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Italia, cresce l’odio contro i disabili: dati allarmanti ma non c'è legge che li tuteli

di MARIANNA GRAZI -
17 aprile 2021
odioDisabili

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Per le persone con disabilità essere discriminate o riconosciute come diverse, si sa, è motivo di profondo dispiacere.  Stigmatizzati, esclusi, isolati: ma anche vittime di violenze e di odio proprio perché disabili. Ecco che allora un motivo valido per considerarle “speciali”. Non nel senso ingenuo del termine, piuttosto come persone che hanno necessità di maggior attenzione e tutela. Per essere proprio come tutte le altre.  Ma purtroppo, come spesso accade, oltre il danno c’è la beffa. Quando queste persone denunciano crimini d’odio nei loro confronti questi non vengono registrati come tali. Anche per questo avere dati statistici precisi, distinguendoli dai crimini generici, non è facile. Tuttavia, quelli che abbiamo, testimoniano una preoccupante crescita di questo tipo di reati. L’Osservatorio per la sicurezza contro gli atti discriminatori (OSCAD) raccoglie le segnalazioni da parte di istituzioni, associazioni o privati cittadini e le trasmette agli uffici competenti di polizia e carabinieri. Sono 3193 i reati segnalati tra 2010 e 2019, 1119 sono quelle relative ai crimini d’odio per il solo 2019 inviate all’OSCE.  Secondo i dati riportati dall'Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa, a partire del 2017, si è registrato un aumento del 32% dei casi di violenza contro i disabili (157 casi nel 2017, 210 nel 2018 e 207 nel 2019). Questi crimini sono spesso motivati ​​da pregiudizi e si tratta principalmente di aggressioni fisiche, furti, rapine e in alcuni casi anche di omicidi. Questi dati però non tengono conto delle varie caratteristiche delle persone con disabilità: donne o uomini, eterosessuali o appartenenti alla comunità Lgbt+, italiani o stranieri. La Federazione Italiana per il Superamento dell'Handicap (FISH) ha pubblicato i numeri della seconda edizione del progetto VERA in cui prende in esame quattro tipi diversi di violenza contro le donne disabili. Secondo il report, quasi la metà delle donne, il 49%, ha subito insulti e umiliazioni almeno una volta nella vita. Il 20,8% è stato vittima di molestia sessuale e il 18,3% ha ricevuto ricatti. Molto spesso la violenza avviene all’interno di una coppia e tra le mura domestiche. Oggi però, in Italia, l'aggravante d'odio non è considerata per le violenze contro le persone disabili, nonostante venga perpetrata proprio per questo motivo. Col Ddl presentato dal politico e attivista LGBT Alessandro Zan si punta ad allargare il riconoscimento dell'aggravante d'odio, già presente nella Legge Reale-Mancino per motivi razziali, etnici, religiosi o nazionali, anche alla disabilità, oltre che alle discriminazioni per genere di appartenenza e orientamento sessuale.