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Home » Scienze e culture » L’inquinamento dell’aria ha fatto 7 milioni di vittime: le soluzioni degli esperti per invertire la tendenza

L’inquinamento dell’aria ha fatto 7 milioni di vittime: le soluzioni degli esperti per invertire la tendenza

In Europa si stima che l’esposizione a lungo termine al particolarato fine sia stata responsabile di circa 417mila morti premature. Il particolarato fine (PM 2.5) insieme al particolarato (PM10) sono consideratate dall’agenzia internazionale per la ricerca sul cancro sostanze cancerogene. Ma la maggior parte dei paesi Ue nel 2019 ha superato le soglie Oms

Domenico Guarino
17 Novembre 2021
Inquinamento: solo lo 0,001% della popolazione mondiale respira aria pura

Inquinamento: solo lo 0,001% della popolazione mondiale respira aria pura

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Nel mondo, sono sette milioni l’anno, secondo le stime dell’Oms, le morti premature per l’esposizione agli inquinanti atmosferici. In Europa si stima che l’esposizione a lungo termine al PM 2.5 sia stata responsabile di circa 417mila morti premature, di cui circa 379mila nell’Ue. Mentre, già dal 2013, l’inquinamento atmosferico esterno e in particolare il particolato sono stati classificati come cancerogeni dall’agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (Iarc) dell’Oms. Dati drammatici, dovuti soprattutto ai combustibili fossili (ad esempio il carbone, benzina, gasolio, ecc.) e alla biomassa (legna, pellet, ecc.) utilizzati per generare energia.


Qualità dell’aria: nel 2019 la maggior parte degli stati Ue ha superato i limiti Oms

 

Proteste per il clima, i poster dei designer
Stefan Downs e Tina Touli

Nonostante tutto ciò sia oramai di pubblico dominio, e i dati siano conosciuti perfettamente dai decisori politici, secondo le stime ufficiali dell’agenzia europea dell’ambiente (rilevati attraverso oltre 4.500 stazioni di monitoraggio in 40 Paesi del Vecchio Continente) la maggior parte degli Stati membri dell’Unione europea ha superato nel 2019 almeno uno o più dei limiti stabiliti dalle norme europee per gli inquinanti nell’aria ambiente. E, anche se si rispettano in larga misura i limiti di legge, le concentrazioni di inquinanti rilevate superano i valori raccomandati dall’Oms per tutelare la salute con le Linee guida adottate nel 2005. Mentre le nuove Linee guida presentate dall’Oms il 22 settembre 2021 propongono valori ancora più cautelativi, essendo il frutto di studi approfonditi che hanno coinvolto centinaia di esperti, e sono quindi fondate su evidenze scientifiche certe.

 


Quali sono i nemici della nostra salute quando respiriamo aria inquinata?

 

Proteste per il clima, poster di Carla Scotto

PM10. Innanzitutto il particolarato, particelle di diametro uguale o inferiore a 10 micron, emesse principalmente dai combustibili per il riscaldamento domestico. Altre fonti importanti sono le attività industriali, l’agricoltura e i trasporti stradali. Alcune provengono anche da fonti naturali come il sale marino o la polvere sahariana e, infine, alcune si formano nell’atmosfera dalla combinazione di diversi gas. Il sistema nazionale per la protezione dell’ambiente (Snpa), composto dalle agenzie ambientali regionali e delle province autonome, sulle PM10 ha rilevato nel 2019 il superamento del valore raccomandato dall’Oms nelle vecchie linee guida 2005 per la media annuale (che indica l’esposizione media della popolazione a questo inquinante) in 395 stazioni di monitoraggio su 521 (cioè il 76%).

PM2.5. Poi il particolato fine, ovvero particelle con diametro uguale o inferiore a 2.5 micron emesse principalmente dai combustibili per il riscaldamento domestico, dalle attività industriali e dal trasporto su strada. Come per il PM10, anche in questo caso le particelle provenire da fonti naturali e possono formarsi nell’atmosfera. In questo caso il sistema nazionale per la protezione dell’ambiente, ha rilevato nel 2019 il superamento del valore raccomandato dall’Oms in 235 stazioni di monitoraggio su 290 (cioè l’80%).

 

 

Piste ciclabili, verde, Ztl, campagne di informazione: le soluzioni degli esperti

Cosa si può fare per invertire la tendenza? Gli esperti sono tutti concordi: investire in percorsi ciclabili, depavimentazione e aumento del verde in città, zone a traffico limitato, città a 30 km/h, strade scolastiche sicure. E ancora, riduzione delle auto in sosta, campagne di informazione sulla qualità dell’aria, trasporto pubblico su corsie preferenziali, non più impianti a legna, pellet e gasolio, mobilità condivisa e super ciclabili. Infine, soprattutto ora che ci troveremo a spendere i soldi del Pnrr, fare attenzione al greenwashing, ovvero a quei comportamenti di aziende, enti o altri che si presentano come attenti all’ambiente, ma in realtà si tratta solamente di un atteggiamento di facciata e non sostanziale.

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Instagram

  • Numerosi attori e musicisti di alto profilo si sono recati in Ucraina da quando è scoppiata la guerra con la Russia nel febbraio 2022. L’ultimo in ordine di tempo è stato l’attore britannico Orlando Bloom, che ieri ha visitato un centro per bambini e ha incontrato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky a Kiev.

“Non mi sarei mai aspettato che la guerra si sarebbe intensificata in tutto il Paese da quando sono stato lì”, ha detto Bloom su Instagram, “Ma oggi ho avuto la fortuna di ascoltare le risate dei bambini in un centro del programma Spilno sostenuto dall’Unicef, uno spazio sicuro, caldo e accogliente dove i bambini possono giocare, imparare e ricevere supporto psicosociale”.

Bloom è un ambasciatore di buona volontà per l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’infanzia (Unicef). Il centro di Splino, che è uno dei tanti in Ucraina, offre sostegno ai bambini sfollati e alle loro famiglie, con più di mezzo milione di bambini che ne hanno visitato uno nell’ultimo anno.

La star hollywoodiana ha poi incontrato il presidente Zelensky, con cui ha trattato temi tra cui il ritorno dei bambini ucraini deportati in Russia, la creazione di rifugi antiatomici negli istituti scolastici e il supporto tecnico per l’apprendimento a distanza nelle aree in cui è impossibile studiare offline a causa della guerra. L’attore britannico aveva scritto ieri su Instagram, al suo arrivo a Kiev, che i «bambini in Ucraina hanno bisogno di riavere la loro infanzia».

#lucelanazione #lucenews #zelensky #orlandobloom
  • “La vita che stavo conducendo mi rendeva particolarmente infelice e se all’inizio ero entrata in terapia perché volevo accettare il fatto che mi dovessi nascondere, ho avuto poi un’evoluzione e questo percorso è diventato di accettazione di me stessa."

✨Un sorriso contagioso, la spensieratezza dei vent’anni e la bellezza di chi si piace e non può che riflettere quella luce anche al di fuori. La si potrebbe definire una Mulan nostrana Carlotta Bertotti, 23 anni, una ragazza torinese come tante, salvo che ha qualcosa di speciale. E non stiamo parlano del Nevo di Ota che occupa metà del suo volto. Ecco però spiegato un primo punto di contatto con Mulan: l’Oriente, dove è più diffusa (insieme all’Africa) quell’alterazione di natura benigna della pigmentazione della cute intorno alla zona degli occhi (spesso anche la sclera si presenta scura). Quella che appare come una chiazza grigio-bluastra su un lato del volto (rarissimi i casi bilaterali), colpisce prevalentemente persone di sesso femminile e le etnie asiatiche (1 su 200 persone in Giappone), può essere presente alla nascita o apparire durante la pubertà. E come la principessa Disney “fin da piccola ho sempre sentito la pressione di dover salvare tutto, ma forse in realtà dovevo solo salvare me stessa. Però non mi piace stare troppo alle regole, sono ribelle come lei”.

🗣Cosa diresti a una ragazza che ha una macchia come la tua e ti chiede come riuscire a conviverci?�
“Che sono profondamente fiera della persona che vedo riflessa allo specchio tutto i giorni e sono arrivata a questa fierezza dopo che ho scoperto e ho accettato tutti i miei lati, sia positivi che negativi. È molto autoreferenziale, quindi invece se dovessi dare un consiglio è quello che alla fine della fiera il giudizio altrui è momentaneo e tutto passa. L’unica persona che resta e con cui devi convivere tutta la vita sei tu, quindi le vere battaglie sono quelle con te stessa, quelle che vale la pena combattere”.

L’intervista a cura di Marianna Grazi �✍ 𝘓𝘪𝘯𝘬 𝘪𝘯 𝘣𝘪𝘰

#lucenews #lucelanazione #carlottabertotti #nevodiota
  • La salute mentale al centro del podcast di Alessia Lanza. Come si supera l’ansia sociale? Quanto è difficile fare coming out? Vado dallo psicologo? Come trovo la mia strada? La popolare influencer, una delle creator più note e amate del web con 1,4 milioni di followers su Instagram e 3,9 milioni su TikTok, Alessia Lanza debutta con “Mille Pare”, il suo primo podcast in cui affronta, in dieci puntate, una “para” diversa e cerca di esorcizzare le sue fragilità e, di riflesso, quelle dei suoi coetanei.

“Ho deciso di fare questo podcast per svariati motivi: io sono arrivata fin qui anche grazie alla mia immagine, ma questa volta vorrei che le persone mi ascoltassero e basta. Quando ho cominciato a raccontare le mie fragilità un sacco di persone mi hanno detto ‘Anche io ho quella para lì!’. Perciò dico parliamone, perché in un mondo in cui sembra che dobbiamo farcela da soli, io credo nel potere della condivisione”.

#lucenews #lucelanazione #millepare #alessialanza #podcast
  • Si è laureata in Antropologia, Religioni e Civiltà Orientali indossando un abito tradizionale Crow, tribù della sua famiglia adottiva in Montana. Eppure Raffaella Milandri è italianissima e ha conseguito il titolo nella storica università Alma Mater di Bologna, lo scorso 17 marzo. 

La scrittrice e giornalista nel 2010 è diventata membro adottivo della famiglia di nativi americani Black Eagle. Da quel momento quella che era una semplice passione per i popoli indigeni si è focalizzata sullo studio degli aborigeni Usa e sulla divulgazione della loro cultura.

Un titolo di studio specifico, quello conseguito dalla Milandri, “Che ho ritenuto oltremodo necessario per coronare la mia attività di studiosa e attivista per i diritti dei Nativi Americani e per i Popoli Indigeni. La prima forma pacifica di attivismo è divulgare la cultura nativa”. L’abito indossato durante cerimonia di laurea appartiene alla tribù della sua famiglia adottiva. Usanza che è stata istituzionalizzata solo dal 2017 in Montana, Stato d’origine del suo popolo, quando è stata approvata una legge (la SB 319) che permette ai nativi e loro familiari di laurearsi con il “tribal regalia“. 

In virtù di questa norma, il Segretario della Crow Nation, Levi Black Eagle, a maggio 2022 ha ricordato la possibilità di indossare l’abito tradizionale Crow in queste occasioni e così Milandri ha chiesto alla famiglia d’adozione se anche lei, in quanto membro acquisito della tribù, avrebbe potuto indossarlo in occasione della sua discussione.

La scrittrice, ricordando il momento della laurea a Bologna, racconta che è stata “Una grandissima emozione e un onore poter rappresentare la Crow Nation e la mia famiglia adottiva. Ho dedicato la mia laurea in primis alle vittime dei collegi indiani, istituti scolastici, perlopiù a gestione cattolica, di stampo assimilazionista. Le stesse vittime per le quali Papa Francesco, lo scorso luglio, si è recato in Canada in viaggio penitenziale a chiedere scusa  Ho molto approfondito questo tema controverso e presto sarà pubblicato un mio studio sull’argomento dalla Mauna Kea Edizioni”.

#lucenews #raffaellamilandri #antropologia
Nel mondo, sono sette milioni l’anno, secondo le stime dell’Oms, le morti premature per l’esposizione agli inquinanti atmosferici. In Europa si stima che l’esposizione a lungo termine al PM 2.5 sia stata responsabile di circa 417mila morti premature, di cui circa 379mila nell’Ue. Mentre, già dal 2013, l’inquinamento atmosferico esterno e in particolare il particolato sono stati classificati come cancerogeni dall’agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (Iarc) dell’Oms. Dati drammatici, dovuti soprattutto ai combustibili fossili (ad esempio il carbone, benzina, gasolio, ecc.) e alla biomassa (legna, pellet, ecc.) utilizzati per generare energia.

Qualità dell'aria: nel 2019 la maggior parte degli stati Ue ha superato i limiti Oms

 
Proteste per il clima, i poster dei designer
Stefan Downs e Tina Touli
Nonostante tutto ciò sia oramai di pubblico dominio, e i dati siano conosciuti perfettamente dai decisori politici, secondo le stime ufficiali dell’agenzia europea dell’ambiente (rilevati attraverso oltre 4.500 stazioni di monitoraggio in 40 Paesi del Vecchio Continente) la maggior parte degli Stati membri dell’Unione europea ha superato nel 2019 almeno uno o più dei limiti stabiliti dalle norme europee per gli inquinanti nell’aria ambiente. E, anche se si rispettano in larga misura i limiti di legge, le concentrazioni di inquinanti rilevate superano i valori raccomandati dall’Oms per tutelare la salute con le Linee guida adottate nel 2005. Mentre le nuove Linee guida presentate dall’Oms il 22 settembre 2021 propongono valori ancora più cautelativi, essendo il frutto di studi approfonditi che hanno coinvolto centinaia di esperti, e sono quindi fondate su evidenze scientifiche certe.  

Quali sono i nemici della nostra salute quando respiriamo aria inquinata?

 
Proteste per il clima, poster di Carla Scotto
PM10. Innanzitutto il particolarato, particelle di diametro uguale o inferiore a 10 micron, emesse principalmente dai combustibili per il riscaldamento domestico. Altre fonti importanti sono le attività industriali, l’agricoltura e i trasporti stradali. Alcune provengono anche da fonti naturali come il sale marino o la polvere sahariana e, infine, alcune si formano nell’atmosfera dalla combinazione di diversi gas. Il sistema nazionale per la protezione dell’ambiente (Snpa), composto dalle agenzie ambientali regionali e delle province autonome, sulle PM10 ha rilevato nel 2019 il superamento del valore raccomandato dall’Oms nelle vecchie linee guida 2005 per la media annuale (che indica l’esposizione media della popolazione a questo inquinante) in 395 stazioni di monitoraggio su 521 (cioè il 76%). PM2.5. Poi il particolato fine, ovvero particelle con diametro uguale o inferiore a 2.5 micron emesse principalmente dai combustibili per il riscaldamento domestico, dalle attività industriali e dal trasporto su strada. Come per il PM10, anche in questo caso le particelle provenire da fonti naturali e possono formarsi nell’atmosfera. In questo caso il sistema nazionale per la protezione dell’ambiente, ha rilevato nel 2019 il superamento del valore raccomandato dall’Oms in 235 stazioni di monitoraggio su 290 (cioè l’80%).    

Piste ciclabili, verde, Ztl, campagne di informazione: le soluzioni degli esperti

Cosa si può fare per invertire la tendenza? Gli esperti sono tutti concordi: investire in percorsi ciclabili, depavimentazione e aumento del verde in città, zone a traffico limitato, città a 30 km/h, strade scolastiche sicure. E ancora, riduzione delle auto in sosta, campagne di informazione sulla qualità dell’aria, trasporto pubblico su corsie preferenziali, non più impianti a legna, pellet e gasolio, mobilità condivisa e super ciclabili. Infine, soprattutto ora che ci troveremo a spendere i soldi del Pnrr, fare attenzione al greenwashing, ovvero a quei comportamenti di aziende, enti o altri che si presentano come attenti all’ambiente, ma in realtà si tratta solamente di un atteggiamento di facciata e non sostanziale.
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