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Home » Scienze e culture » Donne in equilibrio: Ferragamo mette in mostra l’emancipazione negli anni del boom economico

Donne in equilibrio: Ferragamo mette in mostra l’emancipazione negli anni del boom economico

Prosegue a Firenze l'esposizione dedicata a Wanda Miletti, moglie del 'Calzolaio delle Stelle', madre di 6 figli e imprenditrice: "Interprete assoluta di una sorta di umanesimo manageriale al femminile"

Fiamma Domestici
8 Gennaio 2023
Prosegue a Firenze l'esposizione dedicata a Wanda Minetti, moglie del Calzolaio delle Stelle

Prosegue a Firenze l'esposizione dedicata a Wanda Miletti, moglie del Calzolaio delle Stelle (foto Guglielmo de' Micheli for Salvatore Ferragamo Italia Spa)

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L’emancipazione delle donne fra gli anni Cinquanta e Sessanta passa anche attraverso un’iconica figura femminile che ha legato il suo nome e la sua carriera al Calzolaio delle dive, il primo produttore e stilista a portare le scarpe italiane da Firenze alla ribalta nel mondo: Wanda Miletti, moglie di Salvatore Ferragamo.

Ed è nella sede dell’omonimo Museo fiorentino, Palazzo Spini Feroni, che  prosegue fino al 18 aprile 2023 la mostra Donne in equilibrio 1955 – 1965, che nel ricordo sempre vivo di Wanda Miletti Ferragamo, accende i riflettori sul nuovo ruolo assunto fra gli anni Cinquanta e Sessanta in Italia dalle donne, che andarono progressivamente ad occupare ambiti lavorativi fino ad allora quasi esclusivamente riservati agli uomini: nelle professioni, nella cultura, nell’istruzione, nell’arte, nella scienza, nella politica, nella vita sociale ed imprenditoriale.

Curata dalla direttrice del Museo Ferragamo Stefania Ricci e dalla storica Enrica Valleri,  attraverso nove sezioni tematiche la mostra vuole testimoniare il progressivo cammino di emancipazione intrapreso negli anni del boom economico dalle donne, impegnate a costruire un nuovo equilibrio fra impegni familiari e attività lavorativa.

Chi è Wanda Minetti Ferragamo

Un ‘equilibrio’ perfettamente riuscito a Wanda Miletti, classe 1921, moglie giovanissima di Salvatore Ferragamo, il ‘Calzolaio delle Stelle’ (sposato nel 1940 appena diciannovenne mentre lui ne aveva già 42) che nell’agosto del 1960 rimasta vedova a soli 38 anni e madre di sei figli (di cui il più piccolo di soli 3 anni) prese in mano il laboratorio artigianale di calzature del celebre marito trasformandolo, con il supporto dei figli e di fedeli collaboratori, nel brand più rappresentativo e iconico del made in Italy nel mondo per stile ed eleganza.

Wanda Minetti, classe 1921, moglie giovanissima di Salvatore Ferragamo, il ‘Calzolaio delle Stelle’ (sposato nel 1940 appena diciannovenne mentre lui ne aveva già 42)
Wanda Miletti, classe 1921, moglie giovanissima di Salvatore Ferragamo, sposato nel 1940 appena diciannovenne (lui ne aveva già 42)

Interprete assoluta di una sorta di umanesimo manageriale al femminile Wanda riuscì caparbiamente nell’intento di ampliare i settori di produzione dalle calzature nel total look maschile e femminile, creando i primi prodotti nel 1961 con Gilio, il primo profumo Ferragamo e il primo foulard, progettato da Salvatore con l’artista Alvaro Monnini e fatto stampare a Como.

Il Museo Salvatore Ferragamo

Nel 1995 viene fondato il Museo Salvatore Ferragamo e nel 2013 nasce la Fondazione Ferragamo con l’obiettivo di mantener viva una storia imprenditoriale di successo, fatta di valori condivisi in famiglia ed azienda di impegno e rigore morale, da tramandare alle generazioni future.

Per saperne di più abbiamo incontrato la direttrice del Museo Ferragamo a Palazzo Spini Feroni e curatrice della mostra, Stefania Ricci.

“Ci sono molte cose da fare e mi occorre il tempo per realizzarle, Se non mi sarà possibile farlo con questo corpo, sarà fatto con un altro”. Qual è il messaggio che il ‘Calzolaio delle Dive’ ha voluto lasciare con queste parole e quanto ha contato per i successi imprenditoriali di Wanda Miletti il rapporto appassionato e appassionante con il marito Salvatore Ferragamo?
“Avendo sei figli, è probabile che Salvatore Ferragamo pensasse a loro, ma non è da escludere che sperasse nella scelta della moglie di dare continuità all’azienda. Nell’ultimo periodo della sua vita, la inviava in ufficio perché ritirasse la corrispondenza. Un modo dolce per preparare la strada ad una donna, che aveva sempre voluto preservare dai problemi e dalle difficoltà. Quando Wanda si era sposata nel 1940 non aveva ancora diciannove anni. Salvatore era più grande di lei, 23 anni. All’inizio era ammirata dall’uomo e dal successo che aveva ottenuto, ma poi aveva imparato ad amarlo per le sue doti di grande umanità, per la sua gentilezza, la sua generosità. Negli anni Ottanta, molti anni dopo la sua morte, Wanda aveva preso l’abitudine di scrivergli delle lettere, come se ancora fosse vivo, dove gli raccontava quello che era accaduto in famiglia, come erano cresciuti i figli, come si era sviluppata l’azienda. Se oggi ricordiamo ancora Salvatore Ferragamo, la sua storia, se ancora sono conservate le sue celebri creazioni è grazie al ricordo continuo che Wanda Ferragamo ha mantenuto vivo nei suoi figli, nei nipoti e nelle sue amate clienti”.

“E’ facile essere una femmina – raccontava Anna Magnani, icona del realismo italiano – bastano un paio di tacchi a spillo e abiti succinti. Ma per essere una Donna ti devi vestire il cervello di carattere, personalità e coraggio”. Carattere, personalità e coraggio. Che peso hanno avuto questi valori per rendere Wanda Ferragamo una Donna con la D maiuscola?
“Wanda Ferragamo era una donna speciale, una persona carismatica, intuitiva e coraggiosa che non amava vantarsi e che, come una donna del suo tempo, era solita dare il merito dei successi agli altri, al marito, ai figli, ai collaboratori. Una donna umile come solo le grandi personalità sanno esserlo, che come un’eroina dell’Ottocento ha sacrificato la sua vita personale per salvaguardare il sogno di Salvatore, mantenere l’azienda che aveva fondato e condividerne lo sviluppo con i figli”.

Wanda Minetti, classe 1921, moglie giovanissima di Salvatore Ferragamo, il ‘Calzolaio delle Stelle’ (sposato nel 1940 appena diciannovenne mentre lui ne aveva già 42)
Wanda Miletti, classe 1921, moglie giovanissima di Salvatore Ferragamo, il ‘Calzolaio delle Stelle’ (sposato nel 1940 appena diciannovenne mentre lui ne aveva già 42)

Quanto sono state importanti le origini irpine di Wanda Miletti Ferragamo (era nata nello stesso paese di Bonito in provincia di Avellino che aveva dato i natali a Salvatore) e che ruolo ha avuto la sua profonda fede religiosa per la formazione di una personalità forte che tuttavia non volle mai rinunciare alla sua femminilità intesa come gentilezza e stile di vita?
“Più che il paese in cui era nata, la profonda fede religiosa di Wanda è stata trasmessa dal padre, Fulvio Miletti, un uomo severo ma moralmente integro, terziario dell’Ordine Francescano. Dopo la perdita della madre, è stato per Wanda il punto di riferimento”.

La scelta di Firenze non dovette essere casuale per Salvatore che di ritorno in Italia dopo la fortuna e il successo raggiunto negli Stati Uniti, decise di fermarsi a Firenze, capitale da sempre dell’alto artigianato artistico, prendendo casa sulle colline nella villa Il Palagio a Maiano. Qual’ era il rapporto che legava Wanda alla sua città d’elezione e quanto ha valso trovarsi a lavorare nel salotto ‘buono’ di Firenze, a Palazzo Spini Feroni che affaccia su piazza Santa Trinita con in prospettiva la fuga prospettica dei palazzi di via Tornabuoni, una delle strade più belle del mondo?

“I primi anni per Wanda a Firenze non sono stati facili. Non era abituata a mandare avanti una casa da sola con tanto personale di servizio. A Firenze non aveva né parenti, né amicizie e quelle del marito erano molto più grandi di lei. La città le sembrava grigia, rispetto ai colori del proprio paese nel Meridione italiano. Poco a poco ha cominciato ad amarla, fino a non desiderare di vivere in altro luogo. Durante il suo funerale, uno dei figli, Ferruccio ha letto in chiesa una lettera che la madre ha scritto a Firenze e che aveva lasciato detto di leggere il giorno del suo ultimo commiato. Il sindaco di Firenze ha voluto che quella missiva fosse stampata su un totem all’ingresso di Palazzo Vecchio come esempio per i cittadini e per coloro che visitano ogni anno il capoluogo toscano del rispetto che si deve tributare ad un luogo così bello e speciale per la storia dell’umanità”.

Wanda e Salvatore Ferragamo
Wanda Miletti e Salvatore Ferragamo

La mostra rende omaggio ad una figura straordinaria di donna, imprenditrice, moglie e mamma, che ha incarnato con la sua lunga vita al timone di una delle più grandi aziende italiane di moda, come si può e si deve riuscire a trovare un equilibrio fra attività professionale e vita familiare. Tant’è che non rinunciò a dichiarare di voler esser ricordata soprattutto “Come mamma, una mamma in prestito all’imprenditoria”. Quale è stato il segreto del suo successo e quale l’insegnamento che lascia alle nuove generazioni?
“Wanda ha guidato la sua azienda con sentimento e passione. Quella cura che tradizionalmente le donne tributano alla propria famiglia, all’educazione dei figli, alla propria casa è stata per Wanda la base per guidare la sua impresa. Cura nel prodotto, nella gestione dei dipendenti, nel servizio alla clientela, nella scelta dei punti vendita, nella conduzione dell’azienda. Wanda Miletti rappresenta un esempio di intelligenza emotiva, che aldilà del genere, può diventare un modello imprenditoriale”.

A partire dal 18 gennaio la mostra sarà arricchita da un ciclo di incontri con la partecipazione di personalità del mondo della cultura e della moda. Di che cosa si tratta?
“Abbiamo voluto integrare la mostra con una serie di appuntamenti che affronteranno il tema dell’equilibrio femminile tra ieri e oggi visto sotto vari punti di vista. Gli incontri si svolgeranno tutti i mercoledì pomeriggio (fino al 22 marzo) al museo dalle ore 17 alle ore 19. Sarà possibile (previa prenotazione) partecipare in presenza o seguire la diretta via streaming: si inizia il 18 gennaio con “Scrivere al femminile” con Stefano Petrocchi, direttore della Fondazione Maria e Goffredo Bellonci e la giornalista Ginevra Visconti Bassetti”.

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L’adolescente originaria della regione dell’Arkhangelsk (che si trova a nord-ovest della Russia) da alcuni mesi si trova agli arresti domiciliari, nell’appartamento della madre a Severodvinsk. Un dispositivo di localizzazione, che le hanno applicato alla caviglia, ne traccia ogni spostamento: non è autorizzata ad accedere a Internet né a comunicare con l’esterno.

La ragazza è stata definita terrorista ed estremista e messa sullo stesso piano di talebani e appartenenti a Isis e al Qaeda. La sua colpa? Aver condiviso su Instagram una storia sull’esplosione del ponte di Crimea in ottobre scorso, criticando la Russia per aver invaso l’Ucraina. La studentessa Krivtsova, secondo quanto riporta la Cnn, “sta anche affrontando accuse penali per aver screditato l’esercito russo in un presunto repost critico della guerra in una chat studentesca sul social network russo Vk”. 

Le posizioni dell’allieva della scuola di scienze sociali dell’Università federale dell’Artico (Narfu) in merito all’invasione della Russia in Ucraina sono ben chiare, tanto che la giovane si è tatuata sulla caviglia la faccia del presidente russo Vladimir Putin su un corpo di un ragno. Accanto, la parole “il Grande Fratello ti sta guardando”.

Di Barbara Berti ✍

#lucenews #lucelanazione #russia
L’emancipazione delle donne fra gli anni Cinquanta e Sessanta passa anche attraverso un'iconica figura femminile che ha legato il suo nome e la sua carriera al Calzolaio delle dive, il primo produttore e stilista a portare le scarpe italiane da Firenze alla ribalta nel mondo: Wanda Miletti, moglie di Salvatore Ferragamo. Ed è nella sede dell'omonimo Museo fiorentino, Palazzo Spini Feroni, che  prosegue fino al 18 aprile 2023 la mostra Donne in equilibrio 1955 – 1965, che nel ricordo sempre vivo di Wanda Miletti Ferragamo, accende i riflettori sul nuovo ruolo assunto fra gli anni Cinquanta e Sessanta in Italia dalle donne, che andarono progressivamente ad occupare ambiti lavorativi fino ad allora quasi esclusivamente riservati agli uomini: nelle professioni, nella cultura, nell’istruzione, nell’arte, nella scienza, nella politica, nella vita sociale ed imprenditoriale. Curata dalla direttrice del Museo Ferragamo Stefania Ricci e dalla storica Enrica Valleri,  attraverso nove sezioni tematiche la mostra vuole testimoniare il progressivo cammino di emancipazione intrapreso negli anni del boom economico dalle donne, impegnate a costruire un nuovo equilibrio fra impegni familiari e attività lavorativa.

Chi è Wanda Minetti Ferragamo

Un ‘equilibrio’ perfettamente riuscito a Wanda Miletti, classe 1921, moglie giovanissima di Salvatore Ferragamo, il ‘Calzolaio delle Stelle’ (sposato nel 1940 appena diciannovenne mentre lui ne aveva già 42) che nell’agosto del 1960 rimasta vedova a soli 38 anni e madre di sei figli (di cui il più piccolo di soli 3 anni) prese in mano il laboratorio artigianale di calzature del celebre marito trasformandolo, con il supporto dei figli e di fedeli collaboratori, nel brand più rappresentativo e iconico del made in Italy nel mondo per stile ed eleganza.
Wanda Minetti, classe 1921, moglie giovanissima di Salvatore Ferragamo, il ‘Calzolaio delle Stelle’ (sposato nel 1940 appena diciannovenne mentre lui ne aveva già 42)
Wanda Miletti, classe 1921, moglie giovanissima di Salvatore Ferragamo, sposato nel 1940 appena diciannovenne (lui ne aveva già 42)
Interprete assoluta di una sorta di umanesimo manageriale al femminile Wanda riuscì caparbiamente nell’intento di ampliare i settori di produzione dalle calzature nel total look maschile e femminile, creando i primi prodotti nel 1961 con Gilio, il primo profumo Ferragamo e il primo foulard, progettato da Salvatore con l’artista Alvaro Monnini e fatto stampare a Como.

Il Museo Salvatore Ferragamo

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Wanda Minetti, classe 1921, moglie giovanissima di Salvatore Ferragamo, il ‘Calzolaio delle Stelle’ (sposato nel 1940 appena diciannovenne mentre lui ne aveva già 42)
Wanda Miletti, classe 1921, moglie giovanissima di Salvatore Ferragamo, il ‘Calzolaio delle Stelle’ (sposato nel 1940 appena diciannovenne mentre lui ne aveva già 42)
Quanto sono state importanti le origini irpine di Wanda Miletti Ferragamo (era nata nello stesso paese di Bonito in provincia di Avellino che aveva dato i natali a Salvatore) e che ruolo ha avuto la sua profonda fede religiosa per la formazione di una personalità forte che tuttavia non volle mai rinunciare alla sua femminilità intesa come gentilezza e stile di vita? “Più che il paese in cui era nata, la profonda fede religiosa di Wanda è stata trasmessa dal padre, Fulvio Miletti, un uomo severo ma moralmente integro, terziario dell’Ordine Francescano. Dopo la perdita della madre, è stato per Wanda il punto di riferimento”. La scelta di Firenze non dovette essere casuale per Salvatore che di ritorno in Italia dopo la fortuna e il successo raggiunto negli Stati Uniti, decise di fermarsi a Firenze, capitale da sempre dell’alto artigianato artistico, prendendo casa sulle colline nella villa Il Palagio a Maiano. Qual’ era il rapporto che legava Wanda alla sua città d’elezione e quanto ha valso trovarsi a lavorare nel salotto ‘buono’ di Firenze, a Palazzo Spini Feroni che affaccia su piazza Santa Trinita con in prospettiva la fuga prospettica dei palazzi di via Tornabuoni, una delle strade più belle del mondo? “I primi anni per Wanda a Firenze non sono stati facili. Non era abituata a mandare avanti una casa da sola con tanto personale di servizio. A Firenze non aveva né parenti, né amicizie e quelle del marito erano molto più grandi di lei. La città le sembrava grigia, rispetto ai colori del proprio paese nel Meridione italiano. Poco a poco ha cominciato ad amarla, fino a non desiderare di vivere in altro luogo. Durante il suo funerale, uno dei figli, Ferruccio ha letto in chiesa una lettera che la madre ha scritto a Firenze e che aveva lasciato detto di leggere il giorno del suo ultimo commiato. Il sindaco di Firenze ha voluto che quella missiva fosse stampata su un totem all’ingresso di Palazzo Vecchio come esempio per i cittadini e per coloro che visitano ogni anno il capoluogo toscano del rispetto che si deve tributare ad un luogo così bello e speciale per la storia dell’umanità”.
Wanda e Salvatore Ferragamo
Wanda Miletti e Salvatore Ferragamo
La mostra rende omaggio ad una figura straordinaria di donna, imprenditrice, moglie e mamma, che ha incarnato con la sua lunga vita al timone di una delle più grandi aziende italiane di moda, come si può e si deve riuscire a trovare un equilibrio fra attività professionale e vita familiare. Tant’è che non rinunciò a dichiarare di voler esser ricordata soprattutto “Come mamma, una mamma in prestito all’imprenditoria”. Quale è stato il segreto del suo successo e quale l’insegnamento che lascia alle nuove generazioni? “Wanda ha guidato la sua azienda con sentimento e passione. Quella cura che tradizionalmente le donne tributano alla propria famiglia, all’educazione dei figli, alla propria casa è stata per Wanda la base per guidare la sua impresa. Cura nel prodotto, nella gestione dei dipendenti, nel servizio alla clientela, nella scelta dei punti vendita, nella conduzione dell’azienda. Wanda Miletti rappresenta un esempio di intelligenza emotiva, che aldilà del genere, può diventare un modello imprenditoriale”. A partire dal 18 gennaio la mostra sarà arricchita da un ciclo di incontri con la partecipazione di personalità del mondo della cultura e della moda. Di che cosa si tratta? “Abbiamo voluto integrare la mostra con una serie di appuntamenti che affronteranno il tema dell’equilibrio femminile tra ieri e oggi visto sotto vari punti di vista. Gli incontri si svolgeranno tutti i mercoledì pomeriggio (fino al 22 marzo) al museo dalle ore 17 alle ore 19. Sarà possibile (previa prenotazione) partecipare in presenza o seguire la diretta via streaming: si inizia il 18 gennaio con “Scrivere al femminile” con Stefano Petrocchi, direttore della Fondazione Maria e Goffredo Bellonci e la giornalista Ginevra Visconti Bassetti”.
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