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Home » Scienze e culture » Ambiente, la parola più ricercate del 2022 è “crisi energetica”. In Italia tutti preoccupati per la siccità

Ambiente, la parola più ricercate del 2022 è “crisi energetica”. In Italia tutti preoccupati per la siccità

Dalle tempeste invernali agli incendi passando per l'ondata di caldo: le espressioni che hanno tormentato l'Europa durante l'anno

Domenico Guarino
31 Dicembre 2022
Siccità è stata la parola dell'anno in Italia

Siccità è stata la parola dell'anno in Italia

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Paese che vai, ambiente che trovi! Anche quest’anno, gli esperti di Babbel – l’azienda per l’apprendimento delle lingue che offre lezioni live e su app – hanno proposto un viaggio nel tempo attraverso l’analisi di alcune delle parole protagoniste dell’anno che sta per volgere al termine.  Naturalmente i temi legati all’ambiente e al cambiamento climatico, come oramai da qualche anno, si posizionano al vertice della classifica, a significare un interesse sempre maggiore da parte dell’opinione pubblica verso questi temi.

Il Po “a secco” durante l’estate 2022

Tempeste invernali e incendi: il contrasto tra Germania e Francia

Non tutti sanno però che in ogni paese ci sono parole particolari che emergono, a seconda anche del tipo di emergenza che ci si trova a fronteggiare. In Italia per esempio, in cima alle preoccupazioni degli italiani c’è la parola siccità. La siccità in Italia indica delle difficoltà che hanno contrassegnato soprattutto l’estate del 2022, particolarmente avara di precipitazioni. “Siccità” deriva dal latino siccus, ‘secco’, e indica la carenza di pioggia e, in generale, di umidità per un periodo di tempo prolungato. Naturale che sia stata particolarmente usata nell’anno che va a chiudersi, a causa della mancanza di precipitazioni e del rialzo delle temperature che hanno provocato, nell’estate del 2022, una penuria idrica senza precedenti nella penisola, con la portata del Po ai minimi storici, e con forti ripercussioni sull’ambiente e sull’agricoltura. Senza contare gli effetti a medio e lungo termine e quindi il rischio di importanti alterazioni degli ecosistemi, con intere specie vegetali ed animali a rischio.

In Germania invece la parola più usata è stata ‘tempeste invernali’, in tedesco “Winterstürme”. Durante la terza settimana di febbraio nel Paese teutonico, infatti, si sono registrate tre diverse tempeste da record, con venti fino a 145,8 chilometri orari e alluvioni: “Zeynep”, “Ylenia” e “Antonia” (i nomi delle tempeste) che hanno comportato danni per un valore stimato di 1,4 miliardi di euro. In Francia a preoccupare sono stati gli “incendies”, incendi. Con l’aumento delle temperature legato all’emergenza climatica, il 2022 è stato infatti un anno da record per i roghi in Francia. Secondo i dati del Sistema europeo di informazione sugli incendi boschivi (EFFIS), più di 48.000 ettari di foresta erano già andati in fiamme dall’inizio dell’anno a inizio agosto, facendo di “incendies” una delle parole più menzionate in Francia durante il periodo estivo.

In Francia dall’inizio dell’anno ai primi di agosto sono bruciati più di 48.000 ettari di foresta

Temperature sopra la media: il record in negativo della Spagna

Infine, l’“ola de calor” è l’espressione ambientale più usata in Spagna nel 2022. Non di rado collegata ad un neologismo come “ecoansiedad” (in italiano ‘ecoansia‘), ovvero la paura sviluppata in relazione ai disastri ambientali. Questo a causa del fatto che, nell’estate appena trascorsa, la penisola iberica ha vissuto la peggiore ondata di caldo della sua storia, battendo il record con 42 giorni consecutivi di temperature al di sopra della media. La ecoansiedad è spesso accompagnata da alti livelli di stress, talvolta cronici, indotti dalla preoccupazione per il proprio futuro e per quello delle generazioni che verranno.

Riverberi delle preoccupazioni legate all’ambiente li ritroviamo anche ai vertici assoluti della classifica delle parole più ricercate e usate nel 2022, dove al secondo posti si colloca “crisi energetica”, subito dopo inflazione e prima di digital nomads. Siccità, che abbiamo visto essere prima in Italia, invece, si colloca al 9 posto assoluto.

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  • Nicoletta Sipos, giornalista e scrittrice, ha vissuto in Ungheria, in Germania e negli Stati Uniti, prima di raggiungere Milano e lì restare. Il suo romanzo “La guerra di H”, un romanzo fortemente ispirato a fatti realmente accaduti.

L’autrice indaga in maniera del tutto nuova e appassionante un momento drammatico, decisivo della storia del nostro continente: la Seconda guerra mondiale. A raccontare l’ascesa e la disfatta del Nazismo è stavolta la voce di un bambino tedesco, che riporta con semplicità e veracità le molte sofferenze patite dal suo popolo durante il conflitto scatenato da Hitler, focalizzando l’attenzione del lettore sul drammatico paradigma che accomuna chiunque si trovi a vivere sulla propria pelle una guerra: la sofferenza. Pagine toccanti, le sue, tanto più intense perché impregnate di fatti reali, emozioni provate e sentite dai protagonisti e condivise da quanti, tuttora, si trovano coinvolti in un conflitto armato. La memoria collettiva è uno strumento potente per non commettere gli stessi errori. 

"Imparai poco alla volta – scrive il piccolo Heinrich Stein, protagonista del romanzo – che nel nostro strano Paese la verità aveva più volti con infinite sfumature”.

👉Perché una storia così e perché ora?
“Ho incontrato il protagonista di questa mia storia molto tempo fa, addirittura negli anni ’50, ossia in un’epoca che portava ancora gli strascichi della guerra. Diventammo amici, parlammo di Hitler e della miseria della Germania. Poco per volta, via via che ci incontravamo, lui aggiungeva ricordi, dettagli, confessioni. Per anni ho portato dentro di me la testimonianza di questa storia che si arricchiva sempre più di dettagli. Molte volte avrei voluto scriverla, magari a quattro mani con il mio amico, ma lui non se la sentiva. Io stessa esitavo ad affrontare questa storia che racconta una famiglia tedesca in forte sofferenza in una Germania ferita e umiliata. La gente ha etichettato tutto il popolo tedesco durante il nazismo come crudele per antonomasia. Non si pensa mai a quanto la gente comune abbia sofferto, alla fame e al freddo che anche il popolo tedesco ha patito”.

✍ Caterina Ceccuti

#lucenews #giornodellamemoria #27gennaio
  • È dalla sua camera con vista affacciata sull’Arno che Ornella Vanoni accetta di raccontare un po’ di sé ai lettori di Luce!, in attesa di esibirsi, sabato 28 gennaio sul palco della Tuscany Hall di Firenze, dov’è in programma una nuova tappa della nuova tournée Le Donne e la Musica. Un ritorno atteso per Ornella Vanoni, che in questo tour è accompagnata da un quintetto di sole donne.

Innanzitutto come sta, signora Vanoni?
“Stanca, sono partita due mesi dopo l’intervento al femore che mi sono rotto cadendo per una buca proprio davanti a casa mia. Ma l’incidente non mi ha impedito di intraprendere un progetto inaspettato che, sin da subito, mi è stato molto a cuore. Non ho perso la volontà di andare avanti. Anche se il tempo per prepararlo e provare è stato pochissimo. E poi sono molto dispiaciuta“.

Per cosa?
“La morte dell’orso Juan Carrito, travolto e ucciso da un’auto cercava bacche e miele: la mia carissima amica Dacia (Maraini, ndr) l’altro giorno ha scritto una cosa molto bella dedicata a lui. Dovrò scrollarmi di dosso la malinconia e ricaricarmi in vista del concerto“.

Con lei sul palco ci sarà una jazz band al femminile con Sade Mangiaracina al pianoforte, Eleonora Strino alla chitarra, Federica Michisanti al contrabbasso, Laura Klain alla batteria e Leila Shirvani. Perché questa scelta?
“Perché sono tutte bravissime, professioniste davvero eccezionali. Non è una decisione presa sulla spinta di tematiche legate al genere o alle quote rosa, ma nata grazie a Paolo Fresu, amico e trombettista fantastico del quale sono innamorata da sempre. Tempo fa, durante una chiacchierata, Paolo mi raccontò che al festival jazz di Berchidda erano andate in scena tante musiciste bravissime. E allora ho pensato: ’Se sono così brave perché non fare un gruppo di donne? Certo, non l’ha fatto mai nessuno. Bene, ora lo faccio io“.

Il fatto che siano tutte donne è un valore aggiunto?
“In realtà per me conta il talento, ma sono felice della scelta: è bellissimo sentire suonare queste artiste, vederle sul palco intorno a me mi emoziona“.

L
  • Devanshi Sanghvi è una bambina di otto anni che sarebbe potuta crescere e studiare per gestire l’attività di diamanti multimilionaria appartenente alla sua facoltosissima famiglia, con un patrimonio stimato di 60 milioni di dollari.

Ma la piccola ha scelto di farsi suora, vivendo così una vita spartana, vestita con sari bianchi, a piedi nudi e andando di porta in porta a chiedere l’elemosina. Si è unita ai “diksha” alla presenza di anziani monaci giainisti. La bimba è arrivata alla cerimonia ingioiellata e vestita di sete pregiate. Sulla sua testa poggiava una corona tempestata di diamanti. Dopo la cerimonia, a cui hanno partecipato migliaia di persone, è rimasta in piedi con altre suore, vestita con un sari bianco che le copriva anche la testa rasata. Nelle fotografie, la si vede con in mano una scopa che ora dovrà usare per spazzare via gli insetti dal suo cammino per evitare di calpestarli accidentalmente.

Di Barbara Berti ✍

#lucenews #lucelanazione #india #DevanshiSanghvi
  • Settanta giorni trascorsi in un mondo completamente bianco, la capitana dell’esercito britannico Harpreet Chandi, che già lo scorso anno si era distinta per un’impresa tra i ghiacci, è una fisioterapista che lavora in un’unità di riabilitazione regionale nel Buckinghamshire, fornendo supporto a soldati e ufficiali feriti. 

Ha dimostrato che i record sono fatti per essere battuti e, soprattutto, i limiti personali superabili grazie alla forza di volontà e alla preparazione. E ora è diventata una vera leggenda vivente, battendo il record del mondo femminile per la più lunga spedizione polare – sola e senza assistenza – della storia.

Il 9 gennaio scorso, 57esimo giorno del viaggio che era cominciato lo scorso 14 novembre, la 34enne inglese ha raggiunto il centro del Polo Sud dopo aver percorso circa 1100 chilometri. Quando è arrivata a destinazione nel bel mezzo della calotta polare era felice, pura e semplice gioia di aver raggiunto l’agognato traguardo: “Il Polo Sud è davvero un posto incredibile dove stare. Non mi sono fermata molto a lungo perché ho ancora un lungo viaggio da fare. È stato davvero difficile arrivare qui, sciando tra le 13 e le 15 ore al giorno con una media di 5 ore di sonno”.

Di Irene Carlotta Cicora ✍

#lucenews #lucelanazione #polosud #HarpreetChandi #polarpreet
Paese che vai, ambiente che trovi! Anche quest’anno, gli esperti di Babbel - l’azienda per l’apprendimento delle lingue che offre lezioni live e su app – hanno proposto un viaggio nel tempo attraverso l’analisi di alcune delle parole protagoniste dell’anno che sta per volgere al termine.  Naturalmente i temi legati all’ambiente e al cambiamento climatico, come oramai da qualche anno, si posizionano al vertice della classifica, a significare un interesse sempre maggiore da parte dell’opinione pubblica verso questi temi.
Il Po "a secco" durante l'estate 2022

Tempeste invernali e incendi: il contrasto tra Germania e Francia

Non tutti sanno però che in ogni paese ci sono parole particolari che emergono, a seconda anche del tipo di emergenza che ci si trova a fronteggiare. In Italia per esempio, in cima alle preoccupazioni degli italiani c’è la parola siccità. La siccità in Italia indica delle difficoltà che hanno contrassegnato soprattutto l’estate del 2022, particolarmente avara di precipitazioni. "Siccità" deriva dal latino siccus, 'secco', e indica la carenza di pioggia e, in generale, di umidità per un periodo di tempo prolungato. Naturale che sia stata particolarmente usata nell'anno che va a chiudersi, a causa della mancanza di precipitazioni e del rialzo delle temperature che hanno provocato, nell’estate del 2022, una penuria idrica senza precedenti nella penisola, con la portata del Po ai minimi storici, e con forti ripercussioni sull’ambiente e sull’agricoltura. Senza contare gli effetti a medio e lungo termine e quindi il rischio di importanti alterazioni degli ecosistemi, con intere specie vegetali ed animali a rischio. In Germania invece la parola più usata è stata 'tempeste invernali', in tedesco "Winterstürme". Durante la terza settimana di febbraio nel Paese teutonico, infatti, si sono registrate tre diverse tempeste da record, con venti fino a 145,8 chilometri orari e alluvioni: "Zeynep", "Ylenia" e "Antonia" (i nomi delle tempeste) che hanno comportato danni per un valore stimato di 1,4 miliardi di euro. In Francia a preoccupare sono stati gli "incendies", incendi. Con l'aumento delle temperature legato all'emergenza climatica, il 2022 è stato infatti un anno da record per i roghi in Francia. Secondo i dati del Sistema europeo di informazione sugli incendi boschivi (EFFIS), più di 48.000 ettari di foresta erano già andati in fiamme dall'inizio dell'anno a inizio agosto, facendo di "incendies" una delle parole più menzionate in Francia durante il periodo estivo.
In Francia dall'inizio dell'anno ai primi di agosto sono bruciati più di 48.000 ettari di foresta

Temperature sopra la media: il record in negativo della Spagna

Infine, l’"ola de calor" è l’espressione ambientale più usata in Spagna nel 2022. Non di rado collegata ad un neologismo come "ecoansiedad" (in italiano 'ecoansia'), ovvero la paura sviluppata in relazione ai disastri ambientali. Questo a causa del fatto che, nell’estate appena trascorsa, la penisola iberica ha vissuto la peggiore ondata di caldo della sua storia, battendo il record con 42 giorni consecutivi di temperature al di sopra della media. La ecoansiedad è spesso accompagnata da alti livelli di stress, talvolta cronici, indotti dalla preoccupazione per il proprio futuro e per quello delle generazioni che verranno. Riverberi delle preoccupazioni legate all’ambiente li ritroviamo anche ai vertici assoluti della classifica delle parole più ricercate e usate nel 2022, dove al secondo posti si colloca "crisi energetica", subito dopo inflazione e prima di digital nomads. Siccità, che abbiamo visto essere prima in Italia, invece, si colloca al 9 posto assoluto.
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