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Home » HP Trio » Un abbraccio dopo trent’anni: Li Jingwei ritrova la sua famiglia grazie ad un disegno

Un abbraccio dopo trent’anni: Li Jingwei ritrova la sua famiglia grazie ad un disegno

Il ragazzo cinese era stato strappato dalle braccia della madre quando aveva appena quattro anni. Dopo una vita intera però, è successo il miracolo che in pochi avrebbero potuto aspettarsi

Francesco Lommi
4 Gennaio 2022
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Trent’anni fa, Li Jingwei aveva quattro anni quando un vicino lo rapì dal suo villaggio natale nella provincia cinese dello Yunnan e lo vendette a un trafficante di bambini. Oggi, divenuto adulto, Li è riuscito a riabbracciare la madre. E tutto questo non sarebbe potuto accadere senza l’ausilio della tecnologia.

“Sono un bambino che sta cercando di tornare a casa”, così Li si introduceva nel video postato su Douyin, app specifica per filmati. L’uomo ha in mano una mappa disegnata di suo pugno. Nel disegno, la rappresentazione del villaggio natale. La speranza del ragazzo cinese era che qualcuno potesse essere in grado di riconoscere quella cartina, rivelandogli il nome del suo villaggio.

Le immagini sono arrivate fino alla polizia postale cinese che è stata in grado si associare quel disegno ad un piccolo villaggio, nella provincia dello Yunnan, dove una donna tempo prima aveva denunciato la scomparsa del figlio.

Dopo il test del dna, la famiglia si è riunita sabato e le immagini sono davvero commoventi. Li Jingwei rimuove con cura la maschera del coronavirus di sua madre per esaminarle il viso prima di scoppiare in lacrime e abbracciarla. “Trentatré anni di attesa, innumerevoli notti a sognare e finalmente una mappa disegnata a mano dalla memoria”, ha scritto Li sul suo profilo Douyin. “Grazie a tutti coloro che mi hanno aiutato a ricongiungermi con la mia famiglia”.

Li era stato rapito vicino alla città sudoccidentale di Zhaotong nel 1989 e successivamente venduto a una famiglia che viveva a oltre 1.800 km di distanza, nel Guangdong. Dopo aver tentato senza successo di convincere i genitori adottivi a controllare i database del dna per rintracciare le sue origini, si è rivolto al web, diffondendo un video, condiviso migliaia di volte, in cui mostrava una “mappa della mia zona natale che ho disegnato a memoria”.

Non riuscendo a ricordare il nome del villaggio o il suo indirizzo, la ricostruzione di Li delle caratteristiche principali del villaggio, tra cui una scuola, una foresta di bambù e uno stagno, si sono rivelati dettagli cruciali per risalire al nome del paesino. “Conoscevo gli alberi, le pietre, le mucche e persino dove scorreva l’acqua”.

I rapimenti di bambini non sono rari in Cina, in una società che attribuisce grande valore all’avere un figlio. Molti vengono rapiti in giovane età e venduti ad altre famiglie, circa 20mila all’anno, secondo le stime. Nel 2021 ci sono stati numerosi casi di ricongiungimenti.

 

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  • "È passato un mese dall’incidente, e ogni giorno, penso costantemente a come le cose possano cambiare rapidamente e drasticamente, in un batter d’occhio, e in modi che non avrei mai potuto immaginare.”

Il protagonista di questa vicenda è Leonardo Lotto, studente aostano, che la mattina del 23 febbraio è rimasto vittima di un incidente in mare. Il ragazzo era a Melbourne con un gruppo di amici quando dopo un tuffo tra le onde sul bagnasciuga ha picchiato violentemente la testa contro il fondale di sabbia. In quel momento è iniziato l’incubo: prima gli amici lo hanno aiutato a uscire dall’acqua, poi la corsa disperata in ospedale. Dopo l’intervento d’urgenza, è arrivato il duro responso: “Frattura delle vertebre C3 e C5, spina dorsale danneggiata". Leonardo Lotto è paralizzato dalla testa in giù e non potrà più camminare.

"Continuerò a lottare e farò tutto il necessario. A volte cadrò, ma alla fine mi rialzerò, vivendo sempre giorno per giorno, superando i momenti più bui”.

Dopo il ricovero all’Alfred Hospital di Melbourne, in Australia, “le sue condizioni sono stabili, e ora è pronto per iniziare il suo lungo percorso riabilitativo a Milano con tutte le energie e la positività che hanno sempre caratterizzato la sua personalità”. E gli amici, proprio per sostenere le cure, hanno organizzato una raccolta fondi online.

✍ Barbara Berti 

#lucenews #lucelanazione #australia #leonardolotto
  • È quanto emerge da uno studio su 1.700 ragazzi toscani realizzato dal Meyer center for health and happiness, di cui è responsabile Manila Bonciani, insieme all’Università di Firenze, e presentato in occasione della Giornata internazionale della felicità nel corso di un evento organizzato al Meyer health campus di Firenze.

Cosa gli adolescenti pensano della felicità? Come la definiscono? Cosa li rende felici? Queste alcune domande dello studio. Dai risultati emerge che i ragazzi spesso non riescono a dare neanche una definizione della felicità. Tuttavia ne sottolineano la rilevanza e la transitorietà. 

Dalla ricerca emerge così che la manifestazione della felicità si declina in sei dimensioni:
➡ La più rilevante che emerge è quella dell’interesse sociale, data dall’importanza che viene attribuita dai ragazzi alle relazioni interpersonali.
➡ La seconda è l’espressione della soddisfazione verso la propria vita, del fare le cose che piacciono loro.
➡ La terza è vivere emozioni positive, rilevanza che si riscontra anche nelle parole dei ragazzi che esprimono in maniera importante l’idea di essere felici quando sono senza preoccupazioni o pressioni che avvertono frequentemente, come anche quella scolastica.
➡ La quarta è il senso di autorealizzazione insieme a quello di padronanza delle varie situazioni che si trovano ad affrontare.
➡ Infine in misura minore la loro felicità è legata all’ottimismo, cui gli stessi adolescenti non attribuiscono grande rilevanza, sebbene rappresenti la sesta dimensione della felicità identificata.

Gli adolescenti che risultano più felici si caratterizzano per essere più empatici, esprimere un atteggiamento cooperativo, avere maggiore autoconsapevolezza, saper gestire meglio le emozioni e risolvere le situazioni problematiche, avere una buona immagine di sé. 

Ancora i maschi risultano essere più felici delle femmine a eccezione della dimensione relazionale e sociale della felicità che non si differenzia in maniera significativa tra i due gruppi, e le fasce di età più piccole, fino ai 15 anni, esprimono maggiormente di essere felici rispetto ai ragazzi di 16-17 o maggiorenni.

#felicità #ospedalemeyer #adolescenza
Trent'anni fa, Li Jingwei aveva quattro anni quando un vicino lo rapì dal suo villaggio natale nella provincia cinese dello Yunnan e lo vendette a un trafficante di bambini. Oggi, divenuto adulto, Li è riuscito a riabbracciare la madre. E tutto questo non sarebbe potuto accadere senza l’ausilio della tecnologia. "Sono un bambino che sta cercando di tornare a casa", così Li si introduceva nel video postato su Douyin, app specifica per filmati. L’uomo ha in mano una mappa disegnata di suo pugno. Nel disegno, la rappresentazione del villaggio natale. La speranza del ragazzo cinese era che qualcuno potesse essere in grado di riconoscere quella cartina, rivelandogli il nome del suo villaggio. Le immagini sono arrivate fino alla polizia postale cinese che è stata in grado si associare quel disegno ad un piccolo villaggio, nella provincia dello Yunnan, dove una donna tempo prima aveva denunciato la scomparsa del figlio. Dopo il test del dna, la famiglia si è riunita sabato e le immagini sono davvero commoventi. Li Jingwei rimuove con cura la maschera del coronavirus di sua madre per esaminarle il viso prima di scoppiare in lacrime e abbracciarla. “Trentatré anni di attesa, innumerevoli notti a sognare e finalmente una mappa disegnata a mano dalla memoria”, ha scritto Li sul suo profilo Douyin. “Grazie a tutti coloro che mi hanno aiutato a ricongiungermi con la mia famiglia”. Li era stato rapito vicino alla città sudoccidentale di Zhaotong nel 1989 e successivamente venduto a una famiglia che viveva a oltre 1.800 km di distanza, nel Guangdong. Dopo aver tentato senza successo di convincere i genitori adottivi a controllare i database del dna per rintracciare le sue origini, si è rivolto al web, diffondendo un video, condiviso migliaia di volte, in cui mostrava una “mappa della mia zona natale che ho disegnato a memoria”. Non riuscendo a ricordare il nome del villaggio o il suo indirizzo, la ricostruzione di Li delle caratteristiche principali del villaggio, tra cui una scuola, una foresta di bambù e uno stagno, si sono rivelati dettagli cruciali per risalire al nome del paesino. "Conoscevo gli alberi, le pietre, le mucche e persino dove scorreva l'acqua". I rapimenti di bambini non sono rari in Cina, in una società che attribuisce grande valore all'avere un figlio. Molti vengono rapiti in giovane età e venduti ad altre famiglie, circa 20mila all'anno, secondo le stime. Nel 2021 ci sono stati numerosi casi di ricongiungimenti.  
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