woman?" di Dušan Zorić e Matija Gluščević, è per la direttrice della SIC il film "più incredibilmente spiazzante di tutta la selezione", offrendo "tre declinazioni di un possibile femminile" dove il corpo è "politico nel suo essere 'non conforme', alla conquista dello schermo e di uno suo spazio nel mondo". Di identità mutanti parla il tedesco "Skin Deep" di Alex Schaad, thriller psicologico-filosofico con "atmosfere alla Midsommar" e riflessione trans-genere sulle leggi dell’attrazione attraverso i corpi.
Un'immagine del film "Queens" di Yasmine Benkiran

Un'immagine del film "Queens" di Yasmine Benkiran

Ad alto tasso queer anche il film d'apertura, fuori concorso: "Three Nights a Week", pellicola ambientata nel dietro le quinte del mondo delle drag queen parigine e diretta dal regista Florent Gouelou, al suo primo lungometraggio. La chiusura del fuori concorso, invece, è affidata al marocchino "Queens" di Yasmine Benkiran, road-movie femminista con al centro tre donne in fuga dalla polizia, un "inno alle eroine cinematografiche di tutti i tempi" dice Fiorentino. Raccontano e sviscerano il tema della fluidità anche i cortometraggi della sezione Sic@Sic, a partire dal corto d'apertura (fuori concorso) "Pinned Into a Dress" di Gianluca Matarrese e Guillaume Thomas: è la storia di un ragazzino, cresciuto silenziosamente queer in una famiglia disastrata, che diventerà poi una famosa drag queen.

L'italiano in concorso

Una scena di "Margini" di Niccolò Falsetti

Una scena di "Margini" di Niccolò Falsetti

L'unico lungometraggio italiano in concorso alla Sic 2022 è "Margini" di Niccolò Falsetti, un "colpo di fulmine" per Fiorentino, commedia punk ambientata nella provincia toscana, descritta nella sua ambivalente natura: da un lato un "piccolo nido che ti culla", dall’altro "un anaconda, a un certo punto ti accorgi che ti sta soffocando". Nel film, incentrato su una band di ventenni che non riesce a sfondare, anche un cameo vocale del fumettista Zerocalcare.