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Convivenze ambigue: il contrasto fra diritti universali e frammentazione delle culture, fra principi e quotidianità

di DOMENICO GUARINO -
6 agosto 2021
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Esistono valori universali comuni che possano facilitare la convivenza tra diversi? Esiste un linguaggio, una grammatica esistenziale, fatta di principi condivisi che possano unire le persone al di là delle differenze e del modo in cui i valori soggettivi si manifestano nelle istituzioni e nei comportamenti individuali? Come possiamo misurare e ricomporre il divario tra i valori dichiarati dai documenti istituzionali dei vari Paesi (ad esempio le Costituzioni) e quelli vissuti profondamente nella quotidianità, concretamente dunque, da chi appartiene alla cultura di quel Paese? A partire da questi interrogativi, la Fondazione Intercultura organizza un convegno internazionale a Firenze, dal 2 al 4 settembre 2021 con il titolo Convivenze ambigue. Culture differenti e valori comuni? Nel convegno, che ha ottenuto il patrocinio della Commissione Nazionale italiana per l’Unesco, saranno trattati temi di fondamentale importanza, soprattutto in una società complessa e tendenzialmente globalizzata come quella in cui viviamo. Si va dal rapporto tra diritti universali e frammentazione delle culture, alla compatibilità dei valori espressi dalle varie culture, al tema spinosissimo e quantomai attuale dei valori e diritti umani. E ancora, l’influenza del pensiero religioso e delle ideologie sulla convivenza, cittadinanze, conflitti e bene comuni, le convivenze possibili, il ruolo della scuola nel trasmettere appartenenza non esclusiva e prospettive multiculturali sul bene comune. La sessione di apertura si terrà in Palazzo Vecchio. I lavori proseguiranno nelle giornate successive presso il centro congressi del Grand Hotel Mediterraneo di Firenze. Il convegno si pone dentro il solco di analoghe iniziative della Fondazione Intercultura che ogni due anni organizza un'iniziativa internazionale, con interculturalisti, educatori ed esperti di varie discipline. Dal 2008 sono stati trattati argomenti che ruotano intorno all’origine delle culture e all’identità nazionale: recentemente, ad esempio, si è parlato del ruolo del “sacro” (a Bari nel 2017) e dei rapporti tra neuroscienze e culture (a Firenze nel 2019). Questo convegno in particolare si riallaccia al convegno “Ricomporre Babele” (svoltosi a Milano nel 2011) in si è discusso di culture profonde, spesso vissute inconsapevolmente da chi vi appartiene, e che rendono più difficile la globalizzazione e la convivenza tra gruppi diversi anche all’interno dello stesso Paese. Al punto che i conflitti culturali oramai non ricalcano conflitti palesi tra Stati e istituzioni, ma sono spesso conflitti occulti tra diverse visioni del mondo e stili di vita. Si pensi ad esempio al nostro Paese dove, al netto di una meravigliosa Carta costituzionale, il presente istituzionale e concretamente vissuto dai cittadini è ben diverso: la prevalenza del locale sul nazionale e del clan sul patto sociale, un’illegalità diffusa, un istintivo orientamento al passato. Come ricomporre questo divario? Come formare un terreno veramente interculturale, in cui ognuno si possa riconoscere, con fiducia? Interrogativi imprescindibili se davvero vogliamo immaginare e costruire un futuro migliore.