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Home » Scienze e culture » Per la prima volta la California ha prodotto il 100% della sua energia da fonti rinnovabili

Per la prima volta la California ha prodotto il 100% della sua energia da fonti rinnovabili

Uno storico risultato. Lo Stato ha prodotto un picco di 18.629 megawatt solo grazie all'energia solare, eolica e altre fonti green. In Italia è un obiettivo ancora lontano, ma il nostro Paese va meglio di Francia, Regno Unito e altri Paesi dell'Unione europea

Domenico Guarino
6 Maggio 2022
energia rinnovabile

energia rinnovabile

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“Si può fare!”. Vi ricordate l’indimenticabile battuta di Frankenstein Jr? Anche in quel caso c’entrava in qualche modo l’elettricità, ma la notizia che stiamo per darvi non ha nulla di fantascientifico, né di pauroso. Anzi: è il segnale che le cose stanno davvero cambiando. E in meglio. Secondo quanto comunicato dal California Independent System Operator (Caiso), la società non-profit che gestisce la rete elettrica dello Stato, lo scorso sabato infatti, per qualche minuto, tutto il fabbisogno energetico dello stato della California è stato soddisfatto dall’energia rinnovabile. Ed è la prima volta che succede. Lo storico risultato, secondo quanto riporta il quotidiano Desert Sun è stato raggiunto intorno alle 2:50 del 30 aprile.

Per la prima volta lo Stato della California ha prodotto il 100 percento della sua energia da fonti rinnovabili

La produzione di rinnovabili, come è noto non è stabile – non a caso uno dei problemi cui si stanno dedicando da tempo i tecnici è quello dell’immagazzinamento della risorsa energetica da fonti sostenibili – per cui si è trattato solo di un momento, per ora. Un momento storico in cui la California ha prodotto un picco di 18.629 megawatt solo da fonti rinnovabili, tra solare (66%), eolica (25%) e in percentuale minore geotermico, biomasse, biogas ed energia idroelettrica. In quel momento la richiesta di energia era inferiore di circa 600 megawatt, permettendo così alle energie rinnovabili di supportare completamente la rete.

Dan Jacobson, consulente per il gruppo ambientalista Environment California, ha twittato: “Vent’anni fa nessuno avrebbe pensato che saremmo riusciti ad arrivare al 100% di energie rinnovabili. Ma un passo alla volta, una legge alla volta e un pannello solare alla volta ce l’abbiamo fatta”. In California nell’arco degli ultimi anni, le fonti rinnovabili sono passate dal soddisfare un quarto della domanda dello Stato fino all’81% nel 2020.

In Italia nel 2021 il 41,3% della corrente prodotta proviene da fonti rinnovabili

Energia da fonti rinnovabili, in Italia come siamo messi?

E in Italia? Anche nel ‘Paese del Sole’ la corsa verso le rinnovabili sta aumentando di ramo, anche se il margine di incremento, considerando le caratteristiche geoclimatiche dell’Italia, è ancora molto ampio. L’Italia nel 2019 ha prodotto il 16,3% dell’energia da fonti rinnovabili: si tratta di un dato simile al 17,5% della Germania, ma superiore all’11,7% della Francia e al 14,5% del Regno Unito.  La produzione di energia in Italia con fonti rinnovabili ha comunque oscillato tra il 5 e il 9% – e quindi su valori molto più bassi – dagli anni ‘70 fino ai primi anni 2000. Si è poi registrata una forte crescita a partire dal 2007: quell’anno, infatti, solo il 6% dell’energia italiana proveniva da fonti rinnovabili, e il dato è arrivato al 10,7% nel 2010 e al 18,5% nel 2014, per poi scendere al 15% nel 2017 e risalire al 16,3% del 2019.

La crescita degli ultimi 15 anni ha riguardato anche la Francia, seppur in misura minore, e la Germania: il peso dell’energia tedesca prodotta da fonti rinnovabili è passato dal 2% nel 2000 all’8% nel 2010 e al 17,5% nel 2019. In totale il 41,3% della corrente prodotta in Italia nel 2021 proviene da fonti rinnovabili, contro il 21,7% della Francia, il 39,7% del Regno Unito, il 46,2% della Spagna e il 40,3% della Germania. La Norvegia e l’Islanda sono gli unici due Stati europei capaci di generare tutta la corrente a partire da fonti rinnovabili.
Insomma ‘si può fare’, ma anche si può fare di più? E, considerando i venti di guerra, non proprio metaforici, anzi, che spirano dal’Ucraina in qua, sarebbe il caso anche di darsi una mossa.

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  • «Era terribile durante il fascismo essere transessuale. Mi picchiavano e mi facevano fare delle cose schifose. Mi imbrattavano con il catrame e mi hanno rasato. Ho preso le botte dai fascisti perché mi ero atteggiato a donna e per loro questo era inconcepibile».

È morta a quasi 99 anni Lucy Salani, attivista nota come l’unica persona trans italiana sopravvissuta ai campi di concentramento nazisti.

#lucenews #lucysalani #dachau
  • È morta a quasi 99 anni Lucy Salani, attivista nota come l
  • Elaheh Tavakolian, l’iraniana diventata uno dei simboli della lotta nel suo Paese, è arrivata in Italia. Nella puntata del 21 marzo de “Le Iene”, tra i servizi del programma di Italia 1, c’è anche la storia della giovane donna, ferita a un occhio dalla polizia durante le proteste in Iran. Nella puntata andata in onda la scorsa settimana, l’inviata de “Le Iene” aveva incontrato la donna in Turchia, durante la sua fuga disperata dall’Iran, dove ormai era troppo pericoloso vivere. 

“Ho molta paura. Vi prego, qui potrebbero uccidermi” raccontava l’attivista a Roberta Rei. Già in quell’occasione, Elaheh Tavakolian era apparsa con una benda sull’occhio, a causa di una grave ferita causatale da un proiettile sparato dalle forze dell’ordine iraniane durante le manifestazioni a cui ha preso parte dopo la morte di Mahsa Amini.

Elaheh Tavakolian fa parte di quelle centinaia di iraniani che hanno subito gravi ferite agli occhi dopo essere stati colpiti da pallottole, lacrimogeni, proiettili di gomma o altri proiettili usati dalle forze di sicurezza durante le dure repressioni che vanno avanti ormai da oltre sei mesi. La ragazza, che ha conseguito un master in commercio internazionale e ora lavora come contabile, ha usato la sua pagina Instagram per rivelare che le forze di sicurezza della Repubblica islamica stavano deliberatamente prendendo di mira gli occhi dei manifestanti. 

✍ Barbara Berti

#lucenews #lucelanazione #ElahehTavakolian #iran #leiene
  • Ha 19 anni e vorrebbe solo sostenere la Maturità. Eppure alla richiesta della ragazza la scuola dice di no. Nina Rosa Sorrentino è nata con la sindrome di Down, e quel diritto che per tutte le altre studentesse e studenti è inviolabile per lei è invece un’utopia.

Il liceo a indirizzo Scienze Umane di Bologna non le darà la possibilità di diplomarsi con i suoi compagni e compagne, svolgendo le prove che inizieranno il prossimo 21 giugno. La giustificazione – o la scusa ridicola, come quelle denunciate da CoorDown nella giornata mondiale sulla sindrome di Down – dell’istituto per negarle questa possibilità è stata che “per lei sarebbe troppo stressante“.

Così Nina si è ritirata da scuola a meno di tre mesi dalla fine della quinta. Malgrado la sua famiglia, fin dall’inizio del triennio, avesse chiesto agli insegnanti di cambiare il Pei (piano educativo individualizzato) della figlia, passando dal programma differenziato per gli alunni certificati a quello personalizzato per obiettivi minimi o equipollenti, che prevede l’ammissione al vero e proprio esame di Maturità. Ma il liceo Sabin non ha assecondato la loro richiesta.

Francesca e Alessandro Sorrentino avevano trovato una sponda di supporto nel Ceps di Bologna (Centro emiliano problemi sociali per la Trisomia 21), in CoorDown e nei docenti di Scienze della Formazione dell’Alma Mater, che si sono detti tutti disponibili per realizzare un progetto-pilota per la giovane studentessa e la sua classe. Poi, all’inizio di marzo, la doccia fredda: è arrivato il no definitivo da parte del consiglio di classe, preoccupato che per la ragazza la Maturità fosse un obiettivo troppo impegnativo e stressante, tanto da generare “senso di frustrazione“, come ha scritto la dirigente del liceo nella lettera che sancisce l’epilogo di questa storia tutt’altro che inclusiva.

“Il perché è quello che ci tormenta – aggiungono i genitori –. Anche la neuropsichiatra concordava: Nina poteva e voleva provarci a fare l’esame. Non abbiamo mai chiesto le venisse regalato il diploma, ma che le fosse data la possibilità di provarci”.

#lucenews #lucelanazione #disabilityinclusion #giornatamondialedellasindromedidown
"Si può fare!". Vi ricordate l’indimenticabile battuta di Frankenstein Jr? Anche in quel caso c’entrava in qualche modo l’elettricità, ma la notizia che stiamo per darvi non ha nulla di fantascientifico, né di pauroso. Anzi: è il segnale che le cose stanno davvero cambiando. E in meglio. Secondo quanto comunicato dal California Independent System Operator (Caiso), la società non-profit che gestisce la rete elettrica dello Stato, lo scorso sabato infatti, per qualche minuto, tutto il fabbisogno energetico dello stato della California è stato soddisfatto dall’energia rinnovabile. Ed è la prima volta che succede. Lo storico risultato, secondo quanto riporta il quotidiano Desert Sun è stato raggiunto intorno alle 2:50 del 30 aprile.
Per la prima volta lo Stato della California ha prodotto il 100 percento della sua energia da fonti rinnovabili
La produzione di rinnovabili, come è noto non è stabile - non a caso uno dei problemi cui si stanno dedicando da tempo i tecnici è quello dell’immagazzinamento della risorsa energetica da fonti sostenibili - per cui si è trattato solo di un momento, per ora. Un momento storico in cui la California ha prodotto un picco di 18.629 megawatt solo da fonti rinnovabili, tra solare (66%), eolica (25%) e in percentuale minore geotermico, biomasse, biogas ed energia idroelettrica. In quel momento la richiesta di energia era inferiore di circa 600 megawatt, permettendo così alle energie rinnovabili di supportare completamente la rete. Dan Jacobson, consulente per il gruppo ambientalista Environment California, ha twittato: "Vent’anni fa nessuno avrebbe pensato che saremmo riusciti ad arrivare al 100% di energie rinnovabili. Ma un passo alla volta, una legge alla volta e un pannello solare alla volta ce l’abbiamo fatta". In California nell’arco degli ultimi anni, le fonti rinnovabili sono passate dal soddisfare un quarto della domanda dello Stato fino all’81% nel 2020.
In Italia nel 2021 il 41,3% della corrente prodotta proviene da fonti rinnovabili

Energia da fonti rinnovabili, in Italia come siamo messi?

E in Italia? Anche nel ‘Paese del Sole’ la corsa verso le rinnovabili sta aumentando di ramo, anche se il margine di incremento, considerando le caratteristiche geoclimatiche dell’Italia, è ancora molto ampio. L'Italia nel 2019 ha prodotto il 16,3% dell’energia da fonti rinnovabili: si tratta di un dato simile al 17,5% della Germania, ma superiore all’11,7% della Francia e al 14,5% del Regno Unito.  La produzione di energia in Italia con fonti rinnovabili ha comunque oscillato tra il 5 e il 9% – e quindi su valori molto più bassi – dagli anni ‘70 fino ai primi anni 2000. Si è poi registrata una forte crescita a partire dal 2007: quell’anno, infatti, solo il 6% dell’energia italiana proveniva da fonti rinnovabili, e il dato è arrivato al 10,7% nel 2010 e al 18,5% nel 2014, per poi scendere al 15% nel 2017 e risalire al 16,3% del 2019. La crescita degli ultimi 15 anni ha riguardato anche la Francia, seppur in misura minore, e la Germania: il peso dell’energia tedesca prodotta da fonti rinnovabili è passato dal 2% nel 2000 all’8% nel 2010 e al 17,5% nel 2019. In totale il 41,3% della corrente prodotta in Italia nel 2021 proviene da fonti rinnovabili, contro il 21,7% della Francia, il 39,7% del Regno Unito, il 46,2% della Spagna e il 40,3% della Germania. La Norvegia e l’Islanda sono gli unici due Stati europei capaci di generare tutta la corrente a partire da fonti rinnovabili. Insomma ‘si può fare’, ma anche si può fare di più? E, considerando i venti di guerra, non proprio metaforici, anzi, che spirano dal’Ucraina in qua, sarebbe il caso anche di darsi una mossa.
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