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Anna Safroncik contro la guerra in Ucraina: “La cultura salverà il mondo, ben oltre confini e fanatismo“

di LETIZIA CINI -
30 marzo 2022
Anna Safronicik

Anna Safronicik

Anna Safroncik è arrivata nel nostro Paese a 12 anni insieme alla madre, ma vive da tanti anni ad Arezzo: recentemente suo padre è rientrato in Italia dopo le ore della paura e l’attrice ha raccontato la sua odissea. Scelta come testimonial insieme a Neri Marcorè della XV edizione del Festival internazionale della cinematografia sociale Tulipani Di Seta Nera in programma dal 5 all’8 maggio a Roma, ha voluto lanciare il suo appello attraverso le colonne di Luce!
Anna Safroncik

Anna Safroncik

L’interprete di film come C’era un cinese in coma di Verdone e, tra le serie, di Il commissario Manara e Il restauratore, è stata raggiunta a Roma da qualche settimana dal padre insegnante, che all’inizio del conflitto era rimasto bloccato a Kiev: "Ora è in casa con me. Fino a qualche giorno fa era sotto le bombe - le sue parole - . Vedere ogni mattina i canali di news per capire se la tua vita è ancora in piedi non è una passeggiata. Casa nostra poi è dietro piazza Maidan, nel centro di Kiev, fulcro dell’attenzione militare. Siamo molto preoccupati per i nostri parenti e amici. Però le comunicazioni sono ancora aperte e sappiamo via via cosa succede. Viviamo con molta angoscia sperando ogni giorno questa guerra finisca". Anna Safroncik si sente "ucraina, come mi sento russa, italiana, cittadina del mondo. Penso che i confini territoriali nel 2022 siano un’assurdità e che questa guerra sia una pazzia come dice anche Papa Francesco". Pur non vivendo lontana dall'Ucraina da tanti anni, "mi sento coinvolta al mille per mille - sottolinea - perché la mia gente ucraina sta soffrendo e mi sta venendo a chiedere aiuto; allo stesso tempo la mia gente italiana mi chiede come aiutare. Io però sono solo un’attrice e cerco di aiutare mettendo in contatto le persone, sostenendo le associazioni che stanno soccorrendo i profughi". Sono già milioni le persone che "fino a un mese fa avevano un mondo come quello di tutti noi e oggi non solo non hanno più un tetto sulla testa, ma non hanno più nemmeno la speranza". Un rischio da evitare è che le persone si desensibilizzino alle immagini della guerra che arrivano ogni giorno: «Mi piacerebbe che le notizie fossero più varie e non monotematiche, mi piacerebbe sentire più parole per la pace che per la guerra. Non possiamo far finta di niente e dimenticare che c’è il conflitto dietro l’angolo. Almeno attraverso i social abbiamo la possibilità di far sentire la nostra voce".

La voce di Anna Safroncik  "La cultura salverà il mondo"

Veniamo all'appello lanciato dall'attrice, lasciandole la parola. "C’è un elemento ben definito che può essere messo alla base di concetti come pace e fratellanza tra i popoli: quello della cultura. Possiamo dirlo: la cultura salverà il mondo. Ne ha la forza, la potenza. Soprattutto, ne ha i contenuti. Concetti che ho sempre avuto ben presenti e che oggi vengono (purtroppo) ampliati, in questo momento storico, dalle vicende che avvengono nella mia terra, l’Ucraina".
Anna Safroncik

Anna Safroncik

"Una devastazione che porta sofferenze, morte, distruzione - sottolinea l'attrice - . Una piaga che trasforma in profughi milioni di persone, il mio popolo. Non è semplice vedere, oggi, una via d’uscita a tutto questo. Ma se esiste una porta che conduce alla strada della riconciliazione, questa è - ora più che mai - la cultura, che si può porre - e rivelare - come vera e propria ancòra di salvezza.
L’attrice ucraina Anna Safroncik durante il photocall per la fiction Le tre rose di Eva alla sede Mediaset nel 2012

L'attrice ucraina Anna Safroncik (41 anni) durante il photocall per la fiction 'Le tre rose di Eva' nel 2012

La cultura non ha confini, soprattutto quelli territoriali ed etnici.  È, oggi, vero strumento di dialogo, sul quale tornare a costruire una casa comune, in queste ore rasa al suolo ma la cui rinascita è fondamentale. Una costruzione solida, che si fonda su solidarietà e rispetto reciproco. Ecco, questi sono per me concetti imprescindibili. Valori fondamentali senza i quali è difficile, se non impossibile, costruire qualcosa di valido, concreto, duraturo. Ad oltre un mese dall’inizio di un conflitto che sta dilaniando il mondo e distruggendo vite, mi unisco al grido potente di Papa Francesco, che definisce questa guerra una follia. E rivolgo un appello al mondo della cultura, al quale anche il cinema -il mio settore - appartiene a pieno titolo. Affinché utilizzi tutta la forza dei suoi esponenti e dei suoi progetti per lanciare l’unico messaggio che oggi ha un senso: quello della pace, della fratellanza e del rispetto tra i popoli.