Main Partner
Partner
Luce
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • 8 marzo
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Luce
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • 8 marzo
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Luce

Home » HP Trio » Storie di piccoli uomini, il nanismo nell’arte: “La statura non è tutto”. Un libro sulla mostra di Firenze

Storie di piccoli uomini, il nanismo nell’arte: “La statura non è tutto”. Un libro sulla mostra di Firenze

Il presidente Aisac Odv Marco Sessa: "Siamo noi persone nane che dobbiamo per primi non prestare il fianco ad atteggiamenti discriminanti". Sull'opera di inclusione c'è molto da fare

Letizia Cini
23 Dicembre 2021
Agnolo Bronzino, Doppio ritratto del nano Morgante, 1552. Firenze, Sala di Apollo in Galleria Palatina, Palazzo Pitti

Agnolo Bronzino, Doppio ritratto del nano Morgante, 1552. Firenze, Sala di Apollo in Galleria Palatina, Palazzo Pitti

Share on FacebookShare on Twitter

Dai sette protagonisti della fiaba di Biancaneve al brano di De Andrè fino al nano Morgante dipinto dal Bronzino: nell’universo culturale non è questione di statura. Lo testimonia “Storie di piccoli uomini” (Polistampa), ovvero come le persone nane sono state, nel corso dei secoli, protagoniste della cultura e dell’arte. Questo è infatti il titolo del libro che raccoglie gli atti del convegno nato dalla mostra “Buffoni, villani e giocatori alla corte dei Medici”, allestita a Firenze nelle sale Palazzo Pitti nel 2016: il volume, edito da Polistampa, è stato presentato agli Uffizi, alla presenza del direttore, Eike Schmidt, del presidente dell’Associazione per l’Informazione e lo Studio dell’Acondroplasia (Aisac Odv) Marco Sessa, della curatrice del convegno e degli atti Anna Bisceglia e di Fulvio Cervini, professore ordinario di Storia dell’Arte dell’Università di Firenze e consigliere d’mministrazione delle Gallerie degli Uffizi, che hanno parlato di vari aspetti della storia e del ruolo culturale delle persone con acondroplasia, per dirla in termini scientifici.

Il presidente dell’Associazione per l’Informazione e lo Studio dell’Acondroplasia (Aisac Odv) Marco Sessa
Il presidente dell’Associazione informazione e studio dell’Acondroplasia, Marco Sessa

Oltre alla visione attuale del nanismo, nel volume vengono passati al vaglio l’atteggiamento dei secoli passati, che tendeva a stigmatizzare le differenze, e dell’antico Egitto, dove invece esisteva anche un dio nano protettore dei bambini. L’argomento centrale del volume è tuttavia il nanismo nell’arte italiana e straniera, come vediamo, ad esempio, ne Las meniñas di Velázquez al Museo del Prado o nel leggendario Nano Morgante di Agnolo Bronzino, oggi nella Galleria Palatina di Palazzo Pitti. Viene affrontato anche l’aspetto letterario, con riferimenti a capolavori come l’Orlando Furioso di Ariosto, i Viaggi di Gulliver o ancora, pensando anche alla letteratura per bambini, Biancaneve e i sette nani dei fratelli Grimm.

Las Meninas è un dipinto a olio su tela di 318 × 276 centimetri realizzato dal pittore Diego Velázquez.
‘Las Meninas’, olio su tela realizzato da Diego Velázquez nel 1656

“Quella affrontata nel libro è questione di scottante attualità. I testi e gli studi che lo compongono mirano a intraprendere il cammino verso una società in cui le diverse condizioni individuali possano essere osservate da diverse prospettive ed in cui i talenti di ciascuno vengano valorizzati”, il commento di Eike Schmidt. “La cultura occidentale si basa sulla valorizzazione della statura come elemento virtuoso e di successo – il commento di Marco Sessa, presidente Associazione per l’Informazione e lo Studio dell’Acondroplasi – : siamo quindi Noi, persone nane, che dobbiamo per primi non prestare il fianco ad atteggiamenti discriminanti o di scherno, perché spesso lo sguardo del prossimo può essere viziato da come noi ci (rap)presentiamo”.
“Nel loro complesso, i cinque saggi che compongono il libro provano a rendere conto della molteplicità dei punti di vista che caratterizzano il tema del nanismo inserendosi in un dibattito assai ampio e quanto mai attuale in ogni angolo del globo, rispetto al quale le riflessioni degli studiosi e l’opera di inclusione e riconoscimento sociale hanno indubbiamente ancora molta strada da fare”, sottolinea Anna Bisceglia, curatrice del volume.

Il Nano Morgante

Perla della mostra di Palazzo Pitti, il ritratto del Nano Morgante, il più celebre dei cinque buffoni che vissero alla corte di Cosimo I de’ Medici. Questo leggendario personaggio – al secolo Braccio di Bartolo – trascorse la maggior parte della sua vita a Palazzo Pitti, la reggia dei Medici. “Ritrasse poi Bronzino, al duca Cosimo, Morgante nano, ignudo, tutto intero, et in due modi, cioè da un lato del quadro il dinanzi e dall’altro il didietro, con quella stravaganza di membra mostruose che ha quel nano: la qual pittura in quel genere è bella e meravigliosa” (Vasari, Vita del Bronzino).

Dipinta su entrambi i lati, la tela raffigura il nano come “uccellatore”, cioè cacciatore di uccelli, dato che non gli era consentita la caccia ad animali di taglia più grande, attività riservata ai personaggi di rango più elevato. Il personaggio è ritratto rispettivamente di fronte e da tergo in due momenti successivi dell’azione: davanti lo si vede prima della caccia, mentre tiene al laccio una civetta usata come esca per attirare una ghiandaia che vola in aria. Due farfalle podalirio, recentemente scoperte con il restauro, gli coprono i genitali. Dietro viene mostrato nell’atto di voltarsi verso lo spettatore, fiero di mostrare la preda. Dipingendo un’opera da più prospettive Bronzino, all’epoca coinvolto nella querelle sul “paragone” (ovvero la contesa del primato tra pittura e scultura) rispondeva con i fatti a chi sosteneva il vantaggio della statuaria perché essa offriva più punti di vista.

Agnolo Bronzino, Doppio ritratto del nano Morgante, 1552. Firenze, Sala di Apollo in Galleria Palatina, Palazzo Pitti
Agnolo Bronzino, Doppio ritratto del nano Morgante, 1552. Firenze, Sala di Apollo in Galleria Palatina, Palazzo Pitti

Il ritratto è ora esposto nella Sala di Apollo in Galleria Palatina. “Questa opera assai fragile è stata dotata di una nuova teca, con vetro antiriflesso di ultima generazione e sistema di assorbimento degli urti, e trova in questa sede definitiva una collocazione più sicura. Infatti, nel corridoio al primo piano degli Uffizi dove era stata sistemata dal 2013 al 2016 – in dialogo con la galleria di ritratti dello stesso artista – le vibrazioni del pavimento al centro del corridoio, provocate dai flussi dei visitatori, costituivano un pericolo per la sua conservazione” spiegano gli addetti ai lavori della Gelleria.

Braccio di Bartolo, chiamato con ironia paradossale Morgante, come il gigante protagonista dell’omonimo poema di Luigi Pulci, era un personaggio molto popolare al tempo di Cosimo I, noto ed apprezzato per la sua lingua tagliente e arguta, citato addirittura nelle Vite del Vasari e divenuto, nel tempo, soggetto di capolavori oggi celebrati. Oltre al doppio ritratto di Bronzino, sono da ricordare anche la scultura in marmo di Valerio Cioli per la fontana del Bacchino nel Giardino di Boboli, che lo ritrae a cavalcioni di una tartaruga, nonché quella in bronzo del Giambologna per la piccola fontana nel giardino pensile sopra la loggia dei Lanzi e oggi esposta al Bargello, dove lo si vede a cavallo di mostro marino. Giambologna ribadisce poi il ruolo di Morgante nella vita di Cosimo I ritraendolo anche alla base del monumento equestre del Granduca in Piazza della Signoria, mentre prende parte – disturbando, com’era da aspettarsi nel suo ruolo – alla cerimonia di incoronazione del suo signore.

La fontana scolpita nel 1560 dallo scultore Valerio Cioli e rappresenta il nano Morgante
La fontana scolpita nel 1560 dallo scultore Valerio Cioli rappresenta il nano Morgante

Nell’Ottocento il dipinto di Bronzino venne sottoposto ad un pesante intervento di restauro che trasformò il nano nientemeno che nel dio Bacco, forse considerando la nudità della figura più consona a un personaggio mitologico: così una corona di foglie di vite fu aggiunta a cingergli il capo, bacino e genitali vennero nascosti da un’altra ghirlanda di pampini e grappoli, e la civetta ridipinta diventò un calice di vino.
Queste aggiunte furono rimosse solo nel 2010, durante una delicata operazione di ripristino che restituì finalmente all’opera l’aspetto originario, e al Nano Morgante la sua dignità di abile cacciatore di uccelli, celebrata dalle fonti storiche.

“Le cronache ci tramandano che Braccio di Bartolo aveva una personalità complessa e arguta, carismatica e a volte anche litigiosa – spiega il direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike Schmidt – . Fu uno dei protagonisti della vita sociale e politica della corte, molto caro a Cosimo I. L’installazione a Palazzo Pitti del suo ritratto dipinto da Bronzino (che di quella corte fu indiscutibilmente il massimo pittore) è dunque un’occasione insieme museografica e celebrativa. Ed è oltretutto un’operazione che salvaguarda un’opera tanto fragile dai rischi di distacco della pellicola pittorica”.

Potrebbe interessarti anche

Addio Andrea Spinelli, il "Forrest Gump" contro il cancro
Attualità

Addio Andrea Spinelli, il “Forrest Gump” contro il cancro

30 Marzo 2023
Alcune baby tartarughe giganti delle Seychelles
Scienze e culture

Seychelles, nate 17 baby tartarughe giganti

29 Marzo 2023
Pugilato, Mondiali donne: oro per Irma Testa
Sport

Pugilato: Irma Testa, la farfalla campana, vince i mondiali a New Delhi

26 Marzo 2023

Instagram

  • Un anno dopo aver appeso sul ponte della Gran Madre lo striscione con scritto “Siamo un PO nella merda” per denunciare il gravissimo stato di siccità del Po, Extinction Rebellion torna a ribadire che “siamo ancora nella merda”, con un gesto più diretto ed esplicito. 

Una vera e propria montagna di letame è stata infatti scaricata questa mattina al grattacielo della Regione Piemonte, insieme a tanti fiori lasciati sopra. 

Due persone si sono arrampicate sulla tettoia dell’ingresso e i trovano ancora li. Al posto dell’insegna portata via dal vento qualche settimana fa, hanno appeso l’enorme scritta “Dalla regione non nasce niente, dal letame nascono i fiori”, riprendendo una canzone di Fabrizio De André. 

Una chiara denuncia dell
  • Riccardo Monco parte da una location d’eccellenza, Enoteca Pinchiorri di Firenze, uno dei ristoranti italiani più conosciuti al mondo e approda come new entry tra i giudici della sfida Alessandro Borghese Celebrity Chef (su TV8, dal lunedì al venerdì alle 19.10), Monco più che chef, si sente un cuoco.

🗣 Non è una diminutio?

“Assolutamente no, chef in realtà significa capo, in cucina è colui che comanda, come il capo cuoco, appunto, o il capo partita. Ormai lo chef ha assunto i connotati di un personaggio mitologico, proprio in virtù dei tanti show cooking proposti. Un’arma a doppio taglio”.

🗣 In che senso?

“Sono tantissimi i giovani che sognano di indossare una giacca da cuoco, ma fra quello che si vede fare in Tv e la fatica vera che richiede la cucina, c’è una differenza abissale”.

🗣 Vuol dire che avere l’ambizione non sempre corrisponde all’effettiva voglia di fare?

“Un po’ è così. Le nuove generazioni hanno un’idea precisa della qualità della vita, la fatica e gli orari della cucina non vanno bene per tutti”.

🗣 Dall’alto delle sue tre stelle Michelin, cosa consiglia agli aspiranti chef?

L
  • Un assistente di volo speciale ha viaggiato da Londra Heathrow a Los Angeles sorprendendo i passeggeri a bordo.

@lewiscapaldi ha presentato il suo nuovo singolo “Wish You The Best” con uno show ad alta quota, servendo snack e bevande. 

#lucenews #lewiscapaldi #wishyouthebest
  • Utero in affitto e adozioni per gli omosessuali. Sono temi caldissimi. Intanti il Parlamento europeo censura il governo italiano per la recente circolare del ministro Piantedosi che ha bloccato le registrazioni all’anagrafe dei figli di coppie gay, effettuate da alcuni sindaci. 

All’Eurocamera è stato infatti approvato un emendamento al testo della Risoluzione sullo Stato di diritto che condanna la circolare perché porterebbe “alla discriminazione non solo delle coppie dello stesso sesso, ma anche e soprattutto dei loro figli”, e invita anche Roma "a revocare immediatamente la decisione”. Un invito che il governo non ha intenzione di seguire, e che è stato criticato dal centrodestra e salutato positivamente dalle opposizioni, unite questa volta sia in Italia che a Bruxelles. 

✍ Ma com’è la legislazione attuale in Italia su questi temi?

L
Dai sette protagonisti della fiaba di Biancaneve al brano di De Andrè fino al nano Morgante dipinto dal Bronzino: nell’universo culturale non è questione di statura. Lo testimonia “Storie di piccoli uomini” (Polistampa), ovvero come le persone nane sono state, nel corso dei secoli, protagoniste della cultura e dell’arte. Questo è infatti il titolo del libro che raccoglie gli atti del convegno nato dalla mostra “Buffoni, villani e giocatori alla corte dei Medici”, allestita a Firenze nelle sale Palazzo Pitti nel 2016: il volume, edito da Polistampa, è stato presentato agli Uffizi, alla presenza del direttore, Eike Schmidt, del presidente dell’Associazione per l’Informazione e lo Studio dell’Acondroplasia (Aisac Odv) Marco Sessa, della curatrice del convegno e degli atti Anna Bisceglia e di Fulvio Cervini, professore ordinario di Storia dell’Arte dell’Università di Firenze e consigliere d’mministrazione delle Gallerie degli Uffizi, che hanno parlato di vari aspetti della storia e del ruolo culturale delle persone con acondroplasia, per dirla in termini scientifici.
Il presidente dell’Associazione per l’Informazione e lo Studio dell’Acondroplasia (Aisac Odv) Marco Sessa
Il presidente dell’Associazione informazione e studio dell’Acondroplasia, Marco Sessa
Oltre alla visione attuale del nanismo, nel volume vengono passati al vaglio l’atteggiamento dei secoli passati, che tendeva a stigmatizzare le differenze, e dell’antico Egitto, dove invece esisteva anche un dio nano protettore dei bambini. L’argomento centrale del volume è tuttavia il nanismo nell’arte italiana e straniera, come vediamo, ad esempio, ne Las meniñas di Velázquez al Museo del Prado o nel leggendario Nano Morgante di Agnolo Bronzino, oggi nella Galleria Palatina di Palazzo Pitti. Viene affrontato anche l’aspetto letterario, con riferimenti a capolavori come l’Orlando Furioso di Ariosto, i Viaggi di Gulliver o ancora, pensando anche alla letteratura per bambini, Biancaneve e i sette nani dei fratelli Grimm.
Las Meninas è un dipinto a olio su tela di 318 × 276 centimetri realizzato dal pittore Diego Velázquez.
'Las Meninas', olio su tela realizzato da Diego Velázquez nel 1656
“Quella affrontata nel libro è questione di scottante attualità. I testi e gli studi che lo compongono mirano a intraprendere il cammino verso una società in cui le diverse condizioni individuali possano essere osservate da diverse prospettive ed in cui i talenti di ciascuno vengano valorizzati”, il commento di Eike Schmidt. “La cultura occidentale si basa sulla valorizzazione della statura come elemento virtuoso e di successo - il commento di Marco Sessa, presidente Associazione per l’Informazione e lo Studio dell’Acondroplasi - : siamo quindi Noi, persone nane, che dobbiamo per primi non prestare il fianco ad atteggiamenti discriminanti o di scherno, perché spesso lo sguardo del prossimo può essere viziato da come noi ci (rap)presentiamo”. “Nel loro complesso, i cinque saggi che compongono il libro provano a rendere conto della molteplicità dei punti di vista che caratterizzano il tema del nanismo inserendosi in un dibattito assai ampio e quanto mai attuale in ogni angolo del globo, rispetto al quale le riflessioni degli studiosi e l’opera di inclusione e riconoscimento sociale hanno indubbiamente ancora molta strada da fare”, sottolinea Anna Bisceglia, curatrice del volume.

Il Nano Morgante

Perla della mostra di Palazzo Pitti, il ritratto del Nano Morgante, il più celebre dei cinque buffoni che vissero alla corte di Cosimo I de’ Medici. Questo leggendario personaggio – al secolo Braccio di Bartolo – trascorse la maggior parte della sua vita a Palazzo Pitti, la reggia dei Medici. “Ritrasse poi Bronzino, al duca Cosimo, Morgante nano, ignudo, tutto intero, et in due modi, cioè da un lato del quadro il dinanzi e dall’altro il didietro, con quella stravaganza di membra mostruose che ha quel nano: la qual pittura in quel genere è bella e meravigliosa” (Vasari, Vita del Bronzino). Dipinta su entrambi i lati, la tela raffigura il nano come “uccellatore”, cioè cacciatore di uccelli, dato che non gli era consentita la caccia ad animali di taglia più grande, attività riservata ai personaggi di rango più elevato. Il personaggio è ritratto rispettivamente di fronte e da tergo in due momenti successivi dell’azione: davanti lo si vede prima della caccia, mentre tiene al laccio una civetta usata come esca per attirare una ghiandaia che vola in aria. Due farfalle podalirio, recentemente scoperte con il restauro, gli coprono i genitali. Dietro viene mostrato nell’atto di voltarsi verso lo spettatore, fiero di mostrare la preda. Dipingendo un’opera da più prospettive Bronzino, all’epoca coinvolto nella querelle sul “paragone” (ovvero la contesa del primato tra pittura e scultura) rispondeva con i fatti a chi sosteneva il vantaggio della statuaria perché essa offriva più punti di vista.
Agnolo Bronzino, Doppio ritratto del nano Morgante, 1552. Firenze, Sala di Apollo in Galleria Palatina, Palazzo Pitti
Agnolo Bronzino, Doppio ritratto del nano Morgante, 1552. Firenze, Sala di Apollo in Galleria Palatina, Palazzo Pitti
Il ritratto è ora esposto nella Sala di Apollo in Galleria Palatina. “Questa opera assai fragile è stata dotata di una nuova teca, con vetro antiriflesso di ultima generazione e sistema di assorbimento degli urti, e trova in questa sede definitiva una collocazione più sicura. Infatti, nel corridoio al primo piano degli Uffizi dove era stata sistemata dal 2013 al 2016 - in dialogo con la galleria di ritratti dello stesso artista - le vibrazioni del pavimento al centro del corridoio, provocate dai flussi dei visitatori, costituivano un pericolo per la sua conservazione" spiegano gli addetti ai lavori della Gelleria. Braccio di Bartolo, chiamato con ironia paradossale Morgante, come il gigante protagonista dell’omonimo poema di Luigi Pulci, era un personaggio molto popolare al tempo di Cosimo I, noto ed apprezzato per la sua lingua tagliente e arguta, citato addirittura nelle Vite del Vasari e divenuto, nel tempo, soggetto di capolavori oggi celebrati. Oltre al doppio ritratto di Bronzino, sono da ricordare anche la scultura in marmo di Valerio Cioli per la fontana del Bacchino nel Giardino di Boboli, che lo ritrae a cavalcioni di una tartaruga, nonché quella in bronzo del Giambologna per la piccola fontana nel giardino pensile sopra la loggia dei Lanzi e oggi esposta al Bargello, dove lo si vede a cavallo di mostro marino. Giambologna ribadisce poi il ruolo di Morgante nella vita di Cosimo I ritraendolo anche alla base del monumento equestre del Granduca in Piazza della Signoria, mentre prende parte – disturbando, com’era da aspettarsi nel suo ruolo - alla cerimonia di incoronazione del suo signore.
La fontana scolpita nel 1560 dallo scultore Valerio Cioli e rappresenta il nano Morgante
La fontana scolpita nel 1560 dallo scultore Valerio Cioli rappresenta il nano Morgante
Nell’Ottocento il dipinto di Bronzino venne sottoposto ad un pesante intervento di restauro che trasformò il nano nientemeno che nel dio Bacco, forse considerando la nudità della figura più consona a un personaggio mitologico: così una corona di foglie di vite fu aggiunta a cingergli il capo, bacino e genitali vennero nascosti da un’altra ghirlanda di pampini e grappoli, e la civetta ridipinta diventò un calice di vino. Queste aggiunte furono rimosse solo nel 2010, durante una delicata operazione di ripristino che restituì finalmente all’opera l’aspetto originario, e al Nano Morgante la sua dignità di abile cacciatore di uccelli, celebrata dalle fonti storiche. “Le cronache ci tramandano che Braccio di Bartolo aveva una personalità complessa e arguta, carismatica e a volte anche litigiosa – spiega il direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike Schmidt – . Fu uno dei protagonisti della vita sociale e politica della corte, molto caro a Cosimo I. L’installazione a Palazzo Pitti del suo ritratto dipinto da Bronzino (che di quella corte fu indiscutibilmente il massimo pittore) è dunque un’occasione insieme museografica e celebrativa. Ed è oltretutto un’operazione che salvaguarda un’opera tanto fragile dai rischi di distacco della pellicola pittorica”.
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • Cos’è Luce!
  • Redazione
  • Board
  • Contattaci
  • 8 marzo

Robin Srl
Società soggetta a direzione e coordinamento di Monrif
Dati societariISSNPrivacyImpostazioni privacy

Copyright© 2023 - P.Iva 12741650159

CATEGORIE
  • Contatti
  • Lavora con noi
  • Concorsi
ABBONAMENTI
  • Digitale
  • Cartaceo
  • Offerte promozionali
PUBBLICITÀ
  • Speed ADV
  • Network
  • Annunci
  • Aste E Gare
  • Codici Sconto