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Home » Scienze e culture » Pillola anticoncezionale gratis sul modello francese: la riunione di Aifa per decidere

Pillola anticoncezionale gratis sul modello francese: la riunione di Aifa per decidere

Inizia il percorso tecnico scientifico sulla rimborsabilità del farmaco per le under 25. Il ginecologo Arisi: "Un passo in avanti per la salute sessuale e riproduttiva della donna"

Camilla Prato
5 Ottobre 2022
Pillola contraccettiva gratuita

Pillola contraccettiva gratuita

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Pillola contraccettiva gratuita? Non ancora, ma il progetto è “work in progress“. È infatti iniziato oggi il percorso tecnico-scientifico che potrebbe portare, speriamo in un prossimo futuro, alla gratuità del farmaco per le ragazze minori di 25 anni, così come già avviene in Francia. Oltralpe la rivoluzione in materia di diritti riproduttivi femminili è stata avviata recentemente, con la proposta del ministro della Salute e della Prevenzione François Braun di rendere la pillola del giorno dopo gratuita e disponibile senza ricetta per tutte le donne. In Italia, invece, si tratterebbe di fornire alle giovani una forma di contraccezione (non c’emergenza) gratis, dando un forte impulso al riequilibrio di quelle disparità che esistono in materia tra maschi e femmine.

Il ginecologo: “Passo avanti per la salute delle donne”

pillola abortiva giappone
La decisione dell’Aifa potrebbe basarsi sul modello francese, dove sia la pillola contraccettiva che quella del giorno dopo sono gratuite

Le commissioni competenti dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa), quindi quella tecnico scientifica (Cts) e il comitato prezzi e rimborso (Cpr), si sono infatti riunite per decidere il percorso da adottare per arrivare alla rimborsabilità dei contraccettivi orali. Il tema era all’ordine del giorno della riunione di mercoledì 5 ottobre e la decisione di Ctf e Cpr, se positiva, seguirebbe l’esempio di quanto già avviene in alcune regioni italiane. In Emilia-Romagna, Toscana, Puglia e Lombardia, infatti, le under 25 possono già oggi richiedere la pillola gratuitamente ai consultori. Secondo i dati riportati dall’Agenzia, sono 2,5 milioni le italiane che fanno uso quotidiano dell’anticoncezionale. La possibilità che l’Aifa decida per la pillola contraccettiva gratis alle under 25 “è uno step sicuramente necessario“, sostiene il ginecologo Emilio Arisi, già presidente della Società medica italiana per la contraccezione (Smic), intervistato dall’Adnkronos Salute. “Come ginecologi avevamo già presentato nel 2018 un documento su questa possibilità – aggiunge – dimostrando come fosse un passo di civiltà, un passo in avanti per la salute sessuale e riproduttiva della donna, perché si evitano le gravidanze non programmate o indesiderate, e anche un risparmio per il Servizio sanitario nazionale”.

Adinolfi: “Il contrario di quel che serve all’Italia”

Emilia Romagna, Toscana, Puglia e Lombardia offrono il farmaco gratuitamente nei consultori

Lo specialista richiama quindi un tema particolarmente sensibile, come quello delle gravidanze indesiderate, che si collega inevitabilmente a quello dell’aborto. E che sta infiammando, da qualche settimana, pre e post elezioni, il dibattito pubblico italiano. “Il nostro punto di riferimento dovrebbe essere la Francia – prosegue Arisi – dove oltre alla pillola contraccettiva, è gratis anche quella d’emergenza. Il ministro della Sanità francese, un medico di emergenza, ha detto apertamente che se l’accesso a questi farmaci è gratuito per le donne c’è una significativa riduzione degli aborti, di conseguenza anche degli interventi chirurgici, e dell’incidenza di alcuni tumori“, conclude il ginecologo, schierandosi dunque apertamente a favore della gratuità dei contraccettivi orali.
Di tutt’altra opinione – e come non ci si poteva aspettare nulla di diverso – Mario Adinolfi, che affida a Twitter il suo pensiero: “Tra Ru486 nei consultori, pillola dei 5 giorni dopo senza ricetta a tutte, anticoncezionali gratis, si fa ogni cosa per non far nascere figli – scrive il presidente nazionale del Popolo della Famiglia -. Il contrario di quel che serve all’Italia“. Di cui lui evidentemente si intende più dei medici e degli scienziati.

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  • Per una detenuta come Joy – nigeriana di 34 anni, arrestata nel 2014 per possesso di droga – uscire dal carcere significherà dover imparare a badare a se stessa. Lei che è lontana da casa e dalla famiglia, lei che non ha nessuno ad aspettarla. In carcere ha fatto il suo percorso, ha imparato tanto, ha sofferto di più. Ma ha anche conosciuto persone importanti, detenute come lei che sono diventate delle amiche. 

Mon solo. Nella Cooperativa sociale Gomito a Gomito, per esempio, ha trovato una seconda famiglia, un ambiente lavorativo che le ha offerto “opportunità che, se fossi stata fuori dal carcere, non avrei mai avuto”, come quella di imparare un mestiere e partecipare ad un percorso di riabilitazione sociale e personale verso l’indipendenza, anche economica.

Enrica Morandi, vice presidente e coordinatrice dei laboratori sartoriali del carcere di Rocco D’Amato (meglio noto ai bolognesi come “La Dozza”), si riferisce a lei chiamandola “la mia Joy”, perché dopo tanti anni di lavoro fianco a fianco ha imparato ad apprezzare questa giovane donna impegnata a ricostruire la propria vita: 

“Joy è extracomunitaria, nel nostro Paese non ha famiglia. Per lei sarà impossibile beneficiare degli sconti di pena su cui normalmente possono contare le detenute italiane, per buona condotta o per anni di reclusione maturati. Non è una questione di razzismo, è che esistono problemi logistici veri e propri, come il non sapere dove sistemare e a chi affidare queste ragazze, una volta lasciate le mura del penitenziario. Se una donna italiana ha ad attenderla qualcuno che si fa carico di ospitarla, Joy e altre come lei non hanno nessun cordone affettivo cui appigliarsi”.

L
  • Presidi psicologici, psicoterapeutici e di counselling per tutti gli studenti universitari e scolastici. Lo chiedono l’Udu, Unione degli universitari, e la Rete degli studenti medi nella proposta di legge ‘Chiedimi come sto’ consegnata a una delegazione di parlamentari nel corso di una conferenza stampa a Montecitorio.

La proposta è stata redatta secondo le conclusioni di una ricerca condotta da Spi-Cgil e Istituto Ires, che ha evidenziato come, su un campione di 50mila risposte, il 28 per cento abbia avuto esperienze di disturbi alimentari e oltre il 14 di autolesionismo.

“Nella nostra generazione è ancora forte lo stigma verso chi sta male ed è difficile chiedere aiuto - spiega Camilla Piredda, coordinatrice nazionale dell’Udu - l’interesse effettivo della politica si è palesato solo dopo il 15esimo suicidio di studenti universitari in un anno e mezzo. Ci sembra assurdo che la politica si interessi solamente dopo che si supera il limite, con persone che arrivano a scegliere di togliersi la vita.

Dall’altro lato, è positivo che negli ultimi mesi si sia deciso di chiedere a noi studenti come affrontare e come risolvere, il problema. Non è scontato e non è banale, perché siamo abituati a decenni in cui si parla di nuove generazioni senza parlare alle nuove generazioni”.

#luce #lucenews #università
  • La polemica politica riaccende i riflettori sulle madri detenute con i figli dopo la proposta di legge in merito alla detenzione in carcere delle donne in gravidanza: già presentata dal Pd nella scorsa legislatura, approvata in prima lettura al Senato, ma non alla Camera, prevedeva l’affido della madre e del minore a strutture protette, come le case famiglia, e vigilate. La dichiarata intenzione del centrodestra di rivedere il testo ha messo il Pd sul piede di guerra; alla fine di uno scontro molto acceso, i dem hanno ritirato il disegno di legge ma la Lega, quasi per ripicca, ne ha presentato uno nuovo, esattamente in linea con i desideri della maggioranza.

Lunedì non ci sarà quindi alcuna discussione alla Camera sul testo presentato da Debora Serracchiani nella scorsa legislatura, Tutto ripartirà da capo, con un nuovo testo, firmato da due esponenti del centrodestra: Jacopo Morrone e Ingrid Bisa.

“Questo (il testo Serracchini) era un testo che era già stato votato da un ramo del Parlamento, noi lo avevamo ripresentato per migliorare le condizioni delle detenute madri – ha spiegato ieri il dem Alessandro Zan – ma la maggioranza lo ha trasformato inserendovi norme che di fatto peggiorano le cose, consentendo addirittura alle donne incinte o con figli di meno di un anno di età di andare in carcere. Così non ha più senso, quindi ritiriamo le firme“.

Lo scontro tra le due fazioni è finito (anche) sui social media. "Sul tema delle borseggiatrici e ladre incinte occorre cambiare la visione affinché la gravidanza non sia una scusa“ sottolineano i due presentatori della proposta.

La proposta presentata prevede modifiche all’articolo 146 del codice penale in materia di rinvio obbligatorio dell’esecuzione della pena: “Se sussiste un concreto pericolo di commissione di ulteriori delitti – si legge nel testo presentato – il magistrato di sorveglianza può disporre che l’esecuzione della pena non sia differita, ovvero, se già differita, che il differimento sia revocato. Qualora la persona detenuta sia recidiva, l’esecuzione della pena avviene presso un istituto di custodia attenuata per detenute madri“.

#lucenews #madriincarcere
Pillola contraccettiva gratuita? Non ancora, ma il progetto è "work in progress". È infatti iniziato oggi il percorso tecnico-scientifico che potrebbe portare, speriamo in un prossimo futuro, alla gratuità del farmaco per le ragazze minori di 25 anni, così come già avviene in Francia. Oltralpe la rivoluzione in materia di diritti riproduttivi femminili è stata avviata recentemente, con la proposta del ministro della Salute e della Prevenzione François Braun di rendere la pillola del giorno dopo gratuita e disponibile senza ricetta per tutte le donne. In Italia, invece, si tratterebbe di fornire alle giovani una forma di contraccezione (non c'emergenza) gratis, dando un forte impulso al riequilibrio di quelle disparità che esistono in materia tra maschi e femmine.

Il ginecologo: "Passo avanti per la salute delle donne"

pillola abortiva giappone
La decisione dell'Aifa potrebbe basarsi sul modello francese, dove sia la pillola contraccettiva che quella del giorno dopo sono gratuite
Le commissioni competenti dell'Agenzia italiana del farmaco (Aifa), quindi quella tecnico scientifica (Cts) e il comitato prezzi e rimborso (Cpr), si sono infatti riunite per decidere il percorso da adottare per arrivare alla rimborsabilità dei contraccettivi orali. Il tema era all'ordine del giorno della riunione di mercoledì 5 ottobre e la decisione di Ctf e Cpr, se positiva, seguirebbe l'esempio di quanto già avviene in alcune regioni italiane. In Emilia-Romagna, Toscana, Puglia e Lombardia, infatti, le under 25 possono già oggi richiedere la pillola gratuitamente ai consultori. Secondo i dati riportati dall'Agenzia, sono 2,5 milioni le italiane che fanno uso quotidiano dell'anticoncezionale. La possibilità che l'Aifa decida per la pillola contraccettiva gratis alle under 25 "è uno step sicuramente necessario", sostiene il ginecologo Emilio Arisi, già presidente della Società medica italiana per la contraccezione (Smic), intervistato dall'Adnkronos Salute. "Come ginecologi avevamo già presentato nel 2018 un documento su questa possibilità - aggiunge - dimostrando come fosse un passo di civiltà, un passo in avanti per la salute sessuale e riproduttiva della donna, perché si evitano le gravidanze non programmate o indesiderate, e anche un risparmio per il Servizio sanitario nazionale".

Adinolfi: "Il contrario di quel che serve all'Italia"

Emilia Romagna, Toscana, Puglia e Lombardia offrono il farmaco gratuitamente nei consultori
Lo specialista richiama quindi un tema particolarmente sensibile, come quello delle gravidanze indesiderate, che si collega inevitabilmente a quello dell'aborto. E che sta infiammando, da qualche settimana, pre e post elezioni, il dibattito pubblico italiano. "Il nostro punto di riferimento dovrebbe essere la Francia - prosegue Arisi - dove oltre alla pillola contraccettiva, è gratis anche quella d'emergenza. Il ministro della Sanità francese, un medico di emergenza, ha detto apertamente che se l'accesso a questi farmaci è gratuito per le donne c'è una significativa riduzione degli aborti, di conseguenza anche degli interventi chirurgici, e dell'incidenza di alcuni tumori", conclude il ginecologo, schierandosi dunque apertamente a favore della gratuità dei contraccettivi orali. Di tutt'altra opinione - e come non ci si poteva aspettare nulla di diverso - Mario Adinolfi, che affida a Twitter il suo pensiero: "Tra Ru486 nei consultori, pillola dei 5 giorni dopo senza ricetta a tutte, anticoncezionali gratis, si fa ogni cosa per non far nascere figli - scrive il presidente nazionale del Popolo della Famiglia -. Il contrario di quel che serve all'Italia". Di cui lui evidentemente si intende più dei medici e degli scienziati.
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