Main Partner
Partner
Luce
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • Evento 2022
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Luce
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • Evento 2022
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Luce

Home » Scienze e culture » Andrea e il medico che gli salvò la vita: “Lo operammo stando in ginocchio”

Andrea e il medico che gli salvò la vita: “Lo operammo stando in ginocchio”

Il 24 enne, figlio di Testimoni di Geova, all'epoca aveva un anno, e venne sottoposto a un intervento a cuore aperto all'ospedale di San Donato Milanese. Il cardiochirurgo Frigiola: "Riuscimmo a farlo senza l'uso del sangue"

Maurizio Costanzo 
19 Settembre 2022
Storia di Andrea e del medico che gli salvò la vita in ginocchio: 24 anni fa il bimbo operato a cuore aperto senza l'uso del sangue

Storia di Andrea e del medico che gli salvò la vita in ginocchio: 24 anni fa il bimbo operato a cuore aperto senza l'uso del sangue

Share on FacebookShare on Twitter
È un miracolo laico quello compiuto dalla scienza medica esattamente 24 anni fa. Era infatti il 19 settembre del 1998 quando, per la prima volta in Italia, venne operato, e salvato, un bambino di un anno, figlio di Testimoni di Geova, senza fare ricorso a trasfusioni di sangue. Quel giorno i dottori si trovarono a un bivio: salvare la vita al piccolo contravvenendo ai dettami della religione dei suoi genitori, o rispettare le loro volontà al costo di mettere in serio pericolo la vita del piccolo che doveva affrontare un intervento non da poco, ma a cuore aperto?

 La questione religiosa

La soluzione trovata dall’equipe di cardiochirurgia pediatrica diretta dal dottor Alessandro Frigiola dell’ospedale di San Donato Milanese, fu straordinaria: riuscire a operarlo senza ricorrere a trasfusioni. Ma come riuscirce a portare a termine quell’operazione unica nel suo genere? I medici hanno pensato allora, al posto degli emoderivati, di utilizzare liquidi senza plasma. Una geniale intuizione per ovviare al problema e permettere di restituire al piccolo il suo stesso sangue.
È stato così che ad  Andrea (nome di fantasia) è stata risolta una malformazione cardiaca che aveva dalla nascita. “In quegli anni- spiega il dottor Frigiola- eravamo il primo centro d’Italia per il trattamento delle cardiopatie e rappresentavamo un punto di riferimento per i Testimoni di Geova. Abbiamo avuto sempre particolare attenzione agli interventi su questi pazienti. Come medico, infatti, devo prendere in considerazione il paziente e cercare di salvargli la vita ma, allo stesso tempo, cerco di rispettare il regolamento e i comandamenti o la filosofia di una qualunque religione o dottrina. Personalmente ho sempre spinto per cercare di aiutare i Testimoni di Geova”.
Il dottor Alessandro Frigiola, autore dell’intervento, all’epoca dell’operazione aveva 55 anni
Il dottor Alessandro Frigiola, autore dell’intervento, all’epoca dell’operazione aveva 55 anni, oggi ne ha 79

Rimane sotto i ferri per tre ore il piccolo Andrea, che oggi ha 25 anni ed è in piena salute. Il dottor Frigiola, direttore dell’Area Chirurgica Cuore-Bambino all’Irccs Policlinico San Donato di Milano, all’epoca aveva 55 anni, oggi ne ha 79. “Dovevamo capire come poter diluire il meno possibile il sistema, la cosiddetta ‘circolazione extracorporea’, indispensabile per fare l’intervento ai pazienti che devono essere operati a cuore aperto. Fino ad allora –  ricorda – onestamente non avevamo alternative se non quella di essere il più accurati possibile, tentando di ridurre al minimo la perdita di sangue dal cuore, che è il serbatoio del sangue”.

L’idea di operare in ginocchio

“Al termine di una riunione con gli anestesisti e i tecnici della macchina cuore-polmoni- spiega il cardiochirurgo ricordando quei momenti- pensammo a come poter ridurre al massimo la lunghezza del circuito che deve essere riempito di acqua, non di sangue. Questo, però, fa sì che il sangue del bambino si diluisca e non funzioni più e, di conseguenza, si corre il rischio che fegato, reni e polmoni possano andare incontro a edema e non funzionino, rendendo pericolosissimo il post operatorio”.
L’alternativa era accorciare i tubi, perché più corti erano, meno acqua serviva. Ma la macchina da tre quintali era appoggiata al pavimento mentre il tavolo operatorio era alto e i circuiti lunghi circa due metri. E così il dottore ha operato in ginocchio. “Siamo riusciti ad utilizzare un tavolo operatorio speciale – ricorda il dottore – che poteva essere abbassato di molto e che ci ha consentito di accorciare i tubi. Non solo. C’è venuta l’idea di mettere dei cuscini a terra ed operare in ginocchio. Così facendo eravamo più bassi e più vicini alla pompa e siamo riusciti a ridurre la quantità d’acqua necessaria a riempire il circuito”. L’operazione va a buon fine. “Il bimbo ha sanguinato pochissimo. Anche se eravamo al limite dell’ematocrito, ovvero la concentrazione del sangue, il piccolo ce l’ha fatta e grazie a questo espediente abbiamo ottenuto un risultato fantastico”. Per il post operazione è servito invece più tempo. “Per qualche giorno il bambino ha avuto l’ematocrito al limite- prosegue Frigiola- e gli scambi di ossigeno sono stati un po’ più difficili. Siamo rimasti sempre al limite fino a quando, un po’ alla volta, la milza ha prodotto i globuli rossi e il paziente ha recuperato. Era un po’ più debole, ma alla fine, una volta superate le prime settimane, tutto è rientrato e si è risolto al meglio”.
Andrea e il dottore non si sono più incontrati in questi anni, “ma mi hanno detto che il ragazzo sta bene”, spiega Frigiola. La lezione di questo intervento? “Mai dire ‘no’ in partenza o dare subito una risposta negativa, perchè a volte situazioni che sembrano improponibili o irrisolvibili hanno invece una soluzione”. Il cardiochirurgo ha dato una seconda vita ad Andrea come a tutti coloro che opera quotidianamente. Dal 1993 è anche presidente dell’Associazione Bambini Cardiopatici nel Mondo. “In questi 29 anni di attività dell’Associazione – sottolinea – abbiamo realizzato circa 450 missioni operatorie in 27 Paesi di tutto il mondo, operando più di 3.500 pazienti, oltre alla costruzione di ospedali e alla formazione di medici e operatori locali. Ho creato questa Associazione proprio per aiutare i bambini con cardiopatia congenita e per garantire cure mediche cardiochirurgiche di qualità ai piccoli malati di cuore, ovunque essi vivano”.
Le difficoltà di trovare sangue sono tante soprattutto nei Paesi del Terzo mondo. “Se non ci fossero state strategie alternative alle emotrasfusioni, migliaia di bambini non avrebbero potuto essere operati e probabilmente sarebbero morti. Sicuramente lo stimolo a cercare soluzioni al di fuori della trasfusione è venuto proprio dal fatto di lavorare con i Testimoni di Geova”. “I Testimoni di Geova – ha concluso il dottore – hanno avuto e hanno tuttora un ruolo nello stimolare la scienza e la ricerca a trovare tecniche alternative che riducano i rischi della trasfusione. Senza uno stimolo continuo in questo senso, probabilmente avremmo ridotto il progresso e saremmo ancora un po’ indietro”.

Ma perché i fedeli di questa religione negano le trasfusioni?

“La Bibbia comanda di non assumere sangue. Quindi non si deve accettare sangue intero o i suoi componenti principali in nessuna forma, che si tratti di cibo o di trasfusioni. È una questione di natura religiosa, non medica”, così categorica è la Congregazione dei testimoni di Geova sull’argomento. Per avvalorare questa tesi, vengono citati alcuni versetti dell’Antico e del Nuovo Testamento. “Geova, al quale dobbiamo la vita, decretò che non si doveva mangiare sangue – si legge nel sito dell’organizzazione religiosa – anziché decidere esclusivamente in base a preferenze personali o a valutazioni mediche, ogni cristiano dovrebbe considerare seriamente ciò che dice la Bibbia. È una questione fra lui e Geova”.

Quel “no” al sangue

La proibizione si spinge al punto di negare persino la possibilità che venga trasfuso il proprio sangue. “A volte – contempla la congregazione – i medici invitano il paziente a depositare il proprio sangue settimane prima dell’intervento, così che in caso di bisogno possa essergli trasfuso il suo sangue conservato. I testimoni di Geova, tuttavia, non donano sangue né depositano il proprio sangue perché venga loro trasfuso in un secondo tempo invece di ‘versarlo’. Questa pratica è in contrasto con la legge di Dio”. Per i fedeli a Geova, inoltre, esistono alternative al sangue. “Desideriamo ricevere le migliori cure mediche possibili per noi e per le nostre famiglie”, precisa l’organizzazione. “Le terapie senza sangue, che sono state sperimentate per venire incontro ai pazienti Testimoni, vengono ora usate a beneficio di tutti i pazienti”.
Oltre alla questione religiosa, che viene prima di ogni altro aspetto, per la congregazione esistono anche possibili rischi sanitari legati alle trasfusioni. “Oggi in molti Paesi chiunque può scegliere di evitare i rischi correlati con le trasfusioni di sangue, come malattie trasmesse per via ematica, reazioni del sistema immunitario e complicanze dovute all’errore umano”. Citando studi scientifici, infine, la Congregazione dei testimoni di Geova sottolinea: “I pazienti che non ricevono trasfusioni di sangue, bambini inclusi, di solito si riprendono al pari o anche meglio dei pazienti che hanno accettato emotrasfusioni. In ogni caso – non si può dimostrare che un paziente morirà perché rifiuta il sangue o che vivrà perché lo accetta”.

Potrebbe interessarti anche

Bobi, il cane più vecchio al mondo
Lifestyle

Il cane più vecchio del mondo ha 30 anni: Bobi, l’amico a quattro zampe della famiglia Costa

3 Febbraio 2023
Il trittico The Cut (aleXsandro Palombo)
Politica

Marge Simpson con la testa mozzata di Khamenei in mano: “The Final Cut” di aleXsandro Palombo

4 Febbraio 2023
Lo psicologo e psicoterapeuta Jacopo Casiraghi
Scienze e culture

Atrofia muscolare spinale, 12 favole per raccontare il male a ragazzi e genitori

31 Gennaio 2023

Instagram

  • Stando alle ultime stime, in Italia vivono almeno 88mila donne vittima di mutilazioni genitali femminili, con tutti i gravi problemi fisici, funzionali, psicologici che ne derivano. In base ai dati diffusi dal Fondo delle Nazioni Unite per la Popolazione (Unfpa) e dall’Unicef, nel mondo ammonterebbero ad almeno 200 milioni donne e ragazze che hanno subito mutilazioni genitali. Nel 2023, circa 4,2 milioni di bambine e ragazze nel mondo sono a rischio di subire queste pratiche.

Attraverso la testimonianza di Ayaan Hirsi Ali, autrice de “L’infedele", proviamo a spiegare con le giuste parole in tutta la sua cruda realtà cosa racchiuda veramente:

“Mi afferrò e mi bloccò la parte superiore del corpo… Altre due donne mi tennero le gambe divaricate. L’uomo che era un cinconcisore tradizionale appartenente al clan dei fabbri, prese un paio di forbici. Con l’altra mano afferrò quel punto misterioso e cominciò a tirare… Sentii il rumore, come un macellaio che rifila il grasso da un pezzo di carne.”

Nella Giornata Internazionale contro le mutilazioni genitali femminili il presidente della Società italiana di chirurgia plastica ricostruttiva-rigenerativa ed estetica Sicpre, il professor Francesco Stagno d’Alcontres, dichiara: 

“Spesso l’evento della mutilazione viene rimosso dai ricordi, mentre restano i dolori nei rapporti sessuali, le difficoltà nella minzione e durante il parto. La mutilazione genitale è un evento che modifica il corso della vita e noi lo dobbiamo contrastare sul piano della cultura e affrontare sul piano medico e scientifico”.

L’edizione 2023 del Summit Itinerante contro la mutilazioni genitali femminili, l’evento che si svolge in data odierna a Roma, presso la Sala Zuccari di Palazzo Giustininani, sede della Presidenza del Senato della Repubblica, vede il saluto di esponenti del Governo, la testimonianza di una vittima e la partecipazione di importanti personalità, tra cui gli esperti della chirurgia plastica italiana chiamati a raccolta dalla Sicpre.

Letizia Cini ✨

#lucenews #lucelanazione #giornatamutilazionigenitalifemminili #linfedele
  • "Vorrei ringraziare la comunità queer per il vostro amore e per aver inventato un genere". 👑

Con queste parole di ringraziamento, Queen Bay riscrive la storia dei Grammy Awards. Beyoncé ier sera ha battuto tutti i record: con la 32esima vittoria incassata, è la star più premiata della storia degli Oscar della musica.

Con altri quattro grammofoni d’oro, la star americana, icona mondiale e paladina dei diritti civili e della body positivity, ha così superato il primato del direttore d’orchestra Georg Solti scomparso nel ‘97 e che, fino a stanotte, era rimasto imbattuto per due decenni con 31 vittorie. Queen Bay ha voluto dedicare la vittoria alla comunità Lgbtq+.

#lucenews #lucelanazione #qn #beyoncé #grammyawards2023
  • Stava regalando libri alle ragazze quando è stato arrestato a Kabul, giovedì 3 febbraio. Ismail Mashal, un professore universitario afghano, 37 anni, in aperta critica con il bando posto dai Talebani all’istruzione femminile, andava in giro con un carretto pieno di volumi gratuiti che distribuiva a donne e bambine, quando le forze di sicurezza lo hanno accusato di “azioni provocatorie” dalle autorità che lo hanno portato in carcere. Lo riferisce la Bbc.

Alcuni testimoni hanno riferito che il professore è stato schiaffeggiato, preso a pugni e a calci dalle forze di sicurezza locali durante l’arresto. Tuttavia Abdul Haq Hammad, un funzionario del ministero dell’Informazione e della Cultura talebani, ha dichiarato che il docente è stato trattato bene mentre era in custodia. 

Mashal è salito alla ribalta dopo aver strappato i documenti accademici in diretta tv per protestare contro il divieto dei talebani all’istruzione universitaria e secondaria per le donne. Il video in diretta televisiva è diventato virale. 

Ex giornalista, il 37enne dirigeva un’università privata a Kabul, frequentata da 450 studentesse che seguivano i corsi di giornalismo, ingegneria e informatica, tutte discipline che il ministro dell’Istruzione afghano sosteneva non dovessero essere insegnate alle ragazze in quanto contrarie all’islam e la cultura afghana. Quando a dicembre i Talebani hanno annunciato che alle studentesse universitarie non sarebbe più stato permesso di tornare a studiare fino a nuovo ordine, il professor Mashal ha chiuso definitivamente la sua scuola, affermando che “l’istruzione o si offre a tutti o a nessuno“.

“L’unico potere che ho è la mia penna, anche se mi uccidono, anche se mi fanno a pezzi, non resterò in silenzio“, ha dichiarato il mese scorso il professore. Ha anche affermato che un maggior numero di uomini deve insorgere per protestare contro le restrizioni imposte alle donne. Durante il loro incontro a Kabul, Mahsal, padre di due figli, ha precisato che non temeva di essere arrestato o ucciso. Si è detto invece certo che alla fine i Talebani avrebbero cercato di metterlo a tacere, ma è rimasto convinto che fosse un prezzo onesto da pagare.

#lucenews #kabul
  • ✨"Sento ancora la vertigine". Si intitola così il primo documentario dedicato a Elodie, la bellissima e talentuosa cantante romana, che la prossima settimana sarà in gara al Festival di Sanremo. Affascinante e ironica, sensuale e pungente, ma anche fragile e con i piedi per terra: la 32enne si mostra a 360 gradi e senza filtri in un documento reale di quello che l
È un miracolo laico quello compiuto dalla scienza medica esattamente 24 anni fa. Era infatti il 19 settembre del 1998 quando, per la prima volta in Italia, venne operato, e salvato, un bambino di un anno, figlio di Testimoni di Geova, senza fare ricorso a trasfusioni di sangue. Quel giorno i dottori si trovarono a un bivio: salvare la vita al piccolo contravvenendo ai dettami della religione dei suoi genitori, o rispettare le loro volontà al costo di mettere in serio pericolo la vita del piccolo che doveva affrontare un intervento non da poco, ma a cuore aperto?

 La questione religiosa

La soluzione trovata dall'equipe di cardiochirurgia pediatrica diretta dal dottor Alessandro Frigiola dell'ospedale di San Donato Milanese, fu straordinaria: riuscire a operarlo senza ricorrere a trasfusioni. Ma come riuscirce a portare a termine quell'operazione unica nel suo genere? I medici hanno pensato allora, al posto degli emoderivati, di utilizzare liquidi senza plasma. Una geniale intuizione per ovviare al problema e permettere di restituire al piccolo il suo stesso sangue.
È stato così che ad  Andrea (nome di fantasia) è stata risolta una malformazione cardiaca che aveva dalla nascita. "In quegli anni- spiega il dottor Frigiola- eravamo il primo centro d'Italia per il trattamento delle cardiopatie e rappresentavamo un punto di riferimento per i Testimoni di Geova. Abbiamo avuto sempre particolare attenzione agli interventi su questi pazienti. Come medico, infatti, devo prendere in considerazione il paziente e cercare di salvargli la vita ma, allo stesso tempo, cerco di rispettare il regolamento e i comandamenti o la filosofia di una qualunque religione o dottrina. Personalmente ho sempre spinto per cercare di aiutare i Testimoni di Geova".
Il dottor Alessandro Frigiola, autore dell’intervento, all’epoca dell’operazione aveva 55 anni
Il dottor Alessandro Frigiola, autore dell’intervento, all’epoca dell’operazione aveva 55 anni, oggi ne ha 79
Rimane sotto i ferri per tre ore il piccolo Andrea, che oggi ha 25 anni ed è in piena salute. Il dottor Frigiola, direttore dell'Area Chirurgica Cuore-Bambino all'Irccs Policlinico San Donato di Milano, all'epoca aveva 55 anni, oggi ne ha 79. "Dovevamo capire come poter diluire il meno possibile il sistema, la cosiddetta 'circolazione extracorporea', indispensabile per fare l'intervento ai pazienti che devono essere operati a cuore aperto. Fino ad allora -  ricorda - onestamente non avevamo alternative se non quella di essere il più accurati possibile, tentando di ridurre al minimo la perdita di sangue dal cuore, che è il serbatoio del sangue".

L'idea di operare in ginocchio

"Al termine di una riunione con gli anestesisti e i tecnici della macchina cuore-polmoni- spiega il cardiochirurgo ricordando quei momenti- pensammo a come poter ridurre al massimo la lunghezza del circuito che deve essere riempito di acqua, non di sangue. Questo, però, fa sì che il sangue del bambino si diluisca e non funzioni più e, di conseguenza, si corre il rischio che fegato, reni e polmoni possano andare incontro a edema e non funzionino, rendendo pericolosissimo il post operatorio".
L'alternativa era accorciare i tubi, perché più corti erano, meno acqua serviva. Ma la macchina da tre quintali era appoggiata al pavimento mentre il tavolo operatorio era alto e i circuiti lunghi circa due metri. E così il dottore ha operato in ginocchio. "Siamo riusciti ad utilizzare un tavolo operatorio speciale - ricorda il dottore - che poteva essere abbassato di molto e che ci ha consentito di accorciare i tubi. Non solo. C'è venuta l'idea di mettere dei cuscini a terra ed operare in ginocchio. Così facendo eravamo più bassi e più vicini alla pompa e siamo riusciti a ridurre la quantità d'acqua necessaria a riempire il circuito". L'operazione va a buon fine. "Il bimbo ha sanguinato pochissimo. Anche se eravamo al limite dell'ematocrito, ovvero la concentrazione del sangue, il piccolo ce l'ha fatta e grazie a questo espediente abbiamo ottenuto un risultato fantastico". Per il post operazione è servito invece più tempo. "Per qualche giorno il bambino ha avuto l'ematocrito al limite- prosegue Frigiola- e gli scambi di ossigeno sono stati un po' più difficili. Siamo rimasti sempre al limite fino a quando, un po' alla volta, la milza ha prodotto i globuli rossi e il paziente ha recuperato. Era un po' più debole, ma alla fine, una volta superate le prime settimane, tutto è rientrato e si è risolto al meglio".
Andrea e il dottore non si sono più incontrati in questi anni, "ma mi hanno detto che il ragazzo sta bene", spiega Frigiola. La lezione di questo intervento? "Mai dire 'no' in partenza o dare subito una risposta negativa, perchè a volte situazioni che sembrano improponibili o irrisolvibili hanno invece una soluzione". Il cardiochirurgo ha dato una seconda vita ad Andrea come a tutti coloro che opera quotidianamente. Dal 1993 è anche presidente dell'Associazione Bambini Cardiopatici nel Mondo. "In questi 29 anni di attività dell'Associazione - sottolinea - abbiamo realizzato circa 450 missioni operatorie in 27 Paesi di tutto il mondo, operando più di 3.500 pazienti, oltre alla costruzione di ospedali e alla formazione di medici e operatori locali. Ho creato questa Associazione proprio per aiutare i bambini con cardiopatia congenita e per garantire cure mediche cardiochirurgiche di qualità ai piccoli malati di cuore, ovunque essi vivano".
Le difficoltà di trovare sangue sono tante soprattutto nei Paesi del Terzo mondo. "Se non ci fossero state strategie alternative alle emotrasfusioni, migliaia di bambini non avrebbero potuto essere operati e probabilmente sarebbero morti. Sicuramente lo stimolo a cercare soluzioni al di fuori della trasfusione è venuto proprio dal fatto di lavorare con i Testimoni di Geova". "I Testimoni di Geova - ha concluso il dottore - hanno avuto e hanno tuttora un ruolo nello stimolare la scienza e la ricerca a trovare tecniche alternative che riducano i rischi della trasfusione. Senza uno stimolo continuo in questo senso, probabilmente avremmo ridotto il progresso e saremmo ancora un po' indietro".

Ma perché i fedeli di questa religione negano le trasfusioni?

“La Bibbia comanda di non assumere sangue. Quindi non si deve accettare sangue intero o i suoi componenti principali in nessuna forma, che si tratti di cibo o di trasfusioni. È una questione di natura religiosa, non medica”, così categorica è la Congregazione dei testimoni di Geova sull’argomento. Per avvalorare questa tesi, vengono citati alcuni versetti dell’Antico e del Nuovo Testamento. “Geova, al quale dobbiamo la vita, decretò che non si doveva mangiare sangue – si legge nel sito dell’organizzazione religiosa – anziché decidere esclusivamente in base a preferenze personali o a valutazioni mediche, ogni cristiano dovrebbe considerare seriamente ciò che dice la Bibbia. È una questione fra lui e Geova”.

Quel "no" al sangue

La proibizione si spinge al punto di negare persino la possibilità che venga trasfuso il proprio sangue. “A volte – contempla la congregazione – i medici invitano il paziente a depositare il proprio sangue settimane prima dell’intervento, così che in caso di bisogno possa essergli trasfuso il suo sangue conservato. I testimoni di Geova, tuttavia, non donano sangue né depositano il proprio sangue perché venga loro trasfuso in un secondo tempo invece di ‘versarlo’. Questa pratica è in contrasto con la legge di Dio”. Per i fedeli a Geova, inoltre, esistono alternative al sangue. “Desideriamo ricevere le migliori cure mediche possibili per noi e per le nostre famiglie”, precisa l’organizzazione. “Le terapie senza sangue, che sono state sperimentate per venire incontro ai pazienti Testimoni, vengono ora usate a beneficio di tutti i pazienti”.
Oltre alla questione religiosa, che viene prima di ogni altro aspetto, per la congregazione esistono anche possibili rischi sanitari legati alle trasfusioni. “Oggi in molti Paesi chiunque può scegliere di evitare i rischi correlati con le trasfusioni di sangue, come malattie trasmesse per via ematica, reazioni del sistema immunitario e complicanze dovute all’errore umano”. Citando studi scientifici, infine, la Congregazione dei testimoni di Geova sottolinea: “I pazienti che non ricevono trasfusioni di sangue, bambini inclusi, di solito si riprendono al pari o anche meglio dei pazienti che hanno accettato emotrasfusioni. In ogni caso – non si può dimostrare che un paziente morirà perché rifiuta il sangue o che vivrà perché lo accetta”.
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • Cos’è Luce!
  • Redazione
  • Board
  • Contattaci
  • Evento 2022

Robin Srl
Società soggetta a direzione e coordinamento di Monrif
Dati societariISSNPrivacyImpostazioni privacy

Copyright© 2021 - P.Iva 12741650159

CATEGORIE
  • Contatti
  • Lavora con noi
  • Concorsi
ABBONAMENTI
  • Digitale
  • Cartaceo
  • Offerte promozionali
PUBBLICITÀ
  • Speed ADV
  • Network
  • Annunci
  • Aste E Gare
  • Codici Sconto