Gli auricolari con cancellazione del rumore stanno danneggiando l’udito di intere generazioni?

Uno studio inglese lancia l’allarme. L’esperto del San Raffaele: “Possono causare danni alla coclea e disordine dell’elaborazione uditiva. Un danno può insorgere in modo progressivo negli anni fino a diventare irreversibile”

di GUIDO GUIDI GUERRERA
24 aprile 2025
La maggior parte degli auricolari in commercio hanno impostazioni di cancellazione del rumore

La maggior parte degli auricolari in commercio hanno impostazioni di cancellazione del rumore

Ennesimo allarme lanciato dai medici sull’uso non corretto degli auricolari. Questa volta ad essere incriminati sono quelli del tipo “cancellazione del rumore” che sarebbero in certi casi responsabili di severe patologie a carico dell’apparato uditivo, nonché di una significativa alterazione dei suoni provenienti dall’ambiente esterno definita “Disturbo dell’elaborazione editiva”. La notizia, secondo la quale una indagine scientifica condotta in Inghilterra dimostrerebbe un rischio maggiore tra la popolazione giovanile con particolare riguardo ai minorenni, è stata diffusa nei giorni scorsi dal Daily Mail, storico tabloid britannico. Un tema di grande interesse che coinvolge molte famiglie e mette in apprensione tanti genitori , spesso impotenti quando si tratta di contrastare mode dilaganti, condivise largamente dai più giovani, come ascoltare musica ad altissimo volume.

A tal proposito, un parere esperto viene da Roberto Teggi, specialista presso l’Unità di Otorinolaringoiatria dell’ Ospedale San Raffaele diretta dal professor Mario Bussi. Teggi, autore di 72 pubblicazioni su riviste specializzate e relatore in convegni anche internazionali, è studioso e ricercatore proprio nell’ambito dei disturbi dell’equilibrio e di tutte quelle patologie dell’orecchio interno derivanti da una serie di cause spesso così gravi da arrivare a compromettere in modo serio la qualità della vita.

Dottore, da uno studio condotto recentemente dai suoi colleghi britannici sembra che le cuffiette, in particolare quelle con esclusione del rumore esterno, presentino rischi...

“L’utilizzo di auricolari per l’ascolto della musica presenta l’intrinseco rischio di mantenere il volume eccessivamente elevato, condizione che a lungo termine può danneggiare la coclea, organo di senso situato nell’orecchio interno e deputato a trasformare il suono in messaggio nervoso. Un danno a questo livello può insorgere in modo progressivo negli anni fino a diventare irreversibile. Sulla questione dispositivi con esclusione del rumore esistono opinioni discordanti. Secondo alcuni, un uso eccessivo potrebbe predisporre ad una condizione definibile come “disordine dell’elaborazione uditiva”, legato alla quantità di tempo in cui il nostro cervello riceve ridotte informazioni dal mondo esterno. La condizione non è molto differente da quella di una persona con perdita di udito grave: il sistema nervoso centrale “disimpara” gradualmente ad ascoltare e decifrare il significato delle parole”.

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Cos'è che non va nell'uso degli auricolari in genere e in questi in modo particolare?

“ Occorre ricordare come il suono elevato agisca da stimolante sul sistema nervoso centrale: discoteche o concerti di musica in cui il volume sia moderato non avrebbero successo. Invece i dispositivi utilizzati nei voli aerei possiedono un controllo attivo dell’abbattimento sonoro, regolati in modo tale da consentire l’ascolto di una certa quantità di suono dal mondo esterno. In ogni caso alcuni audiologi suggeriscono di utilizzare le cuffie per non oltre 20 minuti, con pause di 20 secondi”.

In che modo il cervello di un adolescente può subire danni a causa dell'abitudine di ascoltare musica a volume troppo alto?

“Certamente l’ascolto di musica ad alto volume ha ricadute negative, considerando anche quanto le nostre città siano di per sé rumorose. Uno studio commissionato dalla Comunità Europea ha dimostrato come il livello sonoro sia mediamente compreso tra 45 e 55 decibel, volume decisamente nocivo per l’orecchio. Ciò crea danni non reversibili a carico della coclea. Resta aperta la domanda se i nostri figli svilupperanno una maggiore quantità di ipoacusia in età avanzata con coinvolgimento del sistema nervoso centrale, aumento del battito cardiaco e produzione più elevata di ormoni legati allo stress”,

Quali sono le la patologie più frequenti a riguardo?

“Come già spiegato, resta più probabile negli anni l’insorgenza di ipoacusia associata ad altri sintomi quali l’acufene, definibile come la sensazione di sentire suoni che non sono presenti nel mondo esterno. È stato inoltre dimostrato come l’esposizione a volumi sonori elevati abbia una correlazione con la possibilità di sviluppare malattie cardiologiche o di scoprirsi affetti da diabete senile”.

L'ascolto in cuffia, dal punto di vista audiologico, è pericoloso solo per i ragazzi oppure coinvolge anche le persone adulte?

“Nessuna differenza: le variabili a tutte le età restano il volume sonoro ed il tempo dell’esposizione”.

Quando cominciano a insorgere problemi di udito e a che età diventano potenzialmente preoccupanti?

“Non esiste un’età identica per tutti. In questo gioca invece un ruolo importante anche la familiarità: infatti due persone esposte allo stesso volume per tempi identici non svilupperanno con ogni probabilità la stessa perdita di udito. In ogni caso l’ipoacusia è subdola e si manifesta in modo progressivo fino a diventare non trattabile se non con protesi acustiche”.

Cosa suggerisce per evitare danni che potrebbero essere irreversibili?

“Intanto vorrei in primo luogo tranquillizzare chi per lavoro si espone a volumi sonori elevati. In questo caso le cuffie sono dispositivi efficaci, in grado di tagliare il volume sonoro fino a 30-35 decibel. Le persone devono essere dunque sensibilizzate ad utilizzare i dispositivi per tutta la durata del periodo lavorativo sottoposto a rumore. Per quanto riguarda l’esposizione non professionale, deve valere esclusivamente la regola del buon senso, che resta sempre la migliore consigliera per evitare il peggio”.

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