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Home » Scienze e culture » Madri adolescenti e gravidanze precoci: a Milano in preoccupante aumento

Madri adolescenti e gravidanze precoci: a Milano in preoccupante aumento

Non accadeva da 10 anni. A darne nota è uno studio dell'Istituto Mario Negri, che mostra la crescita in tutta la Lombardia

Marianna Grazi
18 Luglio 2022
mamme bambine

Cresce il numero di gravidanze precoci a Milano e in Lombardia

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Appena adolescenti, spesso poco più che bambine, alcune hanno avuto il primo menarca da pochissimo. Eppure aspettano un bambino, o hanno già un figlio. Sono le ‘madri precoci’, quelle piccole donne che spesso ci immaginiamo provenire da contesti di povertà, da Paesi in via di sviluppo. Oppure, ancora peggio se possibile, sono quelle che raccontano i media associandole ad orrendi casi di violenza sessuale: ne abbiamo raccontati due, recentemente, anche su Luce!, di due bimbe di appena 10 e 11 anni stuprate e rimaste incinta, costrette a lottare per ottenere l’aborto che gli Stati Uniti (l’Ohio in particolare) e il Brasile negavano loro.

Lo studio dell’Istituto Negri di Milano: gravidanze precoci in aumento

Ma se vi dicessimo invece che le mamme bambine esistono anche in Italia? Che effetto vi fa questa notizia?
Un fenomeno sommerso e poco conosciuto, ma in preoccupante crescita anche in Italia. È uno studio condotto alla fine dello scorso anno dal Laboratorio per la Salute materno infantile del Dipartimento di Salute pubblica dell’Istituto Mario Negri di Milano a raccontare che nel capoluogo lombardo e in tutta la Lombardia il numero delle gravidanze precoci è in crescita. Un aumento preoccupante perché ogni anno “almeno una studentessa rimane incinta: una per ogni Istituto di scuola superiore, una ragazza ogni 400 della stessa età”, fanno sapere i ricercatori.

gravidanze precoci
Negli ultimi 10 anni sono calate del 20% le gravidanze tra minorenni. Ora la tendenza è di nuovo in aumento

Se il numero di madri bambine o adolescenti nella regione preoccupa, una precisazione è assolutamente necessaria: il fenomeno, nel nostro Paese, è comunque ancora oggi piuttosto contenuto, ed è più diffuso nel Mezzogiorno che in Lombardia. Per intenderci, le gravidanze precoci interessano “1.3 parti ogni mille“, un dato nettamente inferiore a quello che si verifica nelle nazioni dell’Est Europa, ad esempio, dove i tassi sono anche 20 volte superiori, come accade in Bulgaria.
Tuttavia non si può far finta di niente davanti al fatto che i numeri stanno salendo: il dato fa segnare un allarmante inversione di rotta rispetto a quanto registrato negli ultimi dieci anni, in cui si è assistito a una riduzione del 20% del numero di parti tra minorenni.

Nel 2019, in Lombardia hanno partorito 110 ragazze tra i 14 e i 17 anni d’età, 317 hanno interrotto volontariamente la gravidanza e 7 sono andate incontro ad aborti spontanei. Ad aggravare la situazione potrebbe però esserci l’impatto a lungo termine della pandemia. L’aumento si registra in particolare nella fascia d’età tra i 14 e i 15 anni e alcune zone della regione sembrano essere più colpite da questo fenomeno, secondo Massimo Cartabia, statistico demografico dell’Istituto milanese: le province di Cremona e Pavia a sud e Sondrio al nord, infatti, presentano tassi di parti tra le giovanissime superiori a quelli delle altre fasce d’età della popolazione in età fertile.

Bonati: “Madri straniere in condizioni di deprivazione sociale ed economica”

ecografia
Metà delle giovanissime ragazze incinta o partorienti prima della maggiore età sono straniere e provengono spesso da contesti di disagio economico e sociale

Circa la metà delle giovanissime madri sono straniere, un terzo delle coppie di genitori è straniera, la quasi totalità delle madri non è sposata e non ha un’occupazione lavorativa stabile. “Il livello di autostima è spesso basso, fenomeni di depressione sono frequenti, così come i disturbi alimentari o l’abuso di sostanze, più spesso nelle giovani madri che vivono in condizioni di deprivazione sociale ed economica. Condizioni che coinvolgono anche i bambini sin dai primi mesi di vita per un aumentato rischio di abuso, trascuratezza e disturbi cognitivi”, spiega Maurizio Bonati, responsabile del Dipartimento di Salute Pubblica. Già alla nascita questi neonati generalmente pesano di meno rispetto a quelli nati da madre adulta, con un rischio quasi doppio di dover essere trattenuti in ospedale per i controlli della crescita.

Cosa fare: dall’educazione sessuale a scuola alla parità di genere

A fronte di un aumento di questo fenomeno, seppur minoritario, è necessario intervenire quanto prima per ripristinare la tendenza al ribasso come accaduto finora. Che si tratti di giovani milanesi o straniere che però risiedono a Milano o in regione, poco importa. È fondamentale dar loro la possibilità di crescere e di realizzarsi prima come persone e poi, eventualmente se lo vorranno, come madri. Secondo l’Istituto è importante quindi  programmare interventi educativi precoci che puntano a migliorare la conoscenza sessuale e la consapevolezza dei rischi legati alle gravidanze indesiderate, così come incoraggiare e sostenere la contraccezione e “una sessualità divertente e consapevole”. Ma la sola educazione sessuale non basta. Per i ricercatori e gli scienziati milanesi la parità di genere in ogni contesto sociale – che sia la famiglia, la scuola o il lavoro – “è la migliore strategia anche per proteggere le gravidanze precoci e le altre violazioni dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza”.

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Instagram

  • Numerosi attori e musicisti di alto profilo si sono recati in Ucraina da quando è scoppiata la guerra con la Russia nel febbraio 2022. L’ultimo in ordine di tempo è stato l’attore britannico Orlando Bloom, che ieri ha visitato un centro per bambini e ha incontrato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky a Kiev.

“Non mi sarei mai aspettato che la guerra si sarebbe intensificata in tutto il Paese da quando sono stato lì”, ha detto Bloom su Instagram, “Ma oggi ho avuto la fortuna di ascoltare le risate dei bambini in un centro del programma Spilno sostenuto dall’Unicef, uno spazio sicuro, caldo e accogliente dove i bambini possono giocare, imparare e ricevere supporto psicosociale”.

Bloom è un ambasciatore di buona volontà per l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’infanzia (Unicef). Il centro di Splino, che è uno dei tanti in Ucraina, offre sostegno ai bambini sfollati e alle loro famiglie, con più di mezzo milione di bambini che ne hanno visitato uno nell’ultimo anno.

La star hollywoodiana ha poi incontrato il presidente Zelensky, con cui ha trattato temi tra cui il ritorno dei bambini ucraini deportati in Russia, la creazione di rifugi antiatomici negli istituti scolastici e il supporto tecnico per l’apprendimento a distanza nelle aree in cui è impossibile studiare offline a causa della guerra. L’attore britannico aveva scritto ieri su Instagram, al suo arrivo a Kiev, che i «bambini in Ucraina hanno bisogno di riavere la loro infanzia».

#lucelanazione #lucenews #zelensky #orlandobloom
  • “La vita che stavo conducendo mi rendeva particolarmente infelice e se all’inizio ero entrata in terapia perché volevo accettare il fatto che mi dovessi nascondere, ho avuto poi un’evoluzione e questo percorso è diventato di accettazione di me stessa."

✨Un sorriso contagioso, la spensieratezza dei vent’anni e la bellezza di chi si piace e non può che riflettere quella luce anche al di fuori. La si potrebbe definire una Mulan nostrana Carlotta Bertotti, 23 anni, una ragazza torinese come tante, salvo che ha qualcosa di speciale. E non stiamo parlano del Nevo di Ota che occupa metà del suo volto. Ecco però spiegato un primo punto di contatto con Mulan: l’Oriente, dove è più diffusa (insieme all’Africa) quell’alterazione di natura benigna della pigmentazione della cute intorno alla zona degli occhi (spesso anche la sclera si presenta scura). Quella che appare come una chiazza grigio-bluastra su un lato del volto (rarissimi i casi bilaterali), colpisce prevalentemente persone di sesso femminile e le etnie asiatiche (1 su 200 persone in Giappone), può essere presente alla nascita o apparire durante la pubertà. E come la principessa Disney “fin da piccola ho sempre sentito la pressione di dover salvare tutto, ma forse in realtà dovevo solo salvare me stessa. Però non mi piace stare troppo alle regole, sono ribelle come lei”.

🗣Cosa diresti a una ragazza che ha una macchia come la tua e ti chiede come riuscire a conviverci?�
“Che sono profondamente fiera della persona che vedo riflessa allo specchio tutto i giorni e sono arrivata a questa fierezza dopo che ho scoperto e ho accettato tutti i miei lati, sia positivi che negativi. È molto autoreferenziale, quindi invece se dovessi dare un consiglio è quello che alla fine della fiera il giudizio altrui è momentaneo e tutto passa. L’unica persona che resta e con cui devi convivere tutta la vita sei tu, quindi le vere battaglie sono quelle con te stessa, quelle che vale la pena combattere”.

L’intervista a cura di Marianna Grazi �✍ 𝘓𝘪𝘯𝘬 𝘪𝘯 𝘣𝘪𝘰

#lucenews #lucelanazione #carlottabertotti #nevodiota
  • La salute mentale al centro del podcast di Alessia Lanza. Come si supera l’ansia sociale? Quanto è difficile fare coming out? Vado dallo psicologo? Come trovo la mia strada? La popolare influencer, una delle creator più note e amate del web con 1,4 milioni di followers su Instagram e 3,9 milioni su TikTok, Alessia Lanza debutta con “Mille Pare”, il suo primo podcast in cui affronta, in dieci puntate, una “para” diversa e cerca di esorcizzare le sue fragilità e, di riflesso, quelle dei suoi coetanei.

“Ho deciso di fare questo podcast per svariati motivi: io sono arrivata fin qui anche grazie alla mia immagine, ma questa volta vorrei che le persone mi ascoltassero e basta. Quando ho cominciato a raccontare le mie fragilità un sacco di persone mi hanno detto ‘Anche io ho quella para lì!’. Perciò dico parliamone, perché in un mondo in cui sembra che dobbiamo farcela da soli, io credo nel potere della condivisione”.

#lucenews #lucelanazione #millepare #alessialanza #podcast
  • Si è laureata in Antropologia, Religioni e Civiltà Orientali indossando un abito tradizionale Crow, tribù della sua famiglia adottiva in Montana. Eppure Raffaella Milandri è italianissima e ha conseguito il titolo nella storica università Alma Mater di Bologna, lo scorso 17 marzo. 

La scrittrice e giornalista nel 2010 è diventata membro adottivo della famiglia di nativi americani Black Eagle. Da quel momento quella che era una semplice passione per i popoli indigeni si è focalizzata sullo studio degli aborigeni Usa e sulla divulgazione della loro cultura.

Un titolo di studio specifico, quello conseguito dalla Milandri, “Che ho ritenuto oltremodo necessario per coronare la mia attività di studiosa e attivista per i diritti dei Nativi Americani e per i Popoli Indigeni. La prima forma pacifica di attivismo è divulgare la cultura nativa”. L’abito indossato durante cerimonia di laurea appartiene alla tribù della sua famiglia adottiva. Usanza che è stata istituzionalizzata solo dal 2017 in Montana, Stato d’origine del suo popolo, quando è stata approvata una legge (la SB 319) che permette ai nativi e loro familiari di laurearsi con il “tribal regalia“. 

In virtù di questa norma, il Segretario della Crow Nation, Levi Black Eagle, a maggio 2022 ha ricordato la possibilità di indossare l’abito tradizionale Crow in queste occasioni e così Milandri ha chiesto alla famiglia d’adozione se anche lei, in quanto membro acquisito della tribù, avrebbe potuto indossarlo in occasione della sua discussione.

La scrittrice, ricordando il momento della laurea a Bologna, racconta che è stata “Una grandissima emozione e un onore poter rappresentare la Crow Nation e la mia famiglia adottiva. Ho dedicato la mia laurea in primis alle vittime dei collegi indiani, istituti scolastici, perlopiù a gestione cattolica, di stampo assimilazionista. Le stesse vittime per le quali Papa Francesco, lo scorso luglio, si è recato in Canada in viaggio penitenziale a chiedere scusa  Ho molto approfondito questo tema controverso e presto sarà pubblicato un mio studio sull’argomento dalla Mauna Kea Edizioni”.

#lucenews #raffaellamilandri #antropologia
Appena adolescenti, spesso poco più che bambine, alcune hanno avuto il primo menarca da pochissimo. Eppure aspettano un bambino, o hanno già un figlio. Sono le 'madri precoci', quelle piccole donne che spesso ci immaginiamo provenire da contesti di povertà, da Paesi in via di sviluppo. Oppure, ancora peggio se possibile, sono quelle che raccontano i media associandole ad orrendi casi di violenza sessuale: ne abbiamo raccontati due, recentemente, anche su Luce!, di due bimbe di appena 10 e 11 anni stuprate e rimaste incinta, costrette a lottare per ottenere l'aborto che gli Stati Uniti (l'Ohio in particolare) e il Brasile negavano loro.

Lo studio dell'Istituto Negri di Milano: gravidanze precoci in aumento

Ma se vi dicessimo invece che le mamme bambine esistono anche in Italia? Che effetto vi fa questa notizia? Un fenomeno sommerso e poco conosciuto, ma in preoccupante crescita anche in Italia. È uno studio condotto alla fine dello scorso anno dal Laboratorio per la Salute materno infantile del Dipartimento di Salute pubblica dell’Istituto Mario Negri di Milano a raccontare che nel capoluogo lombardo e in tutta la Lombardia il numero delle gravidanze precoci è in crescita. Un aumento preoccupante perché ogni anno "almeno una studentessa rimane incinta: una per ogni Istituto di scuola superiore, una ragazza ogni 400 della stessa età", fanno sapere i ricercatori.
gravidanze precoci
Negli ultimi 10 anni sono calate del 20% le gravidanze tra minorenni. Ora la tendenza è di nuovo in aumento
Se il numero di madri bambine o adolescenti nella regione preoccupa, una precisazione è assolutamente necessaria: il fenomeno, nel nostro Paese, è comunque ancora oggi piuttosto contenuto, ed è più diffuso nel Mezzogiorno che in Lombardia. Per intenderci, le gravidanze precoci interessano "1.3 parti ogni mille", un dato nettamente inferiore a quello che si verifica nelle nazioni dell’Est Europa, ad esempio, dove i tassi sono anche 20 volte superiori, come accade in Bulgaria. Tuttavia non si può far finta di niente davanti al fatto che i numeri stanno salendo: il dato fa segnare un allarmante inversione di rotta rispetto a quanto registrato negli ultimi dieci anni, in cui si è assistito a una riduzione del 20% del numero di parti tra minorenni. Nel 2019, in Lombardia hanno partorito 110 ragazze tra i 14 e i 17 anni d’età, 317 hanno interrotto volontariamente la gravidanza e 7 sono andate incontro ad aborti spontanei. Ad aggravare la situazione potrebbe però esserci l'impatto a lungo termine della pandemia. L'aumento si registra in particolare nella fascia d’età tra i 14 e i 15 anni e alcune zone della regione sembrano essere più colpite da questo fenomeno, secondo Massimo Cartabia, statistico demografico dell'Istituto milanese: le province di Cremona e Pavia a sud e Sondrio al nord, infatti, presentano tassi di parti tra le giovanissime superiori a quelli delle altre fasce d’età della popolazione in età fertile.

Bonati: "Madri straniere in condizioni di deprivazione sociale ed economica"

ecografia
Metà delle giovanissime ragazze incinta o partorienti prima della maggiore età sono straniere e provengono spesso da contesti di disagio economico e sociale
Circa la metà delle giovanissime madri sono straniere, un terzo delle coppie di genitori è straniera, la quasi totalità delle madri non è sposata e non ha un’occupazione lavorativa stabile. "Il livello di autostima è spesso basso, fenomeni di depressione sono frequenti, così come i disturbi alimentari o l’abuso di sostanze, più spesso nelle giovani madri che vivono in condizioni di deprivazione sociale ed economica. Condizioni che coinvolgono anche i bambini sin dai primi mesi di vita per un aumentato rischio di abuso, trascuratezza e disturbi cognitivi", spiega Maurizio Bonati, responsabile del Dipartimento di Salute Pubblica. Già alla nascita questi neonati generalmente pesano di meno rispetto a quelli nati da madre adulta, con un rischio quasi doppio di dover essere trattenuti in ospedale per i controlli della crescita.

Cosa fare: dall'educazione sessuale a scuola alla parità di genere

A fronte di un aumento di questo fenomeno, seppur minoritario, è necessario intervenire quanto prima per ripristinare la tendenza al ribasso come accaduto finora. Che si tratti di giovani milanesi o straniere che però risiedono a Milano o in regione, poco importa. È fondamentale dar loro la possibilità di crescere e di realizzarsi prima come persone e poi, eventualmente se lo vorranno, come madri. Secondo l'Istituto è importante quindi  programmare interventi educativi precoci che puntano a migliorare la conoscenza sessuale e la consapevolezza dei rischi legati alle gravidanze indesiderate, così come incoraggiare e sostenere la contraccezione e "una sessualità divertente e consapevole". Ma la sola educazione sessuale non basta. Per i ricercatori e gli scienziati milanesi la parità di genere in ogni contesto sociale – che sia la famiglia, la scuola o il lavoro – "è la migliore strategia anche per proteggere le gravidanze precoci e le altre violazioni dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza".
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