Oggi si celebra la Pasqua di resurrezione di Cristo. La Festa della speranza, dell’accoglienza, del perdono e dell’inclusione.
In queste ultime settimane arrivano dal mondo della scuola esempi di insegnamento e le conseguenti reazioni scatenate da scelte che possono avere chiavi di lettura opposte. L’opinione pubblica e il sentire comune si spaccano in due.
Cattivi maestri o buoni maestri?
Qual è la strada giusta per i nostri ragazzi, che stanno manifestando tutta la loro fragilità, anche nei confronti dell’affrontare un banale percorso di studi?
Maestra punita per la pregheria in classe in Sardegna
Ma andiamo per ordine, partendo dalla polemiche sulla maestra sospesa da scuola a Oristano per aver fatto realizzare agli alunni un piccolo rosario con dieci perline a forma di braccialetto ed aver recitato insieme ai piccoli due preghiere: un’Ave Maria e un Padre Nostro. Protagonista dell’episodio, Marisa Francescangeli, 58 anni, maestra che insegna nella scuola primaria di San Vero Milis, in provincia di Oristano, dove segue tre diverse classi, una quarta e due terze. Il fatto è avvenuto proprio in una di queste terze, l’ultimo giorno di scuola prima delle festività natalizie del 2022.
Un curriculum di prestigio, macchiato ora da un provvedimento del dirigente scolastico e dell’ufficio scolastico provinciale, dopo che due genitori si erano lamentati con la scuola per il braccialetto-rosario e le preghiere recitate in classe prima di Natale: venti giorni di stop dal 27 marzo sino al 15 aprile e una riduzione dello stipendio. Una vicenda che finirà di fronte ad un’aula di tribunale.
Ramadan a scuola: Firenze, concessa un’aula per pregare agli studenti
Due settimane fa è stata la volta di Firenze: l’aula per pregare è stata messa a disposizione degli studenti musulmani durante il Ramadan in una scuola superiore, l’Istituto tecnico Marco Polo. Il preside, Ludovico Arte, ha detto sì a un’esigenza che era stata presentata da alcune studentesse di fede musulmana. Due le aule messe a disposizione, nelle rispettive sedi dell’istituto, in via San Bartolo a Cintoia e in via De Nicola. La decisione è stata ufficializzata da un comunicato apparso sul sito della scuola: “Una decisione che non privilegerebbe nessuno – le parole del preside Arte – . La mia scelta non favorisce la religione musulmana ma arriva dopo una richiesta che mi è sembrata ragionevole“. La decisione ha scatenato diverse polemiche e a chi rivendica il principio di laicità della nostra scuola il preside Arte ha replicato: “In una scuola laica non si proibisce, non si censura, ma si accolgono le diverse posizioni. La mia laicità mi dice che tutti devono trovare spazio. Tutte le posizioni: quelle politiche, culturali e religiose“.
La maestra Morgana e la lista dei “non compiti“
La maestra Morgana Di Ascenzo e la lista dei “non compiti“
Restando fra i banchi del capoluogo toscano, ha fatto il giro dei social la lettera scritta dalla maestra Morgana Di Ascenzo (54 anni, maestra da 30), che ha dato ai suoi alunni di quarta elementare dei compiti per le vacanze pasquali decisamente singolari. Niente temi da scrivere, libri da leggere né compiti di matematica, ma una lunga lettera, divisa per punti, su come godersi al meglio i pochi giorni di riposo. L’insegnante della Vittorio Veneto di Firenze ha spiazzato alunni e genitori con i consigli per le la pausa scolastica: “Osservate il cielo, dite qualcosa di gentile, e giocate“.
“Cosa mi ha spinta a dare questi compiti delle vacanze così speciali? Sinceramente è una proposta che ho già fatto in passato, per me non è una novità. Abbiamo avuto un anno lungo e faticoso, anche per i ragazzi. Arrivati alle vacanze di Pasqua ho deciso per una scelta diversa per restituire ai bambini la magia dell’infanzia“ ha spiegato candidamente la maestra Morgana. “Ho deciso di dare ai miei bambini la possibilità di fare quello che più gli piace, riponendo grande fiducia in loro, che possano mettere in pratica quello che hanno imparato nel corso dell’anno – ha sottolineato – . Non si aspettava questa risonanza: il mio non è certo un intento educativo, bensì un dono, doniamoci il tempo, andiamo a trovare i nonni, facciamo qualche ricetta insieme, scopriamo le tradizioni religiose“.
Il post di Leonardo Pieraccioni
La sua decisione ha toccato il cuore di molti, a partire da un fiorentino illustre, padre di un’adolescente in età scolare, quindi particolarmente sensibile a queste tematiche: Leonardo Pieraccioni. “In mezzo alle tante, faticosissime notizie quella dei compiti che una maestra elementare ha dato ai suoi alunni è una boccata di ossigeno – recita la storia postata su Instagram dal regista e attore – Brava, non lo scorderemo“.
Giusto. Perché la Pasqua può e deve avere anche il significato della sua origine ebraica: il ricordo della liberazione dalla schiavitù in Egitto. Oggi dalla schiavitù a cui ci condanniamo con la solitudine degli smartphone, senza avere il tempo e la voglia di alzare ogni tanto lo sguardo al cielo.