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Home » Senza categoria » Re Carlo III sarà un sovrano attento all’ambiente come lo è stato da Principe?

Re Carlo III sarà un sovrano attento all’ambiente come lo è stato da Principe?

Nel rispetto del nuovo ruolo dovrà evitare di fare grandi dichiarazioni sulla crisi climatica, ma potrà dare indicazioni in privato al Primo Ministro

Marianna Grazi
10 Settembre 2022
Re Carlo a Buckingham Palace

Re Carlo III

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Mentre il clamore e la commozione per la scomparsa della regina Elisabetta II non accennano a diminuire, nel Regno Unito e altrove si alzano le grida di acclamazione per il nuovo re, Carlo III, giunto sul trono a 73 anni dopo una vita spesa al fianco (ma c’è chi dirà nell’ombra) della sovrana. Cosa devono aspettarsi i sudditi inglesi e dei 14 Paesi del Commonwealth? Troppo presto, forse, per dirlo. Anche se, nel primo discorso pubblico alla nazione, Carlo ha voluto ribadire che vorrà seguire il modello esemplare della madre nel servire il suo popolo “con lealtà, amore e rispetto“.

Ma su una cosa, forse, si può star certi: l’impegno del nuovo re in materia di ambiente. Certo, il nuovo ruolo gli impone una maggior discrezione rispetto a quando, da Principe di Galles, poteva concedersi anche dichiarazioni forti, pubbliche, sulla minaccia della crisi climatica. Queste non saranno più concesse, ma potrà invece consultare e consigliare privatamente il Primo Ministro britannico sul tema.

Il discorso del giovane principe Carlo

Nel 1970, il giovane Principe di Galles pronunciò un discorso che metteva in guardia dai pericoli dell’inquinamento, affermando che la società doveva affrontare con urgenza i costi della prevenzione e del risanamento. “In questo momento ci troviamo di fronte agli orribili effetti dell’inquinamento in tutte le sue forme cancerogene. C’è la crescente minaccia dell’inquinamento da idrocarburi in mare, che quasi distrugge le spiagge e certamente distrugge decine di migliaia di uccelli marini”, disse al Countryside Steering Committee for Wales. “C’è il problema degli scarichi nei corsi d’acqua da parte di fabbriche e impianti chimici, che intasano i fiumi con sostanze tossiche e si aggiungono alla sporcizia dei mari. C’è l’inquinamento atmosferico dovuto ai fumi e alle esalazioni delle fabbriche e ai gas emessi da un’infinità di automobili e aerei”.
Quel discorso, pronunciato quando aveva appena 21 anni, all’epoca fu salutato come “stravagante”, ha ricordato in seguito, ma oggi lo si potrebbe definire piuttosto preveggente.

il Principe Carlo accanto a un platano di Dumfries House piantato nel 1599 (Instagram/The Royal Family)

Una figura ambientalista

“È forse la figura ambientalista più significativa di tutti i tempi”, sostiene al Guardian il veterano delle campagne ambientali Tony Juniper, ex capo di Friends of the Earth e ora a capo di Natural England, che è stato consulente di Carlo per diversi anni e coautore di due libri con lui. “Considerando l’ampiezza delle questioni su cui ha cercato di ottenere progressi e la coerenza con cui lo ha fatto. Per oltre 50 anni ha dimostrato impegno, energia e passione. Ha un’incredibile profondità di conoscenze e il suo impatto è stato assolutamente enorme”. Una sensibilità nata fin dall’infanzia del nuovo re, in particolare a Balmoral, il castello scozzese tanto amato dalla regina, dove è morta questa settimana. Qui Carlo ha sviluppato una vera passione per la vita all’aria aperta e un interesse per l’agricoltura, tanto che negli anni ’80 ha avviato la sua tenuta in Cornovaglia, Highgrove, seguendo il modello dell’agricoltura biologica rigenerativa, che ha portato alla fondazione del marchio biologico Duchy. Ha inoltre istituito il “Prince of Wales Corporate Leaders Group”, che riunisce i leader aziendali per sottoscrivere impegni ecologici.

Carlo e la Regina
Il Principe Carlo con la madre, la Regina Elisabetta, hanno sempre amato la vita all’aria aperta e la campagna

L’impegno anche in disaccordo con il governo britannico

Nel periodo precedente alla Cop26, ad esempio, ha invitato a Clarence House l’inviato speciale degli Stati Uniti per il clima, John Kerry, in netto disaccordo con il governo. Ha poi aderito alla Carta della Terra, sugli obiettivi ambientali e il suo lavoro sulle foreste pluviali e sulla conservazione delle specie, che è stato ripreso anche dal figlio, il principe William, lo ha messo nuovamente in una posizione scomoda con Downing Street. Infatti a metà degli anni ’80, il Regno Unito scaricava acque reflue nel Mare del Nord e l’allora Principe Carlo parlò pubblicamente del problema, chiedendo perché non fosse stato fermato.
I sostenitori del nuovo re riconoscono che non sono pochi quelli che pensano che abbia oltrepassato i limiti della monarchia costituzionale in alcune occasioni: oltre ai suoi discorsi pubblici, ci sono state lettere private ai ministri, in cui si sollevavano preoccupazioni su questioni green e di altro tipo. Ma se “Le persone hanno opinioni diverse sulla monarchia – dice Juniper – spero che la gente sia rassicurata dalla misura in cui il suo giudizio [sull’ambiente] è stato solido. Ha lanciato l’allarme su argomenti che prima erano considerati marginali“.

carlo_greta
Il Principe Carlo con l’attivista ambientale Greta Thunberg durante il forum di Davos (Foto: @Clarencehouse/Twitter)

Re Carlo continuerà a parlare di ambiente dal trono?

Re Carlo continuerà a parlare di ambiente dal trono? “Decisamente no“, dicono gli esperti. È infatti fatto assodato che la relativa libertà di cui godeva come Principe di Galles sarebbe terminata non appena avesse ereditato la Corona. “Non c’è mai stata l’ombra di un dubbio sul fatto che qualsiasi cosa facesse, nelle manifestazioni o nelle campagne elettorali, non appena fosse stato proclamato re sarebbe finita lì“. Mentre come principe poteva agire come una “ONG personale“, come ha detto un sostenitore, come re sarà vincolato dalla convenzione secondo cui il monarca non dovrebbe interferire nel processo decisionale politico del Regno Unito o prendere una posizione esplicita.

Probabilmente consapevole di ciò, negli ultimi anni Carlo ha smorzato la sua retorica in pubblico, anche se ha continuato ha fare interventi in materia, più discreti, assumendo un ruolo, ad esempio, nel convocare Paesi e imprese prima del vertice sul clima di Parigi del 2015. Anche il suo lavoro sul Commonwealth sarà fondamentale. Il Pakistan, ad esempio, sta subendo inondazioni estreme, con un terzo del Paese sommerso, ma tra i 56 Stati sono molti quelli altrettanto vulnerabili all’aumento delle temperature e il Commonwealth è considerato un forum importante per trovare soluzioni alla questione.
Tradizionalmente, il monarca incontra il Primo Ministro una volta alla settimana per una conversazione strettamente confidenziale. C’è da aspettarsi, dunque, che in quell’occasione Carlo esporrà le sue preoccupazioni per l’ambiente nel Regno Unito e nel mondo e le possibili soluzioni alle crescenti crisi del clima e della biodiversità.

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  • "È passato un mese dall’incidente, e ogni giorno, penso costantemente a come le cose possano cambiare rapidamente e drasticamente, in un batter d’occhio, e in modi che non avrei mai potuto immaginare.”

Il protagonista di questa vicenda è Leonardo Lotto, studente aostano, che la mattina del 23 febbraio è rimasto vittima di un incidente in mare. Il ragazzo era a Melbourne con un gruppo di amici quando dopo un tuffo tra le onde sul bagnasciuga ha picchiato violentemente la testa contro il fondale di sabbia. In quel momento è iniziato l’incubo: prima gli amici lo hanno aiutato a uscire dall’acqua, poi la corsa disperata in ospedale. Dopo l’intervento d’urgenza, è arrivato il duro responso: “Frattura delle vertebre C3 e C5, spina dorsale danneggiata". Leonardo Lotto è paralizzato dalla testa in giù e non potrà più camminare.

"Continuerò a lottare e farò tutto il necessario. A volte cadrò, ma alla fine mi rialzerò, vivendo sempre giorno per giorno, superando i momenti più bui”.

Dopo il ricovero all’Alfred Hospital di Melbourne, in Australia, “le sue condizioni sono stabili, e ora è pronto per iniziare il suo lungo percorso riabilitativo a Milano con tutte le energie e la positività che hanno sempre caratterizzato la sua personalità”. E gli amici, proprio per sostenere le cure, hanno organizzato una raccolta fondi online.

✍ Barbara Berti 

#lucenews #lucelanazione #australia #leonardolotto
  • È quanto emerge da uno studio su 1.700 ragazzi toscani realizzato dal Meyer center for health and happiness, di cui è responsabile Manila Bonciani, insieme all’Università di Firenze, e presentato in occasione della Giornata internazionale della felicità nel corso di un evento organizzato al Meyer health campus di Firenze.

Cosa gli adolescenti pensano della felicità? Come la definiscono? Cosa li rende felici? Queste alcune domande dello studio. Dai risultati emerge che i ragazzi spesso non riescono a dare neanche una definizione della felicità. Tuttavia ne sottolineano la rilevanza e la transitorietà. 

Dalla ricerca emerge così che la manifestazione della felicità si declina in sei dimensioni:
➡ La più rilevante che emerge è quella dell’interesse sociale, data dall’importanza che viene attribuita dai ragazzi alle relazioni interpersonali.
➡ La seconda è l’espressione della soddisfazione verso la propria vita, del fare le cose che piacciono loro.
➡ La terza è vivere emozioni positive, rilevanza che si riscontra anche nelle parole dei ragazzi che esprimono in maniera importante l’idea di essere felici quando sono senza preoccupazioni o pressioni che avvertono frequentemente, come anche quella scolastica.
➡ La quarta è il senso di autorealizzazione insieme a quello di padronanza delle varie situazioni che si trovano ad affrontare.
➡ Infine in misura minore la loro felicità è legata all’ottimismo, cui gli stessi adolescenti non attribuiscono grande rilevanza, sebbene rappresenti la sesta dimensione della felicità identificata.

Gli adolescenti che risultano più felici si caratterizzano per essere più empatici, esprimere un atteggiamento cooperativo, avere maggiore autoconsapevolezza, saper gestire meglio le emozioni e risolvere le situazioni problematiche, avere una buona immagine di sé. 

Ancora i maschi risultano essere più felici delle femmine a eccezione della dimensione relazionale e sociale della felicità che non si differenzia in maniera significativa tra i due gruppi, e le fasce di età più piccole, fino ai 15 anni, esprimono maggiormente di essere felici rispetto ai ragazzi di 16-17 o maggiorenni.

#felicità #ospedalemeyer #adolescenza
Mentre il clamore e la commozione per la scomparsa della regina Elisabetta II non accennano a diminuire, nel Regno Unito e altrove si alzano le grida di acclamazione per il nuovo re, Carlo III, giunto sul trono a 73 anni dopo una vita spesa al fianco (ma c'è chi dirà nell'ombra) della sovrana. Cosa devono aspettarsi i sudditi inglesi e dei 14 Paesi del Commonwealth? Troppo presto, forse, per dirlo. Anche se, nel primo discorso pubblico alla nazione, Carlo ha voluto ribadire che vorrà seguire il modello esemplare della madre nel servire il suo popolo "con lealtà, amore e rispetto". Ma su una cosa, forse, si può star certi: l'impegno del nuovo re in materia di ambiente. Certo, il nuovo ruolo gli impone una maggior discrezione rispetto a quando, da Principe di Galles, poteva concedersi anche dichiarazioni forti, pubbliche, sulla minaccia della crisi climatica. Queste non saranno più concesse, ma potrà invece consultare e consigliare privatamente il Primo Ministro britannico sul tema.

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il Principe Carlo accanto a un platano di Dumfries House piantato nel 1599 (Instagram/The Royal Family)

Una figura ambientalista

"È forse la figura ambientalista più significativa di tutti i tempi", sostiene al Guardian il veterano delle campagne ambientali Tony Juniper, ex capo di Friends of the Earth e ora a capo di Natural England, che è stato consulente di Carlo per diversi anni e coautore di due libri con lui. "Considerando l'ampiezza delle questioni su cui ha cercato di ottenere progressi e la coerenza con cui lo ha fatto. Per oltre 50 anni ha dimostrato impegno, energia e passione. Ha un'incredibile profondità di conoscenze e il suo impatto è stato assolutamente enorme". Una sensibilità nata fin dall'infanzia del nuovo re, in particolare a Balmoral, il castello scozzese tanto amato dalla regina, dove è morta questa settimana. Qui Carlo ha sviluppato una vera passione per la vita all'aria aperta e un interesse per l'agricoltura, tanto che negli anni '80 ha avviato la sua tenuta in Cornovaglia, Highgrove, seguendo il modello dell'agricoltura biologica rigenerativa, che ha portato alla fondazione del marchio biologico Duchy. Ha inoltre istituito il "Prince of Wales Corporate Leaders Group", che riunisce i leader aziendali per sottoscrivere impegni ecologici.
Carlo e la Regina
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carlo_greta
Il Principe Carlo con l'attivista ambientale Greta Thunberg durante il forum di Davos (Foto: @Clarencehouse/Twitter)

Re Carlo continuerà a parlare di ambiente dal trono?

Re Carlo continuerà a parlare di ambiente dal trono? "Decisamente no", dicono gli esperti. È infatti fatto assodato che la relativa libertà di cui godeva come Principe di Galles sarebbe terminata non appena avesse ereditato la Corona. "Non c'è mai stata l'ombra di un dubbio sul fatto che qualsiasi cosa facesse, nelle manifestazioni o nelle campagne elettorali, non appena fosse stato proclamato re sarebbe finita lì". Mentre come principe poteva agire come una "ONG personale", come ha detto un sostenitore, come re sarà vincolato dalla convenzione secondo cui il monarca non dovrebbe interferire nel processo decisionale politico del Regno Unito o prendere una posizione esplicita. Probabilmente consapevole di ciò, negli ultimi anni Carlo ha smorzato la sua retorica in pubblico, anche se ha continuato ha fare interventi in materia, più discreti, assumendo un ruolo, ad esempio, nel convocare Paesi e imprese prima del vertice sul clima di Parigi del 2015. Anche il suo lavoro sul Commonwealth sarà fondamentale. Il Pakistan, ad esempio, sta subendo inondazioni estreme, con un terzo del Paese sommerso, ma tra i 56 Stati sono molti quelli altrettanto vulnerabili all'aumento delle temperature e il Commonwealth è considerato un forum importante per trovare soluzioni alla questione. Tradizionalmente, il monarca incontra il Primo Ministro una volta alla settimana per una conversazione strettamente confidenziale. C'è da aspettarsi, dunque, che in quell'occasione Carlo esporrà le sue preoccupazioni per l'ambiente nel Regno Unito e nel mondo e le possibili soluzioni alle crescenti crisi del clima e della biodiversità.
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