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Home » Spettacolo » Anna Safroncik contro la guerra in Ucraina: “La cultura salverà il mondo, ben oltre confini e fanatismo“

Anna Safroncik contro la guerra in Ucraina: “La cultura salverà il mondo, ben oltre confini e fanatismo“

"A oltre un mese dall’inizio di un conflitto che sta dilaniando il mondo e distruggendo vite, mi unisco al grido potente di Papa Francesco che definisce questa guerra una follia, e rivolgo un appello al mondo delle arti e del cinema"

Letizia Cini
30 Marzo 2022
L'attrice ucraina naturalizzata italiana, Anna Safroncik (41 anni)

L'attrice ucraina naturalizzata italiana, Anna Safroncik (41 anni)

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Anna Safroncik è arrivata nel nostro Paese a 12 anni insieme alla madre, ma vive da tanti anni ad Arezzo: recentemente suo padre è rientrato in Italia dopo le ore della paura e l’attrice ha raccontato la sua odissea. Scelta come testimonial insieme a Neri Marcorè della XV edizione del Festival internazionale della cinematografia sociale Tulipani Di Seta Nera in programma dal 5 all’8 maggio a Roma, ha voluto lanciare il suo appello attraverso le colonne di Luce!

Anna Safroncik
Anna Safroncik

L’interprete di film come C’era un cinese in coma di Verdone e, tra le serie, di Il commissario Manara e Il restauratore, è stata raggiunta a Roma da qualche settimana dal padre insegnante, che all’inizio del conflitto era rimasto bloccato a Kiev: “Ora è in casa con me. Fino a qualche giorno fa era sotto le bombe – le sue parole – . Vedere ogni mattina i canali di news per capire se la tua vita è ancora in piedi non è una passeggiata. Casa nostra poi è dietro piazza Maidan, nel centro di Kiev, fulcro dell’attenzione militare. Siamo molto preoccupati per i nostri parenti e amici. Però le comunicazioni sono ancora aperte e sappiamo via via cosa succede. Viviamo con molta angoscia sperando ogni giorno questa guerra finisca”.

Anna Safroncik si sente “ucraina, come mi sento russa, italiana, cittadina del mondo. Penso che i confini territoriali nel 2022 siano un’assurdità e che questa guerra sia una pazzia come dice anche Papa Francesco”. Pur non vivendo lontana dall’Ucraina da tanti anni, “mi sento coinvolta al mille per mille – sottolinea – perché la mia gente ucraina sta soffrendo e mi sta venendo a chiedere aiuto; allo stesso tempo la mia gente italiana mi chiede come aiutare. Io però sono solo un’attrice e cerco di aiutare mettendo in contatto le persone, sostenendo le associazioni che stanno soccorrendo i profughi”. Sono già milioni le persone che “fino a un mese fa avevano un mondo come quello di tutti noi e oggi non solo non hanno più un tetto sulla testa, ma non hanno più nemmeno la speranza”. Un rischio da evitare è che le persone si desensibilizzino alle immagini della guerra che arrivano ogni giorno: «Mi piacerebbe che le notizie fossero più varie e non monotematiche, mi piacerebbe sentire più parole per la pace che per la guerra. Non possiamo far finta di niente e dimenticare che c’è il conflitto dietro l’angolo. Almeno attraverso i social abbiamo la possibilità di far sentire la nostra voce”.

La voce di Anna Safroncik  “La cultura salverà il mondo”

Veniamo all’appello lanciato dall’attrice, lasciandole la parola. “C’è un elemento ben definito che può essere messo alla base di concetti come pace e fratellanza tra i popoli: quello della cultura. Possiamo dirlo: la cultura salverà il mondo. Ne ha la forza, la potenza. Soprattutto, ne ha i contenuti. Concetti che ho sempre avuto ben presenti e che oggi vengono (purtroppo) ampliati, in questo momento storico, dalle vicende che avvengono nella mia terra, l’Ucraina”.

Anna Safroncik
Anna Safroncik

“Una devastazione che porta sofferenze, morte, distruzione – sottolinea l’attrice – . Una piaga che trasforma in profughi milioni di persone, il mio popolo. Non è semplice vedere, oggi, una via d’uscita a tutto questo. Ma se esiste una porta che conduce alla strada della riconciliazione, questa è – ora più che mai – la cultura, che si può porre – e rivelare – come vera e propria ancòra di salvezza.

L’attrice ucraina Anna Safroncik durante il photocall per la fiction Le tre rose di Eva alla sede Mediaset nel 2012
L’attrice ucraina Anna Safroncik (41 anni) durante il photocall per la fiction ‘Le tre rose di Eva’ nel 2012

La cultura non ha confini, soprattutto quelli territoriali ed etnici.  È, oggi, vero strumento di dialogo, sul quale tornare a costruire una casa comune, in queste ore rasa al suolo ma la cui rinascita è fondamentale. Una costruzione solida, che si fonda su solidarietà e rispetto reciproco. Ecco, questi sono per me concetti imprescindibili. Valori fondamentali senza i quali è difficile, se non impossibile, costruire qualcosa di valido, concreto, duraturo. Ad oltre un mese dall’inizio di un conflitto che sta dilaniando il mondo e distruggendo vite, mi unisco al grido potente di Papa Francesco, che definisce questa guerra una follia. E rivolgo un appello al mondo della cultura, al quale anche il cinema -il mio settore – appartiene a pieno titolo. Affinché utilizzi tutta la forza dei suoi esponenti e dei suoi progetti per lanciare l’unico messaggio che oggi ha un senso: quello della pace, della fratellanza e del rispetto tra i popoli.

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Instagram

  • Passa anche da un semplice tasto la possibilità per una donna, vittima di stalking, di salvarsi da chi vuole farle del male. Il tasto di uno smartwatch che, una volta premuto, lancia un’immediata richiesta di aiuto alle forze di polizia. E grazie a questo orologio, Marta (il nome è di fantasia) potrà ora vedere la sua vita cambiata in meglio. La donna aveva smesso di vivere, a causa della relazione asfissiante e malata con il suo ex marito violento che aveva promesso di sfregiarla con l’acido e poi ucciderla e seppelire il suo corpo in un terreno. Ma venerdì scorso a Marta è stato consegnato il primo di 45 smartwatch che saranno distribuiti ad altrettante vittime. L’orologio è collegato con la centrale operativa del comando provinciale dei carabinieri di Napoli: appena arriva l’Sos, la vittima viene geolocalizzata e arrivano i soccorsi.

E così Marta ha ripreso la sua vita interrotta per paura dell’ex e delle sue minacce. «Posso uscire più serena e tranquilla dopo mesi e mesi trascorsi rintanata in casa. Grazie a questo orologio mi sento protetta. È vero, devo rinunciare alla mia privacy, ma è un prezzo che sono disposta a pagare.»

Lo scorso 30 novembre i carabinieri del Comando provinciale di Napoli, la sezione fasce deboli della Procura partenopea coordinata dal procuratore aggiunto Raffaello Falcone, la Fondazione Vodafone Italia e la Soroptimist international club Napoli hanno annunciato l’avvio del progetto pilota "Mobile Angel", che prevede, appunto, la consegna di questo orologio salvavita alle vittime di maltrattamenti. Il progetto è stato esteso anche alle città di Milano e Torino. Lo smartwatch affidato a Marta è il primo nel Sud Italia. Il mobile angel, spiegano i Carabinieri, rientra in un progetto ad ampio respiro che ha come punto focale le vittime di violenza. Un contesto di tutela all’interno del quale è stata istituita anche la "stanza tutta per sé", un ambiente dove chi ha subìto vessazioni può sentirsi a suo agio nel raccontare il proprio vissuto. 

#lucenews #lucelanazione #mobileangel #napoli
  • Se nei giorni scorsi l’assessore al Welfare del Comune di Napoli, papà single di Alba, bambina affetta da Sindrome di Down, aveva ri-scritto pubblicamente alla premier Giorgia Meloni per avere un confronto sull’idea di famiglia e sul tema delle adozioni, stavolta commenta quanto sta accadendo in Italia in relazione ai diritti dei figli delle famiglie arcobaleno. 

Ricordiamo, infatti, che lo scorso 12 marzo il Governo ha ordinato, in merito ad una richiesta pervenuta al Comune di Milano di una coppia dello stesso sesso, lo stop a procedere alla registrazione del loro figlio appena nato e impedendo, di fatto, la creazione di una famiglia omogenitoriale. Il veto della destra compatta boccia il certificato europeo di filiazione che propone agli Stati membri di garantire ai genitori residenti in Unione Europea il diritto ad essere riconosciuti come madri e padri dei propri figli nello stesso modo in tutti i Paesi Ue.

“In tutta Europa i figli di coppie gay avranno il riconoscimento degli stessi diritti degli altri bambini. In Italia il Senato, trascinato da Fratelli d’Italia, fortemente contrario, ha appena bocciato la proposta – dice Trapanese in un lungo post sulla sua pagina Instagram -. Quindi, i figli delle coppie omosessuali non sono, per il nostro Paese, figli come gli altri. Questo hanno deciso e detto chiaramente”. Così facendo, “resteranno bambini privi di tutele complete, i cui genitori dovranno affrontare battaglie giudiziarie, sfiniti da tempi lunghissimi, solo perché il loro bimbo venga considerato semplicemente un figlio”. 

Trapanese attacca chiaramente questa decisione: “L’Italia è l’unico paese europeo con un governo che lavora per togliere diritti invece che per aggiungerli. Se la prende con bambini che esistono e vivono la loro quotidianità serenamente in famiglie piene d’amore, desiderati sopra ogni cosa, ma considerati in Italia figli di un dio minore”. Per Trapanese “stiamo continuando a parlare di ciò che dovrebbe essere semplicemente attuato. I diritti non si discutono, si riconoscono e basta. Ma come fate a non rendervene conto?”.

#lucenews #diritti #coppieomogenitoriali
  • Il nuovo progetto presentato dal governatore Viktor Laiskodat a Kupang, in Indonesia, prevede l’entrata degli alunni a scuola alle 5.30 del mattino. Secondo l’alto funzionario il provvedimento servirebbe per rafforzare la disciplina dei bambini.

Solitamente nelle scuole del Paese le lezioni iniziavano tra le 7 e le 8 del mattino: anticipando l’orario d’ingresso i bambini sono apparsi esausti quando tornano a casa. La madre di una 16enne, infatti, è molto preoccupata da questa nuova iniziativa: “È estremamente difficile, ora devono uscire di casa mentre è ancora buio pesto. Non posso accettarlo. La loro sicurezza non è garantita quando è ancora notte. Inoltre mia figlia, ogni volta che arriva a casa, è esausta e si addormenta immediatamente.”

Sulla vicenda è intervenuto anche Marsel Robot, esperto di istruzione dell’Università di Nusa Cendana, che ha spiegato come a lungo termine la privazione del sonno potrebbe mettere in pericolo la salute degli studenti e causare un cambiamento nei loro comportamenti: “Non c’è alcuna correlazione con lo sforzo per migliorare la qualità dell’istruzione. Gli studenti dormiranno solo per poche ore e questo è un grave rischio per la loro salute. Inoltre, questo causerà loro stress e sfogheranno la loro tensione in attività magari incontrollabili”. Anche il Ministero per l’emancipazione delle donne e la Commissione indonesiana per la protezione dei minori hanno espresso richieste di revisione della politica. Il cambiamento delle regole di Kupang è stato anche contestato dai legislatori locali, che hanno chiesto al governo di annullare quella che hanno definito una politica infondata.

Tuttavia il governo centrale ha mantenuto il suo esperimento rincarando la dose ed estendendolo anche all’agenzia di istruzione locale, dove anche i dipendenti pubblici ora inizieranno la loro giornata alle 5.30 del mattino.

#lucenews #lucelanazione #indonesia #scuola
  • Quante ore dormi? È difficile addormentarsi? Ti svegli al minimo rumore o al mattino rimandi tutte le sveglie per dormire un po’ di più? Soffri d’insonnia?

Sono circa 13,4 milioni gli italiani che soffrono di insonnia, secondo le ultime rilevazioni di Aims - l
Anna Safroncik è arrivata nel nostro Paese a 12 anni insieme alla madre, ma vive da tanti anni ad Arezzo: recentemente suo padre è rientrato in Italia dopo le ore della paura e l’attrice ha raccontato la sua odissea. Scelta come testimonial insieme a Neri Marcorè della XV edizione del Festival internazionale della cinematografia sociale Tulipani Di Seta Nera in programma dal 5 all’8 maggio a Roma, ha voluto lanciare il suo appello attraverso le colonne di Luce!
Anna Safroncik
Anna Safroncik
L’interprete di film come C’era un cinese in coma di Verdone e, tra le serie, di Il commissario Manara e Il restauratore, è stata raggiunta a Roma da qualche settimana dal padre insegnante, che all’inizio del conflitto era rimasto bloccato a Kiev: "Ora è in casa con me. Fino a qualche giorno fa era sotto le bombe - le sue parole - . Vedere ogni mattina i canali di news per capire se la tua vita è ancora in piedi non è una passeggiata. Casa nostra poi è dietro piazza Maidan, nel centro di Kiev, fulcro dell’attenzione militare. Siamo molto preoccupati per i nostri parenti e amici. Però le comunicazioni sono ancora aperte e sappiamo via via cosa succede. Viviamo con molta angoscia sperando ogni giorno questa guerra finisca". Anna Safroncik si sente "ucraina, come mi sento russa, italiana, cittadina del mondo. Penso che i confini territoriali nel 2022 siano un’assurdità e che questa guerra sia una pazzia come dice anche Papa Francesco". Pur non vivendo lontana dall'Ucraina da tanti anni, "mi sento coinvolta al mille per mille - sottolinea - perché la mia gente ucraina sta soffrendo e mi sta venendo a chiedere aiuto; allo stesso tempo la mia gente italiana mi chiede come aiutare. Io però sono solo un’attrice e cerco di aiutare mettendo in contatto le persone, sostenendo le associazioni che stanno soccorrendo i profughi". Sono già milioni le persone che "fino a un mese fa avevano un mondo come quello di tutti noi e oggi non solo non hanno più un tetto sulla testa, ma non hanno più nemmeno la speranza". Un rischio da evitare è che le persone si desensibilizzino alle immagini della guerra che arrivano ogni giorno: «Mi piacerebbe che le notizie fossero più varie e non monotematiche, mi piacerebbe sentire più parole per la pace che per la guerra. Non possiamo far finta di niente e dimenticare che c’è il conflitto dietro l’angolo. Almeno attraverso i social abbiamo la possibilità di far sentire la nostra voce".

La voce di Anna Safroncik  "La cultura salverà il mondo"

Veniamo all'appello lanciato dall'attrice, lasciandole la parola. "C’è un elemento ben definito che può essere messo alla base di concetti come pace e fratellanza tra i popoli: quello della cultura. Possiamo dirlo: la cultura salverà il mondo. Ne ha la forza, la potenza. Soprattutto, ne ha i contenuti. Concetti che ho sempre avuto ben presenti e che oggi vengono (purtroppo) ampliati, in questo momento storico, dalle vicende che avvengono nella mia terra, l’Ucraina".
Anna Safroncik
Anna Safroncik
"Una devastazione che porta sofferenze, morte, distruzione - sottolinea l'attrice - . Una piaga che trasforma in profughi milioni di persone, il mio popolo. Non è semplice vedere, oggi, una via d’uscita a tutto questo. Ma se esiste una porta che conduce alla strada della riconciliazione, questa è - ora più che mai - la cultura, che si può porre - e rivelare - come vera e propria ancòra di salvezza.
L’attrice ucraina Anna Safroncik durante il photocall per la fiction Le tre rose di Eva alla sede Mediaset nel 2012
L'attrice ucraina Anna Safroncik (41 anni) durante il photocall per la fiction 'Le tre rose di Eva' nel 2012
La cultura non ha confini, soprattutto quelli territoriali ed etnici.  È, oggi, vero strumento di dialogo, sul quale tornare a costruire una casa comune, in queste ore rasa al suolo ma la cui rinascita è fondamentale. Una costruzione solida, che si fonda su solidarietà e rispetto reciproco. Ecco, questi sono per me concetti imprescindibili. Valori fondamentali senza i quali è difficile, se non impossibile, costruire qualcosa di valido, concreto, duraturo. Ad oltre un mese dall’inizio di un conflitto che sta dilaniando il mondo e distruggendo vite, mi unisco al grido potente di Papa Francesco, che definisce questa guerra una follia. E rivolgo un appello al mondo della cultura, al quale anche il cinema -il mio settore - appartiene a pieno titolo. Affinché utilizzi tutta la forza dei suoi esponenti e dei suoi progetti per lanciare l’unico messaggio che oggi ha un senso: quello della pace, della fratellanza e del rispetto tra i popoli.
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