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Home » Scienze e culture » Nature Guardians: Wwf e Huawei insieme per migliorare l’agricoltura e preservare la biodiversità

Nature Guardians: Wwf e Huawei insieme per migliorare l’agricoltura e preservare la biodiversità

In otto oasi dell'associazione ambientalista arrivano sentinelle tecnologiche per conservare al meglio il patrimonio naturale

Domenico Guarino
12 Dicembre 2022
Il progetto "Guardiani della Natura" di Huawei e Wwf (Foto Wwf)

Il progetto "Guardiani della Natura" di Huawei e Wwf (Foto Wwf)

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Sviluppare indagini bioacustiche per mezzo di rilevatori appositamente installati all’interno delle oasi naturali in aree agricole gestite con metodo biologico e confrontarle con quanto accade nelle zone gestite con metodo tradizionale, per capire come la nostra agricoltura del futuro potrà essere sempre più sostenibile. E’ questa la sintesi del progetto “Nature Guardians” messo a punto a Wwf e Huawei Italia che ha come obiettivo per monitorare la biodiversità delle oasi naturali attraverso le nuove tecnologie. Il progetto si basa sull’utilizzo di dispositivi “Rainforest Connection” (RFCx) e di una piattaforma basata su Cloud per monitorare i suoni all’interno di otto oasi dell’organizzazione ambientalista. Dopo avere raccolto i rumori della foresta, degli animali e dei fenomeni atmosferici, gli scienziati potranno analizzare un’enorme quantità di dati per scoprire i segreti della biodiversità negli agroecosistemi italiani.

Una delle aree dell’Oasi WWF di Valle dello Sporeggio dove saranno inseriti i dispositivi per il monitoraggio bioacustico nelle aree agricole (Foto Wwf)
Una delle aree dell’Oasi WWF di Valle dello Sporeggio dove saranno inseriti i dispositivi per il monitoraggio bioacustico nelle aree agricole (Foto Wwf)

Le otto Oasi Wwf selezionate per il progetto sono la Valle dello Sporeggio (Trento), il Bosco di Vanzago (Milano), Ghirardi (Parma), Ripabianca di Jesi (Ancona), Calanchi di Atri (Teramo), Lago di Penne (Pescara), Monte Sant’Elia (Taranto), Lago Preola e Gorghi Tondi (Trapani). “Quest’anno, il progetto ‘Nature Guardians’, nato quattro anni fa dalla collaborazione tra Huawei, Wwf e ‘Rainforest Connection’, che sfruttando la tecnologia cercano di conservare al meglio il nostro patrimonio naturale, si focalizzerà proprio sugli ambienti agricoli. Quindi, abbiamo selezionato otto oasi Wwf, dalle Alpi alla Sicilia, in cui andremo a confrontare quelli che sono i valori di biodiversità” ha dichiarato Marco Galaverni, Direttore programma e Oasi del Wwf Italia.

Uno dei dispositivi di monitoraggio bioacustico nell’Oasi WWF Bosco di Vanzago (Foto Wwf)
Uno dei dispositivi di monitoraggio bioacustico nell’Oasi WWF Bosco di Vanzago (Foto Wwf)

I dispositivi installati sono dotati di sensori e alimentati dall’energia solare. Raccolgono i suoni dell’ambiente circostante e li trasferiscono su piattaforme dedicate per analizzarli con il supporto dell’Intelligenza Artificiale. Questo processo permette, tra le altre cose, di proteggere le foreste e la fauna selvatica dal disboscamento illegale, dal bracconaggio e da altre minacce come l’accesso non autorizzato a queste aree, soprattutto con veicoli da motocross, e fuochi pirotecnici che possono innescare incendi boschivi. Inoltre, spiega Huawei, “il monitoraggio prolungato dei suoni, consente anche di effettuare studi sulla biodiversità e sulle specie animali, utili per stimare l’impatto delle attività umane sull’ambiente”.

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  • Nicoletta Sipos, giornalista e scrittrice, ha vissuto in Ungheria, in Germania e negli Stati Uniti, prima di raggiungere Milano e lì restare. Il suo romanzo “La guerra di H”, un romanzo fortemente ispirato a fatti realmente accaduti.

L’autrice indaga in maniera del tutto nuova e appassionante un momento drammatico, decisivo della storia del nostro continente: la Seconda guerra mondiale. A raccontare l’ascesa e la disfatta del Nazismo è stavolta la voce di un bambino tedesco, che riporta con semplicità e veracità le molte sofferenze patite dal suo popolo durante il conflitto scatenato da Hitler, focalizzando l’attenzione del lettore sul drammatico paradigma che accomuna chiunque si trovi a vivere sulla propria pelle una guerra: la sofferenza. Pagine toccanti, le sue, tanto più intense perché impregnate di fatti reali, emozioni provate e sentite dai protagonisti e condivise da quanti, tuttora, si trovano coinvolti in un conflitto armato. La memoria collettiva è uno strumento potente per non commettere gli stessi errori. 

"Imparai poco alla volta – scrive il piccolo Heinrich Stein, protagonista del romanzo – che nel nostro strano Paese la verità aveva più volti con infinite sfumature”.

👉Perché una storia così e perché ora?
“Ho incontrato il protagonista di questa mia storia molto tempo fa, addirittura negli anni ’50, ossia in un’epoca che portava ancora gli strascichi della guerra. Diventammo amici, parlammo di Hitler e della miseria della Germania. Poco per volta, via via che ci incontravamo, lui aggiungeva ricordi, dettagli, confessioni. Per anni ho portato dentro di me la testimonianza di questa storia che si arricchiva sempre più di dettagli. Molte volte avrei voluto scriverla, magari a quattro mani con il mio amico, ma lui non se la sentiva. Io stessa esitavo ad affrontare questa storia che racconta una famiglia tedesca in forte sofferenza in una Germania ferita e umiliata. La gente ha etichettato tutto il popolo tedesco durante il nazismo come crudele per antonomasia. Non si pensa mai a quanto la gente comune abbia sofferto, alla fame e al freddo che anche il popolo tedesco ha patito”.

✍ Caterina Ceccuti

#lucenews #giornodellamemoria #27gennaio
  • È dalla sua camera con vista affacciata sull’Arno che Ornella Vanoni accetta di raccontare un po’ di sé ai lettori di Luce!, in attesa di esibirsi, sabato 28 gennaio sul palco della Tuscany Hall di Firenze, dov’è in programma una nuova tappa della nuova tournée Le Donne e la Musica. Un ritorno atteso per Ornella Vanoni, che in questo tour è accompagnata da un quintetto di sole donne.

Innanzitutto come sta, signora Vanoni?
“Stanca, sono partita due mesi dopo l’intervento al femore che mi sono rotto cadendo per una buca proprio davanti a casa mia. Ma l’incidente non mi ha impedito di intraprendere un progetto inaspettato che, sin da subito, mi è stato molto a cuore. Non ho perso la volontà di andare avanti. Anche se il tempo per prepararlo e provare è stato pochissimo. E poi sono molto dispiaciuta“.

Per cosa?
“La morte dell’orso Juan Carrito, travolto e ucciso da un’auto cercava bacche e miele: la mia carissima amica Dacia (Maraini, ndr) l’altro giorno ha scritto una cosa molto bella dedicata a lui. Dovrò scrollarmi di dosso la malinconia e ricaricarmi in vista del concerto“.

Con lei sul palco ci sarà una jazz band al femminile con Sade Mangiaracina al pianoforte, Eleonora Strino alla chitarra, Federica Michisanti al contrabbasso, Laura Klain alla batteria e Leila Shirvani. Perché questa scelta?
“Perché sono tutte bravissime, professioniste davvero eccezionali. Non è una decisione presa sulla spinta di tematiche legate al genere o alle quote rosa, ma nata grazie a Paolo Fresu, amico e trombettista fantastico del quale sono innamorata da sempre. Tempo fa, durante una chiacchierata, Paolo mi raccontò che al festival jazz di Berchidda erano andate in scena tante musiciste bravissime. E allora ho pensato: ’Se sono così brave perché non fare un gruppo di donne? Certo, non l’ha fatto mai nessuno. Bene, ora lo faccio io“.

Il fatto che siano tutte donne è un valore aggiunto?
“In realtà per me conta il talento, ma sono felice della scelta: è bellissimo sentire suonare queste artiste, vederle sul palco intorno a me mi emoziona“.

L
  • Devanshi Sanghvi è una bambina di otto anni che sarebbe potuta crescere e studiare per gestire l’attività di diamanti multimilionaria appartenente alla sua facoltosissima famiglia, con un patrimonio stimato di 60 milioni di dollari.

Ma la piccola ha scelto di farsi suora, vivendo così una vita spartana, vestita con sari bianchi, a piedi nudi e andando di porta in porta a chiedere l’elemosina. Si è unita ai “diksha” alla presenza di anziani monaci giainisti. La bimba è arrivata alla cerimonia ingioiellata e vestita di sete pregiate. Sulla sua testa poggiava una corona tempestata di diamanti. Dopo la cerimonia, a cui hanno partecipato migliaia di persone, è rimasta in piedi con altre suore, vestita con un sari bianco che le copriva anche la testa rasata. Nelle fotografie, la si vede con in mano una scopa che ora dovrà usare per spazzare via gli insetti dal suo cammino per evitare di calpestarli accidentalmente.

Di Barbara Berti ✍

#lucenews #lucelanazione #india #DevanshiSanghvi
  • Settanta giorni trascorsi in un mondo completamente bianco, la capitana dell’esercito britannico Harpreet Chandi, che già lo scorso anno si era distinta per un’impresa tra i ghiacci, è una fisioterapista che lavora in un’unità di riabilitazione regionale nel Buckinghamshire, fornendo supporto a soldati e ufficiali feriti. 

Ha dimostrato che i record sono fatti per essere battuti e, soprattutto, i limiti personali superabili grazie alla forza di volontà e alla preparazione. E ora è diventata una vera leggenda vivente, battendo il record del mondo femminile per la più lunga spedizione polare – sola e senza assistenza – della storia.

Il 9 gennaio scorso, 57esimo giorno del viaggio che era cominciato lo scorso 14 novembre, la 34enne inglese ha raggiunto il centro del Polo Sud dopo aver percorso circa 1100 chilometri. Quando è arrivata a destinazione nel bel mezzo della calotta polare era felice, pura e semplice gioia di aver raggiunto l’agognato traguardo: “Il Polo Sud è davvero un posto incredibile dove stare. Non mi sono fermata molto a lungo perché ho ancora un lungo viaggio da fare. È stato davvero difficile arrivare qui, sciando tra le 13 e le 15 ore al giorno con una media di 5 ore di sonno”.

Di Irene Carlotta Cicora ✍

#lucenews #lucelanazione #polosud #HarpreetChandi #polarpreet
Sviluppare indagini bioacustiche per mezzo di rilevatori appositamente installati all’interno delle oasi naturali in aree agricole gestite con metodo biologico e confrontarle con quanto accade nelle zone gestite con metodo tradizionale, per capire come la nostra agricoltura del futuro potrà essere sempre più sostenibile. E’ questa la sintesi del progetto “Nature Guardians” messo a punto a Wwf e Huawei Italia che ha come obiettivo per monitorare la biodiversità delle oasi naturali attraverso le nuove tecnologie. Il progetto si basa sull’utilizzo di dispositivi “Rainforest Connection” (RFCx) e di una piattaforma basata su Cloud per monitorare i suoni all’interno di otto oasi dell’organizzazione ambientalista. Dopo avere raccolto i rumori della foresta, degli animali e dei fenomeni atmosferici, gli scienziati potranno analizzare un’enorme quantità di dati per scoprire i segreti della biodiversità negli agroecosistemi italiani.
Una delle aree dell’Oasi WWF di Valle dello Sporeggio dove saranno inseriti i dispositivi per il monitoraggio bioacustico nelle aree agricole (Foto Wwf)
Una delle aree dell’Oasi WWF di Valle dello Sporeggio dove saranno inseriti i dispositivi per il monitoraggio bioacustico nelle aree agricole (Foto Wwf)
Le otto Oasi Wwf selezionate per il progetto sono la Valle dello Sporeggio (Trento), il Bosco di Vanzago (Milano), Ghirardi (Parma), Ripabianca di Jesi (Ancona), Calanchi di Atri (Teramo), Lago di Penne (Pescara), Monte Sant’Elia (Taranto), Lago Preola e Gorghi Tondi (Trapani). “Quest’anno, il progetto 'Nature Guardians', nato quattro anni fa dalla collaborazione tra Huawei, Wwf e 'Rainforest Connection', che sfruttando la tecnologia cercano di conservare al meglio il nostro patrimonio naturale, si focalizzerà proprio sugli ambienti agricoli. Quindi, abbiamo selezionato otto oasi Wwf, dalle Alpi alla Sicilia, in cui andremo a confrontare quelli che sono i valori di biodiversità” ha dichiarato Marco Galaverni, Direttore programma e Oasi del Wwf Italia.
Uno dei dispositivi di monitoraggio bioacustico nell’Oasi WWF Bosco di Vanzago (Foto Wwf)
Uno dei dispositivi di monitoraggio bioacustico nell’Oasi WWF Bosco di Vanzago (Foto Wwf)
I dispositivi installati sono dotati di sensori e alimentati dall’energia solare. Raccolgono i suoni dell’ambiente circostante e li trasferiscono su piattaforme dedicate per analizzarli con il supporto dell’Intelligenza Artificiale. Questo processo permette, tra le altre cose, di proteggere le foreste e la fauna selvatica dal disboscamento illegale, dal bracconaggio e da altre minacce come l’accesso non autorizzato a queste aree, soprattutto con veicoli da motocross, e fuochi pirotecnici che possono innescare incendi boschivi. Inoltre, spiega Huawei, “il monitoraggio prolungato dei suoni, consente anche di effettuare studi sulla biodiversità e sulle specie animali, utili per stimare l’impatto delle attività umane sull’ambiente”.
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