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Home » HP Trio » Una panchina contro la violenza di genere e i femminicidi: a Prato il ricordo di Elisa Amato

Una panchina contro la violenza di genere e i femminicidi: a Prato il ricordo di Elisa Amato

Posta nel giardino della sede centrale dalla Pubblica Assistenza “L’Avvenire" del capoluogo toscano, simboleggia il ricordo della volontaria uccisa 3 anni fa dall'ex fidanzato

Camilla Prato
25 Maggio 2021
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“Elisa, non se andrà con te ciò che hai donato”. Una frase incisa su una targa affissa su una panchina rossa.

Non una panchina qualunque però. Quella nel giardino della sede centrale della Pubblica Assistenza “L’Avvenire” Prato è stata posta in ricordo di Elisa Amato, la volontaria di cui ricorrono i tre anni dalla morte. Una vicenda che scosse l’opinione pubblica nazionale e che segnò profondamente la comunità di Prato: la ragazza, 30 anni, fu uccisa il 25 maggio 2018 a colpi di pistola dall’ex fidanzato Federico Zini, calciatore di 25 anni, che non voleva arrendersi alla fine della storia. Lui stesso, dopo il folle gesto, si era suicidato.

L’associazione di via San Jacopo ha voluto perciò dedicare alla memoria di Elisa la panchina rossa, simbolo di condanna a ogni tipo di violenza di genere e segno di contrasto ai femminicidi. Il Presidente della Pubblica Assistenza “L’Avvenire”, Piero Benedetti, ha dichiarato: “Era una persona solare, che pensava all’amore verso il prossimo, amava le persone, amava gli animali, amava tutti. Forse è rimasta vittima proprio del suo amore. Una vicenda dolorosa, terrificante. Per questo abbiamo voluto, d’intesa con Comune e Provincia di Prato, dedicare un simbolo a perenne condanna dei femminicidi, delle violenze di genere, dei più deboli in particolare e soprattutto contro le donne”.

Elisa amato

Anche Francesco Puggelli, presidente della provincia di Prato, si è espresso in merito: “Voglio ringraziare la pubblica assistenza e i genitori di Elisa Amato. Incontrarli è, ogni volta, una fitta al cuore. Il loro dolore è il dolore di tutta la comunità, e questa panchina è un simbolo, una testimonianza importante non solo per ricordare a tutti quanti sia ancora tanto il lavoro da fare per combattere la cultura della violenza ma testimonia anche che l’amore e l’impegno civile di Elisa superano anche la morte. Il bene fatto in vita resta e resterà sempre“. “Per Elisa, per la sua famiglia e per tutte le donne che hanno perso la vita per mano di chi le amava – ha continuato Puggelli – dobbiamo trovare la forza, anche politica, per agire e rafforzare l’impegno a combattere il femminicidio, una piaga sociale che dobbiamo fermare a tutti i costi”.

In rappresentanza del Comune di Prato, che ha patrocinato l’installazione, l’assessore alle Pari opportunità Ilaria Santi ha dichiarato: “Questo ricordo stringe il cuore della nostra comunità e continua a commuoverci. Soprattutto in questo anno di pandemia, durante il quale abbiamo dovuto registrare un’impennata delle violenze di genere e dei femminicidi. Questa panchina ci ricorda non solo Elisa Amato ma quanto ancora tutti quanti come comunità dobbiamo fare per combattere questa violenza che purtroppo è nelle nostre case e nelle nostre famiglie prima di tutto”.

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Non una panchina qualunque però. Quella nel giardino della sede centrale della Pubblica Assistenza "L’Avvenire" Prato è stata posta in ricordo di Elisa Amato, la volontaria di cui ricorrono i tre anni dalla morte. Una vicenda che scosse l’opinione pubblica nazionale e che segnò profondamente la comunità di Prato: la ragazza, 30 anni, fu uccisa il 25 maggio 2018 a colpi di pistola dall'ex fidanzato Federico Zini, calciatore di 25 anni, che non voleva arrendersi alla fine della storia. Lui stesso, dopo il folle gesto, si era suicidato.

L'associazione di via San Jacopo ha voluto perciò dedicare alla memoria di Elisa la panchina rossa, simbolo di condanna a ogni tipo di violenza di genere e segno di contrasto ai femminicidi. Il Presidente della Pubblica Assistenza "L'Avvenire", Piero Benedetti, ha dichiarato: "Era una persona solare, che pensava all’amore verso il prossimo, amava le persone, amava gli animali, amava tutti. Forse è rimasta vittima proprio del suo amore. Una vicenda dolorosa, terrificante. Per questo abbiamo voluto, d’intesa con Comune e Provincia di Prato, dedicare un simbolo a perenne condanna dei femminicidi, delle violenze di genere, dei più deboli in particolare e soprattutto contro le donne”.

Elisa amato

Anche Francesco Puggelli, presidente della provincia di Prato, si è espresso in merito: "Voglio ringraziare la pubblica assistenza e i genitori di Elisa Amato. Incontrarli è, ogni volta, una fitta al cuore. Il loro dolore è il dolore di tutta la comunità, e questa panchina è un simbolo, una testimonianza importante non solo per ricordare a tutti quanti sia ancora tanto il lavoro da fare per combattere la cultura della violenza ma testimonia anche che l’amore e l’impegno civile di Elisa superano anche la morte. Il bene fatto in vita resta e resterà sempre". "Per Elisa, per la sua famiglia e per tutte le donne che hanno perso la vita per mano di chi le amava – ha continuato Puggelli – dobbiamo trovare la forza, anche politica, per agire e rafforzare l’impegno a combattere il femminicidio, una piaga sociale che dobbiamo fermare a tutti i costi".

In rappresentanza del Comune di Prato, che ha patrocinato l'installazione, l’assessore alle Pari opportunità Ilaria Santi ha dichiarato: "Questo ricordo stringe il cuore della nostra comunità e continua a commuoverci. Soprattutto in questo anno di pandemia, durante il quale abbiamo dovuto registrare un’impennata delle violenze di genere e dei femminicidi. Questa panchina ci ricorda non solo Elisa Amato ma quanto ancora tutti quanti come comunità dobbiamo fare per combattere questa violenza che purtroppo è nelle nostre case e nelle nostre famiglie prima di tutto”.

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