Main Partner

main partnermain partnermain partner

Partner

main partner

Avitabile: "Col mio "Treno dell'anima" canto il sociale per scoprire insieme un mondo migliore"

L'artista partenopeo, 67 anni, nel nuovo disco si avvale di prestigiosi featuring con artisti italiani ma anche con due bambini ciechi. "Una voce di speranza che faccia star bene chi lo ascolta"

di LORELLA BOLELLI -
28 settembre 2022
Enzo AvitabileNapoli 2022

Enzo AvitabileNapoli 2022

La prima stazione che "Il treno dell'anima", il nuovo disco di Enzo Avitabile, ha toccato è stata quella di casa Ligabue, con cui ha scritto il primo singolo lanciato, "Salvami", il cui testo è una disperata ricerca d'aiuto legata al dramma delle migrazioni. "La collaborazione con lui è venuta in modo del tutto naturale - ricorda la genesi del progetto il 67enne artista partenopeo - e lui è stato dolcissimo e perfetto". Anche nelle undici canzoni che inanellano una serie prestigiosa di featuring (oltre al Liga, Rocco Hunt, Jovanotti, Giuliano Sangiorgi, Biagio Antonacci, Edoardo Bennato, i Boomdabash, Guè, Speranza, Clementino), il suo pop multigenerazionale non ha voluto abdicare alla vocazione sociale e mondialista, a cui la sua coscienza ha sempre aspirato. Anzi, nella forma dei duetti, i temi più delicati acquisiscono anche la sensibilità, l'attenzione, la delicatezza dei colleghi. "Il tema del Mediterraneo trasformato in un incubo per tanti l'avevo già affrontato nel 2016 in "Attraverso l'acqua" con De Gregori, consapevole che solo attraverso il dialogo il futuro del nostro mondo potrà essere un po' meno precario".

Il nuovo disco di Enzo Avitabile, "Il Treno dell'anima"

Questo arcobaleno di suoni, musiche e parole nate attraverso il dialogo, lo scambio, il mutuo soccorso creativo tra lei e gli amici di una vita, anche appartenenti a generazioni diverse, trova un altro apice in "E duorme stelle". "L'avevo scritta per la figlia di Giuliano Sangiorgi e qui la reinterpreto insieme a due bambini ciechi che mi ha presentato suor Paola del monastero di Capodimonte. La religiosa mi scrisse che Francesco, un bambino di Arzano, era mio fan sfegatato, così il giorno di Pasqua gli ho fatto come regalo una mia visita. Sofia invece l’ho incontrata alla Basilica dell’Incoronata. Entrambi amavano immensamente il canto e li ho voluto al mio fianco nell’incisione, che poi il regista Edoardo De Angelis ha scelto come colonna sonora di "Natale in Casa Cupiello" con Sergio Castellitto". L’attenzione al sociale si traduce anche nella scelta di tour perpetui... "Infatti vado ad Agadir, New York, allo Sziget in Ungheria, ai grandi festival jazz, ma anche a San Giovanni a Teduccio. O, come mi è capitato di recente, di riportare un live a Caivano 17 anni dopo la fine dell’esperimento di Caivano Rock. Ho voluto essere io la presenza cui legare uno spunto per la ripartenza. L’area del mercato era strapiena, segno che il popolo vuole salire sul carro della cultura se qualcuno glielo avvicina. Se, in quelle due ore, anche un solo bambino comincia ad amare la musica come fece con me il juke box con James Brown e Tina Turner, significa che il mio suono non è suonato ma suonante".
Avitabile con i due bambini ciechi

Avitabile con i due bambini ciechi che interpretano con lui "E duorme stelle"

Anche quest’ultimo album ha una finalità taumaturgica? "Più che una voce di speranza, esprime un’aspirazione a un mondo migliore, più rassicurante; bussa al cuore, vuole essere un ascolto che ti fa stare bene. E vorrei funzionasse come la meditazione, che si pratica per averne un ritorno non immediato ma nel lungo periodo". Poi esprime anche il potenziale della squadra che sa superare gli individualismi. E tra le star poteva non essere scontato... "Il progetto è nato durante la pandemia e non è scaturito da un impegno pianificato ma dal desiderio di stare insieme, non è stato immediatamente finalizzato al prodotto ma all’opera, quindi a qualcosa di più elevato del grossolano quotidiano, legato al guadagno e al business. Poi ego e protagonismo, in questo caso, non hanno dato vita ad alcuna forma di competizione. Mi piacciono le loro cose". Se potesse fare una dedica a chi andrebbe? "Al coraggio degli uomini che tutti i giorni si guadagnano l’esistenza attimo per attimo. Eleverei un inno alla vita".

Enzo Avitabile (© Titti Fabozzi)

Nella sua vita chi ha lasciato la traccia finora più profonda? "James Brown perché non solo mi scelse per aprire i suoi concerti in Italia ma fu anche colui che mi spinse a ritornare alla mia terra. Ecco, lui mi ha dato la sensazione concreta che i sogni possono realizzarsi, che bisogna crederci sempre. E che dopo la collaborazione con Afrika Bambaataa che mi aprì al rap con "Street Happiness" potevo portare nel mondo qualcosa di mio, che la contaminazione non deve essere colonizzazione, che tutte le forme musicali del mondo vanno recuperate ma per dar vita a nuove forme". A quel periodo, metà anni Ottanta, risale anche il primo contatto con Jovanotti con cui ha duettato al Beach Party di Castel Volturno... "Beh lui ama molto il mio "Soul Express", da un cui inciso ('Porta con te solo il cuore/Il treno dell’anima viaggia leggero/Siamo fatti tutti dello stesso colore') nasce anche il brano che dà il nome all’album, grazie alla rivisitazione che ne fanno Rocco Hunt e i Boomdabash. Ma, per tornare a Lorenzo, la cosa più strana è che quando venni in Italia con Afrika Bambaataa lui fu il primo a ospitarmi nel suo programma "1, 2, 3 Jovanotti". Nel disco facciamo insieme "Simm’ tutt’uno", forse la canzone più sociale dell’album".