Siviglia, l’arte prende posizione: una mostra sulla "Diversidad”

Ospitato nei vasti locali di una ex chiesa cattolica, nella quale per molto tempo sono stati accolti i resti di Cristoforo Colombo, il CAAC – Centro andaluz de arte contemporaneo – dedica una imponente mostra al tema della diversità, nelle sue varie forme

di GIOVANNI BOGANI
18 aprile 2025
"Las Fascistas" di Cristina Lucas

"Las Fascistas" di Cristina Lucas

Il museo di arte contemporanea di Siviglia, uno dei più importanti istituti di arte contemporanea della Spagna e dell’Europa meridionale, dedica una imponente mostra al tema della diversità, nelle sue varie forme. Ospitato nei vasti locali di una ex chiesa cattolica, nella quale per molto tempo sono stati accolti i resti di Cristoforo Colombo, il CAAC – Centro andaluz de arte contemporaneo – è attivissimo: propone mostre, incontri con artisti, si arricchisce di acquisizioni continue. Questa volta, curata da Alberto Garcia Alix, è di scena fino al 25 maggio la mostra “Diversidad”, che occupa gran parte dei locali del Centro. Sono un centinaio gli artisti coinvolti, centinaia le opere. “Ogni opera non soltanto celebra la diversità, ma la esplora come un principio essenziale”, dice Alberto Garcia Alix, il curatore. “Ho esplorato nei fondi del museo, in un inventario di quasi seicento pagine. E ho creato un percorso nel quale le differenti energie si nutrono e si mescolano, creando un corpo nuovo: questa esposizione”.  

Colpiscono opere come quella di Andrès Serrano, autore di “A History of Sex (Antonio e Ulrike)”, uno scatto del 1995 che mostra una donna che accoglie un vecchio, entrambi nudi. Colpiscono le opere di Joan Colon, che ritrae volti e corpi di vite “differenti” nella Barcellona della fine degli anni Cinquanta. Un omosessuale, una prostituta che incrocia il suo cammino con una donna affetta da nanismo. Nelle opere di Cristina Lucas, la vita quotidiana viene analizzata politicamente. Un tinello nel quale una giovane donna lava i piatti, mentre altre due la stanno a guardare, è emblematicamente intitolato “Las Fascistas”, le fasciste, con riferimento al ruolo subalterno della donna entrata nel contesto familiare. La diversità viene esplorata nei corpi, nei comportamenti, nella pratica politica. “Mi sono posto mille domande: che cosa voleva l’autore con ogni opera? Come creare una narrazione, passando da un’opera all’altra?” dice Garcia Alix, che è a sua volta un fotografo, e ha lavorato molto su materiali fotografici. “La diversità è da sempre vitale come punto di incontro, è rischio culturale, è condivisione”. Fra gli autori protagonisti della mostra, Cristina García Rodero, María Cañas, Pierre Gonnord, Ana Mendieta, Lotty Rosenfeld, Rogelio López Cuenca, Nan Goldin e molti altri. “La mostra è uno specchio, nella quale vederci, e vedere le molte sfaccettature della nostra vita e della nostra società”, dice il curatore. “Ci sono i temi della inclusività, della tolleranza, il radicalismo e il femminismo”.