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Home » Scienze e culture » In Italia esiste ancora il lupo, ma non è più cattivo. Il primo monitoraggio nazionale

In Italia esiste ancora il lupo, ma non è più cattivo. Il primo monitoraggio nazionale

Il Italia il numero degli esemplari ammonta a 3.300: secondo lo studio realizzato da Ispra, la popolazione ha migliorato il suo status abitativo

Domenico Guarino
18 Maggio 2022
3.300: è il numero dei lupi in Italia oggi

3.300: è il numero dei lupi in Italia oggi

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Quanti sono i lupi in Italia?

Tremila trecento: è il numero dei lupi in Italia oggi. La specie occupa stabilmente circa 41.600 km2 nelle regioni alpine e 108.500 km2 nelle regioni peninsulari, pari a poco più del 50% del territorio italiano. Circa 950 individui vivono nelle regioni alpine, mentre sono quasi 2.400 quelli distribuiti lungo il resto della penisola.
Questi in sintesi i principali risultati del primo monitoraggio nazionale del lupo realizzato da Ispra.

3.300: è il numero dei lupi in Italia oggi
Ammonta a 3.300 il numero dei lupi in Italia secondo il primo monitoraggio nazionale  Ispra

La buona notizia è che, con questi numeri, possiamo affermare che la popolazione di lupo in Italia ha decisamente migliorato il suo status di conservazione, ricolonizzando spontaneamente buona parte della Penisola. Un dato tanto più significativo, se si pensa che solo qualche anno fa il lupo era sul baratro dell’estinzione. Si tratta di un risultato che non è piovuto dal cielo, ma che si è realizzato grazie alla tutela legale della specie e all’aumento tanto delle foreste quanto delle specie preda.
Ora i dati raccolti e la rete creata possono fornire un supporto a Enti locali e Parchi nazionali per una corretta conservazione del lupo e per mitigare attivamente i conflitti, soprattutto nelle aree di neo-espansione della specie, ma abbandonando definitivamente l’idea di azioni inutili e dannose come gli abbattimenti.

“Per la prima volta in Italia disponiamo di dati esaustivi e affidabili su presenza e distribuzione del lupo, specie fondamentale per i nostri ecosistemi e la cui presenza è un valore per i nostri territori”, è il commento di Gianluca Catullo, responsabile specie e habitat del WWF Italia.

Numeri in crescita

Che aggiunge “per quanto i numeri siano in crescita, non bisogna tuttavia abbassare la guardia, in quanto le minacce per la sua conservazione restano attuali: bracconaggio e mortalità accidentale continuano a uccidere centinaia di lupi ogni anno, e l’ibridazione con il cane mette a repentaglio l’integrità genetica della specie”.
Per questo, dice il WWF, occorre continuare a lavorare per favorire la coesistenza del lupo con le attività umane, la zootecnia in primis.

Ammonta a 3.300 il numero dei lupi in Italia secondo il primo monitoraggio nazionale  Ispra
Ammonta a 3.300 il numero dei lupi in Italia secondo il primo monitoraggio nazionale  Ispra

Piano di gestione

“Ci auguriamo che questi risultati siano l’inizio del percorso che porti all’approvazione finalmente di un Piano di gestione e conservazione condiviso, che preveda azioni atte a contrastare le minacce e a migliorare la convivenza tra le comunità locali e il lupo” sottolinea ancora Catullo.
Rimane da risolvere il problema del conflitto con gli allevatori che, sia pur inferiore rispetto a quelli causato da molte altre specie come gli ungulati, può avere un impatto elevato su alcune aziende zootecniche.

Le misure

Grazie alle azioni di prevenzione dei danni, come recinzioni fisse e mobili, cani da guardiania, pascolo sorvegliato, si è spesso potuto attenuare con successo i danni subiti dagli allevatori, ma il conflitto rimane localmente elevato in alcune aree, in particolare in zone di recente ricolonizzazione della specie.

Ammonta a 3.300 il numero dei lupi in Italia secondo il primo monitoraggio nazionale  Ispra
Ammonta a 3.300 il numero dei lupi in Italia secondo il primo monitoraggio nazionale  Ispra

Per questo, dice il WWF, “è importante che anche i singoli cittadini aiutino a prevenire conflitti nelle zone di nuova espansione, in primis evitando di lasciare cibo a disposizione di lupi e di altri animali selvatici, e gestendo correttamente i propri animali domestici”.

La conservazione

“Lavorare per la conservazione del lupo, specie iconica e tassello fondamentale per il corretto funzionamento degli ecosistemi (ricordiamo ad esempio, anche il prezioso ruolo che il predatore può svolgere nel contenimento della diffusione della peste suina nella popolazione di cinghiali), significa proteggere tutte le specie e gli habitat che da questo dipendono. Incrementare le nostre aree protette, portando al 30% la superficie di territorio nazionale sottoposto a tutela entro il 2030, è una sfida che permette anche di aumentare le aree con una sempre migliore integrazione tra la presenza del lupo e le attività umane” conclude Catullo.
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  • Sono tanti gli esperti e gli attivisti americani che si interrogano se la sentenza della Corte Suprema, che elimina il diritto all’aborto negli Usa, potrà avere impatti anche su altri diritti, compresi quelli alla privacy.

I procuratori possono decidere di indagare su qualsiasi donna che sia stata incinta ma non abbia portato a termine la gravidanza, anche in caso di aborti spontanei.

“La differenza tra ora e l’ultima volta che l’aborto è stato illegale negli Stati Uniti è che viviamo in un’era di sorveglianza digitale senza precedenti”.

A dirlo è la direttrice per la sicurezza informatica della Electronic Frontier Foundation Eva Galperin.

Il caso più eclatante è stato quello di Latice Fisher, la donna del Mississippi che nel 2017 era stata accusata di omicidio di secondo grado dopo aver partorito un bambino nato morto nel terzo trimestre perché, nelle settimane precedenti, aveva cercato online informazioni sulle pillole abortive. Non esisteva nessun’altra prova che Fisher avesse comprato le pillole, ma il caso è comunque durato fino al 2020, quando era stato archiviato.

Le autorità possono decidere di chiedere direttamente alle aziende di fornire i dati in loro possesso relativi a specifici utenti. Non si tratta soltanto di Google, Facebook, Instagram, TikTok o Amazon: a raccogliere dati che possono essere potenzialmente incriminanti sono anche i servizi di telefonia mobile, i provider di servizi Internet e qualsiasi app abbia accesso ai dati sulla posizione. Di solito queste informazioni vengono raccolte a fini pubblicitari, ma possono anche essere acquistate da privati o da forze dell’ordine.

Proprio per questo motivo negli ultimi giorni molte donne americane hanno cancellato le applicazioni per il monitoraggio delle mestruazioni dai loro cellulari, che secondo le stime vengono usate da un terzo delle donne statunitensi, nel timore che i dati raccolti sul proprio ciclo mestruale, o altri dettagli legati alla salute riproduttiva, dalle applicazioni possano essere usati contro di loro in future cause penali negli Stati in cui l’aborto è diventato illegale.

Di Edoardo Martini ✍

#lucenews #lucelanazione #dirittoallaborto #dirittoallaprivacy #usa #roevwade
  • Esplosiva, incantevole, nata dalla fantasia di un fumetto per trasformarsi nell’immagine potente di un poster dai colori acrilici alla Andy Warhol. Psichedelica e attraente, conturbante e sexy. Bella da guastare il sonno a molti. Maschio eppure femmina. 

Eva Robin’s, lei che ha fatto sognare generazioni, è stata e rimane il simbolo incontrastato della transessualità. 

Dicevano che somigliasse in modo sorprendente al personaggio di Diabolik Eva Kant, e lei su quell’immagine ci ha lavorato, quasi divertendosi, rendendola viva e facendone una star in carne e ossa. 

"Io sono attratta sessualmente da un uomo ma la mia affettività è diretta verso le donne. Senza dubbio il maschio che c’è in me pretende la sua parte”.

Attrice di cinema e teatro, showgirl e cantante, Eva continua a calcare le scene recitando in ruoli teatrali di grande spessore e impegno. La sua figura di oggi sembra sfumata, il suo volto un po’ flou, l’esuberanza di un tempo addolcita dal tempo. 

Leggi l
  • Al cinema e in tv serve una rappresentazione più reale dei corpi. Anche di quelli in carne.

A rivendicare il diritto di apparire per come si è, soprattutto nei ruoli che chiedono una determinata fisicità, è Shannon Purser, nota soprattutto per aver interpretato Barb Holland in "Stranger Things" e Ethel Muggs in “Riverdale". La 25enne statunitense ha criticato aspramente il trattamento riservato agli “attori grassi” a Hollywood, in particolare per quanto riguarda il casting.

“Non assumono attori grassi per ruoli iconici grassi perché vogliono grandi nomi. Non ci sono quasi mai star grasse di primo piano perché agli attori grassi non è consentita la possibilità di salire di livello. Non ci viene data la giusta visibilità perché l’industria ci vede come elementi bidimensionali“.

Shannon Purser aveva già affrontato la questione in un’intervista a Vanity Fair durante le riprese di “Sierra Burgess è una sfigata”. 

“Anche le donne plus size meritano di avere un principe e il libero arbitrio. Crescendo, se avessi avuto qualcuno che mi somigliava, mi sarei sentita molto meno sola e più compresa. Spero che questo film sfidi i giovani a ripensare il modo in cui guardano se stessi e l’un l’altro, imparando ad abbracciare l’autenticità”. 

E chissà che questa volta, oltre alle parole, non si arrivi anche ai fatti, per invertire la tendenza discriminante e grassofobica proprio nella culla dei sogni: Hollywood.

Di Marianna Grazi ✍

#lucenews #lucelanazione #shannonpurser #barbstrangerthings #hollywood #bodyshaming #sierraburgessisaloser
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Ammonta a 3.300 il numero dei lupi in Italia secondo il primo monitoraggio nazionale  Ispra
Ammonta a 3.300 il numero dei lupi in Italia secondo il primo monitoraggio nazionale  Ispra

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“Ci auguriamo che questi risultati siano l’inizio del percorso che porti all’approvazione finalmente di un Piano di gestione e conservazione condiviso, che preveda azioni atte a contrastare le minacce e a migliorare la convivenza tra le comunità locali e il lupo” sottolinea ancora Catullo. Rimane da risolvere il problema del conflitto con gli allevatori che, sia pur inferiore rispetto a quelli causato da molte altre specie come gli ungulati, può avere un impatto elevato su alcune aziende zootecniche.

Le misure

Grazie alle azioni di prevenzione dei danni, come recinzioni fisse e mobili, cani da guardiania, pascolo sorvegliato, si è spesso potuto attenuare con successo i danni subiti dagli allevatori, ma il conflitto rimane localmente elevato in alcune aree, in particolare in zone di recente ricolonizzazione della specie.
Ammonta a 3.300 il numero dei lupi in Italia secondo il primo monitoraggio nazionale  Ispra
Ammonta a 3.300 il numero dei lupi in Italia secondo il primo monitoraggio nazionale  Ispra
Per questo, dice il WWF, “è importante che anche i singoli cittadini aiutino a prevenire conflitti nelle zone di nuova espansione, in primis evitando di lasciare cibo a disposizione di lupi e di altri animali selvatici, e gestendo correttamente i propri animali domestici”.

La conservazione

“Lavorare per la conservazione del lupo, specie iconica e tassello fondamentale per il corretto funzionamento degli ecosistemi (ricordiamo ad esempio, anche il prezioso ruolo che il predatore può svolgere nel contenimento della diffusione della peste suina nella popolazione di cinghiali), significa proteggere tutte le specie e gli habitat che da questo dipendono. Incrementare le nostre aree protette, portando al 30% la superficie di territorio nazionale sottoposto a tutela entro il 2030, è una sfida che permette anche di aumentare le aree con una sempre migliore integrazione tra la presenza del lupo e le attività umane” conclude Catullo. .
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