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Home » Scienze e culture » Salone Internazionale dell’Arte e del Restauro di Firenze: antichi mestieri proiettati verso il futuro

Salone Internazionale dell’Arte e del Restauro di Firenze: antichi mestieri proiettati verso il futuro

La direttrice del Salone Elena Amodei racconta a Luce! la crescente importanza del ruolo femminile nella ricerca scientifica, in ambito accademico, aziendale, oltreché artigianale, e sprona i giovani a far valere la propria professionalità nel campo dei beni culturali, nonostante le difficoltà del momento storico

Caterina Ceccuti
11 Maggio 2022
VIII edizione del Salone Internazionale dell'Arte e del Restauro di Firenze: antichi mestieri proiettati verso il futuro La direttrice del Salone Elena Amodei

VIII edizione del Salone Internazionale dell'Arte e del Restauro di Firenze: antichi mestieri proiettati verso il futuro. La direttrice del Salone Elena Amodei

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Ancora pochi giorni e la kermesse più attesa dagli operatori ed appassionati del settore della valorizzazione del patrimonio culturale ritornerà in presenza con un ricco calendario di eventi dedicati alla conservazione, al restauro, ai musei, alla formazione, alle nuove tecnologie e alle dinamiche connesse al turismo culturale e ambientale, attraverso iniziative che si potranno seguire dal vivo ma anche in remoto, attraverso la nuova piattaforma online. Stiamo parlando del Salone dell’Arte e del Restauro di Firenze, che dal 16 al 18 maggio al Palazzo della Borsa della Camera di Commercio, trasformerà il capoluogo toscano in una vera e propria capitale internazionale dei beni culturali.

Elena Amodei
Elena Amodei, direttrice del Salone del Restauro di Firenze

“Durante la tre giorni i visitatori potranno accedere gratuitamente all’iniziativa, visitare gli stand, seguire gli eventi e mettersi in contatto diretto con tutti i protagonisti del Salone per stabilire una rete di relazioni culturali e commerciali di alto profilo – spiega la direttrice del Salone Elena Amodei, vera anima dell’evento–. Qui offriremo la massima visibilità a tutte le realtà del settore, dalla più piccola alla più grande, e questo per noi organizzatori è motivo di grande soddisfazione perché, nel campo dei beni culturali, tutti i professionisti che abbiano il coraggio di mettersi in gioco nonostante i tempi devono essere messi in primo piano. Per questo abbiamo dato loro la possibilità di promuovere i propri progetti, prodotti e servizi ma anche organizzare eventi culturali cui il pubblico potrà accedere gratuitamente”.

La direttrice Amodei non ama mettersi in mostra, tanto che abbiamo faticato per ottenere una sua fotografia “Preferisco che a parlare di me sia il risultato del mio lavoro – confida a Luce! sorridendo –. Niente mi gratifica più delle immagini dei giovani restauratori al lavoro, mentre riportano all’antico splendore capolavori dell’arte che rappresentano una preziosa testimonianza del patrimonio collettivo”. La Direttrice invita infatti i giovani professionisti del settore a tenere duro “Nella vita bisogna buttarsi senza paura, affermando la propria professionalità. Mi rivolgo soprattutto alle donne, perché l’affermazione femminile è importante in campo professionale, non esiste solo la sfera familiare. Ogni donna, in base alle proprie capacità, deve lottare per emergere in tutti i settori, compreso nel campo delle arti e della cultura”.

Istituto per l'Arte e il Restauro Palazzo Spinelli
Una donna all’opera all’Istituto per l’Arte e il Restauro di Palazzo Spinelli

È vero che il restauro e la valorizzazione dei beni culturali rappresentano soprattutto una realtà femminile?
“La ricerca è donna, me ne sono accorta dai paper che partecipano al Convegno Internazionale Florence Heri-Tech –fiore all’occhiello del Salone–, dedicato futuro delle tecnologie per i beni culturali. Nelle passate edizioni non veniva fuori la percentuale femminile perché in calce alla ricerca scientifica gli autori mettevano il nome puntato. Da quest’anno, invece, ho preteso che venisse segnalato il nome per esteso e ho scoperto che per la maggior parte si trattava di donne. Come anche per la partecipazione al Premio della Fondazione Friends of  Florence, un altro importante evento del Salone, attraverso il quale viene attribuito un finanziamento a un progetto di restauro di un’opera d’arte fiorentina. In questa edizione l’80% dei partecipanti sono restauratrici. E non solo nel restauro, anche in ambito accademico, aziendale, soprintendenze, musei ecc., il mondo femminile è essenziale per il settore dei beni culturali e bisogna dargli voce”.

In base alla sua esperienza, quali sono le caratteristiche che distinguono i professionisti donne dagli uomini?

restauratori in piazza Demidoff
Una ragazza lavora su un bassorilievo in piazza Demidoff, Firenze. Secondo la direttrice del Salone del Restauro sono tante le competenze femminili nel settore ancora poco valorizzate

“Nel lavoro in generale valgono competenza e professionalità ma anche disponibilità e rispetto, umiltà e comprensione. Certo è che, rispetto al passato, le donne sono sempre meno dipendenti nelle ditte di proprietà degli uomini, oggi troviamo molte donne a capo di aziende, che realizzano prodotti, materiali, servizi e nuove tecnologie destinate ai beni culturali, e questo vale per tutto il territorio nazionale, da nord a sud. Il mondo dell’imprenditoria sta già cambiando tanto”.

Torniamo al Salone. È una creatura sua, che lei porta avanti con passione e determinazione. Come nasce?
“Era il 2008, volevamo organizzare una festa per i 30 anni dell’Istituto per l’Arte e il Restauro Palazzo Spinelli. Pensai che si sarebbe trattato di un evento autoreferenziale e che sarebbe invece stato sicuramente più bello fare una cosa in grande, coinvolgendo tutta Firenze. All’epoca era ancora con noi il compianto Franco Sottani, poi Presidente del Salone e con il quale ho lavorato per 14 anni, che mi suggerì di andare da Cristina Acidini, allora soprintendente al Polo Museale Fiorentino. Ricordo che decidemmo di organizzare un’anteprima: una tavola rotonda sul tema del restauro, con tutti i soprintendenti di Firenze. Ad ospitarci fu la sede della Provincia, Palazzo Medici Riccardi; e così, in una bellissima giornata di condivisione d’intenti, nacque il progetto del primo Salone. Da lì partì tutto: prima il pellegrinaggio verso le principali rappresentanze della città nel mondo del restauro, i rapporti con il Ministero della Cultura che ci dette il patrocinio -tutt’ora in essere-, poi la nascita di una fiera nazionale e la costruzione di relazioni anche fuori dal territorio. La prima edizione si svolse nel 2009 alla Stazione Leopolda, una bella emozione e una fiera molto partecipata, anche perché la crisi economica era già iniziata ma ancora non se ne avvertivano gli effetti. Nel 2010 realizzammo comunque l’evento, per conferirgli radice e conferma, ma poi preferimmo trasformarlo in un appuntamento biennale”.

Anche il Salone è una realtà principalmente femminile, in questo momento…
“Certamente il mio lavoro è fatto di confronto e la cooperazione al femminile è quotidiana, porta a promuovere progetti ed eventi importanti ad ogni edizione del Salone. Nel mio team ho sempre avuto molte più donne, trovo che siano portate per l’organizzazione di eventi, sono multitasking, sono più flessibili e hanno ottime capacità di problem solving. Devo molto alle donne che ho incontrato negli anni, mi hanno dato consigli preziosi per orientarmi in questo ambiente e supportato per portare avanti il mio lavoro”. 

restauratori
Esperti restauratori dell’Istituto per l’Arte e il Restauro al lavoro su un affresco

Come ha fatto il Salone a reggere contro gli sconvolgimenti degli ultimi anni, pandemia compresa?
“L’evento ha fatto in tempo a crescere e a consolidarsi, nonostante non si parli di un settore ricco come quello della moda. Forse la chiave del successo è stata la scelta di fare del Salone un evento proiettato verso il futuro, pur nel rispetto degli antichi mestieri. Nell’edizione del 2018 mi venne in mente di contattare il Dipartimento di Ingegneria Industriale dell’Università degli Studi di Firenze e dal nostro incontro è scaturito uno degli appuntamenti fissi più attesi del Salone, il convegno internazionale Florence Heri-Tech, con tanto di pubblicazione scientifica. Questa scelta ha portato una ventata di novità al Salone e ha permesso la creazione di un forte legame tra antico e moderno, ossia tra il metodo tradizionale di approccio al lavoro e le più nuove tecnologie e ricerche, che andranno poi ad applicarsi al mestiere e ad essere di supporto ai restauratori. Si tenga conto che Heri-Tech porta a Firenze circa 150 delegati da tutte le parti del mondo, istituti, musei, prestigiosi centri che rappresentano la punta di diamante nel campo della ricerca sui beni culturali. L’Italia in questo senso è all’avanguardia”.

Salone Internazionale dell’Arte e del Restauro

Restauratori Istituto per l'Arte e il Restauro Palazzo Spinelli
Il Salone del Restauro di Firenze, giunto all’VIII edizione, si svolgerà dal 16 al 18 maggio prossimi nel Palazzo della Borsa della Camera di Commercio

La kermesse dedicata alla tutela e valorizzazione dei Beni culturali si svolgerà dal 16 al 18 maggio 2022 nel Palazzo della Borsa della Camera di Commercio a Firenze. Sarà possibile partecipare sia in presenza che online – grazie all’apposita piattaforma –, seguire gli oltre 80 eventi in tre giorni (tavole rotonde, workshop e convegni) conoscere le aziende che espongono e interagire con i delegati internazionali.
Promosso dall’Istituto per l’Arte e il Restauro Palazzo Spinelli in collaborazione con la Camera di Commercio di Firenze e il Dipartimento di Ingegneria Industriale dell’Università degli Studi di Firenze, l’evento è Patrocinato dal Ministero della Cultura, che sarà presente con uno stand e 20 eventi culturali. “Nella scorsa edizione inoltre – conclude Elena Amodei –, il Salone si è fatto promotore della fondazione dell’European Cultural Heritage Fair Network, accordo che prevede una stretta collaborazione tra le più importanti Fiere europee che si occupano di beni culturali”.
Per partecipare alla VIII edizione del Salone dell’Arte e del Restauro di Firenze e alla International Conference Florence Heri-Tech basta collegarsi al sito www.salonerestaurofirenze.com e www.florenceheritech.com

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Instagram

  • Numerosi attori e musicisti di alto profilo si sono recati in Ucraina da quando è scoppiata la guerra con la Russia nel febbraio 2022. L’ultimo in ordine di tempo è stato l’attore britannico Orlando Bloom, che ieri ha visitato un centro per bambini e ha incontrato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky a Kiev.

“Non mi sarei mai aspettato che la guerra si sarebbe intensificata in tutto il Paese da quando sono stato lì”, ha detto Bloom su Instagram, “Ma oggi ho avuto la fortuna di ascoltare le risate dei bambini in un centro del programma Spilno sostenuto dall’Unicef, uno spazio sicuro, caldo e accogliente dove i bambini possono giocare, imparare e ricevere supporto psicosociale”.

Bloom è un ambasciatore di buona volontà per l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’infanzia (Unicef). Il centro di Splino, che è uno dei tanti in Ucraina, offre sostegno ai bambini sfollati e alle loro famiglie, con più di mezzo milione di bambini che ne hanno visitato uno nell’ultimo anno.

La star hollywoodiana ha poi incontrato il presidente Zelensky, con cui ha trattato temi tra cui il ritorno dei bambini ucraini deportati in Russia, la creazione di rifugi antiatomici negli istituti scolastici e il supporto tecnico per l’apprendimento a distanza nelle aree in cui è impossibile studiare offline a causa della guerra. L’attore britannico aveva scritto ieri su Instagram, al suo arrivo a Kiev, che i «bambini in Ucraina hanno bisogno di riavere la loro infanzia».

#lucelanazione #lucenews #zelensky #orlandobloom
  • “La vita che stavo conducendo mi rendeva particolarmente infelice e se all’inizio ero entrata in terapia perché volevo accettare il fatto che mi dovessi nascondere, ho avuto poi un’evoluzione e questo percorso è diventato di accettazione di me stessa."

✨Un sorriso contagioso, la spensieratezza dei vent’anni e la bellezza di chi si piace e non può che riflettere quella luce anche al di fuori. La si potrebbe definire una Mulan nostrana Carlotta Bertotti, 23 anni, una ragazza torinese come tante, salvo che ha qualcosa di speciale. E non stiamo parlano del Nevo di Ota che occupa metà del suo volto. Ecco però spiegato un primo punto di contatto con Mulan: l’Oriente, dove è più diffusa (insieme all’Africa) quell’alterazione di natura benigna della pigmentazione della cute intorno alla zona degli occhi (spesso anche la sclera si presenta scura). Quella che appare come una chiazza grigio-bluastra su un lato del volto (rarissimi i casi bilaterali), colpisce prevalentemente persone di sesso femminile e le etnie asiatiche (1 su 200 persone in Giappone), può essere presente alla nascita o apparire durante la pubertà. E come la principessa Disney “fin da piccola ho sempre sentito la pressione di dover salvare tutto, ma forse in realtà dovevo solo salvare me stessa. Però non mi piace stare troppo alle regole, sono ribelle come lei”.

🗣Cosa diresti a una ragazza che ha una macchia come la tua e ti chiede come riuscire a conviverci?�
“Che sono profondamente fiera della persona che vedo riflessa allo specchio tutto i giorni e sono arrivata a questa fierezza dopo che ho scoperto e ho accettato tutti i miei lati, sia positivi che negativi. È molto autoreferenziale, quindi invece se dovessi dare un consiglio è quello che alla fine della fiera il giudizio altrui è momentaneo e tutto passa. L’unica persona che resta e con cui devi convivere tutta la vita sei tu, quindi le vere battaglie sono quelle con te stessa, quelle che vale la pena combattere”.

L’intervista a cura di Marianna Grazi �✍ 𝘓𝘪𝘯𝘬 𝘪𝘯 𝘣𝘪𝘰

#lucenews #lucelanazione #carlottabertotti #nevodiota
  • La salute mentale al centro del podcast di Alessia Lanza. Come si supera l’ansia sociale? Quanto è difficile fare coming out? Vado dallo psicologo? Come trovo la mia strada? La popolare influencer, una delle creator più note e amate del web con 1,4 milioni di followers su Instagram e 3,9 milioni su TikTok, Alessia Lanza debutta con “Mille Pare”, il suo primo podcast in cui affronta, in dieci puntate, una “para” diversa e cerca di esorcizzare le sue fragilità e, di riflesso, quelle dei suoi coetanei.

“Ho deciso di fare questo podcast per svariati motivi: io sono arrivata fin qui anche grazie alla mia immagine, ma questa volta vorrei che le persone mi ascoltassero e basta. Quando ho cominciato a raccontare le mie fragilità un sacco di persone mi hanno detto ‘Anche io ho quella para lì!’. Perciò dico parliamone, perché in un mondo in cui sembra che dobbiamo farcela da soli, io credo nel potere della condivisione”.

#lucenews #lucelanazione #millepare #alessialanza #podcast
  • Si è laureata in Antropologia, Religioni e Civiltà Orientali indossando un abito tradizionale Crow, tribù della sua famiglia adottiva in Montana. Eppure Raffaella Milandri è italianissima e ha conseguito il titolo nella storica università Alma Mater di Bologna, lo scorso 17 marzo. 

La scrittrice e giornalista nel 2010 è diventata membro adottivo della famiglia di nativi americani Black Eagle. Da quel momento quella che era una semplice passione per i popoli indigeni si è focalizzata sullo studio degli aborigeni Usa e sulla divulgazione della loro cultura.

Un titolo di studio specifico, quello conseguito dalla Milandri, “Che ho ritenuto oltremodo necessario per coronare la mia attività di studiosa e attivista per i diritti dei Nativi Americani e per i Popoli Indigeni. La prima forma pacifica di attivismo è divulgare la cultura nativa”. L’abito indossato durante cerimonia di laurea appartiene alla tribù della sua famiglia adottiva. Usanza che è stata istituzionalizzata solo dal 2017 in Montana, Stato d’origine del suo popolo, quando è stata approvata una legge (la SB 319) che permette ai nativi e loro familiari di laurearsi con il “tribal regalia“. 

In virtù di questa norma, il Segretario della Crow Nation, Levi Black Eagle, a maggio 2022 ha ricordato la possibilità di indossare l’abito tradizionale Crow in queste occasioni e così Milandri ha chiesto alla famiglia d’adozione se anche lei, in quanto membro acquisito della tribù, avrebbe potuto indossarlo in occasione della sua discussione.

La scrittrice, ricordando il momento della laurea a Bologna, racconta che è stata “Una grandissima emozione e un onore poter rappresentare la Crow Nation e la mia famiglia adottiva. Ho dedicato la mia laurea in primis alle vittime dei collegi indiani, istituti scolastici, perlopiù a gestione cattolica, di stampo assimilazionista. Le stesse vittime per le quali Papa Francesco, lo scorso luglio, si è recato in Canada in viaggio penitenziale a chiedere scusa  Ho molto approfondito questo tema controverso e presto sarà pubblicato un mio studio sull’argomento dalla Mauna Kea Edizioni”.

#lucenews #raffaellamilandri #antropologia
Ancora pochi giorni e la kermesse più attesa dagli operatori ed appassionati del settore della valorizzazione del patrimonio culturale ritornerà in presenza con un ricco calendario di eventi dedicati alla conservazione, al restauro, ai musei, alla formazione, alle nuove tecnologie e alle dinamiche connesse al turismo culturale e ambientale, attraverso iniziative che si potranno seguire dal vivo ma anche in remoto, attraverso la nuova piattaforma online. Stiamo parlando del Salone dell'Arte e del Restauro di Firenze, che dal 16 al 18 maggio al Palazzo della Borsa della Camera di Commercio, trasformerà il capoluogo toscano in una vera e propria capitale internazionale dei beni culturali.
Elena Amodei
Elena Amodei, direttrice del Salone del Restauro di Firenze
"Durante la tre giorni i visitatori potranno accedere gratuitamente all'iniziativa, visitare gli stand, seguire gli eventi e mettersi in contatto diretto con tutti i protagonisti del Salone per stabilire una rete di relazioni culturali e commerciali di alto profilo – spiega la direttrice del Salone Elena Amodei, vera anima dell'evento–. Qui offriremo la massima visibilità a tutte le realtà del settore, dalla più piccola alla più grande, e questo per noi organizzatori è motivo di grande soddisfazione perché, nel campo dei beni culturali, tutti i professionisti che abbiano il coraggio di mettersi in gioco nonostante i tempi devono essere messi in primo piano. Per questo abbiamo dato loro la possibilità di promuovere i propri progetti, prodotti e servizi ma anche organizzare eventi culturali cui il pubblico potrà accedere gratuitamente". La direttrice Amodei non ama mettersi in mostra, tanto che abbiamo faticato per ottenere una sua fotografia “Preferisco che a parlare di me sia il risultato del mio lavoro – confida a Luce! sorridendo –. Niente mi gratifica più delle immagini dei giovani restauratori al lavoro, mentre riportano all'antico splendore capolavori dell'arte che rappresentano una preziosa testimonianza del patrimonio collettivo". La Direttrice invita infatti i giovani professionisti del settore a tenere duro “Nella vita bisogna buttarsi senza paura, affermando la propria professionalità. Mi rivolgo soprattutto alle donne, perché l'affermazione femminile è importante in campo professionale, non esiste solo la sfera familiare. Ogni donna, in base alle proprie capacità, deve lottare per emergere in tutti i settori, compreso nel campo delle arti e della cultura”.
Istituto per l'Arte e il Restauro Palazzo Spinelli
Una donna all'opera all'Istituto per l'Arte e il Restauro di Palazzo Spinelli
È vero che il restauro e la valorizzazione dei beni culturali rappresentano soprattutto una realtà femminile? "La ricerca è donna, me ne sono accorta dai paper che partecipano al Convegno Internazionale Florence Heri-Tech –fiore all'occhiello del Salone–, dedicato futuro delle tecnologie per i beni culturali. Nelle passate edizioni non veniva fuori la percentuale femminile perché in calce alla ricerca scientifica gli autori mettevano il nome puntato. Da quest'anno, invece, ho preteso che venisse segnalato il nome per esteso e ho scoperto che per la maggior parte si trattava di donne. Come anche per la partecipazione al Premio della Fondazione Friends of  Florence, un altro importante evento del Salone, attraverso il quale viene attribuito un finanziamento a un progetto di restauro di un'opera d'arte fiorentina. In questa edizione l'80% dei partecipanti sono restauratrici. E non solo nel restauro, anche in ambito accademico, aziendale, soprintendenze, musei ecc., il mondo femminile è essenziale per il settore dei beni culturali e bisogna dargli voce". In base alla sua esperienza, quali sono le caratteristiche che distinguono i professionisti donne dagli uomini?
restauratori in piazza Demidoff
Una ragazza lavora su un bassorilievo in piazza Demidoff, Firenze. Secondo la direttrice del Salone del Restauro sono tante le competenze femminili nel settore ancora poco valorizzate
"Nel lavoro in generale valgono competenza e professionalità ma anche disponibilità e rispetto, umiltà e comprensione. Certo è che, rispetto al passato, le donne sono sempre meno dipendenti nelle ditte di proprietà degli uomini, oggi troviamo molte donne a capo di aziende, che realizzano prodotti, materiali, servizi e nuove tecnologie destinate ai beni culturali, e questo vale per tutto il territorio nazionale, da nord a sud. Il mondo dell'imprenditoria sta già cambiando tanto". Torniamo al Salone. È una creatura sua, che lei porta avanti con passione e determinazione. Come nasce? “Era il 2008, volevamo organizzare una festa per i 30 anni dell'Istituto per l'Arte e il Restauro Palazzo Spinelli. Pensai che si sarebbe trattato di un evento autoreferenziale e che sarebbe invece stato sicuramente più bello fare una cosa in grande, coinvolgendo tutta Firenze. All'epoca era ancora con noi il compianto Franco Sottani, poi Presidente del Salone e con il quale ho lavorato per 14 anni, che mi suggerì di andare da Cristina Acidini, allora soprintendente al Polo Museale Fiorentino. Ricordo che decidemmo di organizzare un'anteprima: una tavola rotonda sul tema del restauro, con tutti i soprintendenti di Firenze. Ad ospitarci fu la sede della Provincia, Palazzo Medici Riccardi; e così, in una bellissima giornata di condivisione d'intenti, nacque il progetto del primo Salone. Da lì partì tutto: prima il pellegrinaggio verso le principali rappresentanze della città nel mondo del restauro, i rapporti con il Ministero della Cultura che ci dette il patrocinio -tutt'ora in essere-, poi la nascita di una fiera nazionale e la costruzione di relazioni anche fuori dal territorio. La prima edizione si svolse nel 2009 alla Stazione Leopolda, una bella emozione e una fiera molto partecipata, anche perché la crisi economica era già iniziata ma ancora non se ne avvertivano gli effetti. Nel 2010 realizzammo comunque l'evento, per conferirgli radice e conferma, ma poi preferimmo trasformarlo in un appuntamento biennale”. Anche il Salone è una realtà principalmente femminile, in questo momento... “Certamente il mio lavoro è fatto di confronto e la cooperazione al femminile è quotidiana, porta a promuovere progetti ed eventi importanti ad ogni edizione del Salone. Nel mio team ho sempre avuto molte più donne, trovo che siano portate per l'organizzazione di eventi, sono multitasking, sono più flessibili e hanno ottime capacità di problem solving. Devo molto alle donne che ho incontrato negli anni, mi hanno dato consigli preziosi per orientarmi in questo ambiente e supportato per portare avanti il mio lavoro”. 
restauratori
Esperti restauratori dell'Istituto per l'Arte e il Restauro al lavoro su un affresco
Come ha fatto il Salone a reggere contro gli sconvolgimenti degli ultimi anni, pandemia compresa? “L'evento ha fatto in tempo a crescere e a consolidarsi, nonostante non si parli di un settore ricco come quello della moda. Forse la chiave del successo è stata la scelta di fare del Salone un evento proiettato verso il futuro, pur nel rispetto degli antichi mestieri. Nell'edizione del 2018 mi venne in mente di contattare il Dipartimento di Ingegneria Industriale dell'Università degli Studi di Firenze e dal nostro incontro è scaturito uno degli appuntamenti fissi più attesi del Salone, il convegno internazionale Florence Heri-Tech, con tanto di pubblicazione scientifica. Questa scelta ha portato una ventata di novità al Salone e ha permesso la creazione di un forte legame tra antico e moderno, ossia tra il metodo tradizionale di approccio al lavoro e le più nuove tecnologie e ricerche, che andranno poi ad applicarsi al mestiere e ad essere di supporto ai restauratori. Si tenga conto che Heri-Tech porta a Firenze circa 150 delegati da tutte le parti del mondo, istituti, musei, prestigiosi centri che rappresentano la punta di diamante nel campo della ricerca sui beni culturali. L'Italia in questo senso è all'avanguardia”.

Salone Internazionale dell'Arte e del Restauro

Restauratori Istituto per l'Arte e il Restauro Palazzo Spinelli
Il Salone del Restauro di Firenze, giunto all'VIII edizione, si svolgerà dal 16 al 18 maggio prossimi nel Palazzo della Borsa della Camera di Commercio
La kermesse dedicata alla tutela e valorizzazione dei Beni culturali si svolgerà dal 16 al 18 maggio 2022 nel Palazzo della Borsa della Camera di Commercio a Firenze. Sarà possibile partecipare sia in presenza che online – grazie all'apposita piattaforma –, seguire gli oltre 80 eventi in tre giorni (tavole rotonde, workshop e convegni) conoscere le aziende che espongono e interagire con i delegati internazionali. Promosso dall'Istituto per l'Arte e il Restauro Palazzo Spinelli in collaborazione con la Camera di Commercio di Firenze e il Dipartimento di Ingegneria Industriale dell'Università degli Studi di Firenze, l'evento è Patrocinato dal Ministero della Cultura, che sarà presente con uno stand e 20 eventi culturali. “Nella scorsa edizione inoltre – conclude Elena Amodei –, il Salone si è fatto promotore della fondazione dell’European Cultural Heritage Fair Network, accordo che prevede una stretta collaborazione tra le più importanti Fiere europee che si occupano di beni culturali”. Per partecipare alla VIII edizione del Salone dell'Arte e del Restauro di Firenze e alla International Conference Florence Heri-Tech basta collegarsi al sito www.salonerestaurofirenze.com e www.florenceheritech.com
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