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Home » Attualità » Uccisa dal marito per gelosia. In paese una cassetta per denunciare le violenze sulle donne

Uccisa dal marito per gelosia. In paese una cassetta per denunciare le violenze sulle donne

L'assessore alle pari opportunità di Somma Vesuviana ha annunciato l'iniziativa durante il flash mob di protesta dopo il delitto. L'assassino ha registrato col cellulare l'audio dell'aggressione mortale

Federico Martini
17 Luglio 2021
Carabinieri sul luogo dell' uccisione di Vincenza Tuorto, 63 anni,  a Somma Vesuviana ( Napoli) 16  luglio 2021
ANSA / CIRO FUSCO

Carabinieri sul luogo dell' uccisione di Vincenza Tuorto, 63 anni, a Somma Vesuviana ( Napoli) 16 luglio 2021 ANSA / CIRO FUSCO

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Una violenta lite nel parcheggio di un supermercato a Somma Vesuviana (Napoli) è sfociata in uxoricidio. Vincenza Tortora, 63 anni, è stata colpita a morte con un colpo di coltello dal marito Francesco Nunziata, di 70 anni, dopo una scenata di gelosia. Prima della donna l’aggressore ha ferito un fornitore del supermercato, un uomo di 46 anni, ritenendo intrattenesse una relazione con sua moglie. Nunziata fuggito dopo il delitto, si è costituito poco più tardi ai carabinieri. Le condizioni del ferito, che in un primo momento non destavano preoccupazioni, sono improvvisamente aggravate dopo il ricovero e versa in prognosi riservata. Particolare aggiacciante: Nunziata ha registrato con il cellulare l’audio del delitto: sua intenzione era infatti quella di affrontare l’uomo e la moglie, che riteneva amanti registrando la discussione in modo da ricavare prove della infedeltà della donna. In realtà, ha registrato i momenti concitati dell’uccisione della consorte e dell’ accoltellamento dell’uomo.

Un flash mob si è svolto all’indomani del delitto nel centro di Somma in memoria delle donen vittime di violenza. “Siamo qui per ricordare le donne che hanno subito violenza da uomini che pensavano fossero compagni di una vita e che invece hanno smesso di rispettarle ed onorarle per tutta la vita“ ha detto Luisa Cerciello, assessore alle pari opportunità del Comune di Somma Vesuviana durante il flash mod. “Oggi vogliamo dire a tutte le donne che noi ci siamo – ha aggiunto Cerciello – che possono denunciare. Io sono assessore donna e rivolgo un chiaro appello alle donne che subiscono violenze: denunciate. Da noi, in piazza c’è una cassetta dove è possibile imbucare le denunce in pieno anonimato“.

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  • Per una detenuta come Joy – nigeriana di 34 anni, arrestata nel 2014 per possesso di droga – uscire dal carcere significherà dover imparare a badare a se stessa. Lei che è lontana da casa e dalla famiglia, lei che non ha nessuno ad aspettarla. In carcere ha fatto il suo percorso, ha imparato tanto, ha sofferto di più. Ma ha anche conosciuto persone importanti, detenute come lei che sono diventate delle amiche. 

Mon solo. Nella Cooperativa sociale Gomito a Gomito, per esempio, ha trovato una seconda famiglia, un ambiente lavorativo che le ha offerto “opportunità che, se fossi stata fuori dal carcere, non avrei mai avuto”, come quella di imparare un mestiere e partecipare ad un percorso di riabilitazione sociale e personale verso l’indipendenza, anche economica.

Enrica Morandi, vice presidente e coordinatrice dei laboratori sartoriali del carcere di Rocco D’Amato (meglio noto ai bolognesi come “La Dozza”), si riferisce a lei chiamandola “la mia Joy”, perché dopo tanti anni di lavoro fianco a fianco ha imparato ad apprezzare questa giovane donna impegnata a ricostruire la propria vita: 

“Joy è extracomunitaria, nel nostro Paese non ha famiglia. Per lei sarà impossibile beneficiare degli sconti di pena su cui normalmente possono contare le detenute italiane, per buona condotta o per anni di reclusione maturati. Non è una questione di razzismo, è che esistono problemi logistici veri e propri, come il non sapere dove sistemare e a chi affidare queste ragazze, una volta lasciate le mura del penitenziario. Se una donna italiana ha ad attenderla qualcuno che si fa carico di ospitarla, Joy e altre come lei non hanno nessun cordone affettivo cui appigliarsi”.

L
  • Presidi psicologici, psicoterapeutici e di counselling per tutti gli studenti universitari e scolastici. Lo chiedono l’Udu, Unione degli universitari, e la Rete degli studenti medi nella proposta di legge ‘Chiedimi come sto’ consegnata a una delegazione di parlamentari nel corso di una conferenza stampa a Montecitorio.

La proposta è stata redatta secondo le conclusioni di una ricerca condotta da Spi-Cgil e Istituto Ires, che ha evidenziato come, su un campione di 50mila risposte, il 28 per cento abbia avuto esperienze di disturbi alimentari e oltre il 14 di autolesionismo.

“Nella nostra generazione è ancora forte lo stigma verso chi sta male ed è difficile chiedere aiuto - spiega Camilla Piredda, coordinatrice nazionale dell’Udu - l’interesse effettivo della politica si è palesato solo dopo il 15esimo suicidio di studenti universitari in un anno e mezzo. Ci sembra assurdo che la politica si interessi solamente dopo che si supera il limite, con persone che arrivano a scegliere di togliersi la vita.

Dall’altro lato, è positivo che negli ultimi mesi si sia deciso di chiedere a noi studenti come affrontare e come risolvere, il problema. Non è scontato e non è banale, perché siamo abituati a decenni in cui si parla di nuove generazioni senza parlare alle nuove generazioni”.

#luce #lucenews #università
  • La polemica politica riaccende i riflettori sulle madri detenute con i figli dopo la proposta di legge in merito alla detenzione in carcere delle donne in gravidanza: già presentata dal Pd nella scorsa legislatura, approvata in prima lettura al Senato, ma non alla Camera, prevedeva l’affido della madre e del minore a strutture protette, come le case famiglia, e vigilate. La dichiarata intenzione del centrodestra di rivedere il testo ha messo il Pd sul piede di guerra; alla fine di uno scontro molto acceso, i dem hanno ritirato il disegno di legge ma la Lega, quasi per ripicca, ne ha presentato uno nuovo, esattamente in linea con i desideri della maggioranza.

Lunedì non ci sarà quindi alcuna discussione alla Camera sul testo presentato da Debora Serracchiani nella scorsa legislatura, Tutto ripartirà da capo, con un nuovo testo, firmato da due esponenti del centrodestra: Jacopo Morrone e Ingrid Bisa.

“Questo (il testo Serracchini) era un testo che era già stato votato da un ramo del Parlamento, noi lo avevamo ripresentato per migliorare le condizioni delle detenute madri – ha spiegato ieri il dem Alessandro Zan – ma la maggioranza lo ha trasformato inserendovi norme che di fatto peggiorano le cose, consentendo addirittura alle donne incinte o con figli di meno di un anno di età di andare in carcere. Così non ha più senso, quindi ritiriamo le firme“.

Lo scontro tra le due fazioni è finito (anche) sui social media. "Sul tema delle borseggiatrici e ladre incinte occorre cambiare la visione affinché la gravidanza non sia una scusa“ sottolineano i due presentatori della proposta.

La proposta presentata prevede modifiche all’articolo 146 del codice penale in materia di rinvio obbligatorio dell’esecuzione della pena: “Se sussiste un concreto pericolo di commissione di ulteriori delitti – si legge nel testo presentato – il magistrato di sorveglianza può disporre che l’esecuzione della pena non sia differita, ovvero, se già differita, che il differimento sia revocato. Qualora la persona detenuta sia recidiva, l’esecuzione della pena avviene presso un istituto di custodia attenuata per detenute madri“.

#lucenews #madriincarcere
Una violenta lite nel parcheggio di un supermercato a Somma Vesuviana (Napoli) è sfociata in uxoricidio. Vincenza Tortora, 63 anni, è stata colpita a morte con un colpo di coltello dal marito Francesco Nunziata, di 70 anni, dopo una scenata di gelosia. Prima della donna l’aggressore ha ferito un fornitore del supermercato, un uomo di 46 anni, ritenendo intrattenesse una relazione con sua moglie. Nunziata fuggito dopo il delitto, si è costituito poco più tardi ai carabinieri. Le condizioni del ferito, che in un primo momento non destavano preoccupazioni, sono improvvisamente aggravate dopo il ricovero e versa in prognosi riservata. Particolare aggiacciante: Nunziata ha registrato con il cellulare l’audio del delitto: sua intenzione era infatti quella di affrontare l’uomo e la moglie, che riteneva amanti registrando la discussione in modo da ricavare prove della infedeltà della donna. In realtà, ha registrato i momenti concitati dell’uccisione della consorte e dell’ accoltellamento dell’uomo. Un flash mob si è svolto all’indomani del delitto nel centro di Somma in memoria delle donen vittime di violenza. “Siamo qui per ricordare le donne che hanno subito violenza da uomini che pensavano fossero compagni di una vita e che invece hanno smesso di rispettarle ed onorarle per tutta la vita“ ha detto Luisa Cerciello, assessore alle pari opportunità del Comune di Somma Vesuviana durante il flash mod. “Oggi vogliamo dire a tutte le donne che noi ci siamo - ha aggiunto Cerciello - che possono denunciare. Io sono assessore donna e rivolgo un chiaro appello alle donne che subiscono violenze: denunciate. Da noi, in piazza c’è una cassetta dove è possibile imbucare le denunce in pieno anonimato“.
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