Main Partner

main partnermain partnermain partner

Partner

main partner

Microplastiche nel liquido seminale, nuova minaccia per la specie umana

L’uroandrologo: “A rischio il futuro dell'umanità, oggi più che mai minacciata nella sua essenza”. La ricerca sul seme non lascia dubbi

di CATERINA CECCUTI -
30 maggio 2023
Microplastiche nel seme umano: nuova minaccia per la nostra specie

Microplastiche nel seme umano: nuova minaccia per la nostra specie

Microplastiche nel liquido seminale, nuova minaccia per la specie umana. “Un'ulteriore minaccia per l'umanità”. Parla chiaro lo studio comparso in preprint sulla Rivista Internazionale Science of the Total Environment  che segna un nuovo record negativo - anche stavolta sul versante maschile - per quanto riguarda la conservazione della specie umana. Secondo lo studio, la presenza di microplastiche nello sperma ribadisce una volta ancora lo stato di emergenza sulla contaminazione da microplastiche nel nostro pianeta e, adesso è ufficiale, rappresenta una sempre più pericolosa minaccia per la riproduzione della nostra specie.

Microplastiche nel liquido seminale, la ricerca

Presentato in anteprima al Congresso della S.I.R.U. – Società Italiana della Riproduzione Umana in corso a Siracusa, lo studio è stato guidato dal dott. Luigi Montano, UroAndrologo dell’ASL Salerno, coordinatore di EcoFoodFertility, in collaborazione con i gruppi di ricerca guidati da Oriana Motta dell’Università degli Studi di Salerno, Marina Piscopo dell’Università Federico II e Elisabetta Giorgini dell’Università Politecnica delle Marche. Nello specifico, nel liquido seminale è stata riscontrata la presenza di polipropilene (PP), polietilene (PE), polietilene tereftalato (PET), polistirene (PS), polivinilcloruro (PVC), policarbonato (PC), poliossimetilene (POM) e materiale acrilico.
microplastiche-liquido-seminale-seme

Microplastiche nel seme umano: nuova minaccia per la nostra specie

Le cause

“L’origine di questi frammenti -spiegano le dottoresse Oriana Motta, Maria Ricciardi ed Elisabetta Giorgini- potrebbe essere varia e può comprendere cosmetici, detergenti, dentifrici, creme per il viso e il corpo, adesivi, bevande, cibi o anche particelle areodisperse nell’ambiente, per cui le vie di ingresso nell’organismo umano possono avvenire attraverso l’alimentazione, la respirazione ed anche la via cutanea”. “Le vie più probabili di passaggio al seme umano sembrerebbero avvenire dall’epididimo e dalle vescicole seminali, strutture più facilmente suscettibili a processi infiammatori che possono favorire la maggiore permeabilità, ma anche per alterazioni importanti della barriera ematotesticolare"- commentano Luigi Montano, Marina Piscopo e Tiziana Notari. "Si è notato anche una presenza maggiore di microplastiche in relazione alla più scarsa qualità seminale proseguono gli studiosi -, che però necessita di ulteriori e successivi approfondimenti, considerando peraltro che le stesse microplastiche fanno da cavallo di Troia per altri tipi di contaminanti ambientali che legandosi ad esse procurano ulteriori danni all’interno agli organi riproduttivi, particolarmente sensibili agli inquinanti chimici!.
microplastiche-liquido-seminale-seme

I risultati di uno studio in preprint su Science of the Total Environment presentati al Congresso Siru

"Si stanno continuando ad indagare altre matrici umane – conclude Montano- che, se confermate negli esperimenti in corso, rappresenterebbero una dimostrazione di quanto la contaminazione della plastica sia da considerare un’emergenza da affrontare nell’immediato; averle già trovate in una matrice così sensibile per la conservazione e l’integrità del nostro patrimonio trasmissibile di certo non è una notizia confortante, è a rischio il futuro della nostra specie oggi più che mai minacciata nella sua essenza”. Lo studio rientra nell’ambito delle attività del progetto EcoFoodFertility, prima ricerca al mondo multicentrica di biomonitoraggio umano sul rapporto Ambiente, Alimentazione e Salute Riproduttiva, che da tempo indaga in diverse aree ad alto rischio ambientale la presenza dei contaminanti ed i loro effetti sulla salute dell’uomo, a partire proprio dalla valutazione dello sperma umano come “sentinella” della salute ambientale e generale.

I precedenti: dal sangue

Dopo le tracce di microplastiche nel sangue umano, riscontrate dai ricercatori dell’Università di Amsterdam, arriva dunque un’altra notizia non buona per la nostra specie: i risultati dello studio Raman Microspectroscopy evidence of microplastics in human semen: an emerging threat to male fertility che dimostra come nel seme umano siano presenti microsplastiche e l’effetto negativo che hanno nel sistema riproduttivo maschile. Lo studio rientra nell’ambito delle attività del progetto EcoFoodFertility, prima ricerca al mondo multicentrica di biomonitoraggio umano sul rapporto Ambiente, Alimentazione e Salute Riproduttiva che da tempo indaga in diverse aree ad alto rischio ambientale la presenza dei contaminanti ed i loro effetti sulla salute umana a partire proprio dalla valutazione del Seme umano come “Sentinella” della Salute Ambientale e Generale. Presentato in anteprima al Congresso della S.I.R.U. – Società Italiana della Riproduzione Umana organizzato a Siracusa (25 – 27 maggio 2023), lo studio è stato guidato da Luigi Montano, dottore uroandrologo dell’ASL Salerno, coordinatore di EcoFoodFertility, nonché past president della Società Italiana della Riproduzione, in collaborazione con i gruppi di ricerca di Oriana Motta, professoressa dell’Università degli Studi di Salerno, Marina Piscopo, professoressa dell’Università Federico II e Elisabetta Giorgini, professoressa dell’Università Politecnica delle Marche.

Al latte materno

Erano state scoperte nella carne animale e negli organi dell’essere umano, così come nel sangue. Ora anche nel latte materno. Le microplastiche sembrano essere ovunque, nell’ambiente quanto ormai anche all’interno dell’organismo umano. Nel 2022 la scoperta pubblicata sulla rivista Polymers ha suscitato grande preoccupazione nei ricercatori, per il potenziale impatto sulla salute dei neonati, già esposti in tenera età a questi agenti contaminanti chimici, a cui sono particolarmente vulnerabili. Per questo gli stessi scienziati hanno annunciato ulteriori ricerche. Per scongiurare anche il rischio di allarme sociale, che potrebbe spingere migliaia di madri a preferire metodi alternativi all’allattamento al seno, che, invece, rimane di gran lunga il miglior nutrimento per il bambino.

La ricerca degli scienziati italiani

micropolastiche-liquido-seminale-seme

Una mamma allatta al seno il suo bambino

Una mamma allatta al seno il suo bambino. Ma gli scienziati italiani hanno scoperto la presenza di microplastiche nel latte materno
La scoperta è avvenuta in Italia: i campioni di latte materno, infatti, sono stati prelevati da 34 madri sane una settimana dopo il parto a Roma. Nel 75% di essi sono state rilevate microplastiche. Precedenti ricerche avevano già dimostrato gli effetti tossici delle microplastiche su cellule umane, animali da laboratorio e fauna marina, ma l’impatto su persone viventi rimane sconosciuto. Le plastiche contengono spesso sostanze chimiche nocive, come gli ftalati, che sono già stati rilevati in passato nel latte materno.