Datemi una
cozza (o una vongola, o un’ostrica) e vi salverò il mondo! Chi l’avrebbe mai detto? Eppure sembrerebbe proprio che i
mitili possano essere tra i nostri migliori alleati
contro l’eccesso di Co2, e dunque contro il
riscaldamento globale che tante conseguenze negative genera, e tante preoccupazioni solleva. La conferma arriva da uno studio del
gruppo di Ecologia del Dipartimento di Scienze dell'Ambiente e della Prevenzione dell'Università di Ferrara, pubblicato sulla rivista Science of The Total Environment. In particolare, la ricerca ha indagato le capacità di
cattura di carbonio da parte di vongole veraci e mitili allevati nel comparto produttivo della
Sacca di Goro, primo sito di produzione in Europa .
Le vongole sono utilissime contro il riscaldamento globale
"Per entrambe le specie si tratta di impatto ambientale quasi zero"
Il segreto che sta dietro la
valenza ‘ecologica’ dei molluschi è custodito, nemmeno tanto gelosamente, nei loro gusci, che sono dei veri e propri serbatoi di anidride carbonica, in grado di immagazzinarne fino a 254 grammi per chilo, sottraendola all'ambiente. Il processo che determina il
flusso della CO2 nei molluschi è molto semplice da spiegare: questa specie si è evoluta con i flussi mareali, riuscendo a conservare nelle valve chiuse la parte vera e propria del mollusco, quella molle e invertebrata. È essa che filtra dal battente d’acqua il fitoplancton riuscendo a tenersi da una parte la componente organica come
fonte di energia e fissando dall’altra parte la componente minerale sotto forma di carbonati di vario tipo. Un meccanismo che porta il nome di
biosequestro: l’anidride carbonica viene sottratta dall’acqua e trasformata in carbonato di calcio, elemento fondamentale per la costruzione delle conchiglie di tutti i molluschi. In questo modo una cozza adulta marina è capace di filtrare annualmente
13 mila litri di acqua trattenendo all’interno del suo guscio CO2 e microelementi. Ecco perché il ruolo degli allevamenti è molto importante: un vero e proprio meccanismo naturale a favore della lotta contro
l’inquinamento del pianeta. "La molecola di Co2 biocalcificata nel guscio - spiega
Elena Tamburini responsabile della ricerca - è intrappolata in forma insolubile e rimossa dall'ecosistema marino al momento della raccolta dei molluschi. In tutta la fase di accrescimento, le vongole risultano ad impatto zero". Come precisa Tamburini, sono infatti in grado di catturare molta più Co2 di quella che serve per essere prodotte: tra mezzi utilizzati e consumo di energia e carburanti i grammi sono appena 22 per ogni chilo, con una differenza di 232 grammi. I gusci delle cozze, invece 'mangiano' 146 i grammi di CO2 a fronte dei 55 grammi emessi per l'allevamento, con una differenza di 91 grammi per ogni chilo. Per entrambe le specie si tratta di
impatto ambientale quasi zero, con un bilancio del carbonio negativo, ovvero l'anidride carbonica sottratta all'ambiente è molto superiore a quella prodotta nel corso dell'allevamento.
Grazie alla produzione di vongole, nel 2020 sono state abbattute 3mila tonnellate di CO2
Nel 2020 grazie alle vongole sono state abbattute circa 3mila tonnellate di anidride carbonica
La ricerca ha messo in evidenza che grazie alla produzione di vongole negli ultimi 35 anni - sottolinea il vicepresidente
Fedagripesca-Confcooperative Emilia Romagna, Vadis PaesantI - "i nostri produttori hanno sottratto all'ambiente quasi un terzo di tutte le emissioni di
gas serra prodotte localmente". E visto che in Italia, spiega Fedagripesca, vengono prodotte 27 mila tonnellate di vongole e 72 mila tonnellate di cozze, dall'ambiente vengono
eliminate in modo permanente quasi
13 mila tonnellate di anidride carbonica ogni anno. Nel
2020, solo le 12.800 tonnellate di vongole veraci prodotte nella Sacca di Goro
hanno abbattuto 3 mila tonnellate di anidride carbonica, neutralizzando le emissioni degli impianti di riscaldamento residenziale nel comune. E se la produzione fosse inserita nel sistema dei carbon credit, un certificato negoziabile equivalente ad una tonnellata di Co2 non emessa o assorbita, quella eliminata dall'ambiente varrebbe circa 160 mila euro. Per far sì che anche i molluschi possano fare la loro parte al meglio, è tuttavia necessario
fare la nostra parte. In primis, cercando di tenere le acque pulite dai combustibili fossili in quanto sono proprio i fiumi di combustione e le perdite di oli minerali a compromettere la naturale matrice organica dei molluschi.