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Home » HP Trio » Sabrina Ferilli a Sanremo: “Inclusione e gender gap. Temi importanti, non ne parlerò”

Sabrina Ferilli a Sanremo: “Inclusione e gender gap. Temi importanti, non ne parlerò”

Il bellissimo 'non' monologo dell'attrice romana sul palco dell'Ariston per l'ultima serata del Festival ha fatto sia ridere sia riflettere: "La vera bellezza di noi donne? La libertà"

Giovanni Bogani
5 Febbraio 2022
Sabrina Ferilli

Sabrina Ferilli, 57 anni, co-conduttrice durante la serata fina le del Festival di Sanremo 2022

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Per il gran finale di Sanremo, ci sarà Sabrina Ferilli stasera sul palco, insieme ad Amadeus. Compito mica facile, dopo gli ascolti record di ieri, che ha toccato numeri che non si vedevano da trent’anni, per la serata delle cover. E dopo la performance di Drusilla Foer, che giovedì ha catalizzato l’attenzione di tutti.

Sabrina Ferilli
Sabrina Ferilli, 57 anni, co-conduttrice durante la serata fina le del Festival di Sanremo 2022
Il bellissimo NON monologo di Sabrina Ferilli che  ha fatto sia ridere sia riflettere
“Sono stati due anni molto duri, monologhi ce ne siamo fatti anche tanti, molti temi anche fra i più belli sono stati già toccati dalle mie bravissime colleghe. E allora mi sono messa a pensare che cosa avrei potuto dire. Ho pensato che avrei potuto parlare di famiglie, di donne che fanno tanto, hanno i figli, lavorano, educano, una roba articolata, ma io figli non ce li ho, sono un’attrice avviata, c’ho pure un marito benestante, perché devo andare sulle palle a loro. Avrei potuto parlare di uomini che hanno troppo potere ancora, decidono per le donne, occupano tutti i livelli della gerarchia lavorativa: allora, ho pensato, chiedo se posso far fare un monologo agli uomini che comandano, non mi sembrava il caso.
La bellezza? Quella più profonda, quella interiore, delle imperfezioni fisiche, ma io sono quattro giorni che magno radici per entrare in questo vestito, non avrei avuto credibilità. La bellezza càpita, è vero, ma ce se lavora pure parecchio. Allor avrei potuto parlare di amori, quelli asfissianti, delle dipendenze amorose, mi sembrava interessante, ma poi ho pensato che Amadeus ha il profilo social di coppia, se non sono dipendenze quelle.
L’inclusione è un tema molto importante, ma io ho rispetto delle competenze altrui e credo sia giusto che ognuno parli di quello che sa. E poi mi sono chiesta, ma perché la mia presenza qui deve essere legata a un problema? Non basto io?”

Le aspettative

Lei, presentandosi in conferenza stampa stamattina, accortamente gioca al ribasso: “Complimenti a tutti per ieri, poi stasera noi non faremo un c***”, dice. “Stasera sarà lunga, faremo dei corsi di sopravvivenza, daremo dei popcorn. Io tutt’al più ci sarò sul finale, per dire chi ha vinto. Sono felice di essere qui, di rivedere persone con cui ho iniziato la mia carriera”.

Sabrina Ferilli, terza volta al Festival di Sanremo

Per lei è la terza volta al festival: nel 1996, aveva condotto Sanremo insieme a Pippo Baudo e a Valeria Mazza. Nel 2012 era stata ospite della quarta serata, con l’allora padrone di casa Gianni Morandi. In conferenza stampa, Sabrina Ferilli si presenta con un maglione bianco con tagli che lasciano le spalle nude, gonna gialla e un ampio foulard – ideale – di ironia. “Non ho mai avuto niente, nemmeno un dolorino in vita mia: tutto d’un tratto a Natale mi si blocca il collo, mi dicono che è cervicale, mi riempiono di cortisone. In quel frangente mi chiama Lucio Presta per dirmi: ‘Lo faresti il Festival?’. E io gli dico subito di sì. Poi mi viene il dubbio di essermelo inventata, di averlo sognato, drogata di cortisone”. Poi abbraccia Amadeus, e ironizza anche sul distanziamento sociale, che a Sanremo è saltato in diverse occasioni: “E vabbè, ci contageremo tutti, tanto è finito ‘sto festival, no? Ci porteranno tutti in una caserma diroccata e ci chiuderanno là, con la scritta Sanremo 2022”. Fra le canzoni di Sanremo che hanno segnato la sua vita, cita Loretta Goggi: “Maledetta primavera”.

Sabrina Ferilli, 57 anni, co-conduttrice della finale di Sanremo 2022

La regina della comicità: “Parolacce? Magari qualcuna la dirò”

E quando parla dei cantanti in gara, lo humour esce ancora una volta fuori: “Ma Morandi è ancora vivo? Perché lo hanno fatto esibire alle due di notte. Va tutto bene, sì? Vi siete informati?”. “Condurre Sanremo? Ma assolutamente no!”, dice. “Mi piace fare l’attrice. Anche qualche divagazione, d’accordo, ma presentare è un’altra cosa. Non mi piace la confusione di ruoli di questo periodo, la trovo pericolosa: ognuno deve fare il suo, e migliorarsi nel suo”. In realtà, Sabrina Ferilli aveva condotto – con ottimi risultati – un programma televisivo in prima serata, ‘La bella e la bestia’ insieme a Lucio Dalla. Aveva ospitato, nelle cinque puntate del programma, Gianni Morandi e Renato Zero, Carlo Verdone e Zucchero. Si era scatenata in monologhi e aveva anche cantato in duetto con Lucio Dalla. Tutte le qualità per essere un’ottima conduttrice ha dimostrato di possederle ampiamente. Ma torniamo al presente, a quello che succederà fra poche ore, pochi minuti. “Le parolacce? Chissà, magari qualcuna la dirò, la trasmissione dura tanto, è impossibile non colorire qualche momento con una battuta o un’esclamazione. Per chi fa questo mestiere, Sanremo è un momento straordinario, l’adrenalina va a mille, l’emozione gioca tanto. Ci sono anche dei rischi”. E i rischi, in fondo, non le hanno mai fatto paura.

Dagli esordi al successo: la carriera di Sabrina Ferilli

La ragazza di Fiano Romano, figlia di un dirigente del Pci, aveva il cinema in mente fin dall’inizio. Ma al Centro sperimentale di Roma, che prende solo pochissimi allievi ogni anno, non riuscì a entrare. Niente paura: iniziò con piccoli ruoli, fino a farsi notare in ‘Americano rosso’ di Alessandro D’Alatri, nel 1991. Poi un ruolo da protagonista con Paolo Virzì in ‘La bella vita’, al fianco di Massimo Ghini, e film con Ricky Tognazzi, con Alessandro Benvenuti – ‘Ritorno a casa Gori’ – con Francesco Nuti, senza disdegnare le commedie pop, quelle che fanno incetta di incassi, da ‘Christmas in Love’ a ‘Natale a New York’ a ‘Natale a Beverly Hills’. Un’altra svolta d’autore con ‘La grande bellezza‘ di Paolo Sorrentino, il film che riporta l’Italia alla ribalta internazionale e alla vittoria dell’Oscar come migliore film straniero nel 2013. E nel mezzo, tanta televisione: bravissima nella miniserie ‘Come l’America’ dei fratelli Andrea e Antonio Frazzi. Ma bravissima sempre. Come dimostrano i premi ricevuti: sei Nastri d’argento, un Globo d’oro, tre premi Flaiano come migliore interprete televisiva, due premi Sacher, sei Ciak d’oro, solo per citarne alcuni.

 

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Un post condiviso da Sabrina Ferilli (@sabrina.ferilli.ufficiale)

“La vera bellezza delle donne è la libertà”

Divertente, libera, capace di trovare il lato comico anche nei momenti ad alta tensione, come poche ore prima della serata finale dell’evento televisivo più atteso dell’anno. Del resto, Sabrina Ferilli è sempre stata una donna libera, forte, coerente, senza nessuna paura di esprimere le sue idee. Politicamente, è sempre stata progressista, al fianco delle battaglie delle donne, critica verso i suoi compagni di ideali: “Dopo la vittoria della destra populista a marzo 2018, il Pd e la sinistra avrebbero dovuto capire che cosa era accaduto e correggersi”, ha dichiarato. E all’indomani del film ‘Io e lei’, che raccontava con grande delicatezza una storia d’amore fra donne, diceva: “L’Italia è un Paese che lascia per strada tutti, figuriamoci le minoranze. Girando il film ho capito che persino le definizioni ‘omosessuale’ e ‘eterosessuale’ sono sbagliate. Usiamo termini come ‘omo-sentimentali’ e ‘etero-sentimentali’, perché non bisogna mai mettere il sesso al centro dei nostri pensieri e delle nostre scelte. Il sesso divide: quello che unisce è la complicità, l’affetto, la solidarietà. Le unioni civili vanno riconosciute, su questo non c’è dubbio”. Durante una rassegna a Napoli, Sabrina ha aggiunto: “La vera bellezza delle donne è la libertà, la loro emancipazione. Tante donne lottano, ciascuna a suo modo. Si vince con l’unione, la solidarietà, il gruppo: una voce si può anche non ascoltare, ma migliaia di voci non possono essere ignorate. Vorrei, in generale, che ci fosse più partecipazione della gente alla vita pubblica: meno social e più attiva”. Ha parlato anche del valore dell’arte e della cultura. “Non c’è bisogno di fare tanti studi: l’approccio con la cultura può avvenire in tanti modi. Ci sono tante possibilità per capire e per farsi un’opinione libera. Per me la bellezza è questa: la libertà mentale”.

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  • Numerosi attori e musicisti di alto profilo si sono recati in Ucraina da quando è scoppiata la guerra con la Russia nel febbraio 2022. L’ultimo in ordine di tempo è stato l’attore britannico Orlando Bloom, che ieri ha visitato un centro per bambini e ha incontrato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky a Kiev.

“Non mi sarei mai aspettato che la guerra si sarebbe intensificata in tutto il Paese da quando sono stato lì”, ha detto Bloom su Instagram, “Ma oggi ho avuto la fortuna di ascoltare le risate dei bambini in un centro del programma Spilno sostenuto dall’Unicef, uno spazio sicuro, caldo e accogliente dove i bambini possono giocare, imparare e ricevere supporto psicosociale”.

Bloom è un ambasciatore di buona volontà per l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’infanzia (Unicef). Il centro di Splino, che è uno dei tanti in Ucraina, offre sostegno ai bambini sfollati e alle loro famiglie, con più di mezzo milione di bambini che ne hanno visitato uno nell’ultimo anno.

La star hollywoodiana ha poi incontrato il presidente Zelensky, con cui ha trattato temi tra cui il ritorno dei bambini ucraini deportati in Russia, la creazione di rifugi antiatomici negli istituti scolastici e il supporto tecnico per l’apprendimento a distanza nelle aree in cui è impossibile studiare offline a causa della guerra. L’attore britannico aveva scritto ieri su Instagram, al suo arrivo a Kiev, che i «bambini in Ucraina hanno bisogno di riavere la loro infanzia».

#lucelanazione #lucenews #zelensky #orlandobloom
  • “La vita che stavo conducendo mi rendeva particolarmente infelice e se all’inizio ero entrata in terapia perché volevo accettare il fatto che mi dovessi nascondere, ho avuto poi un’evoluzione e questo percorso è diventato di accettazione di me stessa."

✨Un sorriso contagioso, la spensieratezza dei vent’anni e la bellezza di chi si piace e non può che riflettere quella luce anche al di fuori. La si potrebbe definire una Mulan nostrana Carlotta Bertotti, 23 anni, una ragazza torinese come tante, salvo che ha qualcosa di speciale. E non stiamo parlano del Nevo di Ota che occupa metà del suo volto. Ecco però spiegato un primo punto di contatto con Mulan: l’Oriente, dove è più diffusa (insieme all’Africa) quell’alterazione di natura benigna della pigmentazione della cute intorno alla zona degli occhi (spesso anche la sclera si presenta scura). Quella che appare come una chiazza grigio-bluastra su un lato del volto (rarissimi i casi bilaterali), colpisce prevalentemente persone di sesso femminile e le etnie asiatiche (1 su 200 persone in Giappone), può essere presente alla nascita o apparire durante la pubertà. E come la principessa Disney “fin da piccola ho sempre sentito la pressione di dover salvare tutto, ma forse in realtà dovevo solo salvare me stessa. Però non mi piace stare troppo alle regole, sono ribelle come lei”.

🗣Cosa diresti a una ragazza che ha una macchia come la tua e ti chiede come riuscire a conviverci?�
“Che sono profondamente fiera della persona che vedo riflessa allo specchio tutto i giorni e sono arrivata a questa fierezza dopo che ho scoperto e ho accettato tutti i miei lati, sia positivi che negativi. È molto autoreferenziale, quindi invece se dovessi dare un consiglio è quello che alla fine della fiera il giudizio altrui è momentaneo e tutto passa. L’unica persona che resta e con cui devi convivere tutta la vita sei tu, quindi le vere battaglie sono quelle con te stessa, quelle che vale la pena combattere”.

L’intervista a cura di Marianna Grazi �✍ 𝘓𝘪𝘯𝘬 𝘪𝘯 𝘣𝘪𝘰

#lucenews #lucelanazione #carlottabertotti #nevodiota
  • La salute mentale al centro del podcast di Alessia Lanza. Come si supera l’ansia sociale? Quanto è difficile fare coming out? Vado dallo psicologo? Come trovo la mia strada? La popolare influencer, una delle creator più note e amate del web con 1,4 milioni di followers su Instagram e 3,9 milioni su TikTok, Alessia Lanza debutta con “Mille Pare”, il suo primo podcast in cui affronta, in dieci puntate, una “para” diversa e cerca di esorcizzare le sue fragilità e, di riflesso, quelle dei suoi coetanei.

“Ho deciso di fare questo podcast per svariati motivi: io sono arrivata fin qui anche grazie alla mia immagine, ma questa volta vorrei che le persone mi ascoltassero e basta. Quando ho cominciato a raccontare le mie fragilità un sacco di persone mi hanno detto ‘Anche io ho quella para lì!’. Perciò dico parliamone, perché in un mondo in cui sembra che dobbiamo farcela da soli, io credo nel potere della condivisione”.

#lucenews #lucelanazione #millepare #alessialanza #podcast
  • Si è laureata in Antropologia, Religioni e Civiltà Orientali indossando un abito tradizionale Crow, tribù della sua famiglia adottiva in Montana. Eppure Raffaella Milandri è italianissima e ha conseguito il titolo nella storica università Alma Mater di Bologna, lo scorso 17 marzo. 

La scrittrice e giornalista nel 2010 è diventata membro adottivo della famiglia di nativi americani Black Eagle. Da quel momento quella che era una semplice passione per i popoli indigeni si è focalizzata sullo studio degli aborigeni Usa e sulla divulgazione della loro cultura.

Un titolo di studio specifico, quello conseguito dalla Milandri, “Che ho ritenuto oltremodo necessario per coronare la mia attività di studiosa e attivista per i diritti dei Nativi Americani e per i Popoli Indigeni. La prima forma pacifica di attivismo è divulgare la cultura nativa”. L’abito indossato durante cerimonia di laurea appartiene alla tribù della sua famiglia adottiva. Usanza che è stata istituzionalizzata solo dal 2017 in Montana, Stato d’origine del suo popolo, quando è stata approvata una legge (la SB 319) che permette ai nativi e loro familiari di laurearsi con il “tribal regalia“. 

In virtù di questa norma, il Segretario della Crow Nation, Levi Black Eagle, a maggio 2022 ha ricordato la possibilità di indossare l’abito tradizionale Crow in queste occasioni e così Milandri ha chiesto alla famiglia d’adozione se anche lei, in quanto membro acquisito della tribù, avrebbe potuto indossarlo in occasione della sua discussione.

La scrittrice, ricordando il momento della laurea a Bologna, racconta che è stata “Una grandissima emozione e un onore poter rappresentare la Crow Nation e la mia famiglia adottiva. Ho dedicato la mia laurea in primis alle vittime dei collegi indiani, istituti scolastici, perlopiù a gestione cattolica, di stampo assimilazionista. Le stesse vittime per le quali Papa Francesco, lo scorso luglio, si è recato in Canada in viaggio penitenziale a chiedere scusa  Ho molto approfondito questo tema controverso e presto sarà pubblicato un mio studio sull’argomento dalla Mauna Kea Edizioni”.

#lucenews #raffaellamilandri #antropologia
Per il gran finale di Sanremo, ci sarà Sabrina Ferilli stasera sul palco, insieme ad Amadeus. Compito mica facile, dopo gli ascolti record di ieri, che ha toccato numeri che non si vedevano da trent’anni, per la serata delle cover. E dopo la performance di Drusilla Foer, che giovedì ha catalizzato l’attenzione di tutti.
Sabrina Ferilli
Sabrina Ferilli, 57 anni, co-conduttrice durante la serata fina le del Festival di Sanremo 2022
Il bellissimo NON monologo di Sabrina Ferilli che  ha fatto sia ridere sia riflettere
"Sono stati due anni molto duri, monologhi ce ne siamo fatti anche tanti, molti temi anche fra i più belli sono stati già toccati dalle mie bravissime colleghe. E allora mi sono messa a pensare che cosa avrei potuto dire. Ho pensato che avrei potuto parlare di famiglie, di donne che fanno tanto, hanno i figli, lavorano, educano, una roba articolata, ma io figli non ce li ho, sono un'attrice avviata, c'ho pure un marito benestante, perché devo andare sulle palle a loro. Avrei potuto parlare di uomini che hanno troppo potere ancora, decidono per le donne, occupano tutti i livelli della gerarchia lavorativa: allora, ho pensato, chiedo se posso far fare un monologo agli uomini che comandano, non mi sembrava il caso.
La bellezza? Quella più profonda, quella interiore, delle imperfezioni fisiche, ma io sono quattro giorni che magno radici per entrare in questo vestito, non avrei avuto credibilità. La bellezza càpita, è vero, ma ce se lavora pure parecchio. Allor avrei potuto parlare di amori, quelli asfissianti, delle dipendenze amorose, mi sembrava interessante, ma poi ho pensato che Amadeus ha il profilo social di coppia, se non sono dipendenze quelle.
L'inclusione è un tema molto importante, ma io ho rispetto delle competenze altrui e credo sia giusto che ognuno parli di quello che sa. E poi mi sono chiesta, ma perché la mia presenza qui deve essere legata a un problema? Non basto io?"

Le aspettative

Lei, presentandosi in conferenza stampa stamattina, accortamente gioca al ribasso: "Complimenti a tutti per ieri, poi stasera noi non faremo un c***", dice. "Stasera sarà lunga, faremo dei corsi di sopravvivenza, daremo dei popcorn. Io tutt’al più ci sarò sul finale, per dire chi ha vinto. Sono felice di essere qui, di rivedere persone con cui ho iniziato la mia carriera".

Sabrina Ferilli, terza volta al Festival di Sanremo

Per lei è la terza volta al festival: nel 1996, aveva condotto Sanremo insieme a Pippo Baudo e a Valeria Mazza. Nel 2012 era stata ospite della quarta serata, con l’allora padrone di casa Gianni Morandi. In conferenza stampa, Sabrina Ferilli si presenta con un maglione bianco con tagli che lasciano le spalle nude, gonna gialla e un ampio foulard – ideale – di ironia. "Non ho mai avuto niente, nemmeno un dolorino in vita mia: tutto d’un tratto a Natale mi si blocca il collo, mi dicono che è cervicale, mi riempiono di cortisone. In quel frangente mi chiama Lucio Presta per dirmi: ‘Lo faresti il Festival?’. E io gli dico subito di sì. Poi mi viene il dubbio di essermelo inventata, di averlo sognato, drogata di cortisone". Poi abbraccia Amadeus, e ironizza anche sul distanziamento sociale, che a Sanremo è saltato in diverse occasioni: "E vabbè, ci contageremo tutti, tanto è finito ‘sto festival, no? Ci porteranno tutti in una caserma diroccata e ci chiuderanno là, con la scritta Sanremo 2022". Fra le canzoni di Sanremo che hanno segnato la sua vita, cita Loretta Goggi: "Maledetta primavera".
Sabrina Ferilli, 57 anni, co-conduttrice della finale di Sanremo 2022

La regina della comicità: "Parolacce? Magari qualcuna la dirò"

E quando parla dei cantanti in gara, lo humour esce ancora una volta fuori: "Ma Morandi è ancora vivo? Perché lo hanno fatto esibire alle due di notte. Va tutto bene, sì? Vi siete informati?". "Condurre Sanremo? Ma assolutamente no!", dice. "Mi piace fare l’attrice. Anche qualche divagazione, d’accordo, ma presentare è un’altra cosa. Non mi piace la confusione di ruoli di questo periodo, la trovo pericolosa: ognuno deve fare il suo, e migliorarsi nel suo". In realtà, Sabrina Ferilli aveva condotto – con ottimi risultati – un programma televisivo in prima serata, 'La bella e la bestia' insieme a Lucio Dalla. Aveva ospitato, nelle cinque puntate del programma, Gianni Morandi e Renato Zero, Carlo Verdone e Zucchero. Si era scatenata in monologhi e aveva anche cantato in duetto con Lucio Dalla. Tutte le qualità per essere un’ottima conduttrice ha dimostrato di possederle ampiamente. Ma torniamo al presente, a quello che succederà fra poche ore, pochi minuti. "Le parolacce? Chissà, magari qualcuna la dirò, la trasmissione dura tanto, è impossibile non colorire qualche momento con una battuta o un’esclamazione. Per chi fa questo mestiere, Sanremo è un momento straordinario, l’adrenalina va a mille, l’emozione gioca tanto. Ci sono anche dei rischi". E i rischi, in fondo, non le hanno mai fatto paura.

Dagli esordi al successo: la carriera di Sabrina Ferilli

La ragazza di Fiano Romano, figlia di un dirigente del Pci, aveva il cinema in mente fin dall’inizio. Ma al Centro sperimentale di Roma, che prende solo pochissimi allievi ogni anno, non riuscì a entrare. Niente paura: iniziò con piccoli ruoli, fino a farsi notare in 'Americano rosso' di Alessandro D’Alatri, nel 1991. Poi un ruolo da protagonista con Paolo Virzì in 'La bella vita', al fianco di Massimo Ghini, e film con Ricky Tognazzi, con Alessandro Benvenuti – 'Ritorno a casa Gori' – con Francesco Nuti, senza disdegnare le commedie pop, quelle che fanno incetta di incassi, da 'Christmas in Love' a 'Natale a New York' a 'Natale a Beverly Hills'. Un’altra svolta d’autore con 'La grande bellezza' di Paolo Sorrentino, il film che riporta l’Italia alla ribalta internazionale e alla vittoria dell’Oscar come migliore film straniero nel 2013. E nel mezzo, tanta televisione: bravissima nella miniserie 'Come l’America' dei fratelli Andrea e Antonio Frazzi. Ma bravissima sempre. Come dimostrano i premi ricevuti: sei Nastri d’argento, un Globo d’oro, tre premi Flaiano come migliore interprete televisiva, due premi Sacher, sei Ciak d’oro, solo per citarne alcuni.
 
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Un post condiviso da Sabrina Ferilli (@sabrina.ferilli.ufficiale)

"La vera bellezza delle donne è la libertà"

Divertente, libera, capace di trovare il lato comico anche nei momenti ad alta tensione, come poche ore prima della serata finale dell’evento televisivo più atteso dell’anno. Del resto, Sabrina Ferilli è sempre stata una donna libera, forte, coerente, senza nessuna paura di esprimere le sue idee. Politicamente, è sempre stata progressista, al fianco delle battaglie delle donne, critica verso i suoi compagni di ideali: "Dopo la vittoria della destra populista a marzo 2018, il Pd e la sinistra avrebbero dovuto capire che cosa era accaduto e correggersi", ha dichiarato. E all’indomani del film 'Io e lei', che raccontava con grande delicatezza una storia d’amore fra donne, diceva: "L’Italia è un Paese che lascia per strada tutti, figuriamoci le minoranze. Girando il film ho capito che persino le definizioni ‘omosessuale’ e ‘eterosessuale’ sono sbagliate. Usiamo termini come ‘omo-sentimentali’ e ‘etero-sentimentali’, perché non bisogna mai mettere il sesso al centro dei nostri pensieri e delle nostre scelte. Il sesso divide: quello che unisce è la complicità, l’affetto, la solidarietà. Le unioni civili vanno riconosciute, su questo non c’è dubbio". Durante una rassegna a Napoli, Sabrina ha aggiunto: "La vera bellezza delle donne è la libertà, la loro emancipazione. Tante donne lottano, ciascuna a suo modo. Si vince con l’unione, la solidarietà, il gruppo: una voce si può anche non ascoltare, ma migliaia di voci non possono essere ignorate. Vorrei, in generale, che ci fosse più partecipazione della gente alla vita pubblica: meno social e più attiva". Ha parlato anche del valore dell’arte e della cultura. "Non c’è bisogno di fare tanti studi: l’approccio con la cultura può avvenire in tanti modi. Ci sono tante possibilità per capire e per farsi un’opinione libera. Per me la bellezza è questa: la libertà mentale".
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