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Il regista iraniano Fariborz Kamkari: "Vedo sgretolarsi il regime per mano delle donne"

Lo sceneggiatore di origine curda ha presentato il suo docu-film "Kurdubun: essere curdo" al Terra di Siena Film Festival

di RICCARDO BRUNI -
30 settembre 2022
Fariborz Kamkari 1

Fariborz Kamkari 1

Il grande cinema internazionale fa tappa al Terra di Siena Film Festival, giunto alla 26esima edizione e in corso nella cittadina toscana dal 27 settembre fino a domenica 2 ottobre. Le proiezioni si svolgono al cinema Pendola, tra omaggi e film in concorso. Un evento speciale si è svolto mercoledì 28, alle 9, quando in occasione delle matinée pensate per le scuole è stato proposto agli studenti il film documentario "Kurdubun: essere curdo" di Fariborz Kamkari, che sabato 1 ottobre riceverà il premio stabilito dalla giuria sul palco del Teatro dei Rozzi, durante il gran gala che si aprirà alle 19.30.

Di cosa parla "Kurdubun: essere curdo"

Fariborz Kamkari

Fariborz Kamkari è stato premiato al Teatro dei Rozzi dalla giuria del festival cinematografico di Siena

Regista e sceneggiatore iraniano, di origine curda, il suo film è un documentario basato sul diario visivo della giornalista curda Berfin Kar, che racconta l’assedio e l’occupazione della città di Cizre da parte dell’esercito turco. È stata lei nel 2018 a contattare il regista per proporgli di montare in un film il suo materiale. "Ho visto i primi venti minuti di quelle sessanta ore di girato – racconta Kamkari – e ho accettato subito. Ho montato il film raccontando non solo l’assedio, ma cercando di fornire una visione sulla vicenda curda. Ho trovato molte somiglianze tra quegli eventi e la mia esperienza personale a Sna, nel Kurdistan iraniano, 38 anni fa, quando l'esercito iraniano ha attaccato la città l'ha bombardata per più di trenta giorni".

Il romanzo "Ritorno in Iran" e le proteste nel Paese

Proprio in questo periodo, Kamkari è impegnato anche nella promozione del suo romanzo "Ritorno in Iran" (La nave di Teseo), la storia di un regista teatrale che vive in Italia ma che ritorna nel suo paese di origine, l’ Iran, dopo ventisette anni, per la morta della madre. "La vicenda – racconta l’autore – è l’intreccio di tre racconti reali, tre vite, tra cui la mia. Per il protagonista il ritorno in Iran è un viaggio verso il suo passato, per affrontare gli eventi che hanno bloccato la sua vita". E su quanto sta accadendo adesso in Iran non ha dubbi: "È una rivoluzione delle donne, contro un sistema estremamente maschilista. Gli uomini hanno disegnato una legge per togliere alle donne ogni diritto e ridurle al ruolo di mogli e madri, dentro casa. Ma le donne iraniane non lo hanno mai accettato e hanno sempre sfidato il regime. Oggi sono loro a guidare questo movimento. Bruciando il velo, bruciano la bandiera di quel regime. Perché quella è la sua identità. Ce ne sono state altre di rivolte, in passato, ma mai così unite in tutto il Paese. Non so quanto durerà ancora e quanto sangue sarà versato, ma da osservatore attento vedo un grande cambiamento in atto. Vedo sgretolarsi quel regime".