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Il regalo di natale più bello: a Torino una mamma infermiera dona un rene al figlio malato

di NICOLÒ GUELFI -
3 gennaio 2022
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L’affetto di un genitore verso i figli è uno dei più profondi e sinceri che esistano. Se ad esso si aggiungono anche l’altruismo e l’empatia che caratterizzano la professione di infermiera, si può comprendere il gesto della donna che lavora presso l’ospedale Le Molinette di Torino, la quale ha deciso di donare un rene al figlio in dialisi. Il 27enne era da anni affetto da una nefrite in lento peggioramento, un’infiammazione dei reni che ha finito per comprometterne il corretto funzionamento, costringendolo alla dialisi peritoneale. Il giovane riceveva la terapia proprio nel medesimo reparto in cui la madre, 52 anni, lavora come infermiera. L’alternativa al trattamento è il trapianto di organi, ma i tempi per la donazione possono essere lunghissimi, data la difficoltà di trovare un donatore compatibile. La donna, conscia del rischio e della portata dell’intervento, ha deciso comunque di donare uno dei suoi reni al figlio, al fine di garantirgli una vita più lunga e con meno difficoltà. La scelta è ricaduta, ovviamente, proprio sul Centro trapianti renali delle Molinette, dove l’operazione si è svolta nel periodo natalizio. I due sono stati ricoverati in Nefrologia universitaria dall'équipe del professor Luigi Biancone per l'avvio della terapia nefrologica anti-rigetto in area sterile. La gestione clinica del trapianto è stata affidata a due gruppi di chirurghi vascolari e urologi, diretti dal dottor Aldo Verri e dal professorPaolo Gontero. La parte di anestesia è stata gestita dalla squadra coordinata dal dottor Roberto Balagna. L’intervento è stato un successo e la donna si dice molto fiera della sua scelta: “Sono 21 anni che lavoro in dialisi. Quando ho saputo, otto anni fa, della malattia di mio figlio, è subito scattata in me la consapevolezza di quanto fosse importante donargli un organo”. La madre ha inoltre aggiunto: “In Italia si può fare di più, è un gesto che può dare un’altra vita. Adesso è Natale, mio figlio ha ricevuto l’unico regalo che può davvero cambiare la sua vita”. Il numero dei trapianti è in crescita nel nostro Paese e anche l’ospedale di Torino ha registrato cifre record. Nel 2021, alle Molinette, sono stati registrati 250 trapianti di rene, su un totale di 4000 dalla sua fondazione nel 1981. Oggi è possibile dare il consenso per l’espianto degli organi post mortem presso il proprio ufficio anagrafe (il cosiddetto “testamento biologico”), un gesto di grande valore che potrebbe, da un evento tragico, salvare la vita di qualcun altro. I trapianti di organi da vivo si possono effettuare solo su iniziativa del donatore, nel caso in cui ci sia compatibilità del referto istologico con quello del malato ricevente. La salute del donatore viene sempre tutelata e per questo motivo viene sottoposto ad una serie di esami e valutazioni molto attente per contenere al minimo i rischi. Non esiste un vero limite di età per i donatori, quello che fa la differenza sono i dati clinici, morfologici e funzionali che possono essere indicatori di un'età biologica più bassa. Gesti come quello della madre infermiera ci mostrano fin dove può arrivare l’amore di un genitore per un figlio e potrebbero far capire come l'atto di donare possa essere fondamentale per la vita di altre persone. Se la donazione di organi è un caso estremo, sempre dettato dallo stato di necessità, ci sono forme meno gravose, come la donazione di sangue e di midollo osseo, che però possono regalare al prossimo molto più di quanto togliamo a noi stessi.