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Clima e salute, l'Italia è solo 31esima. Islanda al top

La classifica globale vede ai primissimi posti i paesi nordici perché hanno ambienti più sani. In coda l’Iran, la Guinea Equatoriale e il Marocco

di DOMENICO GUARINO -
10 giugno 2023
I cambiamenti climatici influiscono sul benessere dell'uomo

I cambiamenti climatici influiscono sul benessere dell'uomo

Il rapporto tra condizioni climatiche e salute è noto. Un tempo più o meno umido, secco, piovoso, soleggiato, determina conseguenze immediate sugli organismi viventi. E sull’uomo in particolare. Ciò è tanto più vero in un’epoca contraddistinta da un generale innalzamento delle temperature e da cambiamenti su scala micro e macro che riguardano l'ambiente.
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I cambiamenti climatici hanno un impatto sull'ambiente e sulle condizioni fisiche delle persone

L’Oms, Organizzazione mondiale della sanità, stima che circa il 20% della mortalità in Europa sia attribuibile a cause ambientali. I cambiamenti climatici, secondo l’Oms, influenzano i determinanti della condizione fisica come la qualità dell’aria, la salute degli ecosistemi, la sicurezza dell’acqua potabile e la disponibilità di cibo. Patologie e decessi causati dall’aumento della temperatura, da eventi estremi, da ecosistemi alterati e/o inquinati rappresentano, inoltre, problemi rilevanti per le conseguenze negative in termini economici e salutari della popolazione.

La classifica del Climate Change

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I 20 Paesi con l'impatto sanitario più basso legato al climate change

Ma come sta cambiando in generale il nesso tra ambiente e condizioni salutari? Quali paesi che se la passano meglio, e quali invece peggio? Secondo uno studio di MedicalAid, che ha creato un "Environmental Health Index" per 103 paesi, finora, il climate change ha avuto l’impatto sanitario più basso nei paesi nordici: Islanda, Svezia e Finlandia. I più colpiti, invece, sono Iran, Guinea Equatoriale e Marocco. I fattori analizzati sono numerosi: si va dai livelli di esposizione al piombo, all’ozono, le polveri sottili Pm2.5, i composti organici volatili, e l’accesso all’acqua potabile. Oltre all’andamento delle temperature rispetto alla media 1950-1981 e ai livelli di emissioni pro capite di Co2. E l’Italia? In questa graduatoria il nostro Paese si piazza al 31esimo posto con un punteggio di 5,88 su 10, a grande distanza dai primi posti (l’Islanda ha un punteggio di 7,82), ma facendo anche peggio di altri paesi mediterranei come la Grecia (18° con 6,5 punti).
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I 20 Paesi con l'impatto sanitario più alto dovuto al cambiamento climatico

“L’attività umana e i cambiamenti climatici hanno avuto un impatto indiscutibile sull’ambiente, con l’aumento dell’inquinamento, l’innalzamento del livello del mare e le temperature medie che si fanno più calde ogni anno che passa" scrivono gli autori dello studio. E aggiungono: "Dato che i fattori climatici continuano a cambiare, abbiamo voluto indagare quali sono i Paesi che offrono gli ambienti più ospitali e salubri per gli esseri umani e quali sono le parti del mondo con climi che pongono i maggiori rischi per le condizioni salutari degli umani". Nel mirino anche la gestione dello sviluppo economico che spesso non va di pari passo con la cura dell’ambiente e delle condizioni salutari. Anzi. “Molte delle più grandi economie del mondo non hanno ottenuto buoni risultati, dimostrando che un’economia moderna e ben sviluppata non sempre va di pari passo con un ambiente pulito e vivibile”, continuano gli autori.
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Le principali economie non sono al sicuro dall'impatto che il cambiamento climatico ha sulla sanità

“Per esempio, la potenza economica cinese si è posizionata al 94esimo posto, a pari merito con l’Azerbaigian, mentre il Sudafrica, una delle maggiori economie del continente, si è piazzato al 96esimo posto" spiegano gli autori dello studio. "Anche molte nazioni ricche del Medio Oriente, come Bahrein, Qatar, Kuwait ed Emirati Arabi Uniti, si sono piazzate negli ultimi 20 posti, suggerendo che anche i fattori regionali potrebbero giocare un ruolo importante nella creazione di ambienti malsani” concludono gli autori. Per tornare all’Italia, i dati del rapporto "The Lancet Countdown on Health and Climate Change" (2019) sull’Italia mettono in evidenza come il nostro Paese sia “particolarmente a rischio": secondo i dati del Climate Risk Index di Germanwatch, nei vent’anni dal 1999 al 2018 si sono verificati 19.947 decessi riconducibili a eventi meteorologici estremi, che nello stesso arco di tempo hanno causato perdite economiche quantificate in 32,92 miliardi di dollari”. Ma allo stesso tempo, grazie alla sua posizione geografica e all’estrema eterogeneità meteo-climatica, il nostro Paese è “un laboratorio straordinario per poter studiare e mettere a punto strategie e azioni capaci di mitigare e contrastare i cambiamenti climatici”. Una bella responsabilità dunque. Speriamo di essere all’altezza…