Main Partner
Partner
Luce
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • Evento 2022
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Luce
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • Evento 2022
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Luce

Home » Scienze e culture » Scienza, nuove frontiere: creato il primo embrione di topo sintetico con il cuore che batte

Scienza, nuove frontiere: creato il primo embrione di topo sintetico con il cuore che batte

La ricerca pubblicata su Nature. Gli scienziati: “Se la tecnica sperimentata sugli animali avrà successo anche con cellule staminali umane si potranno costruire in laboratorio organi per i trapianti destinati ai pazienti in lista d’attesa“

Letizia Cini
28 Agosto 2022
La creazione di un embrione sintetico di topo, che “accresce le speranze” sulla possibilità di produrre in laboratorio organi umani destinati ai trapianti

La creazione di un embrione sintetico di topo, che “accresce le speranze” sulla possibilità di produrre in laboratorio organi umani destinati ai trapianti

Share on FacebookShare on Twitter

La creazione di un embrione sintetico di topo, che “accresce le speranze” sulla possibilità di produrre in laboratorio organi umani destinati ai trapianti. Ha un cuore che batte, più un abbozzo di cervello e di intestino, l’ embrione sintetico generato da cellule staminali che si è sviluppato per otto giorni e mezzo: un vero e proprio record che permette già di guardare al futuro, quando la stessa tecnica potrà essere utilizzata per ottenere embrioni umani e studiarne tutte le fasi dello sviluppo, capire malattie, sperimentare farmaci senza ricorrere ai test sugli animali e, infine, coltivare in laboratorio organi umani destinati ai trapianti.

Il risultato, pubblicato sulla rivista Nature, è il frutto di 10 anni di ricerche del gruppo dell’Università britannica di Cambridge coordinato da Magdalena Zernicka-Goetz. È lo stesso gruppo che nel 2017 aveva ottenuto il primo embrione sintetico di topo a partire da cellule staminali, senza cioè ricorrere a ovociti e spermatozoi.

Primi firmatari dell’articolo sono l’italiano Gianluca Amadei e Charlotte Handford, entrambi della stessa università britannica e del California Institute of Technology (Caltech); Amadei lavora anche nell’università di Padova. L’ embrione sintetico è nato da una combinazione di cellule staminali embrionali, con cellule della struttura necessaria al nutrimento dell’ embrione (trofoblasto) e cellule extra-embrionali (ETiX), tutte di topo.

La differenza, rispetto al 2017, è nel fatto che i ricercatori sono riusciti a far dialogare le cellule fra loro, in modo che si assemblassero in modo spontaneo. L’ embrione sintetico così ottenuto si è sviluppato in una struttura complessa, nella quale si distinguono alcune regioni del cervello, il tubo neurale che dà origine al sistema nervoso, una struttura simile a un cuore in grado di battere e un’altra simile all’intestino. In questo vero e proprio laboratorio vivente in miniatura, i ricercatori hanno anche dimostrato di poter riprodurre le caratteristiche osservate nei cosiddetti topi di laboratorio knockout, ossia privati di un gene allo scopo di studiare caratteristiche fisiologiche o le cause di malattie. Il gene su cui è stato condotto il test si chiama Pax6 ed è coinvolto nello sviluppo degli occhi e di altri organi sensoriali.

Topo da laboratorio
Topo da laboratorio

“Il nostro modello di embrione di topo non solo ha sviluppato un cervello, ma un cuore battente e tutti i componenti dell’organismo – osserva Zernicka-Goetz – . È semplicemente incredibile – aggiunge – che siamo arrivati così lontano. Questo – ha aggiunto – è stato l’obiettivo principale del nostro lavoro per un decennio. Finalmente lo abbiamo raggiunto”.

La pecora Dolly, 25 anni fa il primo clone che rivoluzionò la scienza e aprì alla ricerca sulle staminali
La pecora Dolly,: 25 anni fa il primo clone che rivoluzionò la scienza e aprì alla ricerca sulle staminali

L’ embrione è anche il primo passo per individuare i motivi per cui tante gravidanze falliscono. Nel frattempo, riferisce il Caltech, lo stesso gruppo di ricerca sta lavorando a un modello di embrione umano analogo a quello di topo e l’obiettivo è riuscire a comprendere passaggi cruciali dello sviluppo embrionale altrimenti impossibili da osservare per motivi etici, in embrioni umani reali. Un altro obiettivo è costruire in laboratorio organi per i trapianti destinati ai pazienti in lista d’attesa. “Quello rende il nostro lavoro così entusiasmante – osserva Zernicka-Goetz – è che le nuove conoscenze potranno essere utilizzate per coltivare in futuro organi umani sintetici per salvare vite”.

Potrebbe interessarti anche

Nino Gennaro a Corleone (Facebook)
Lifestyle

Pionieri Queer. Nino Gennaro, testimone e cantore di un’umanità tanto “esclusa” quanto vitale e creativa

2 Febbraio 2023
In Iran le milizie mirano ai volti dei manifestanti (Instagram)
Attualità

Iran, pallini di metallo contro gli occhi dei manifestanti. La denuncia di 140 medici oftalmologi

1 Febbraio 2023
I giovanissimi sono sempre più iperconnessi. E aumentano i casi di cyberbullismo
Lifestyle

L’allarme del Moige: il 31% dei minori in Italia è vittima di cyberbullismo, il 54% di bullismo

7 Febbraio 2023

Instagram

  • "Ho provato a far cantare Chiara Ferragni, ma non sono riuscito a portarla sul palco" ha scherzato Gianni Morandi. 

"Ve lo risparmio ragazzi, non è proprio il mio forte" ha risposto l
  • Aumentano, purtroppo, gli episodi di bullismo e cyberbullismo. 

I minori vittime di prepotenze nella vita reale, o che le abbiano subite qualche volta sono il 54%, contro il 44% del 2020. Un incremento significativo, di ben 10 punti, che deve spingerci a riflettere. 

Per quanto riguarda il cyber bullismo, il 31% dei minori ne è stato vittima almeno una volta, contro il 23% del 2020. Il fenomeno sembra interessare più i ragazzi delle ragazze sia nella vita reale (il 57% dei maschi è stato vittima di prepotenze, contro il 50% delle femmine) sia in quella virtuale (32% contro 29%). Nel 42% si tratta di offese verbali, ma sono frequenti anche violenze fisiche (26%) e psicologiche (26%).

Il 52% è pienamente consapevole dei reati che commette se intraprende un’azione di bullismo usando internet o lo smartphone, il 14% lo è abbastanza, ma questo non sembra un deterrente. Un 26%, invece, dichiara di non saperne nulla della gravità del reato. Intervistati, con risposte multiple, sui motivi che spingono ad avere comportamenti di prepotenza o di bullismo nei confronti degli altri, il 54% indica il body shaming. 

Mentre tra i motivi che spingono i bulli ad agire in questo modo, il 50% afferma che così dimostra di essere più forte degli altri, il 47% si diverte a mettere in ridicolo gli altri, per il 37% il bullo si comporta in questo modo perché gli piace che gli altri lo temano.

Ma come si comportano se assistono a episodi di bullismo? Alla domanda su come si comportano i compagni quando assistono a queste situazioni, solo il 34% risponde “aiutano la vittima”, un dato che nel 2020 era il 44%. 

Un calo drastico, che forse potrebbe essere spiegato con una minore empatia sociale dovuta al distanziamento sociale e al lockdown, che ha impedito ai minori di intessere relazioni profonde. Migliora, invece, la percentuale degli insegnanti che, rendendosi conto di quanto accaduto, intervengono prontamente (46% contro il 40% del 2020). Un 7%, però, dichiara che i docenti, sebbene si rendano conto di quanto succede, non fanno nulla per fermare le prepotenze.

I giovanissimi sono sempre più iperconessi, ma sono ancora in grado di legarsi?

#lucenews #giornatacontroilbullismo
  • “Non sono giorni facilissimi, il dolore va e viene: è molto difficile non pensare a qualcosa che ti fa male”. Camihawke, al secolo Camilla Boniardi, una delle influencer più amate del web si mette ancora una volta a nudo raccontando le sue insicurezze e fragilità. In un post su Instagram parla della tricodinia. 

“Se fosse tutto ok, per questa tricodinia rimarrebbe solo lo stress come unica causa e allora dovrò modificare qualcosa nella mia vita. Forse il mio corpo mi sta parlando e devo dargli ascolto."

La tricodinia è una sensazione dolorosa al cuoio capelluto, accompagnata da un bruciore o prurito profondo che, in termini medici, si chiama disestesia. Può essere transitoria o diventare cronica, a volte perfino un gesto quotidiano come pettinarsi o toccarsi i capelli può diventare molto doloroso. Molte persone – due pazienti su tre sono donne – lamentano formicolii avvertiti alla radice, tra i follicoli e il cuoio capelluto. Tra le complicazioni, la tricodinia può portare al diradamento e perfino alla caduta dei capelli. 

#lucenews #lucelanazione #camihawke #tricodinia
  • Dai record alle prime volte all’attualità, la 65esima edizione dei Grammy Awards non delude quanto a sorprese. 

Domenica 5 febbraio, in una serata sfavillante a Los Angeles, la cerimonia dell’Oscare della musica della Recording Academy ha fatto entusiasmare sia per i big presenti sia per i riconoscimenti assegnati. 

Intanto ad essere simbolicamente premiate sono state le donne e i manifestanti contro la dittatura della Repubblica Islamica: “Baraye“, l’inno delle proteste in Iran, ha vinto infatti il primo Grammy per la canzone che ispira cambiamenti sociali nel mondo. Ad annunciarlo dal palco è stata nientemeno che  la first lady americana Jill Biden.

L’autore, il 25enne Shervin Hajipour, era praticamente sconosciuto quando è stato eliminato dalla versione iraniana di American Idol, ma la sua canzone è diventata un simbolo delle proteste degli ultimi mesi in Iran evocando sentimenti di dolore, rabbia, speranza e desiderio di cambiamento. Hajipour vive nel Paese in rivolta ed è stato arrestato dopo che proprio questo brano, a settembre, è diventata virale generando oltre 40 milioni di click sul web in 48 ore.

#lucenews #grammyawards2023 #shervinhajipour #iran
La creazione di un embrione sintetico di topo, che “accresce le speranze” sulla possibilità di produrre in laboratorio organi umani destinati ai trapianti. Ha un cuore che batte, più un abbozzo di cervello e di intestino, l’ embrione sintetico generato da cellule staminali che si è sviluppato per otto giorni e mezzo: un vero e proprio record che permette già di guardare al futuro, quando la stessa tecnica potrà essere utilizzata per ottenere embrioni umani e studiarne tutte le fasi dello sviluppo, capire malattie, sperimentare farmaci senza ricorrere ai test sugli animali e, infine, coltivare in laboratorio organi umani destinati ai trapianti. Il risultato, pubblicato sulla rivista Nature, è il frutto di 10 anni di ricerche del gruppo dell’Università britannica di Cambridge coordinato da Magdalena Zernicka-Goetz. È lo stesso gruppo che nel 2017 aveva ottenuto il primo embrione sintetico di topo a partire da cellule staminali, senza cioè ricorrere a ovociti e spermatozoi. Primi firmatari dell’articolo sono l’italiano Gianluca Amadei e Charlotte Handford, entrambi della stessa università britannica e del California Institute of Technology (Caltech); Amadei lavora anche nell’università di Padova. L’ embrione sintetico è nato da una combinazione di cellule staminali embrionali, con cellule della struttura necessaria al nutrimento dell’ embrione (trofoblasto) e cellule extra-embrionali (ETiX), tutte di topo. La differenza, rispetto al 2017, è nel fatto che i ricercatori sono riusciti a far dialogare le cellule fra loro, in modo che si assemblassero in modo spontaneo. L’ embrione sintetico così ottenuto si è sviluppato in una struttura complessa, nella quale si distinguono alcune regioni del cervello, il tubo neurale che dà origine al sistema nervoso, una struttura simile a un cuore in grado di battere e un’altra simile all’intestino. In questo vero e proprio laboratorio vivente in miniatura, i ricercatori hanno anche dimostrato di poter riprodurre le caratteristiche osservate nei cosiddetti topi di laboratorio knockout, ossia privati di un gene allo scopo di studiare caratteristiche fisiologiche o le cause di malattie. Il gene su cui è stato condotto il test si chiama Pax6 ed è coinvolto nello sviluppo degli occhi e di altri organi sensoriali.
Topo da laboratorio
Topo da laboratorio
"Il nostro modello di embrione di topo non solo ha sviluppato un cervello, ma un cuore battente e tutti i componenti dell’organismo - osserva Zernicka-Goetz - . È semplicemente incredibile - aggiunge - che siamo arrivati così lontano. Questo - ha aggiunto - è stato l’obiettivo principale del nostro lavoro per un decennio. Finalmente lo abbiamo raggiunto".
La pecora Dolly, 25 anni fa il primo clone che rivoluzionò la scienza e aprì alla ricerca sulle staminali
La pecora Dolly,: 25 anni fa il primo clone che rivoluzionò la scienza e aprì alla ricerca sulle staminali
L’ embrione è anche il primo passo per individuare i motivi per cui tante gravidanze falliscono. Nel frattempo, riferisce il Caltech, lo stesso gruppo di ricerca sta lavorando a un modello di embrione umano analogo a quello di topo e l’obiettivo è riuscire a comprendere passaggi cruciali dello sviluppo embrionale altrimenti impossibili da osservare per motivi etici, in embrioni umani reali. Un altro obiettivo è costruire in laboratorio organi per i trapianti destinati ai pazienti in lista d’attesa. "Quello rende il nostro lavoro così entusiasmante - osserva Zernicka-Goetz - è che le nuove conoscenze potranno essere utilizzate per coltivare in futuro organi umani sintetici per salvare vite".
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • Cos’è Luce!
  • Redazione
  • Board
  • Contattaci
  • Evento 2022

Robin Srl
Società soggetta a direzione e coordinamento di Monrif
Dati societariISSNPrivacyImpostazioni privacy

Copyright© 2021 - P.Iva 12741650159

CATEGORIE
  • Contatti
  • Lavora con noi
  • Concorsi
ABBONAMENTI
  • Digitale
  • Cartaceo
  • Offerte promozionali
PUBBLICITÀ
  • Speed ADV
  • Network
  • Annunci
  • Aste E Gare
  • Codici Sconto