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Home » HP Trio » Save The Children: “Per il futuro dei giovani dobbiamo rendere ‘Impossibile 2022’ possibile”

Save The Children: “Per il futuro dei giovani dobbiamo rendere ‘Impossibile 2022’ possibile”

In programma a Roma dal 19 al 22 maggio, l'evento dell'organizzazione accende i riflettori sugli interventi necessari per appianare le disuguaglianze che si sono create o aggravate durante la pandemia in materia di diritti di neonati e ragazzi

Domenico Guarino
19 Maggio 2022
natalità-in-italia

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impossibile-2022
“Impossibile 2022”, promosso da Save The Children, sarà a Roma dal 19 al 22 maggio

Meno di 4000 mila nuovi nati in un anno solo; 1,4 milioni di bambini in condizioni di povertà assoluta (massimo assoluto dal 2005 ovvero da quando si registra questo dato), la povertà educativa, e, come se non bastasse, in 6 regioni i giovani senza impiego e accesso alla formazione (NEET) hanno sorpassato i coetanei con un lavoro. È il quadro tinte non proprio rosee dell’infanzia e dell’adolescenza italiana tracciato da Save the Children nel confronto di apertura di ‘Impossibile 2022’, in corso a Roma dal 19 al 22 maggio, per la promozione di uno spazio di confronto sui diritti delle bambine, dei bambini e degli adolescenti, con l’obiettivo di condividere proposte e interventi concreti per superare le disuguaglianze che la pandemia ha generato o aggravato.

Una corsa ad ostacoli che parte dalla nascita

Sono meno di 400mila i nuovi nati nel 2021, un minimo storico che conferma il trend negativo del nostro Paese

“La corsa ad ostacoli per i bambini inizia appena nati, pone barriere più alte nei territori maggiormente svantaggiati e continua durante il percorso di crescita” denuncia l’associazione. Solo il 14,7%, infatti, usufruisce di asili nido o servizi integrativi finanziati dai Comuni, e la spesa media pro capite sotto i 3 anni si ferma a 906 euro, con forti disparità nella forbice che va da Trento (2.481) alla Calabria (149). Passando alla scuola primaria, si scopre che nel centro-nord il 45% dei bambini può beneficiare del tempo pieno, un’opportunità che manca invece all’85% dei bambini al sud. “Se a Milano tempo pieno e mensa scolastica sono un’esperienza ordinaria per il 95% dei bambini, a Palermo è un’eccezione assoluta visto che riguarda solo il 6% dei bambini” sottolinea Save the Children.

E ancora, al sud, il 16,3% dei giovani ha lasciato prematuramente gli studi nel 2021, ma va detto che la dispersione scolastica in Italia raggiunge comunque la percentuale mostre del 12,7%. Mentre, nel caso delle ragazze, “la qualità del percorso scolastico di chi prosegue gli studi, è penalizzato dagli stereotipi di genere che limitano al 22% sul totale delle iscritte all’Università il numero di quelle che scelgono corsi scientifici, e le materie STEM continuano ad essere percepite dalle ragazze come “poco adatte” a loro, sebbene, secondo una recente ricerca Ipsos per Save the Children, appassionino e incuriosiscano il 54% delle adolescenti a scuola”.

I Neet alla prova del futuro

Lo chef Borghese ammette di essere alla perenne ricerca di collaboratori ma di faticare a trovare nuovi profili da inserire: i ristoranti sono tornati a lavorare ma manca il personale
I Neet in Italia sono più di 2 milioni, di cui oltre il 23% di età compresa tra i 15 e i 29 anni

Per quanto riguarda i NEET, in Italia abbiamo il numero più alto in Europa, più di 2 milioni di cui il 23,1% nella fascia di età 15-29 anni. In 6 Regioni italiane si è già verificato il sorpasso rispetto ai giovani inseriti nel mondo del lavoro. In regioni come Sicilia, Campania, Calabria e Puglia per 2 giovani occupati ce ne sono altri 3 che non lavorano e non studiano, a livello nazionale, tra i giovani occupati e i NEET vi è uno scarto di soli 8 punti percentuali.

“Di fronte a questo scenario, la strada da imboccare è una sola, quella di fare ogni sforzo possibile per investire bene, e con una priorità sull’infanzia, le risorse economiche straordinarie disponibili con il PNRR, per agire dove serve di più e colmare concretamente le disuguaglianze che producono queste condizioni. Gli errori da evitare sono quelli di investire in prevalenza su territori più “attrezzati” e più pronti a rispondere e gestire i bandi, vanificare l’efficacia delle spese basandole su dati superati e incompleti che non rappresentano gli aspetti cruciali e i reali bisogni dei bambini, programmare “a canne d’organo” senza creare invece alleanze mirate tra soggetti istituzionali, mondo privato e terzo settore. Abbiamo bisogno di un salto di qualità che consenta alla spesa pubblica di essere volano anche per gli investimenti privati e per il pieno coinvolgimento dei saperi e delle energie del terzo settore, attorno ad un obiettivo comune” conclude StC.

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  • Sono tre, per il momento, gli istituti superiori che si sono candidati ad accogliere Nina Rosa Sorrentino, la studentessa disabile di 19 anni che non può sostenere la maturità al liceo Sabin di Bologna (indirizzo Scienze umane) e che i genitori hanno per questo motivo ritirato da scuola.

La storia è nota: la studentessa ha cominciato il suo percorso di studi nel liceo di via Matteotti seguendo il programma differenziato. Già al terzo anno i genitori avevano chiesto di passare al programma degli obiettivi minimi che si può concludere con l’Esame di Stato, mentre quello differenziato ha solo la "certificazione delle competenze".

Il Consiglio di classe aveva respinto la richiesta della famiglia, anche perché passare agli obiettivi minimi avrebbe implicato esami integrativi. Da qui la decisione della famiglia, avvenuta giusto una settimana fa, di ritirare Nina da scuola – esattamente un giorno prima che i giorni di frequenza potessero essere tali da farle comunque ottenere la "certificazione delle competenze" – in modo tale che possa provare a sostenere la Maturità in un altro istituto del capoluogo emiliano.

Sulla storia di Nina, ieri, è tornata anche la ministra per la Disabilità, Alessandra Locatelli, che alla Camera ha risposto, durante il question time, a una domanda sulle iniziative volte a garantire l’inclusione sociale e lavorativa delle persone con sindrome di Down presentata dal capogruppo di FdI, Tommaso Foti.

"C’è ancora un po’ di strada da fare se una ragazza con la sindrome di Down non viene ammessa all’esame di maturità – ha detto la ministra –. Se non si è stati in grado di usare tutte le strategie possibili e l’accomodamento ragionevole, come previsto dalla Convenzione Onu per i diritti delle persone disabili che in Italia è legge; se non si è stati in grado di valorizzare i punti di forza dei ragazzi che non chiedono di essere promossi automaticamente ma di avere un’occasione e un’opportunità."

#lucenews #lucelanazione #ninasorentino #disabilityinclusion #bologna
  • “Ho fatto la storia”. Con queste parole Alex Roca Campillo ha postato sul suo account Twitter il video degli ultimi, emozionanti, metri della maratona di Barcellona.

Ed effettivamente un record Alex l’ha scritto: è la prima persona al mondo con una disabilità al 76 per cento a riuscire a percorrere la distanza di 42 km e 195 metri.
Alex ha concluso la sua gara in 5 ore 50 minuti e 51 secondi, ma il cronometro in questa situazione è passato decisamente in secondo piano. “tutto questo è stato possibile grazie alle mia squadra. Grazie a tutti quelli che dal bordo della strada mi hanno spinto fino al traguardo. Non ho parole”.

#lucenews #alexrocacampillo #maratonadibarcellona #barcellona
  • In Uganda dirsi gay potrà costare l’ergastolo. Il Parlamento dell’Uganda ha appena approvato una legge che propone nuove e severe sanzioni per le relazioni tra persone dello stesso sesso. Al termine di una sessione molto movimentata e caotica, la speaker del Parlamento Annet Anita Among, dopo il voto finale ha detto: “È stata approvata a tempo record”. La legge, che passa ora nelle mani del presidente Yoweri Museveni, che potrà scegliere se porre il veto o firmarla, propone nuove e molto dure sanzioni per le relazioni omosessuali in un Paese in cui l’omosessualità è già illegale.

La versione finale non è ancora stata pubblicata ufficialmente, ma gli elementi discussi in Parlamento includono che una persona condannata per adescamento o traffico di bambini allo scopo di coinvolgerli in attività omosessuali, rischia l’ergastolo; individui o istituzioni che sostengono o finanziano attività o organizzazioni per i diritti Lgbt, oppure pubblicano, trasmettono e distribuiscono materiale mediatico e testuale a favore degli omosessuali, rischiano di essere perseguiti e incarcerati. 

“Questa proposta di legge – ha detto Asuman Basalirwa, membro del Parlamento che l’ha presentata – è stata concepita per proteggere la nostra cultura, i valori legali, religiosi e familiari tradizionali degli ugandesi e gli atti che possono promuovere la promiscuità sessuale in questo Paese”. Il parlamentare ha poi aggiunto: “Mira anche a proteggere i nostri bambini e giovani che sono resi vulnerabili agli abusi sessuali attraverso l’omosessualità e gli atti correlati”.

Secondo la legge amici, familiari e membri della comunità avrebbero il dovere di denunciare alle autorità le persone omosessuali. Nello stesso disegno di legge, tra l’altro, si introduce la pena di morte per chi abusa dei bambini o delle persone vulnerabili. 

#lucenews #lucelanazione #uganda #lgbtrights
  • Un’altra pagina di storia del calcio femminile è stata scritta. Non tanto per il risultato della partita ma per il record di spettatori presenti. All’Olimpico di Roma andava in scena il match di andata dei quarti di finale di Champions League tra Roma e Barcellona quando si è stabilito un nuovo record: sono state 39.454 infatti le persone che hanno incoraggiato le ragazze fin dal primo minuto superando il precedente di 39.027 stabilito in Juventus-Fiorentina del 24 marzo 2019.

Era l’andata dei quarti di finale che la Roma ha raggiunto alla sua prima partecipazione alla Champions League, ottenuta grazie al secondo posto nell’ultimo campionato. Il Barcellona, campione di Spagna e d’Europa due anni fa, era favorito e in campo lo ha dimostrato, soprattutto nel primo tempo, riuscendo a vincere 1-0. La squadra di casa è stata tenuta a galla dalle parate di Ceasar, migliore in campo, ma ha provato a impensierire la corazzata spagnola nella ripresa dove più a volte ha sfiorato la rete con le conclusioni di Haavi, Giacinti e Giugliano, il primo “numero 10” a giocare all’Olimpico per la Roma dopo il ritiro di Francesco Totti.

✍ Edoardo Martini

#lucenews #lucelanazione #calciofemminile #championsleague
impossibile-2022
"Impossibile 2022", promosso da Save The Children, sarà a Roma dal 19 al 22 maggio
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Sono meno di 400mila i nuovi nati nel 2021, un minimo storico che conferma il trend negativo del nostro Paese
“La corsa ad ostacoli per i bambini inizia appena nati, pone barriere più alte nei territori maggiormente svantaggiati e continua durante il percorso di crescita” denuncia l’associazione. Solo il 14,7%, infatti, usufruisce di asili nido o servizi integrativi finanziati dai Comuni, e la spesa media pro capite sotto i 3 anni si ferma a 906 euro, con forti disparità nella forbice che va da Trento (2.481) alla Calabria (149). Passando alla scuola primaria, si scopre che nel centro-nord il 45% dei bambini può beneficiare del tempo pieno, un’opportunità che manca invece all’85% dei bambini al sud. “Se a Milano tempo pieno e mensa scolastica sono un’esperienza ordinaria per il 95% dei bambini, a Palermo è un’eccezione assoluta visto che riguarda solo il 6% dei bambini” sottolinea Save the Children. E ancora, al sud, il 16,3% dei giovani ha lasciato prematuramente gli studi nel 2021, ma va detto che la dispersione scolastica in Italia raggiunge comunque la percentuale mostre del 12,7%. Mentre, nel caso delle ragazze, “la qualità del percorso scolastico di chi prosegue gli studi, è penalizzato dagli stereotipi di genere che limitano al 22% sul totale delle iscritte all’Università il numero di quelle che scelgono corsi scientifici, e le materie STEM continuano ad essere percepite dalle ragazze come “poco adatte” a loro, sebbene, secondo una recente ricerca Ipsos per Save the Children, appassionino e incuriosiscano il 54% delle adolescenti a scuola”.

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Per quanto riguarda i NEET, in Italia abbiamo il numero più alto in Europa, più di 2 milioni di cui il 23,1% nella fascia di età 15-29 anni. In 6 Regioni italiane si è già verificato il sorpasso rispetto ai giovani inseriti nel mondo del lavoro. In regioni come Sicilia, Campania, Calabria e Puglia per 2 giovani occupati ce ne sono altri 3 che non lavorano e non studiano, a livello nazionale, tra i giovani occupati e i NEET vi è uno scarto di soli 8 punti percentuali. “Di fronte a questo scenario, la strada da imboccare è una sola, quella di fare ogni sforzo possibile per investire bene, e con una priorità sull’infanzia, le risorse economiche straordinarie disponibili con il PNRR, per agire dove serve di più e colmare concretamente le disuguaglianze che producono queste condizioni. Gli errori da evitare sono quelli di investire in prevalenza su territori più “attrezzati” e più pronti a rispondere e gestire i bandi, vanificare l’efficacia delle spese basandole su dati superati e incompleti che non rappresentano gli aspetti cruciali e i reali bisogni dei bambini, programmare “a canne d’organo” senza creare invece alleanze mirate tra soggetti istituzionali, mondo privato e terzo settore. Abbiamo bisogno di un salto di qualità che consenta alla spesa pubblica di essere volano anche per gli investimenti privati e per il pieno coinvolgimento dei saperi e delle energie del terzo settore, attorno ad un obiettivo comune” conclude StC.
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