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Home » HP Trio » Siti porno vietati ai minori: la Gran Bretagna studia la nuova misura per la sicurezza online

Siti porno vietati ai minori: la Gran Bretagna studia la nuova misura per la sicurezza online

La misura, contenuta nell'Online Safety Bill, prevede che le piattaforme introducano metodi di certificazione della maggiore età. Ma le associazioni denunciano possibili problemi con la privacy degli utenti

Camilla Prato
16 Febbraio 2022
Governo Gran Bretagna siti hard

Il Governo britannico vorrebbe introdurre il divieto per i minori di accedere ai siti porno

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In Regno Unito si vorrebbe vietare ai minorenni di accedere ai siti porno. Con a proposta di legge “Online Safety Bill” il governo di Boris Johnson vuole affrontare il delicato tema della sicurezza sul web, prevedendo, tra le altre cose, di richiedere una verifica dell’età per l’accesso a siti e portali che contengono video (o altri materiali multimediali) sessualmente espliciti. Sia per gli utenti minori di 18 anni, sia per i maggiorenni diventerebbe dunque molto più complesso navigare tra le onde del ‘piacere online’. Anche perché il disegno di legge non si occupa solo di questo, ma in generale punta a rivedere, dalla base, il modo in cui gli inglesi fruiscono di pressoché qualunque sito.

Molto più di un banner

Sui siti e portali pornografici si trovano banner che richiedono agli utenti di dichiarare la maggiore età, ma sono facilmente aggirabili

Il nuovo tentativo legislativo arriva a tre anni di distanza dal precedente, che era fallito a causa di alcuni problemi di privacy relativi alle tecnologie usate per verificare l’età degli utenti. Basti pensare, ed è una cosa che non riguarda solo la Gran Bretagna, a quanto sia facile, per i minori, aggirare il vincolo: basta un click e l’età diventa improvvisamente quella giusta per accedere al sito pornografico, in barba alle frasi – ormai parodiche – e ai banner che chiedono agli utenti se questi hanno compiuto di 18 anni. Per questo le stesse piattaforme studiano da tempo misure più efficaci, per assicurarsi, attraverso magari concreti metodi di conferma, che i più giovani non si interfaccino al materiale in questione. E ora anche il governo inglese si dichiara nuovamente pronto a fare i conti con questa sfida.

Il disegno di legge

Il ministro del digitale inglese dichiara: “Il nostro obiettivo è di rendere Internet un posto sicuro per i bambini”

Già in partenza, senza conoscere i dettagli specifici, la procedura appare tutt’altro che semplice. Almeno rispetto alle anticipazioni trapelate sul provvedimento: per accedere ai vari siti hard, secondo le nuove direttive, non basterà più un solo disclaimer nella homepage prima dell’accesso in cui l’utente deve dichiarare di essere maggiorenne, ma serviranno dei metodi concreti per certificare la veridicità della dichiarazione. Quali? Un documento d’identità o la carta di credito.
Chris Philp, ministro per il Digitale, ha infatti garantito una maggiore severità nell’accesso a portali hard: “I genitori devono poter essere sicuri del fatto che i propri bambini siano protetti dal vedere contenuti che non dovrebbero essere adatti a loro. Stiamo adesso rafforzando il disegno di legge sulla sicurezza online – Online safety bill – in modo che questo si applichi a tutti i siti porno, al fine di conseguire il nostro obiettivo di rendere Internet un posto sicuro per i bambini“.
In Gran Bretagna, al momento, la dichiarazione ‘rafforzata’ della maggiore età è prevista solo per accedere a una piattaforma come OnlyFans, che però offre contenuti a pagamento e dunque richiede di default l’autenticazione attraverso una carta di credito. L’intenzione dell’esecutivo inglese è ora quella di estendere il requisito anche ai portali che erano e sono ad accesso gratuito. Insomma il porno rimarrebbe sì gratis, ma solo chi ha una carta di credito – ed è quindi maggiorenne – potrebbe accedervi, pur non dovendo pagare nulla.

Multe salate e sospensione

I metodi per la verifica dell’età degli utenti potrebbero essere il documento d’identità o la carta di credito

Se i portali e i siti web pornografici non dovessero conformarsi a queste nuove indicazioni sull’accesso potrebbero arrivare a pagare fino al 10% del loro fatturato oppure essere puniti con la sospensione dell’erogazione dei servizi. Una decisione – ancora ipotetica, ribadiamolo – del governo che ha scatenato diverse critiche: secondo molte associazioni, infatti, le autorità britanniche prima di decidere ‘la pena’ dovrebbero prima garantire che dalla certificazione dell’età non si arrivi a desumere dati sul comportamento degli utenti e sulla visualizzazione dei portali pornografici. L’esecutivo, però, sostiene che la scelta del metodo della verifica potrebbe essere effettuata dalle aziende stesse che gestiscono i portali.

Le criticità

Tuttavia è proprio questo aspetto di ‘metodi di conferma’ a mettere in evidenza le maggiori perplessità sulla nuova misura legislativa, in particolare quando si parla di privacy delle persone: si può chiedere a una società privata – come previsto dalla bozza della legge sull’accesso siti hard Gran Bretagna – di chiedere un documento d’identità o una carta di credito a fini di verifica? Ecco riapparire insomma quegli stessi problemi del 2019, quando si era già provato a introdurre la disciplina della verifica dell’età per l’accesso ai siti hard.

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Instagram

  • Numerosi attori e musicisti di alto profilo si sono recati in Ucraina da quando è scoppiata la guerra con la Russia nel febbraio 2022. L’ultimo in ordine di tempo è stato l’attore britannico Orlando Bloom, che ieri ha visitato un centro per bambini e ha incontrato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky a Kiev.

“Non mi sarei mai aspettato che la guerra si sarebbe intensificata in tutto il Paese da quando sono stato lì”, ha detto Bloom su Instagram, “Ma oggi ho avuto la fortuna di ascoltare le risate dei bambini in un centro del programma Spilno sostenuto dall’Unicef, uno spazio sicuro, caldo e accogliente dove i bambini possono giocare, imparare e ricevere supporto psicosociale”.

Bloom è un ambasciatore di buona volontà per l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’infanzia (Unicef). Il centro di Splino, che è uno dei tanti in Ucraina, offre sostegno ai bambini sfollati e alle loro famiglie, con più di mezzo milione di bambini che ne hanno visitato uno nell’ultimo anno.

La star hollywoodiana ha poi incontrato il presidente Zelensky, con cui ha trattato temi tra cui il ritorno dei bambini ucraini deportati in Russia, la creazione di rifugi antiatomici negli istituti scolastici e il supporto tecnico per l’apprendimento a distanza nelle aree in cui è impossibile studiare offline a causa della guerra. L’attore britannico aveva scritto ieri su Instagram, al suo arrivo a Kiev, che i «bambini in Ucraina hanno bisogno di riavere la loro infanzia».

#lucelanazione #lucenews #zelensky #orlandobloom
  • “La vita che stavo conducendo mi rendeva particolarmente infelice e se all’inizio ero entrata in terapia perché volevo accettare il fatto che mi dovessi nascondere, ho avuto poi un’evoluzione e questo percorso è diventato di accettazione di me stessa."

✨Un sorriso contagioso, la spensieratezza dei vent’anni e la bellezza di chi si piace e non può che riflettere quella luce anche al di fuori. La si potrebbe definire una Mulan nostrana Carlotta Bertotti, 23 anni, una ragazza torinese come tante, salvo che ha qualcosa di speciale. E non stiamo parlano del Nevo di Ota che occupa metà del suo volto. Ecco però spiegato un primo punto di contatto con Mulan: l’Oriente, dove è più diffusa (insieme all’Africa) quell’alterazione di natura benigna della pigmentazione della cute intorno alla zona degli occhi (spesso anche la sclera si presenta scura). Quella che appare come una chiazza grigio-bluastra su un lato del volto (rarissimi i casi bilaterali), colpisce prevalentemente persone di sesso femminile e le etnie asiatiche (1 su 200 persone in Giappone), può essere presente alla nascita o apparire durante la pubertà. E come la principessa Disney “fin da piccola ho sempre sentito la pressione di dover salvare tutto, ma forse in realtà dovevo solo salvare me stessa. Però non mi piace stare troppo alle regole, sono ribelle come lei”.

🗣Cosa diresti a una ragazza che ha una macchia come la tua e ti chiede come riuscire a conviverci?�
“Che sono profondamente fiera della persona che vedo riflessa allo specchio tutto i giorni e sono arrivata a questa fierezza dopo che ho scoperto e ho accettato tutti i miei lati, sia positivi che negativi. È molto autoreferenziale, quindi invece se dovessi dare un consiglio è quello che alla fine della fiera il giudizio altrui è momentaneo e tutto passa. L’unica persona che resta e con cui devi convivere tutta la vita sei tu, quindi le vere battaglie sono quelle con te stessa, quelle che vale la pena combattere”.

L’intervista a cura di Marianna Grazi �✍ 𝘓𝘪𝘯𝘬 𝘪𝘯 𝘣𝘪𝘰

#lucenews #lucelanazione #carlottabertotti #nevodiota
  • La salute mentale al centro del podcast di Alessia Lanza. Come si supera l’ansia sociale? Quanto è difficile fare coming out? Vado dallo psicologo? Come trovo la mia strada? La popolare influencer, una delle creator più note e amate del web con 1,4 milioni di followers su Instagram e 3,9 milioni su TikTok, Alessia Lanza debutta con “Mille Pare”, il suo primo podcast in cui affronta, in dieci puntate, una “para” diversa e cerca di esorcizzare le sue fragilità e, di riflesso, quelle dei suoi coetanei.

“Ho deciso di fare questo podcast per svariati motivi: io sono arrivata fin qui anche grazie alla mia immagine, ma questa volta vorrei che le persone mi ascoltassero e basta. Quando ho cominciato a raccontare le mie fragilità un sacco di persone mi hanno detto ‘Anche io ho quella para lì!’. Perciò dico parliamone, perché in un mondo in cui sembra che dobbiamo farcela da soli, io credo nel potere della condivisione”.

#lucenews #lucelanazione #millepare #alessialanza #podcast
  • Si è laureata in Antropologia, Religioni e Civiltà Orientali indossando un abito tradizionale Crow, tribù della sua famiglia adottiva in Montana. Eppure Raffaella Milandri è italianissima e ha conseguito il titolo nella storica università Alma Mater di Bologna, lo scorso 17 marzo. 

La scrittrice e giornalista nel 2010 è diventata membro adottivo della famiglia di nativi americani Black Eagle. Da quel momento quella che era una semplice passione per i popoli indigeni si è focalizzata sullo studio degli aborigeni Usa e sulla divulgazione della loro cultura.

Un titolo di studio specifico, quello conseguito dalla Milandri, “Che ho ritenuto oltremodo necessario per coronare la mia attività di studiosa e attivista per i diritti dei Nativi Americani e per i Popoli Indigeni. La prima forma pacifica di attivismo è divulgare la cultura nativa”. L’abito indossato durante cerimonia di laurea appartiene alla tribù della sua famiglia adottiva. Usanza che è stata istituzionalizzata solo dal 2017 in Montana, Stato d’origine del suo popolo, quando è stata approvata una legge (la SB 319) che permette ai nativi e loro familiari di laurearsi con il “tribal regalia“. 

In virtù di questa norma, il Segretario della Crow Nation, Levi Black Eagle, a maggio 2022 ha ricordato la possibilità di indossare l’abito tradizionale Crow in queste occasioni e così Milandri ha chiesto alla famiglia d’adozione se anche lei, in quanto membro acquisito della tribù, avrebbe potuto indossarlo in occasione della sua discussione.

La scrittrice, ricordando il momento della laurea a Bologna, racconta che è stata “Una grandissima emozione e un onore poter rappresentare la Crow Nation e la mia famiglia adottiva. Ho dedicato la mia laurea in primis alle vittime dei collegi indiani, istituti scolastici, perlopiù a gestione cattolica, di stampo assimilazionista. Le stesse vittime per le quali Papa Francesco, lo scorso luglio, si è recato in Canada in viaggio penitenziale a chiedere scusa  Ho molto approfondito questo tema controverso e presto sarà pubblicato un mio studio sull’argomento dalla Mauna Kea Edizioni”.

#lucenews #raffaellamilandri #antropologia
In Regno Unito si vorrebbe vietare ai minorenni di accedere ai siti porno. Con a proposta di legge “Online Safety Bill” il governo di Boris Johnson vuole affrontare il delicato tema della sicurezza sul web, prevedendo, tra le altre cose, di richiedere una verifica dell’età per l’accesso a siti e portali che contengono video (o altri materiali multimediali) sessualmente espliciti. Sia per gli utenti minori di 18 anni, sia per i maggiorenni diventerebbe dunque molto più complesso navigare tra le onde del 'piacere online'. Anche perché il disegno di legge non si occupa solo di questo, ma in generale punta a rivedere, dalla base, il modo in cui gli inglesi fruiscono di pressoché qualunque sito.

Molto più di un banner

Sui siti e portali pornografici si trovano banner che richiedono agli utenti di dichiarare la maggiore età, ma sono facilmente aggirabili
Il nuovo tentativo legislativo arriva a tre anni di distanza dal precedente, che era fallito a causa di alcuni problemi di privacy relativi alle tecnologie usate per verificare l’età degli utenti. Basti pensare, ed è una cosa che non riguarda solo la Gran Bretagna, a quanto sia facile, per i minori, aggirare il vincolo: basta un click e l'età diventa improvvisamente quella giusta per accedere al sito pornografico, in barba alle frasi – ormai parodiche – e ai banner che chiedono agli utenti se questi hanno compiuto di 18 anni. Per questo le stesse piattaforme studiano da tempo misure più efficaci, per assicurarsi, attraverso magari concreti metodi di conferma, che i più giovani non si interfaccino al materiale in questione. E ora anche il governo inglese si dichiara nuovamente pronto a fare i conti con questa sfida.

Il disegno di legge

Il ministro del digitale inglese dichiara: "Il nostro obiettivo è di rendere Internet un posto sicuro per i bambini"
Già in partenza, senza conoscere i dettagli specifici, la procedura appare tutt'altro che semplice. Almeno rispetto alle anticipazioni trapelate sul provvedimento: per accedere ai vari siti hard, secondo le nuove direttive, non basterà più un solo disclaimer nella homepage prima dell’accesso in cui l'utente deve dichiarare di essere maggiorenne, ma serviranno dei metodi concreti per certificare la veridicità della dichiarazione. Quali? Un documento d'identità o la carta di credito. Chris Philp, ministro per il Digitale, ha infatti garantito una maggiore severità nell’accesso a portali hard: "I genitori devono poter essere sicuri del fatto che i propri bambini siano protetti dal vedere contenuti che non dovrebbero essere adatti a loro. Stiamo adesso rafforzando il disegno di legge sulla sicurezza online – Online safety bill – in modo che questo si applichi a tutti i siti porno, al fine di conseguire il nostro obiettivo di rendere Internet un posto sicuro per i bambini". In Gran Bretagna, al momento, la dichiarazione 'rafforzata' della maggiore età è prevista solo per accedere a una piattaforma come OnlyFans, che però offre contenuti a pagamento e dunque richiede di default l’autenticazione attraverso una carta di credito. L’intenzione dell'esecutivo inglese è ora quella di estendere il requisito anche ai portali che erano e sono ad accesso gratuito. Insomma il porno rimarrebbe sì gratis, ma solo chi ha una carta di credito – ed è quindi maggiorenne – potrebbe accedervi, pur non dovendo pagare nulla.

Multe salate e sospensione

I metodi per la verifica dell'età degli utenti potrebbero essere il documento d'identità o la carta di credito
Se i portali e i siti web pornografici non dovessero conformarsi a queste nuove indicazioni sull’accesso potrebbero arrivare a pagare fino al 10% del loro fatturato oppure essere puniti con la sospensione dell’erogazione dei servizi. Una decisione – ancora ipotetica, ribadiamolo – del governo che ha scatenato diverse critiche: secondo molte associazioni, infatti, le autorità britanniche prima di decidere 'la pena' dovrebbero prima garantire che dalla certificazione dell’età non si arrivi a desumere dati sul comportamento degli utenti e sulla visualizzazione dei portali pornografici. L'esecutivo, però, sostiene che la scelta del metodo della verifica potrebbe essere effettuata dalle aziende stesse che gestiscono i portali.

Le criticità

Tuttavia è proprio questo aspetto di 'metodi di conferma' a mettere in evidenza le maggiori perplessità sulla nuova misura legislativa, in particolare quando si parla di privacy delle persone: si può chiedere a una società privata – come previsto dalla bozza della legge sull’accesso siti hard Gran Bretagna – di chiedere un documento d’identità o una carta di credito a fini di verifica? Ecco riapparire insomma quegli stessi problemi del 2019, quando si era già provato a introdurre la disciplina della verifica dell’età per l’accesso ai siti hard.
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