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Sos ambiente: cosa sta succedendo nel mare di Israele? Migliaia di meduse a galla

L'invasione è l’ennesimo effetto del cambiamento climatico che si sta verificando anche in Corsica e in Italia. E le associazioni ambientaliste avvertono: "Non pescatele per lasciarle squagliare al sole"

di MAURIZIO COSTANZO -
1 agosto 2022
israele meduse

israele meduse

Migliaia e migliaia di meduse a galla circondano una barca: sono immagini spettacolari quelle riprese da un drone e che arrivano da Israele, dove il mare di Haifa è letteralmente preso d’assalto da un’infinità di esemplari, che si notano chiaramente a pelo d'acqua formando una distesa di puntini. Si tratta di una vera e propria invasione e il loro proliferarsi ha una causa ben precisa: il surriscaldamento del pianeta.

Il proliferarsi delle meduse impedisce la pesca ma anche la semplice balneazione

Un fenomeno che, a Israele, rende impraticabile la pesca: impossibile dirigersi in mare aperto e pensare di gettare le reti. Stessa allarmante situazione in Corsica, dove i bagnanti si armano di secchielli e retini per rimuoverle, visto che a volte risulta addirittura impossibile entrare in acqua per evitare di essere punti dai loro tentacoli provvisti di cellule urticanti. Ma non bisogna andare lontano per rendersi conto quanto il fenomeno sia preoccupante e diffuso: un’altra invasione di meduse si sta verificando in Italia, da Santa Marinella a Fregene, dove l’allarme è scattato in diverse parti del litorale romano. Una concentrazione anomala, che si verifica soprattutto il pomeriggio, quando la temperatura del mare si surriscalda ulteriormente. Prima di tuffarsi bisogna dunque prestare la massima attenzione a non entrare in contatto col loro veleno.
corsica  meduse

Anche in Corsia e sul litorale romano si assiste al fenomeno delle migliaia di meduse vicino alle coste

Appartengono alla specie 'Pelagia noctiluca' e toccarle o solo sfiorarle significa andare incontro a irritazioni della pelle molto dolorose. Questo tipo di meduse, che possono essere di piccole o grandi dimensioni, si avvicinano al litorale attratte dalle alghe di cui le alte temperature favoriscono la fioritura. Il resto lo fa l’aumento della ricchezza di nutrimento nell’acqua, in cui prolifica il plancton di cui le meduse si cibano. Per fortuna quelle presenti nel litorale romano non appartengono alle ‘cubomeduse’, specie ben più pericolosa che può portare al ricovero in ospedale e addirittura alla morte. Le meduse nostrane sono per lo più innocue, a differenza di quelle tropicali o sub tropicali che arrivano attraverso il canale di Suez, come la Caravella portoghese, avvistata negli anni scorsi al largo della Sicilia, della Sardegna e a Villa San Giovanni, in provincia di Reggio Calabria. O della velenosissima Medusa nomade avvistata nel Canale di Sicilia, lungo le coste della Sardegna o nello Stretto di Messina.
corsica

Il contatto con i tentacoli delle meduse provoca dolorose irritazioni

È oramai qualche anno che, ogni estate, si verificano invasioni di queste masse gelatinose, fastidiose e pericolose. Per varie cause, dall’innalzamento delle temperature globali che favoriscono la loro migrazione, alla costruzione di dighe pensate per prevenire l’erosione costiera e di porti turistici, che finiscono per trasformarsi in un habitat ideale per le meduse. E poi c’è il depauperamento dei loro competitori alimentari, tra cui le tartarughe, oltre alle popolazioni di grossi pesci predatori. Intanto le associazioni ambientaliste si stanno mobilitando per evitare che vengano pescate e lasciate squagliare al sole: una fine atroce che si può loro evitare semplicemente allontanandole, o allontanandosi, dagli specchi d’acqua più pericolosi.