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Home » HP Trio » “Sono sorda, chiudo il mio negozio perché con le mascherine non riesco a leggere il labiale”

“Sono sorda, chiudo il mio negozio perché con le mascherine non riesco a leggere il labiale”

Cremona, la signora Maria Rosa Ziglioli, 58 anni, non può più a tenere aperto il suo negozio di biancheria 'Per Filo e Per Sogno': "Ho perso l'udito a 38 anni. Per colpa delle mascherine non sono più in grado di comprendere i miei clienti, devo chiudere"

Remy Morandi
31 Gennaio 2022
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“Sono sorda e non riesco a leggere il labiale dei clienti a causa delle mascherina, per questo devo chiudere il mio negozio”. La vita di tutti noi è diventata più difficile per colpa della pandemia da Covid-19, ma ci sono persone che sono state veramente messe in ginocchio. Come la signora Maria Rosa Ziglioli, 58 anni, costretta a chiudere il suo negozio di biancheria a Cremona, perché, sorda dall’età di 38 anni, non riesce più a leggere il labiale dei clienti per colpa delle mascherine.

Maria Rosa Ziglioli, racconta la titolare del negozio di biancheria a Cremona “Per Filo e Per Sogno” con un post su Facebook, è sorda dall’età di 38 anni. Da 20 anni porta le protesi acustiche che le consentono di comunicare senza problemi con i suoi tanti clienti cremonesi, per i quali il suo negozio è diventato un punto di riferimento della città. Da quando ha perso l’udito “la mia vita è cambiata – commenta la signora Ziglioli su Facebook – ma diciamo che sono stata brava ad accettarla e modificarla”. E infatti, “come tutte le persone sorde, oltre agli apparecchi ho imparato a leggere il labiale e così sono riuscita a rendere la mia vita lavorativa e sociale abbastanza normale!”

Poi però arriva la pandemia. I lockdown, le restrizioni, le mascherine. E tutto cambia per la signora Maria Rosa Ziglioli. “Dal 17 maggio del 2020 – ricorda la titolare – arriva l’obbligo di mascherine negli ambienti lavorativi e qui cominciano i problemi miei e di tante altre persone sorde!”. Le difficoltà e soprattutto le paure prendono sempre più piede. “Paura di non capire, e infatti non comprendo se non al 50% – aggiunge la signora Ziglioli -. Paura di essere derisa, e gli episodi non sono mancati. Paura di… evito di proseguire”.

Le difficoltà sono tante, troppe per poter andare avanti. Ed ecco che arriva la decisione della titolare di abbassare per sempre le serrande del negozio: “Se fosse stato per il mio stato d’animo avrei chiuso a dicembre del 2021, ma la mia correttezza verso tutte le aziende con le quali ho lavorato per tanti anni ho deciso per ottobre 2022″, fa sapere Maria Rosa.

I clienti del negozio sono rimasti profondamente dispiaciuti della chiusura in arrivo. “L’hanno presa male – racconta la titolare a Cremonaoggi – nel senso che è una cosa che sicuramente non si aspettavano. Tutti già si immaginavano e parlavano del fatto che non sarei potuta andare avanti fino a 70 anni per colpa delle mie problematiche, però pensavano che sarei andata avanti”. E invece la pandemia e l’obbligo di mascherine al chiuso ha definitivamente segnato le sorti del suo “Per Filo e per Sogno”.

Moltissime le condivisioni e i commenti su Facebook al post della signora Maria Rosa Ziglioli. “Mi spiace molto per il tuo stato d’animo che posso comprendere. Bisognerebbe essere più comprensivi e avere quel briciolo di umanità verso chi più di altri ha delle difficoltà, soprattutto in questo periodo infelice. Ma purtroppo l’egoismo e l’indifferenza ormai la fanno da padroni”, commenta una signora. “Rosa, in tanti anni mi hai sempre consigliato negli acquisti con grande professionalità. Sii orgogliosa di te stessa”, aggiunge una cliente del negozio. “Sei un grande esempio per tutti, un’imprenditrice seria e appassionata che ha regalato alle sue clienti sempre il massimo della qualità! Certo Cremona perde un servizio più unico che raro. Ti auguro ogni bene per il futuro”, scrive un’altra cliente della signora Ziglioli.

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Instagram

  • «Era terribile durante il fascismo essere transessuale. Mi picchiavano e mi facevano fare delle cose schifose. Mi imbrattavano con il catrame e mi hanno rasato. Ho preso le botte dai fascisti perché mi ero atteggiato a donna e per loro questo era inconcepibile».

È morta a quasi 99 anni Lucy Salani, attivista nota come l’unica persona trans italiana sopravvissuta ai campi di concentramento nazisti.

#lucenews #lucysalani #dachau
  • È morta a quasi 99 anni Lucy Salani, attivista nota come l
  • Elaheh Tavakolian, l’iraniana diventata uno dei simboli della lotta nel suo Paese, è arrivata in Italia. Nella puntata del 21 marzo de “Le Iene”, tra i servizi del programma di Italia 1, c’è anche la storia della giovane donna, ferita a un occhio dalla polizia durante le proteste in Iran. Nella puntata andata in onda la scorsa settimana, l’inviata de “Le Iene” aveva incontrato la donna in Turchia, durante la sua fuga disperata dall’Iran, dove ormai era troppo pericoloso vivere. 

“Ho molta paura. Vi prego, qui potrebbero uccidermi” raccontava l’attivista a Roberta Rei. Già in quell’occasione, Elaheh Tavakolian era apparsa con una benda sull’occhio, a causa di una grave ferita causatale da un proiettile sparato dalle forze dell’ordine iraniane durante le manifestazioni a cui ha preso parte dopo la morte di Mahsa Amini.

Elaheh Tavakolian fa parte di quelle centinaia di iraniani che hanno subito gravi ferite agli occhi dopo essere stati colpiti da pallottole, lacrimogeni, proiettili di gomma o altri proiettili usati dalle forze di sicurezza durante le dure repressioni che vanno avanti ormai da oltre sei mesi. La ragazza, che ha conseguito un master in commercio internazionale e ora lavora come contabile, ha usato la sua pagina Instagram per rivelare che le forze di sicurezza della Repubblica islamica stavano deliberatamente prendendo di mira gli occhi dei manifestanti. 

✍ Barbara Berti

#lucenews #lucelanazione #ElahehTavakolian #iran #leiene
  • Ha 19 anni e vorrebbe solo sostenere la Maturità. Eppure alla richiesta della ragazza la scuola dice di no. Nina Rosa Sorrentino è nata con la sindrome di Down, e quel diritto che per tutte le altre studentesse e studenti è inviolabile per lei è invece un’utopia.

Il liceo a indirizzo Scienze Umane di Bologna non le darà la possibilità di diplomarsi con i suoi compagni e compagne, svolgendo le prove che inizieranno il prossimo 21 giugno. La giustificazione – o la scusa ridicola, come quelle denunciate da CoorDown nella giornata mondiale sulla sindrome di Down – dell’istituto per negarle questa possibilità è stata che “per lei sarebbe troppo stressante“.

Così Nina si è ritirata da scuola a meno di tre mesi dalla fine della quinta. Malgrado la sua famiglia, fin dall’inizio del triennio, avesse chiesto agli insegnanti di cambiare il Pei (piano educativo individualizzato) della figlia, passando dal programma differenziato per gli alunni certificati a quello personalizzato per obiettivi minimi o equipollenti, che prevede l’ammissione al vero e proprio esame di Maturità. Ma il liceo Sabin non ha assecondato la loro richiesta.

Francesca e Alessandro Sorrentino avevano trovato una sponda di supporto nel Ceps di Bologna (Centro emiliano problemi sociali per la Trisomia 21), in CoorDown e nei docenti di Scienze della Formazione dell’Alma Mater, che si sono detti tutti disponibili per realizzare un progetto-pilota per la giovane studentessa e la sua classe. Poi, all’inizio di marzo, la doccia fredda: è arrivato il no definitivo da parte del consiglio di classe, preoccupato che per la ragazza la Maturità fosse un obiettivo troppo impegnativo e stressante, tanto da generare “senso di frustrazione“, come ha scritto la dirigente del liceo nella lettera che sancisce l’epilogo di questa storia tutt’altro che inclusiva.

“Il perché è quello che ci tormenta – aggiungono i genitori –. Anche la neuropsichiatra concordava: Nina poteva e voleva provarci a fare l’esame. Non abbiamo mai chiesto le venisse regalato il diploma, ma che le fosse data la possibilità di provarci”.

#lucenews #lucelanazione #disabilityinclusion #giornatamondialedellasindromedidown
“Sono sorda e non riesco a leggere il labiale dei clienti a causa delle mascherina, per questo devo chiudere il mio negozio”. La vita di tutti noi è diventata più difficile per colpa della pandemia da Covid-19, ma ci sono persone che sono state veramente messe in ginocchio. Come la signora Maria Rosa Ziglioli, 58 anni, costretta a chiudere il suo negozio di biancheria a Cremona, perché, sorda dall’età di 38 anni, non riesce più a leggere il labiale dei clienti per colpa delle mascherine. Maria Rosa Ziglioli, racconta la titolare del negozio di biancheria a Cremona "Per Filo e Per Sogno" con un post su Facebook, è sorda dall’età di 38 anni. Da 20 anni porta le protesi acustiche che le consentono di comunicare senza problemi con i suoi tanti clienti cremonesi, per i quali il suo negozio è diventato un punto di riferimento della città. Da quando ha perso l’udito “la mia vita è cambiata – commenta la signora Ziglioli su Facebook – ma diciamo che sono stata brava ad accettarla e modificarla”. E infatti, “come tutte le persone sorde, oltre agli apparecchi ho imparato a leggere il labiale e così sono riuscita a rendere la mia vita lavorativa e sociale abbastanza normale!" Poi però arriva la pandemia. I lockdown, le restrizioni, le mascherine. E tutto cambia per la signora Maria Rosa Ziglioli. "Dal 17 maggio del 2020 - ricorda la titolare - arriva l'obbligo di mascherine negli ambienti lavorativi e qui cominciano i problemi miei e di tante altre persone sorde!". Le difficoltà e soprattutto le paure prendono sempre più piede. "Paura di non capire, e infatti non comprendo se non al 50% - aggiunge la signora Ziglioli -. Paura di essere derisa, e gli episodi non sono mancati. Paura di... evito di proseguire". Le difficoltà sono tante, troppe per poter andare avanti. Ed ecco che arriva la decisione della titolare di abbassare per sempre le serrande del negozio: "Se fosse stato per il mio stato d'animo avrei chiuso a dicembre del 2021, ma la mia correttezza verso tutte le aziende con le quali ho lavorato per tanti anni ho deciso per ottobre 2022", fa sapere Maria Rosa. I clienti del negozio sono rimasti profondamente dispiaciuti della chiusura in arrivo. "L'hanno presa male - racconta la titolare a Cremonaoggi - nel senso che è una cosa che sicuramente non si aspettavano. Tutti già si immaginavano e parlavano del fatto che non sarei potuta andare avanti fino a 70 anni per colpa delle mie problematiche, però pensavano che sarei andata avanti". E invece la pandemia e l'obbligo di mascherine al chiuso ha definitivamente segnato le sorti del suo "Per Filo e per Sogno". Moltissime le condivisioni e i commenti su Facebook al post della signora Maria Rosa Ziglioli. "Mi spiace molto per il tuo stato d'animo che posso comprendere. Bisognerebbe essere più comprensivi e avere quel briciolo di umanità verso chi più di altri ha delle difficoltà, soprattutto in questo periodo infelice. Ma purtroppo l'egoismo e l'indifferenza ormai la fanno da padroni", commenta una signora. "Rosa, in tanti anni mi hai sempre consigliato negli acquisti con grande professionalità. Sii orgogliosa di te stessa", aggiunge una cliente del negozio. "Sei un grande esempio per tutti, un'imprenditrice seria e appassionata che ha regalato alle sue clienti sempre il massimo della qualità! Certo Cremona perde un servizio più unico che raro. Ti auguro ogni bene per il futuro", scrive un'altra cliente della signora Ziglioli.
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