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Allarme Oms: 46 milioni di sfollati esclusi dai programmi di vaccinazione per il Covid

di MARIANNA GRAZI -
7 maggio 2021
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Decine di milioni di richiedenti asilo, migranti, rifugiati e sfollati interni, in tutto il mondo, sono stati esclusi dai programmi nazionali di vaccinazione Covid-19, secondo una ricerca dell'Organizzazione Mondiale della Sanità. Si tratta di un gruppo sparso che conta almeno 46 milioni di persone, circa la dimensione della popolazione della Spagna, costretto a lottare per essere vaccinato anche se la carenza globale di dosi si attenua. Tra gli esclusi ci sono 5,6 milioni di persone sfollate da 6 decenni di guerra civile in Colombia, centinaia di migliaia di rifugiati in Kenya e Siria, e quasi 5 milioni di migranti in Ucraina. Secondo L'OMS anche l'India, la Nigeria e l'Indonesia sono tra i grandi Paesi i cui programmi di vaccinazione escludono questi gruppi. Altri, come il Pakistan, appaiono nella lista ma dal momento della pubblicazione di questi risultati hanno modificato i loro piani per renderli più inclusivi. I gruppi sanitari internazionali, guidati da Covax, il programma di condivisione dei vaccini, a marzo hanno approvato l'istituzione di un canale di dosi riservato per le persone più vulnerabili nelle comunità che non hanno altri percorsi per ottenerne. Il canale, chiamato "Buffer umanitario", attingerà al 5% delle dosi assegnate ai Paesi poveri e a reddito medio-basso, reindirizzandole verso il 20% più vulnerabile delle comunità escluse, per essere amministrate da ONG come Medici senza frontiere. Covax ha stimato che un massimo di circa 33 milioni di persone avrebbero diritto ai vaccini dal piano, tenendo conto dei soggetti più a rischio - operatori sanitari, persone anziane e quelle a rischio per gravi patologie pregresse. Non è chiaro quando e se gli altri saranno vaccinati e da quale fonte. La ricerca dell'OMS illustra l'entità delle lacune all'interno dei programmi governativi. Più del 70% dei 104 piani di vaccinazione esaminati escludeva questi gruppi di persone, già ai limiti della società e costretti spesso in condizioni di vita estreme. "Come abbiamo imparato dall'inizio del Covid-19 e da tutte le restrizioni messe in atto, nessuno è al sicuro finché tutti non sono al sicuro, e questo è assolutamente lo stesso per i programmi di vaccinazione", ha detto Nadia Hardman, ricercatrice in diritti dei rifugiati e dei migranti presso Human Rights Watch.