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Home » Scienze e culture » “Darwin Day”: sconfiggere i pregiudizi per preservare le specie. Una sfida per la conservazione

“Darwin Day”: sconfiggere i pregiudizi per preservare le specie. Una sfida per la conservazione

Vittime di superstizioni, credenze e paure che ne hanno messo a rischio la stessa sopravvivenza, lupi, rinoceronti, pipistrelli, linci e serpenti negli anni hanno visto la propria immagine riabilitata grazie alla scienza

Domenico Guarino
12 Febbraio 2023
Il lupo

Il lupo

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Lupi, serpenti, pipistrelli, rinoceronti bianchi, linci: cosa hanno in comune queste specie? Nulla. Se non il fatto di essere stati vittime involontarie di superstizioni, paure ataviche e credenze popolari più o meno diffuse che, nei secoli, ne hanno messo a rischio la stessa sopravvivenza. A loro il Wwf dedica il Darwin Day, che si celebra ogni anno il 12 febbraio, in occasione dell’anniversario della nascita del naturalista padre della teoria dell’evoluzione ed ispiratore della scienza della conservazione. Tra i tanti meriti di Darwin infatti, oltre alla messa in discussione la visione antropocentrica del Pianeta, c’è infatti quello di averci illustrato e fatto capire come solo la scienza possa aiutarci a diffondere le corrette conoscenze, illuminando le tenebre della superstizione. E a vincere la sfida della conservazione grazie a tecnologie innovative e azioni coraggiose.

Il lupo

Prendete il lupo, ad esempio: da sempre vittima di pregiudizi e leggende che lo hanno condannato alla persecuzione e alla caccia selvaggia, in Italia era giunto sull’orlo dell’estinzione negli anni ’70 del secolo scorso. Per fortuna, grazie alla scienza, al Wwf, al Parco Nazionale d’Abruzzo e ai primi studi scientifici, la sua immagine è stata “riabilitata”, e molte delle credenze popolari sono state ribaltate, smentendo le leggende che lo dipingevano come specie sanguinaria, che oltre ad uccidere pecore al pascolo era solito anche assalire i bambini nel bosco. Grazie agli studi scientifici, si è capito come il lupo sia un predatore selvatico, adattabile come pochi altri, con il quale i pastori potevano convivere grazie ad alcuni accorgimenti, in quanto capace di predare bestiame domestico quando non custodito. È stata sempre la scienza a svelare anche la sua grande capacità di movimento e la sua socialità del tutto peculiare, che li avvicina addirittura al noi umani.

Il rinoceronte

Il rinoceronte bianco settentrionale è estinto in natura

Al rinoceronte bianco settentrionale (Ceratotherium simum cottoni) è andata addirittura peggio, tanto che in natura si è estinto nel 2008, a causa della insensata e criminale caccia selvaggia, alimentata dalla crescente richiesta di corni, che nel mercato nero sono sempre richiesti per le loro presunte qualità terapeutiche ed afrodisiache. I bracconieri negli anni hanno fatto affari d’oro grazie ai prezzi elevatissimi e alle dimensioni della richiesta, fino a sterminare letteralmente l’intera popolazione di questo animale, che un tempo prosperava dal Congo fino alle savane di Kenya e Tanzania, ma la cui specie, già negli anni ’60, non arrivava a contare più di 2.000 individui. Negli anni scorsi restavano in vita solamente due femmine, madre e figlia, in cattività. Per fortuna le due sono state trasferite in una riserva naturale in Kenya, dove sono state sviluppate tecnologie avanzate di riproduzione assistita: campioni di sperma sono stati prelevati e accuratamente conservati prima che gli ultimi esemplari maschi morissero. Dopo molti tentativi, nell’agosto del 2019 gli scienziati sono riusciti a fecondare in vitro gli ovuli dalle ultime due femmine sopravvissute, Najin e Fatu.

Serpenti e pipistrelli

Serpenti e pipistrelli per anni sono stati considerati “simboli del male”

Simile al lupo è invece la storia dei serpenti e dei pipistrelli in Italia: vipere, natrici, biacchi, cervoni e le diverse specie di chirottero che vivono nel nostro Paese sono state nei secoli perseguitate e uccise perché vittime dell’ignoranza e considerate simbolo del “male”. È stata la ricerca scientifica a mostrare il reale valore ecologico di questi animali. I serpenti sono stati dunque riconosciuti come importanti tasselli degli ecosistemi dove vivono, mentre si è dimostrato che pipistrelli non sono avidi succhiatori di sangue, ma fondamentali aiutanti nel contenimento degli insetti e in particolare delle poco amate zanzare. Da loro dunque, nessun pericolo per l’uomo, nonostante le credenze secolari.

La lince

La lince iberica

Infine la lince iberica (Lynx pardinus), in pratica la specie di Felide più minacciata al mondo a causa della progressiva riduzione dei conigli selvatici, che costituiscono il 90% della sua dieta, della persecuzione dell’uomo e della distruzione e frammentazione del suo habitat.  Via via negli anni il numero delle linci si è talmente ridotto che, nel 2002, i primi censimenti hanno rilevato la presenza di appena 94 esemplari. Dal 2006, però, grazie alla riproduzione in cattività e la successiva reintroduzione di alcune linci in porzioni del suo areale storico in Andalusia, la tendenza verso l’estinzione si è decisamente invertita fino ad arrivare  a più di 1.300 individui in natura.

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  • "Ora dobbiamo fare di meno, per il futuro".

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  • Per una detenuta come Joy – nigeriana di 34 anni, arrestata nel 2014 per possesso di droga – uscire dal carcere significherà dover imparare a badare a se stessa. Lei che è lontana da casa e dalla famiglia, lei che non ha nessuno ad aspettarla. In carcere ha fatto il suo percorso, ha imparato tanto, ha sofferto di più. Ma ha anche conosciuto persone importanti, detenute come lei che sono diventate delle amiche. 

Mon solo. Nella Cooperativa sociale Gomito a Gomito, per esempio, ha trovato una seconda famiglia, un ambiente lavorativo che le ha offerto “opportunità che, se fossi stata fuori dal carcere, non avrei mai avuto”, come quella di imparare un mestiere e partecipare ad un percorso di riabilitazione sociale e personale verso l’indipendenza, anche economica.

Enrica Morandi, vice presidente e coordinatrice dei laboratori sartoriali del carcere di Rocco D’Amato (meglio noto ai bolognesi come “La Dozza”), si riferisce a lei chiamandola “la mia Joy”, perché dopo tanti anni di lavoro fianco a fianco ha imparato ad apprezzare questa giovane donna impegnata a ricostruire la propria vita: 

“Joy è extracomunitaria, nel nostro Paese non ha famiglia. Per lei sarà impossibile beneficiare degli sconti di pena su cui normalmente possono contare le detenute italiane, per buona condotta o per anni di reclusione maturati. Non è una questione di razzismo, è che esistono problemi logistici veri e propri, come il non sapere dove sistemare e a chi affidare queste ragazze, una volta lasciate le mura del penitenziario. Se una donna italiana ha ad attenderla qualcuno che si fa carico di ospitarla, Joy e altre come lei non hanno nessun cordone affettivo cui appigliarsi”.

L
  • Presidi psicologici, psicoterapeutici e di counselling per tutti gli studenti universitari e scolastici. Lo chiedono l’Udu, Unione degli universitari, e la Rete degli studenti medi nella proposta di legge ‘Chiedimi come sto’ consegnata a una delegazione di parlamentari nel corso di una conferenza stampa a Montecitorio.

La proposta è stata redatta secondo le conclusioni di una ricerca condotta da Spi-Cgil e Istituto Ires, che ha evidenziato come, su un campione di 50mila risposte, il 28 per cento abbia avuto esperienze di disturbi alimentari e oltre il 14 di autolesionismo.

“Nella nostra generazione è ancora forte lo stigma verso chi sta male ed è difficile chiedere aiuto - spiega Camilla Piredda, coordinatrice nazionale dell’Udu - l’interesse effettivo della politica si è palesato solo dopo il 15esimo suicidio di studenti universitari in un anno e mezzo. Ci sembra assurdo che la politica si interessi solamente dopo che si supera il limite, con persone che arrivano a scegliere di togliersi la vita.

Dall’altro lato, è positivo che negli ultimi mesi si sia deciso di chiedere a noi studenti come affrontare e come risolvere, il problema. Non è scontato e non è banale, perché siamo abituati a decenni in cui si parla di nuove generazioni senza parlare alle nuove generazioni”.

#luce #lucenews #università
  • La polemica politica riaccende i riflettori sulle madri detenute con i figli dopo la proposta di legge in merito alla detenzione in carcere delle donne in gravidanza: già presentata dal Pd nella scorsa legislatura, approvata in prima lettura al Senato, ma non alla Camera, prevedeva l’affido della madre e del minore a strutture protette, come le case famiglia, e vigilate. La dichiarata intenzione del centrodestra di rivedere il testo ha messo il Pd sul piede di guerra; alla fine di uno scontro molto acceso, i dem hanno ritirato il disegno di legge ma la Lega, quasi per ripicca, ne ha presentato uno nuovo, esattamente in linea con i desideri della maggioranza.

Lunedì non ci sarà quindi alcuna discussione alla Camera sul testo presentato da Debora Serracchiani nella scorsa legislatura, Tutto ripartirà da capo, con un nuovo testo, firmato da due esponenti del centrodestra: Jacopo Morrone e Ingrid Bisa.

“Questo (il testo Serracchini) era un testo che era già stato votato da un ramo del Parlamento, noi lo avevamo ripresentato per migliorare le condizioni delle detenute madri – ha spiegato ieri il dem Alessandro Zan – ma la maggioranza lo ha trasformato inserendovi norme che di fatto peggiorano le cose, consentendo addirittura alle donne incinte o con figli di meno di un anno di età di andare in carcere. Così non ha più senso, quindi ritiriamo le firme“.

Lo scontro tra le due fazioni è finito (anche) sui social media. "Sul tema delle borseggiatrici e ladre incinte occorre cambiare la visione affinché la gravidanza non sia una scusa“ sottolineano i due presentatori della proposta.

La proposta presentata prevede modifiche all’articolo 146 del codice penale in materia di rinvio obbligatorio dell’esecuzione della pena: “Se sussiste un concreto pericolo di commissione di ulteriori delitti – si legge nel testo presentato – il magistrato di sorveglianza può disporre che l’esecuzione della pena non sia differita, ovvero, se già differita, che il differimento sia revocato. Qualora la persona detenuta sia recidiva, l’esecuzione della pena avviene presso un istituto di custodia attenuata per detenute madri“.

#lucenews #madriincarcere
Lupi, serpenti, pipistrelli, rinoceronti bianchi, linci: cosa hanno in comune queste specie? Nulla. Se non il fatto di essere stati vittime involontarie di superstizioni, paure ataviche e credenze popolari più o meno diffuse che, nei secoli, ne hanno messo a rischio la stessa sopravvivenza. A loro il Wwf dedica il Darwin Day, che si celebra ogni anno il 12 febbraio, in occasione dell’anniversario della nascita del naturalista padre della teoria dell’evoluzione ed ispiratore della scienza della conservazione. Tra i tanti meriti di Darwin infatti, oltre alla messa in discussione la visione antropocentrica del Pianeta, c’è infatti quello di averci illustrato e fatto capire come solo la scienza possa aiutarci a diffondere le corrette conoscenze, illuminando le tenebre della superstizione. E a vincere la sfida della conservazione grazie a tecnologie innovative e azioni coraggiose.

Il lupo

Prendete il lupo, ad esempio: da sempre vittima di pregiudizi e leggende che lo hanno condannato alla persecuzione e alla caccia selvaggia, in Italia era giunto sull’orlo dell’estinzione negli anni ’70 del secolo scorso. Per fortuna, grazie alla scienza, al Wwf, al Parco Nazionale d’Abruzzo e ai primi studi scientifici, la sua immagine è stata "riabilitata", e molte delle credenze popolari sono state ribaltate, smentendo le leggende che lo dipingevano come specie sanguinaria, che oltre ad uccidere pecore al pascolo era solito anche assalire i bambini nel bosco. Grazie agli studi scientifici, si è capito come il lupo sia un predatore selvatico, adattabile come pochi altri, con il quale i pastori potevano convivere grazie ad alcuni accorgimenti, in quanto capace di predare bestiame domestico quando non custodito. È stata sempre la scienza a svelare anche la sua grande capacità di movimento e la sua socialità del tutto peculiare, che li avvicina addirittura al noi umani.

Il rinoceronte

Il rinoceronte bianco settentrionale è estinto in natura
Al rinoceronte bianco settentrionale (Ceratotherium simum cottoni) è andata addirittura peggio, tanto che in natura si è estinto nel 2008, a causa della insensata e criminale caccia selvaggia, alimentata dalla crescente richiesta di corni, che nel mercato nero sono sempre richiesti per le loro presunte qualità terapeutiche ed afrodisiache. I bracconieri negli anni hanno fatto affari d’oro grazie ai prezzi elevatissimi e alle dimensioni della richiesta, fino a sterminare letteralmente l’intera popolazione di questo animale, che un tempo prosperava dal Congo fino alle savane di Kenya e Tanzania, ma la cui specie, già negli anni ’60, non arrivava a contare più di 2.000 individui. Negli anni scorsi restavano in vita solamente due femmine, madre e figlia, in cattività. Per fortuna le due sono state trasferite in una riserva naturale in Kenya, dove sono state sviluppate tecnologie avanzate di riproduzione assistita: campioni di sperma sono stati prelevati e accuratamente conservati prima che gli ultimi esemplari maschi morissero. Dopo molti tentativi, nell’agosto del 2019 gli scienziati sono riusciti a fecondare in vitro gli ovuli dalle ultime due femmine sopravvissute, Najin e Fatu.

Serpenti e pipistrelli

Serpenti e pipistrelli per anni sono stati considerati "simboli del male"
Simile al lupo è invece la storia dei serpenti e dei pipistrelli in Italia: vipere, natrici, biacchi, cervoni e le diverse specie di chirottero che vivono nel nostro Paese sono state nei secoli perseguitate e uccise perché vittime dell’ignoranza e considerate simbolo del “male”. È stata la ricerca scientifica a mostrare il reale valore ecologico di questi animali. I serpenti sono stati dunque riconosciuti come importanti tasselli degli ecosistemi dove vivono, mentre si è dimostrato che pipistrelli non sono avidi succhiatori di sangue, ma fondamentali aiutanti nel contenimento degli insetti e in particolare delle poco amate zanzare. Da loro dunque, nessun pericolo per l’uomo, nonostante le credenze secolari.

La lince

La lince iberica
Infine la lince iberica (Lynx pardinus), in pratica la specie di Felide più minacciata al mondo a causa della progressiva riduzione dei conigli selvatici, che costituiscono il 90% della sua dieta, della persecuzione dell’uomo e della distruzione e frammentazione del suo habitat.  Via via negli anni il numero delle linci si è talmente ridotto che, nel 2002, i primi censimenti hanno rilevato la presenza di appena 94 esemplari. Dal 2006, però, grazie alla riproduzione in cattività e la successiva reintroduzione di alcune linci in porzioni del suo areale storico in Andalusia, la tendenza verso l’estinzione si è decisamente invertita fino ad arrivare  a più di 1.300 individui in natura.
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