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Home » Scienze e culture » Energia pulita, in Portogallo nasce il più grande parco fotovoltaico d’Europa

Energia pulita, in Portogallo nasce il più grande parco fotovoltaico d’Europa

Entrerà in funzione nel 2025. Il terreno su cui sorgerà sarà utilizzato per l'allevamento di pecore e ospiterà alveari

Domenico Guarino
12 Febbraio 2023
Pannelli fotovoltaici (Ansa)

Pannelli fotovoltaici (Ansa)

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Circa 1.200 megawatt di capacità installata. Sufficiente per coprire il fabbisogno elettrico di 430mila cittadini, il doppio degli abitanti di Porto, la seconda città del paese: a Santiago do Cacém in Portogallo sta per sorgere il parco fotovoltaico più grande d’Europa, il quinto più esteso al mondo. L’obiettivo è quello di un risparmio di almeno 370 milioni di metri cubi di gas l’anno, cioè più del 25% di quello usato nel 2022 per la generazione elettrica. Un obiettivo grandioso, tanto quanto la produzione letteraria di Fernando Pessoa, lo scrittore simbolo della cultura lusitana cui il parco è dedicato. Da cronoprogramma, il parco fotovoltaico inizierà a operare nel 2025 nella località vicino a Sines, uno dei poli logistici più importanti del Portogallo. “L’impianto solare di Fernando Pessoa segna una nuova pietra miliare in Europa, combinando le ambizioni di energia pulita con la generazione di impatti ambientali e sociali positivi e tangibili. Dobbiamo ridurre la nostra esposizione ai combustibili fossili” ha dichiarato Ignacio Sánchez Galán, presidente di Iberdrola, che, dopo aver ricevuto responso positivo dalla Valutazione d’impatto ambientale, sarà chiamata a realizzare l’opera.

L'impianto fotovoltaico di Nunez de Balboa in Portogallo realizzato dalla società Iberdrola
L’impianto fotovoltaico di Nunez de Balboa in Portogallo realizzato dalla società Iberdrola

Secondo l’azienda, l’impianto sarà “un esempio di coesistenza di nuovi sviluppi rinnovabili con il patrimonio ambientale e le comunità locali”. Le misure associate al progetto prevedono un programma di azioni socioeconomiche, tra cui formazione professionale nel campo dell’energia o il sostegno al settore turistico per gli abitanti dell’area e la fornitura di energia solare alle comunità vicine. Per la tutela della biodiversità, il terreno su cui sorgerà il parco fotovoltaico “sarà utilizzato dai pastori locali come pascolo per l’allevamento ovino della zona e saranno introdotti degli alveari”.

Sulla superficie del bacino artificiale Alqueva, in Portogallo, il più grande parco solare galleggiante d’Europa
Sulla superficie del bacino artificiale Alqueva, in Portogallo, il più grande parco solare galleggiante d’Europa

Da anni il Portogallo sta puntando sulle fonti rinnovabili. Nel luglio scorso è entrato infatti in funzione il più grande impianto fotovoltaico galleggiante d’Europa, nel bacino idroelettrico della diga posizionato di Alqueva. All’interno del bacino sono stati collocati, utilizzando due rimorchiatori, ben 12.000 pannelli fotovoltaici. Complessivamente, occupano una superficie pari a circa 4 campi di calcio. I 12.000 pannelli galleggianti dovrebbero essere in grado di andare a produrre 7,5 GWh di elettricità all’anno. Tale energia sarà anche immagazzinata all’interno di un sistema di accumulo da 2 GWh. L’impianto di Alqueva permetterà di fornire energia a circa 1.500 famiglie.

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  • Per una detenuta come Joy – nigeriana di 34 anni, arrestata nel 2014 per possesso di droga – uscire dal carcere significherà dover imparare a badare a se stessa. Lei che è lontana da casa e dalla famiglia, lei che non ha nessuno ad aspettarla. In carcere ha fatto il suo percorso, ha imparato tanto, ha sofferto di più. Ma ha anche conosciuto persone importanti, detenute come lei che sono diventate delle amiche. 

Mon solo. Nella Cooperativa sociale Gomito a Gomito, per esempio, ha trovato una seconda famiglia, un ambiente lavorativo che le ha offerto “opportunità che, se fossi stata fuori dal carcere, non avrei mai avuto”, come quella di imparare un mestiere e partecipare ad un percorso di riabilitazione sociale e personale verso l’indipendenza, anche economica.

Enrica Morandi, vice presidente e coordinatrice dei laboratori sartoriali del carcere di Rocco D’Amato (meglio noto ai bolognesi come “La Dozza”), si riferisce a lei chiamandola “la mia Joy”, perché dopo tanti anni di lavoro fianco a fianco ha imparato ad apprezzare questa giovane donna impegnata a ricostruire la propria vita: 

“Joy è extracomunitaria, nel nostro Paese non ha famiglia. Per lei sarà impossibile beneficiare degli sconti di pena su cui normalmente possono contare le detenute italiane, per buona condotta o per anni di reclusione maturati. Non è una questione di razzismo, è che esistono problemi logistici veri e propri, come il non sapere dove sistemare e a chi affidare queste ragazze, una volta lasciate le mura del penitenziario. Se una donna italiana ha ad attenderla qualcuno che si fa carico di ospitarla, Joy e altre come lei non hanno nessun cordone affettivo cui appigliarsi”.

L
  • Presidi psicologici, psicoterapeutici e di counselling per tutti gli studenti universitari e scolastici. Lo chiedono l’Udu, Unione degli universitari, e la Rete degli studenti medi nella proposta di legge ‘Chiedimi come sto’ consegnata a una delegazione di parlamentari nel corso di una conferenza stampa a Montecitorio.

La proposta è stata redatta secondo le conclusioni di una ricerca condotta da Spi-Cgil e Istituto Ires, che ha evidenziato come, su un campione di 50mila risposte, il 28 per cento abbia avuto esperienze di disturbi alimentari e oltre il 14 di autolesionismo.

“Nella nostra generazione è ancora forte lo stigma verso chi sta male ed è difficile chiedere aiuto - spiega Camilla Piredda, coordinatrice nazionale dell’Udu - l’interesse effettivo della politica si è palesato solo dopo il 15esimo suicidio di studenti universitari in un anno e mezzo. Ci sembra assurdo che la politica si interessi solamente dopo che si supera il limite, con persone che arrivano a scegliere di togliersi la vita.

Dall’altro lato, è positivo che negli ultimi mesi si sia deciso di chiedere a noi studenti come affrontare e come risolvere, il problema. Non è scontato e non è banale, perché siamo abituati a decenni in cui si parla di nuove generazioni senza parlare alle nuove generazioni”.

#luce #lucenews #università
  • La polemica politica riaccende i riflettori sulle madri detenute con i figli dopo la proposta di legge in merito alla detenzione in carcere delle donne in gravidanza: già presentata dal Pd nella scorsa legislatura, approvata in prima lettura al Senato, ma non alla Camera, prevedeva l’affido della madre e del minore a strutture protette, come le case famiglia, e vigilate. La dichiarata intenzione del centrodestra di rivedere il testo ha messo il Pd sul piede di guerra; alla fine di uno scontro molto acceso, i dem hanno ritirato il disegno di legge ma la Lega, quasi per ripicca, ne ha presentato uno nuovo, esattamente in linea con i desideri della maggioranza.

Lunedì non ci sarà quindi alcuna discussione alla Camera sul testo presentato da Debora Serracchiani nella scorsa legislatura, Tutto ripartirà da capo, con un nuovo testo, firmato da due esponenti del centrodestra: Jacopo Morrone e Ingrid Bisa.

“Questo (il testo Serracchini) era un testo che era già stato votato da un ramo del Parlamento, noi lo avevamo ripresentato per migliorare le condizioni delle detenute madri – ha spiegato ieri il dem Alessandro Zan – ma la maggioranza lo ha trasformato inserendovi norme che di fatto peggiorano le cose, consentendo addirittura alle donne incinte o con figli di meno di un anno di età di andare in carcere. Così non ha più senso, quindi ritiriamo le firme“.

Lo scontro tra le due fazioni è finito (anche) sui social media. "Sul tema delle borseggiatrici e ladre incinte occorre cambiare la visione affinché la gravidanza non sia una scusa“ sottolineano i due presentatori della proposta.

La proposta presentata prevede modifiche all’articolo 146 del codice penale in materia di rinvio obbligatorio dell’esecuzione della pena: “Se sussiste un concreto pericolo di commissione di ulteriori delitti – si legge nel testo presentato – il magistrato di sorveglianza può disporre che l’esecuzione della pena non sia differita, ovvero, se già differita, che il differimento sia revocato. Qualora la persona detenuta sia recidiva, l’esecuzione della pena avviene presso un istituto di custodia attenuata per detenute madri“.

#lucenews #madriincarcere
Circa 1.200 megawatt di capacità installata. Sufficiente per coprire il fabbisogno elettrico di 430mila cittadini, il doppio degli abitanti di Porto, la seconda città del paese: a Santiago do Cacém in Portogallo sta per sorgere il parco fotovoltaico più grande d’Europa, il quinto più esteso al mondo. L’obiettivo è quello di un risparmio di almeno 370 milioni di metri cubi di gas l’anno, cioè più del 25% di quello usato nel 2022 per la generazione elettrica. Un obiettivo grandioso, tanto quanto la produzione letteraria di Fernando Pessoa, lo scrittore simbolo della cultura lusitana cui il parco è dedicato. Da cronoprogramma, il parco fotovoltaico inizierà a operare nel 2025 nella località vicino a Sines, uno dei poli logistici più importanti del Portogallo. “L’impianto solare di Fernando Pessoa segna una nuova pietra miliare in Europa, combinando le ambizioni di energia pulita con la generazione di impatti ambientali e sociali positivi e tangibili. Dobbiamo ridurre la nostra esposizione ai combustibili fossili” ha dichiarato Ignacio Sánchez Galán, presidente di Iberdrola, che, dopo aver ricevuto responso positivo dalla Valutazione d’impatto ambientale, sarà chiamata a realizzare l’opera.
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