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Home » Spettacolo » Arisa a Sanremo: “Torno al Festival per l’inno di Milano-Cortina ma vorrei essere in gara fra i Big”

Arisa a Sanremo: “Torno al Festival per l’inno di Milano-Cortina ma vorrei essere in gara fra i Big”

La cantante e Malika Ayane interpreteranno i brani finalisti del contest musicale che porterà alla scelta dell’Inno dei Giochi del 2026: "Mi sarebbe piaciuto gareggiare, avevo il brano giusto"

Letizia Cini
2 Febbraio 2022
Arisa, pseudonimo di Rosalba Pippa, 39anni (foto Andrea Ciccalè

Arisa, pseudonimo di Rosalba Pippa, 39anni (foto Andrea Ciccalè

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Nella seconda puntata del 72° Festival di Sanremo, Arisa e Malika Ayane interpreteranno Fino all’Alba e Un po’ più in là, i brani finalisti del contest musicale che porterà alla scelta dell’Inno di Milano Cortina 2026. Le due cantanti, conclusa l’esperienza sanremese, saranno infatti presenti, insieme alla delegazione italiana, alle Cerimonie di chiusura dei Giochi Invernali di Beijing 2022 che vedranno il passaggio ufficiale delle bandiere Olimpica e Paralimpica nelle mani dei sindaci di Milano e di Cortina. Il progetto dell’Inno di Milano Cortina 2026, realizzato in collaborazione con il ministero della Cultura e il Ministero dell’Università e della Ricerca, ha raggiunto i conservatori, gli istituti, le bande e le corali di tutta Italia.

Arisa, pseudonimo di Rosalba Pippa, 39anni (foto Andrea Ciccalè
Arisa, pseudonimo di Rosalba Pippa, 39anni (foto Andrea Ciccalè

Il Maestro Peppe Vessicchio ha curato la direzione artistica dell’iniziativa che ha portato alla scelta dei due brani finalisti presentati in fase di bando dal Corpo Musicale “La Cittadina San Pietro Martire di Seveso” della provincia di Monza e Brianza e dal Cpm Music Institute di Milano, scuola fondata a presieduta da Franco Mussida. Al termine dell’esibizione sul palco dell’Ariston verrà aperta la fase di voto con cui il pubblico potrà esprimere la propria preferenza utilizzando il sito ufficiale di Milano Cortina 2026 (www.milanocortina2026.org) fino al prossimo 22 febbraio 2022. Le persone da casa, come già avvenuto per la scelta dell’Emblema, sanciranno il motivo vincitore: una dinamica in coerenza con il percorso partecipativo, di promozione e condivisione dello spirito Olimpico e Paralimpico che caratterizza la Road to the Games verso il 2026.

Il 72° Festival della canzone italiana rappresenta la tappa finale di un contest che ha visto la partecipazione di proposte provenienti da 9 regioni d’Italia e presentate da Conservatori e istituzioni dell’alta formazione artistica, musicale e coreutica e dalle bande musicali civili.

“Sono felice di questa avventura”, sorride Arisa, vero nome, Rosalba Pippa, nata il 20 agosto 1982 a Genova, ma di sangue lucano. Diventata famosa con il brano “Sincerità” presentato nel 2009 al Festival di Sanremo, la cantante si contraddistingue per una grande voce e look iconico.

Arisa al71mo Festival della Canzone Italiana
Sanremo 2021

Dopo la fortunatissima parentesi a Ballando con le Stelle in coppia con Vito Coppola, è uscita il suo album Ero romantica e, proprio in questi giorni, Milly Carlucci ha ufficializzato la sua presenza all’interno della giuria del Cantante Mascherato insieme a Flavio Insinna, Francesco Facchinetti e Caterina Balivo su Riuno.

L’annuncio

“Il quarto giurato, anzi giurata, è Arisa – l’annuncio di Milly Carlucci – . Non vedo l’ora di averla in studio. Arisa è un’artista che mi fa impazzire per la sua creatività e imprevedibilità. Oltre a questo, è una persona che ha una curiosità e un acume incredibili. Arriva, tutta carina, e poi fa un ritratto di te che ti inchioda come una farfallina al muro! Conto su questa sua caratteristica”.

Rosalba e Sanremo

Anche se partecipa a una delle serate, Arisa non nasconde la delusione di non essere tra i Big in gara: “Mi ero proposta anche quest’anno, mi sarebbe piaciuto partecipare. Avevo preparato un brano che vivo particolarmente e mi avrebbe fatto piacere una vetrina così – si duole – . Comunque tornerei sul palco dell’Ariston alla co-conduzione della kermesse. Porterei sicuramente un monologo sulla diversità, che non è di genere, ma di apprendimento magari, di difficoltà di attenzione, di aspetti che riguardano la mia altra personalità. Ognuno di noi è diverso”.
Questo è un tema centrale che Arisa aveva sottolineato anche durante una recente intervista a Luce! “Siamo tutti uguali, dobbiamo accettare le disuguaglianze e accogliere tutti“, le parole della vincitrice nel 2009 a Sanremo nella categoria Proposte con il brano “Sincerità“, ormai una veterana del Festival
Una donna fuori dagli stereotipi che ha parlato della comunità Lgbt nella canzone Minidonna, raccontando di una persona transessuale che si faceva chiamare Tina: quello che emerge è il ritratto di una donna disponibili all’ascolto e sensibile.

Il racconto

“Tutto è cominciato esattamente 20 anni fa, quando all’età di 19 anni ho deciso di trasferirmi a Milano per studiare. Ero molto sola, in una città enorme e tra università e lavoro facevo orari assurdi e spesso mi capitava di trovare rifugio tra la gente della notte. Tina era la mia compagnia fissa quando tornavo di notte dal lavoro al locale, era una signorina molto magra, col caschetto, sempre sorridente e con una buona predisposizione alla chiacchiera, ho capito col tempo che era un ometto. Mi ha aperto un mondo e mi ha coccolata con la sua grande dolcezza e sensibilità. Da allora ho capito che sarei stata parte di una famiglia diversa dalla mia ma che mi avrebbe fatto da casa ovunque. Proteggere e istruire la gente a proteggere pari diritti per tutti è adesso una delle cose che mi rende più felice e grata. Minidonna è uno dei miei atti d’amore”.

Molte volte si è parlato del suo orientamento sessuale: “La cosa non mi disturba – il pensiero di Arisa su Luce! – . Io m’innamoro delle persone, le etichette non mi appartengono ma se servono agli altri per sentirsi meglio amen.

Arisa 71mo Festival della Canzone Italiana
Sanremo 2021 – Prima serata

Spero le cose cambino. Il lockdown ci ha costretti a vivere insieme, in spazi a volte molto piccoli, senza vie di fuga. A guardare la realtà da vicino a scontrarsi più spesso. La violenza quando non è patologia è conseguenza di molta frustrazione. Si litiga, si esagera, si sbaglia. Non so che dire. Penso che certe cose siano insite nell’essere umano, e certe condizioni amplifichino naturali predisposizioni”.

Ero romantica

Nel suo ultimo album Ero romantica Arisa ha inserito brani – vedi Psycho e Ortica – che parlano di esseri umani imperfetti. “L’inclusività è molto importante per me. Io sono stata una bambina a volte incompresa e isolata. Ancora adesso mi capita di non essere capita, mi piace pensare che siamo tutti diversi ma meritiamo tutti di essere amati e accolti. Per quanto mi riguarda, nel mio piccolo, attuo il cambiamento che vorrei avvenisse nel mondo“.

Il suo ultimo lavoro, Arisa lo descrive così: “Un album in bilico fra romanticismo e desiderio di libertà: a volte sofferto e struggente, in altri momenti sfacciato e disinibito, in una sorprendente alternanza fra malinconiche ballate d’amore e sfrenati ritmi dance anni ’90. Un atto d’amore verso l’umanità nelle sue varie sfaccettature, un disco che trova il senso nelle eccezioni alla regola, celebra la femminilità e le sue contraddizioni, canta di autodeterminazione femminile e di schiavitù volontaria, urla l’urgenza di cambiare punto di vista, per non rimanere schiacciati dall’omologazione“.

 

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  • Per una detenuta come Joy – nigeriana di 34 anni, arrestata nel 2014 per possesso di droga – uscire dal carcere significherà dover imparare a badare a se stessa. Lei che è lontana da casa e dalla famiglia, lei che non ha nessuno ad aspettarla. In carcere ha fatto il suo percorso, ha imparato tanto, ha sofferto di più. Ma ha anche conosciuto persone importanti, detenute come lei che sono diventate delle amiche. 

Mon solo. Nella Cooperativa sociale Gomito a Gomito, per esempio, ha trovato una seconda famiglia, un ambiente lavorativo che le ha offerto “opportunità che, se fossi stata fuori dal carcere, non avrei mai avuto”, come quella di imparare un mestiere e partecipare ad un percorso di riabilitazione sociale e personale verso l’indipendenza, anche economica.

Enrica Morandi, vice presidente e coordinatrice dei laboratori sartoriali del carcere di Rocco D’Amato (meglio noto ai bolognesi come “La Dozza”), si riferisce a lei chiamandola “la mia Joy”, perché dopo tanti anni di lavoro fianco a fianco ha imparato ad apprezzare questa giovane donna impegnata a ricostruire la propria vita: 

“Joy è extracomunitaria, nel nostro Paese non ha famiglia. Per lei sarà impossibile beneficiare degli sconti di pena su cui normalmente possono contare le detenute italiane, per buona condotta o per anni di reclusione maturati. Non è una questione di razzismo, è che esistono problemi logistici veri e propri, come il non sapere dove sistemare e a chi affidare queste ragazze, una volta lasciate le mura del penitenziario. Se una donna italiana ha ad attenderla qualcuno che si fa carico di ospitarla, Joy e altre come lei non hanno nessun cordone affettivo cui appigliarsi”.

L
  • Presidi psicologici, psicoterapeutici e di counselling per tutti gli studenti universitari e scolastici. Lo chiedono l’Udu, Unione degli universitari, e la Rete degli studenti medi nella proposta di legge ‘Chiedimi come sto’ consegnata a una delegazione di parlamentari nel corso di una conferenza stampa a Montecitorio.

La proposta è stata redatta secondo le conclusioni di una ricerca condotta da Spi-Cgil e Istituto Ires, che ha evidenziato come, su un campione di 50mila risposte, il 28 per cento abbia avuto esperienze di disturbi alimentari e oltre il 14 di autolesionismo.

“Nella nostra generazione è ancora forte lo stigma verso chi sta male ed è difficile chiedere aiuto - spiega Camilla Piredda, coordinatrice nazionale dell’Udu - l’interesse effettivo della politica si è palesato solo dopo il 15esimo suicidio di studenti universitari in un anno e mezzo. Ci sembra assurdo che la politica si interessi solamente dopo che si supera il limite, con persone che arrivano a scegliere di togliersi la vita.

Dall’altro lato, è positivo che negli ultimi mesi si sia deciso di chiedere a noi studenti come affrontare e come risolvere, il problema. Non è scontato e non è banale, perché siamo abituati a decenni in cui si parla di nuove generazioni senza parlare alle nuove generazioni”.

#luce #lucenews #università
  • La polemica politica riaccende i riflettori sulle madri detenute con i figli dopo la proposta di legge in merito alla detenzione in carcere delle donne in gravidanza: già presentata dal Pd nella scorsa legislatura, approvata in prima lettura al Senato, ma non alla Camera, prevedeva l’affido della madre e del minore a strutture protette, come le case famiglia, e vigilate. La dichiarata intenzione del centrodestra di rivedere il testo ha messo il Pd sul piede di guerra; alla fine di uno scontro molto acceso, i dem hanno ritirato il disegno di legge ma la Lega, quasi per ripicca, ne ha presentato uno nuovo, esattamente in linea con i desideri della maggioranza.

Lunedì non ci sarà quindi alcuna discussione alla Camera sul testo presentato da Debora Serracchiani nella scorsa legislatura, Tutto ripartirà da capo, con un nuovo testo, firmato da due esponenti del centrodestra: Jacopo Morrone e Ingrid Bisa.

“Questo (il testo Serracchini) era un testo che era già stato votato da un ramo del Parlamento, noi lo avevamo ripresentato per migliorare le condizioni delle detenute madri – ha spiegato ieri il dem Alessandro Zan – ma la maggioranza lo ha trasformato inserendovi norme che di fatto peggiorano le cose, consentendo addirittura alle donne incinte o con figli di meno di un anno di età di andare in carcere. Così non ha più senso, quindi ritiriamo le firme“.

Lo scontro tra le due fazioni è finito (anche) sui social media. "Sul tema delle borseggiatrici e ladre incinte occorre cambiare la visione affinché la gravidanza non sia una scusa“ sottolineano i due presentatori della proposta.

La proposta presentata prevede modifiche all’articolo 146 del codice penale in materia di rinvio obbligatorio dell’esecuzione della pena: “Se sussiste un concreto pericolo di commissione di ulteriori delitti – si legge nel testo presentato – il magistrato di sorveglianza può disporre che l’esecuzione della pena non sia differita, ovvero, se già differita, che il differimento sia revocato. Qualora la persona detenuta sia recidiva, l’esecuzione della pena avviene presso un istituto di custodia attenuata per detenute madri“.

#lucenews #madriincarcere
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Rosalba e Sanremo

Anche se partecipa a una delle serate, Arisa non nasconde la delusione di non essere tra i Big in gara: “Mi ero proposta anche quest’anno, mi sarebbe piaciuto partecipare. Avevo preparato un brano che vivo particolarmente e mi avrebbe fatto piacere una vetrina così - si duole - . Comunque tornerei sul palco dell’Ariston alla co-conduzione della kermesse. Porterei sicuramente un monologo sulla diversità, che non è di genere, ma di apprendimento magari, di difficoltà di attenzione, di aspetti che riguardano la mia altra personalità. Ognuno di noi è diverso”. Questo è un tema centrale che Arisa aveva sottolineato anche durante una recente intervista a Luce! “Siamo tutti uguali, dobbiamo accettare le disuguaglianze e accogliere tutti“, le parole della vincitrice nel 2009 a Sanremo nella categoria Proposte con il brano “Sincerità“, ormai una veterana del Festival Una donna fuori dagli stereotipi che ha parlato della comunità Lgbt nella canzone Minidonna, raccontando di una persona transessuale che si faceva chiamare Tina: quello che emerge è il ritratto di una donna disponibili all’ascolto e sensibile.

Il racconto

“Tutto è cominciato esattamente 20 anni fa, quando all’età di 19 anni ho deciso di trasferirmi a Milano per studiare. Ero molto sola, in una città enorme e tra università e lavoro facevo orari assurdi e spesso mi capitava di trovare rifugio tra la gente della notte. Tina era la mia compagnia fissa quando tornavo di notte dal lavoro al locale, era una signorina molto magra, col caschetto, sempre sorridente e con una buona predisposizione alla chiacchiera, ho capito col tempo che era un ometto. Mi ha aperto un mondo e mi ha coccolata con la sua grande dolcezza e sensibilità. Da allora ho capito che sarei stata parte di una famiglia diversa dalla mia ma che mi avrebbe fatto da casa ovunque. Proteggere e istruire la gente a proteggere pari diritti per tutti è adesso una delle cose che mi rende più felice e grata. Minidonna è uno dei miei atti d’amore". Molte volte si è parlato del suo orientamento sessuale: “La cosa non mi disturba - il pensiero di Arisa su Luce! - . Io m’innamoro delle persone, le etichette non mi appartengono ma se servono agli altri per sentirsi meglio amen.
Arisa 71mo Festival della Canzone Italiana
Sanremo 2021 - Prima serata
Spero le cose cambino. Il lockdown ci ha costretti a vivere insieme, in spazi a volte molto piccoli, senza vie di fuga. A guardare la realtà da vicino a scontrarsi più spesso. La violenza quando non è patologia è conseguenza di molta frustrazione. Si litiga, si esagera, si sbaglia. Non so che dire. Penso che certe cose siano insite nell’essere umano, e certe condizioni amplifichino naturali predisposizioni".

Ero romantica

Nel suo ultimo album Ero romantica Arisa ha inserito brani - vedi Psycho e Ortica - che parlano di esseri umani imperfetti. “L’inclusività è molto importante per me. Io sono stata una bambina a volte incompresa e isolata. Ancora adesso mi capita di non essere capita, mi piace pensare che siamo tutti diversi ma meritiamo tutti di essere amati e accolti. Per quanto mi riguarda, nel mio piccolo, attuo il cambiamento che vorrei avvenisse nel mondo“. Il suo ultimo lavoro, Arisa lo descrive così: “Un album in bilico fra romanticismo e desiderio di libertà: a volte sofferto e struggente, in altri momenti sfacciato e disinibito, in una sorprendente alternanza fra malinconiche ballate d’amore e sfrenati ritmi dance anni ’90. Un atto d’amore verso l’umanità nelle sue varie sfaccettature, un disco che trova il senso nelle eccezioni alla regola, celebra la femminilità e le sue contraddizioni, canta di autodeterminazione femminile e di schiavitù volontaria, urla l’urgenza di cambiare punto di vista, per non rimanere schiacciati dall’omologazione".  
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