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Home » Scienze e culture » L’allarme: i pesticidi stanno avvelenando gli indigeni del Mato Grosso

L’allarme: i pesticidi stanno avvelenando gli indigeni del Mato Grosso

Un rapporto rivela che le popolazioni brasiliane sono contaminate dal crescente uso prodotti chimici da parte dell'industria agricola

Domenico Guarino
22 Gennaio 2023
Panoramica del Mato Grosso in Brasile

Panoramica del Mato Grosso in Brasile

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Il carbofurano è un pesticida. Se ingerito o inalato, può essere fatale, provocando malformazioni fetali e gravi danni ai sistemi neurologico, respiratorio ed endocrino. Da oltre 50 anni è vietato in Europa e negli Stati Uniti, in Brasile dal 2017. Eppure è uno dei prodotti chimici i cui residui si trovano nelle acque del Mato Grosso dove, negli ultimi dieci anni, i tassi di cancro sono aumentati del 137% , così come le malformazioni congenite, malattie neurologiche, psichiatriche e del sistema endocrino.

Avvelenamento da pesticidi legato all'agroalimentare a Mato Grosso
Avvelenamento da pesticidi legato all’agroalimentare a Mato Grosso

A rivelarlo è un recente rapporto pubblicato dall’Ong Operação Amazônia Nativa (OPAN) in collaborazione con l’Istituto di sanità pubblica dell’Università Federale del Mato Grosso, che ha rilevato come nell’88% delle piante, compresi frutti ed erbe medicinali ci sono pesticidi. Ciò succede perché queste sostanze sono irrorate tramite spruzzatori e riescono a percorrere lunghe distanze a causa del vento. Si stima che addirittura arrivino a oltre mille chilometri dalle zone di coltura, volando tra la foresta pluviale amazzonica, la savana tropicale del Cerrado e le zone umide del Pantanal, aree di grande importanza per la stabilizzazione climatica globale.

 

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Un post condiviso da OPERAÇÃO AMAZONIA NATIVA (@operacaoamazonianativa)

Nonostante i gravissimi rischi per la salute e l’ambiente l’uso dei pesticidi in Brasile è aumentato negli ultimi anni, crescendo di oltre 300mila tonnellate dal 2010. Il tutto per produrre olio di girasole, zucchero di canna, cotone. In particolare il Mato Grosso è una delle principali regioni produttrici di soia al mondo. Tra il 1991 e il 2016, l’area piantata è aumentata da 1,2 milioni a 9,4 milioni di ettari, in conseguenza del boom delle materie prime globali, degli incentivi governativi e della liberalizzazione del settore agricolo del Brasile.

Quindi il Mato Grosso ‘nutre’ e ‘veste’ l’Occidente ma per farlo le comunità indigene rischiano la vita per via dei pesticidi con cui queste colture vengono trattate, tanto che negli ultimi dieci anni, i tassi di cancro tra queste popolazioni sono aumentati del 137% . Ai pesanti danni che i pesticidi provocano sulla salute umana si aggiungono poi gli effetti altrettanto devastanti che si riversano sull’ambiente.

Il territorio di Tirecatinga nel comune di Sapezal, ad esempio, ha una delle più alte concentrazioni di pesticidi del paese: qui tutte le piante e la vegetazione vicino ai campi sono colpite dai pesticidi. Il risultato è che ci sono segnalazioni di una riduzione della fioritura di alberi, come il pequi e il mango, che sono ampiamente utilizzati dagli indigeni, così come una riduzione delle api e della produzione di miele. In Brasile il pesticida di gran lunga più venduto è il glifosato, seguito dall’insetticida 2,4-D. Secondo i registri ufficiali, i pesticidi tra il 2010 e il 2019 hanno causato la morte di oltre 1.800 persone, 43.900 le persone che hanno avuto bisogno di cure mediche. Ma come hanno scoperto Agência Pública e Repórter Brasil, la maggior parte delle morti registrate sono state ufficialmente classificate come suicidi.

Il carbofurano è un pesticida. Se ingerito o inalato, può essere fatale, provocando malformazioni fetali e gravi danni ai sistemi neurologico, respiratorio ed endocrino. Da oltre 50 anni è vietato in Europa e negli Stati Uniti, in Brasile dal 2017. Eppure è uno dei prodotti chimici i cui residui si trovano nelle acque del Mato Grosso dove, negli ultimi dieci anni, i tassi di cancro sono aumentati del 137% , così come le malformazioni congenite, malattie neurologiche, psichiatriche e del sistema endocrino.
Avvelenamento da pesticidi legato all'agroalimentare a Mato Grosso
Avvelenamento da pesticidi legato all'agroalimentare a Mato Grosso
A rivelarlo è un recente rapporto pubblicato dall’Ong Operação Amazônia Nativa (OPAN) in collaborazione con l’Istituto di sanità pubblica dell’Università Federale del Mato Grosso, che ha rilevato come nell’88% delle piante, compresi frutti ed erbe medicinali ci sono pesticidi. Ciò succede perché queste sostanze sono irrorate tramite spruzzatori e riescono a percorrere lunghe distanze a causa del vento. Si stima che addirittura arrivino a oltre mille chilometri dalle zone di coltura, volando tra la foresta pluviale amazzonica, la savana tropicale del Cerrado e le zone umide del Pantanal, aree di grande importanza per la stabilizzazione climatica globale.
 
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Nonostante i gravissimi rischi per la salute e l’ambiente l’uso dei pesticidi in Brasile è aumentato negli ultimi anni, crescendo di oltre 300mila tonnellate dal 2010. Il tutto per produrre olio di girasole, zucchero di canna, cotone. In particolare il Mato Grosso è una delle principali regioni produttrici di soia al mondo. Tra il 1991 e il 2016, l'area piantata è aumentata da 1,2 milioni a 9,4 milioni di ettari, in conseguenza del boom delle materie prime globali, degli incentivi governativi e della liberalizzazione del settore agricolo del Brasile. Quindi il Mato Grosso ‘nutre’ e ‘veste’ l’Occidente ma per farlo le comunità indigene rischiano la vita per via dei pesticidi con cui queste colture vengono trattate, tanto che negli ultimi dieci anni, i tassi di cancro tra queste popolazioni sono aumentati del 137% . Ai pesanti danni che i pesticidi provocano sulla salute umana si aggiungono poi gli effetti altrettanto devastanti che si riversano sull’ambiente. Il territorio di Tirecatinga nel comune di Sapezal, ad esempio, ha una delle più alte concentrazioni di pesticidi del paese: qui tutte le piante e la vegetazione vicino ai campi sono colpite dai pesticidi. Il risultato è che ci sono segnalazioni di una riduzione della fioritura di alberi, come il pequi e il mango, che sono ampiamente utilizzati dagli indigeni, così come una riduzione delle api e della produzione di miele. In Brasile il pesticida di gran lunga più venduto è il glifosato, seguito dall'insetticida 2,4-D. Secondo i registri ufficiali, i pesticidi tra il 2010 e il 2019 hanno causato la morte di oltre 1.800 persone, 43.900 le persone che hanno avuto bisogno di cure mediche. Ma come hanno scoperto Agência Pública e Repórter Brasil, la maggior parte delle morti registrate sono state ufficialmente classificate come suicidi.
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