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Home » Scienze e culture » Plastica, riciclarla costa dieci volte più di produrla vergine: sos del Wwf per fermare rifiuti in mare e cambiamento del clima

Plastica, riciclarla costa dieci volte più di produrla vergine: sos del Wwf per fermare rifiuti in mare e cambiamento del clima

Solo un Trattato globale delle Nazioni Unite può mettere fine alla produzione indiscriminata e alla dispersione negli oceani. Con conseguenze sull'ecosistema marino e sul riscaldamento globale. Raccolta di firme per fermare l'immissione in natura entro il decennio

Domenico Guarino
7 Settembre 2021
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La plastica apparentemente è un materiale a buon mercato. Molto duttile, utilizzato in tantissimi settori merceologici, facile da conservare, deve innanzitutto alla propria economicità il successo strabiliante che ha accumulato nei decenni, a partire dalla sua comparsa sul mercato.
Tuttavia la plastica è solo apparentemente un buon affare. In realtà il nuovo rapporto di Dalberg, commissionato dal Wwf, calcola in 3.700 miliardi di dollari il costo per società, ambiente ed economia della plastica prodotta solo nel 2019, una cifra che supera il pil dell’India. Una cifra indiscutibilmente molto alta, ma che potrebbe essere anche solo della punta dell’iceberg. L’analisi mostra infatti come il costo della plastica per le società, l’ambiente e l’economia sia almeno 10 volte superiore al prezzo di mercato della plastica vergine. Questo perché i costi degli impatti  che l’inquinamento da plastica ha sulla salute umana e sugli ecosistemi terrestri, non sono stati quantificati o sono ancora complessi da calcolare, per cui il totale complessivo potrebbe aumentare.

E come se non bastasse, le comunità più fragili  sono quelle che stanno sostenendo in modo sproporzionato il costo della plastica e il cambiamento climatico, influenzato da tutto il ciclo di vita di questo materiale, che colpisce in maniera significativa proprio questi Paesi già svantaggiati.

Per questo il Wwf esorta tutti gli Stati membri delle Nazioni Unite ad avviare i negoziati per un Trattato globale che affronti tutte le fasi del ciclo di vita della plastica, puntando a fermare la dispersione della plastica negli oceani entro il 2030. Secondo il Wwf “il rapporto dimostra infatti come anche i governi e i cittadini stiano consapevolmente e inconsapevolmente sovvenzionando un sistema basato sulla plastica, che produce innumerevoli impatti negativi sull’ambiente e sulle nostre vite”.

 

Oceani invasi e aumento del gas serra

 

 

“Il rapporto “Plastica: Il costo per la società, l’ambiente e l’economia” evidenzia come approcci normativi frammentati, incentivi perversi, nonché la mancanza di risorse tecniche coordinate, di finanziamenti dedicati e di dati efficaci e aggiornati sulla dispersione della plastica nel Pianeta, ci stiano letteralmente costando la Terra” denuncia l’associazione ambientalista; che addebita all’ incapacità di “comprendere e rimediare ai costi reali della plastica” il fatto che questi si aggraveranno ancora di più in futuro. “In uno scenario business as usual si stima che nel 2040 la produzione di plastica raddoppierà e la quantità di plastica dispersa negli oceani triplicherà arrivando a 29 milioni di tonnellate, portando la quantità totale di plastica accumulata negli oceani a 600 milioni di tonnellate. Le emissioni di gas serra (Ghg) connesse al ciclo di vita della plastica arriveranno a rappresentare fino al 20% dell’intero bilancio globale del carbonio, accelerando ulteriormente la crisi climatica e i suoi effetti devastanti” sottolinea il Wwf.

Insomma, senza interventi urgenti, i costi determinati dalla produzione e dal consumo delle materie plastiche sono destinati a raddoppiare e nel 2040 la plastica prodotta avrà impatti per un valore pari a 7.100 miliardi di dollari², somma equivalente all’85% della spesa globale per la sanità nel solo 2018 e addirittura superiore al pikl 2019 di Germania, Canada e Australia messi insieme.

 

 

La petizione #STOPPLASTICPOLLUTION

 

 

Marco Lambertini, direttore generale del Wwf International ha detto: “È la prima volta che abbiamo una valutazione così chiara di alcuni dei costi non contabilizzati che l’inquinamento da plastica impone alla società ed è un peso troppo alto da sopportare – sia per le persone sia per l’ambiente. Drammaticamente l’inquinamento da plastica non mostra segni di rallentamento, ma la consapevolezza che vada fermato  è oggi molto più diffusa di ieri. Abbiamo bisogno di un Trattato delle Nazioni Unite sull’inquinamento della plastica che aggreghi governi, aziende e consumatori intorno a obiettivi chiari di riduzione, raccolta, riciclo, individuando alternative sostenibili per fermare  la dispersione di plastica nell’ambiente entro il 2030″.

Per affrontare questa vera e propria crisi globale e per ridurre il costo che la plastica determina sulle società, il Wwf chiede ai governi di avviare la definizione di un Trattato globale legalmente vincolante sull’inquinamento della plastica marina alla Quinta Assemblea per l’Ambiente delle Nazioni Unite che si terrà a febbraio 2022.
Per dire basta alla plastica che soffoca i nostri oceani, l’invito del Wwf è anche a firmare la petizione #STOPPLASTICPOLLUTION per fermare l’ulteriore immissione di plastica in natura entro il 2030.

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Instagram

  • Numerosi attori e musicisti di alto profilo si sono recati in Ucraina da quando è scoppiata la guerra con la Russia nel febbraio 2022. L’ultimo in ordine di tempo è stato l’attore britannico Orlando Bloom, che ieri ha visitato un centro per bambini e ha incontrato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky a Kiev.

“Non mi sarei mai aspettato che la guerra si sarebbe intensificata in tutto il Paese da quando sono stato lì”, ha detto Bloom su Instagram, “Ma oggi ho avuto la fortuna di ascoltare le risate dei bambini in un centro del programma Spilno sostenuto dall’Unicef, uno spazio sicuro, caldo e accogliente dove i bambini possono giocare, imparare e ricevere supporto psicosociale”.

Bloom è un ambasciatore di buona volontà per l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’infanzia (Unicef). Il centro di Splino, che è uno dei tanti in Ucraina, offre sostegno ai bambini sfollati e alle loro famiglie, con più di mezzo milione di bambini che ne hanno visitato uno nell’ultimo anno.

La star hollywoodiana ha poi incontrato il presidente Zelensky, con cui ha trattato temi tra cui il ritorno dei bambini ucraini deportati in Russia, la creazione di rifugi antiatomici negli istituti scolastici e il supporto tecnico per l’apprendimento a distanza nelle aree in cui è impossibile studiare offline a causa della guerra. L’attore britannico aveva scritto ieri su Instagram, al suo arrivo a Kiev, che i «bambini in Ucraina hanno bisogno di riavere la loro infanzia».

#lucelanazione #lucenews #zelensky #orlandobloom
  • “La vita che stavo conducendo mi rendeva particolarmente infelice e se all’inizio ero entrata in terapia perché volevo accettare il fatto che mi dovessi nascondere, ho avuto poi un’evoluzione e questo percorso è diventato di accettazione di me stessa."

✨Un sorriso contagioso, la spensieratezza dei vent’anni e la bellezza di chi si piace e non può che riflettere quella luce anche al di fuori. La si potrebbe definire una Mulan nostrana Carlotta Bertotti, 23 anni, una ragazza torinese come tante, salvo che ha qualcosa di speciale. E non stiamo parlano del Nevo di Ota che occupa metà del suo volto. Ecco però spiegato un primo punto di contatto con Mulan: l’Oriente, dove è più diffusa (insieme all’Africa) quell’alterazione di natura benigna della pigmentazione della cute intorno alla zona degli occhi (spesso anche la sclera si presenta scura). Quella che appare come una chiazza grigio-bluastra su un lato del volto (rarissimi i casi bilaterali), colpisce prevalentemente persone di sesso femminile e le etnie asiatiche (1 su 200 persone in Giappone), può essere presente alla nascita o apparire durante la pubertà. E come la principessa Disney “fin da piccola ho sempre sentito la pressione di dover salvare tutto, ma forse in realtà dovevo solo salvare me stessa. Però non mi piace stare troppo alle regole, sono ribelle come lei”.

🗣Cosa diresti a una ragazza che ha una macchia come la tua e ti chiede come riuscire a conviverci?�
“Che sono profondamente fiera della persona che vedo riflessa allo specchio tutto i giorni e sono arrivata a questa fierezza dopo che ho scoperto e ho accettato tutti i miei lati, sia positivi che negativi. È molto autoreferenziale, quindi invece se dovessi dare un consiglio è quello che alla fine della fiera il giudizio altrui è momentaneo e tutto passa. L’unica persona che resta e con cui devi convivere tutta la vita sei tu, quindi le vere battaglie sono quelle con te stessa, quelle che vale la pena combattere”.

L’intervista a cura di Marianna Grazi �✍ 𝘓𝘪𝘯𝘬 𝘪𝘯 𝘣𝘪𝘰

#lucenews #lucelanazione #carlottabertotti #nevodiota
  • La salute mentale al centro del podcast di Alessia Lanza. Come si supera l’ansia sociale? Quanto è difficile fare coming out? Vado dallo psicologo? Come trovo la mia strada? La popolare influencer, una delle creator più note e amate del web con 1,4 milioni di followers su Instagram e 3,9 milioni su TikTok, Alessia Lanza debutta con “Mille Pare”, il suo primo podcast in cui affronta, in dieci puntate, una “para” diversa e cerca di esorcizzare le sue fragilità e, di riflesso, quelle dei suoi coetanei.

“Ho deciso di fare questo podcast per svariati motivi: io sono arrivata fin qui anche grazie alla mia immagine, ma questa volta vorrei che le persone mi ascoltassero e basta. Quando ho cominciato a raccontare le mie fragilità un sacco di persone mi hanno detto ‘Anche io ho quella para lì!’. Perciò dico parliamone, perché in un mondo in cui sembra che dobbiamo farcela da soli, io credo nel potere della condivisione”.

#lucenews #lucelanazione #millepare #alessialanza #podcast
  • Si è laureata in Antropologia, Religioni e Civiltà Orientali indossando un abito tradizionale Crow, tribù della sua famiglia adottiva in Montana. Eppure Raffaella Milandri è italianissima e ha conseguito il titolo nella storica università Alma Mater di Bologna, lo scorso 17 marzo. 

La scrittrice e giornalista nel 2010 è diventata membro adottivo della famiglia di nativi americani Black Eagle. Da quel momento quella che era una semplice passione per i popoli indigeni si è focalizzata sullo studio degli aborigeni Usa e sulla divulgazione della loro cultura.

Un titolo di studio specifico, quello conseguito dalla Milandri, “Che ho ritenuto oltremodo necessario per coronare la mia attività di studiosa e attivista per i diritti dei Nativi Americani e per i Popoli Indigeni. La prima forma pacifica di attivismo è divulgare la cultura nativa”. L’abito indossato durante cerimonia di laurea appartiene alla tribù della sua famiglia adottiva. Usanza che è stata istituzionalizzata solo dal 2017 in Montana, Stato d’origine del suo popolo, quando è stata approvata una legge (la SB 319) che permette ai nativi e loro familiari di laurearsi con il “tribal regalia“. 

In virtù di questa norma, il Segretario della Crow Nation, Levi Black Eagle, a maggio 2022 ha ricordato la possibilità di indossare l’abito tradizionale Crow in queste occasioni e così Milandri ha chiesto alla famiglia d’adozione se anche lei, in quanto membro acquisito della tribù, avrebbe potuto indossarlo in occasione della sua discussione.

La scrittrice, ricordando il momento della laurea a Bologna, racconta che è stata “Una grandissima emozione e un onore poter rappresentare la Crow Nation e la mia famiglia adottiva. Ho dedicato la mia laurea in primis alle vittime dei collegi indiani, istituti scolastici, perlopiù a gestione cattolica, di stampo assimilazionista. Le stesse vittime per le quali Papa Francesco, lo scorso luglio, si è recato in Canada in viaggio penitenziale a chiedere scusa  Ho molto approfondito questo tema controverso e presto sarà pubblicato un mio studio sull’argomento dalla Mauna Kea Edizioni”.

#lucenews #raffaellamilandri #antropologia
La plastica apparentemente è un materiale a buon mercato. Molto duttile, utilizzato in tantissimi settori merceologici, facile da conservare, deve innanzitutto alla propria economicità il successo strabiliante che ha accumulato nei decenni, a partire dalla sua comparsa sul mercato. Tuttavia la plastica è solo apparentemente un buon affare. In realtà il nuovo rapporto di Dalberg, commissionato dal Wwf, calcola in 3.700 miliardi di dollari il costo per società, ambiente ed economia della plastica prodotta solo nel 2019, una cifra che supera il pil dell'India. Una cifra indiscutibilmente molto alta, ma che potrebbe essere anche solo della punta dell’iceberg. L'analisi mostra infatti come il costo della plastica per le società, l'ambiente e l'economia sia almeno 10 volte superiore al prezzo di mercato della plastica vergine. Questo perché i costi degli impatti  che l’inquinamento da plastica ha sulla salute umana e sugli ecosistemi terrestri, non sono stati quantificati o sono ancora complessi da calcolare, per cui il totale complessivo potrebbe aumentare. E come se non bastasse, le comunità più fragili  sono quelle che stanno sostenendo in modo sproporzionato il costo della plastica e il cambiamento climatico, influenzato da tutto il ciclo di vita di questo materiale, che colpisce in maniera significativa proprio questi Paesi già svantaggiati. Per questo il Wwf esorta tutti gli Stati membri delle Nazioni Unite ad avviare i negoziati per un Trattato globale che affronti tutte le fasi del ciclo di vita della plastica, puntando a fermare la dispersione della plastica negli oceani entro il 2030. Secondo il Wwf “il rapporto dimostra infatti come anche i governi e i cittadini stiano consapevolmente e inconsapevolmente sovvenzionando un sistema basato sulla plastica, che produce innumerevoli impatti negativi sull'ambiente e sulle nostre vite”.  

Oceani invasi e aumento del gas serra

    “Il rapporto "Plastica: Il costo per la società, l'ambiente e l'economia" evidenzia come approcci normativi frammentati, incentivi perversi, nonché la mancanza di risorse tecniche coordinate, di finanziamenti dedicati e di dati efficaci e aggiornati sulla dispersione della plastica nel Pianeta, ci stiano letteralmente costando la Terra” denuncia l’associazione ambientalista; che addebita all’ incapacità di “comprendere e rimediare ai costi reali della plastica” il fatto che questi si aggraveranno ancora di più in futuro. “In uno scenario business as usual si stima che nel 2040 la produzione di plastica raddoppierà e la quantità di plastica dispersa negli oceani triplicherà arrivando a 29 milioni di tonnellate, portando la quantità totale di plastica accumulata negli oceani a 600 milioni di tonnellate. Le emissioni di gas serra (Ghg) connesse al ciclo di vita della plastica arriveranno a rappresentare fino al 20% dell'intero bilancio globale del carbonio, accelerando ulteriormente la crisi climatica e i suoi effetti devastanti” sottolinea il Wwf. Insomma, senza interventi urgenti, i costi determinati dalla produzione e dal consumo delle materie plastiche sono destinati a raddoppiare e nel 2040 la plastica prodotta avrà impatti per un valore pari a 7.100 miliardi di dollari², somma equivalente all'85% della spesa globale per la sanità nel solo 2018 e addirittura superiore al pikl 2019 di Germania, Canada e Australia messi insieme.    

La petizione #STOPPLASTICPOLLUTION

    Marco Lambertini, direttore generale del Wwf International ha detto: "È la prima volta che abbiamo una valutazione così chiara di alcuni dei costi non contabilizzati che l'inquinamento da plastica impone alla società ed è un peso troppo alto da sopportare - sia per le persone sia per l'ambiente. Drammaticamente l'inquinamento da plastica non mostra segni di rallentamento, ma la consapevolezza che vada fermato  è oggi molto più diffusa di ieri. Abbiamo bisogno di un Trattato delle Nazioni Unite sull'inquinamento della plastica che aggreghi governi, aziende e consumatori intorno a obiettivi chiari di riduzione, raccolta, riciclo, individuando alternative sostenibili per fermare  la dispersione di plastica nell'ambiente entro il 2030". Per affrontare questa vera e propria crisi globale e per ridurre il costo che la plastica determina sulle società, il Wwf chiede ai governi di avviare la definizione di un Trattato globale legalmente vincolante sull'inquinamento della plastica marina alla Quinta Assemblea per l’Ambiente delle Nazioni Unite che si terrà a febbraio 2022. Per dire basta alla plastica che soffoca i nostri oceani, l’invito del Wwf è anche a firmare la petizione #STOPPLASTICPOLLUTION per fermare l’ulteriore immissione di plastica in natura entro il 2030.
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