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Home » Scienze e culture » WWF: “Dalla natura un aiuto per il clima”. Dal ripristino degli habitat alla biodiversità

WWF: “Dalla natura un aiuto per il clima”. Dal ripristino degli habitat alla biodiversità

Luci spente nell'Ora della Terra, sabato 26 marzo dalle 20.30. E per contrastare gli effetti del cambiamento climatico l'organizzazione invita a seguire le "Nature Based Solutions"

Domenico Guarino
17 Marzo 2022
Man gardening on roof top car park at Federation Square in Melbourne’s CBD, which was transformed into a vegetable garden. Made up of over 140 do-it-yourself veggie plots housed in individual recycled apple crates – the majority of which were leased to the public who live in the city. 

Unfortunately, soon after this image was taken, the owners were forced to vacate the premise of this prime commercial location and it no longer exists.

Melbourne, Victoria, Australia June, 2016

Man gardening on roof top car park at Federation Square in Melbourne’s CBD, which was transformed into a vegetable garden. Made up of over 140 do-it-yourself veggie plots housed in individual recycled apple crates – the majority of which were leased to the public who live in the city. Unfortunately, soon after this image was taken, the owners were forced to vacate the premise of this prime commercial location and it no longer exists. Melbourne, Victoria, Australia June, 2016

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Primo piano di un dente di leone e di una mosca. Riserva naturale nazionale di Ingleborough, Yorkshire (© Andrew Parkinson WWF-UK)

Adattarsi. Guardando alla natura per farsi guidare nelle soluzioni possibili: cambiamento climatico, sicurezza alimentare, disastri naturali non sono solo un problema del futuro, ma riguardano la vita di tutti noi, tutti i giorni. Ben vengano dunque i piani di transizione ecologica e energetica, ma si deve fare di più e meglio. Lo sostiene il WWF nel rapporto “Dalla natura un grande aiuto per arginare la crisi climatica” realizzato in vista di Earth Hour, l’Ora della Terra, l’iniziativa globale dell’associazione che, attraverso il gesto simbolico di spegnere le luci per un’ora, invita il mondo a mobilitarsi per un futuro più sicuro, giusto e sostenibile. Quest’anno l’iniziativa si terrà il 26 marzo alle 20.30 di ogni Paese.

Dunque sviluppare piani di adattamento basati sulla natura (Nature Based Solutions- NBS) a partire dalla tutela e dal ripristino degli ecosistemi naturali, con interventi progettati per generare benefici in termini di adattamento e/o mitigazione del clima, ma che contestualmente producono anche benefici per lo sviluppo umano e la biodiversità. “Le Soluzioni Basate sulla Natura sono un concetto studiato e coniato da poco più di dieci anni – dice il WWF –ed evidenziano un marcato cambiamento di prospettiva: la componente umana, da beneficiaria passiva degli interventi a favore della natura, assume un ruolo proattivo, andando a ripristinare o gestire gli ecosistemi naturali quale passaggio necessario per affrontare le principali sfide della società”.

Ramzana Bibi ha ricevuto una formazione di giardinaggio dal WWF-Pakistan, ha creato un orto nel cortile di casa sua (© Matthieu Paley)

Insomma “a differenza dell’approccio classico, l’approccio delle Soluzioni Basate sulla Natura permette infatti di apportare benefici sia al benessere umano sia alla biodiversità”. Senza contare che, secondo i calcoli dell’associazione ambientalista, tale approccio è conveniente anche da un punto di vista economico, se confrontato con altre tipologie di interventi che non incorporano i servizi erogati dalla natura.

Il WWF porta avanti diversi progetti di tutela e ripristino degli habitat, anche in Italia. Fra questi il LIFE Forestall, progetto finanziato dall’UE che prevede azioni di tutela e ripristino nell’Oasi WWF di Valle Averto in provincia di Venezia; la gestione dell’AMP di Miramare (in Friuli-Venezia Giulia) e dell’AMP di Torre Guaceto in Puglia con l’obiettivo di creare una rete di Aree Marine Protette coerente e connessa in tutto il Mediterraneo; e il progetto di rinaturazione del fiume Po, inserito dal Ministero della Transizione Ecologica nel pacchetto di attività finanziate dai fondi del PNRR.

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Instagram

  • «Era terribile durante il fascismo essere transessuale. Mi picchiavano e mi facevano fare delle cose schifose. Mi imbrattavano con il catrame e mi hanno rasato. Ho preso le botte dai fascisti perché mi ero atteggiato a donna e per loro questo era inconcepibile».

È morta a quasi 99 anni Lucy Salani, attivista nota come l’unica persona trans italiana sopravvissuta ai campi di concentramento nazisti.

#lucenews #lucysalani #dachau
  • È morta a quasi 99 anni Lucy Salani, attivista nota come l
  • Elaheh Tavakolian, l’iraniana diventata uno dei simboli della lotta nel suo Paese, è arrivata in Italia. Nella puntata del 21 marzo de “Le Iene”, tra i servizi del programma di Italia 1, c’è anche la storia della giovane donna, ferita a un occhio dalla polizia durante le proteste in Iran. Nella puntata andata in onda la scorsa settimana, l’inviata de “Le Iene” aveva incontrato la donna in Turchia, durante la sua fuga disperata dall’Iran, dove ormai era troppo pericoloso vivere. 

“Ho molta paura. Vi prego, qui potrebbero uccidermi” raccontava l’attivista a Roberta Rei. Già in quell’occasione, Elaheh Tavakolian era apparsa con una benda sull’occhio, a causa di una grave ferita causatale da un proiettile sparato dalle forze dell’ordine iraniane durante le manifestazioni a cui ha preso parte dopo la morte di Mahsa Amini.

Elaheh Tavakolian fa parte di quelle centinaia di iraniani che hanno subito gravi ferite agli occhi dopo essere stati colpiti da pallottole, lacrimogeni, proiettili di gomma o altri proiettili usati dalle forze di sicurezza durante le dure repressioni che vanno avanti ormai da oltre sei mesi. La ragazza, che ha conseguito un master in commercio internazionale e ora lavora come contabile, ha usato la sua pagina Instagram per rivelare che le forze di sicurezza della Repubblica islamica stavano deliberatamente prendendo di mira gli occhi dei manifestanti. 

✍ Barbara Berti

#lucenews #lucelanazione #ElahehTavakolian #iran #leiene
  • Ha 19 anni e vorrebbe solo sostenere la Maturità. Eppure alla richiesta della ragazza la scuola dice di no. Nina Rosa Sorrentino è nata con la sindrome di Down, e quel diritto che per tutte le altre studentesse e studenti è inviolabile per lei è invece un’utopia.

Il liceo a indirizzo Scienze Umane di Bologna non le darà la possibilità di diplomarsi con i suoi compagni e compagne, svolgendo le prove che inizieranno il prossimo 21 giugno. La giustificazione – o la scusa ridicola, come quelle denunciate da CoorDown nella giornata mondiale sulla sindrome di Down – dell’istituto per negarle questa possibilità è stata che “per lei sarebbe troppo stressante“.

Così Nina si è ritirata da scuola a meno di tre mesi dalla fine della quinta. Malgrado la sua famiglia, fin dall’inizio del triennio, avesse chiesto agli insegnanti di cambiare il Pei (piano educativo individualizzato) della figlia, passando dal programma differenziato per gli alunni certificati a quello personalizzato per obiettivi minimi o equipollenti, che prevede l’ammissione al vero e proprio esame di Maturità. Ma il liceo Sabin non ha assecondato la loro richiesta.

Francesca e Alessandro Sorrentino avevano trovato una sponda di supporto nel Ceps di Bologna (Centro emiliano problemi sociali per la Trisomia 21), in CoorDown e nei docenti di Scienze della Formazione dell’Alma Mater, che si sono detti tutti disponibili per realizzare un progetto-pilota per la giovane studentessa e la sua classe. Poi, all’inizio di marzo, la doccia fredda: è arrivato il no definitivo da parte del consiglio di classe, preoccupato che per la ragazza la Maturità fosse un obiettivo troppo impegnativo e stressante, tanto da generare “senso di frustrazione“, come ha scritto la dirigente del liceo nella lettera che sancisce l’epilogo di questa storia tutt’altro che inclusiva.

“Il perché è quello che ci tormenta – aggiungono i genitori –. Anche la neuropsichiatra concordava: Nina poteva e voleva provarci a fare l’esame. Non abbiamo mai chiesto le venisse regalato il diploma, ma che le fosse data la possibilità di provarci”.

#lucenews #lucelanazione #disabilityinclusion #giornatamondialedellasindromedidown
Primo piano di un dente di leone e di una mosca. Riserva naturale nazionale di Ingleborough, Yorkshire (© Andrew Parkinson WWF-UK)
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